Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei cereali/11

Della segale

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della segale.

§ 672. La segale è il cereale dei paesi freddi, montuosi.171.

Nei nostri climi, ed al piano non converrà mai coltivare la segale dove si possa avere un altro prodotto, poichè quella rende meno d’ogni altro.

§ 673. Varietà. La segale (fig. 171) non conta che due varietà, l’una detta d’inverno o d’autunno, e l’altra di primavera. Ma anche di queste varietà si può dire lo stesso di quelle del frumento, cioè che la qualità di primavera si può ottenere colla replicata semina del grano fatta in questa stagione, come quella di primavera può ridursi invernenga seminandola ripetutamente in autunno.

§ 674. Composizione. La composizione di questo cereale differisce assai poco da quella del frumento, per cui la segale viene considerata come il grano più apprezzato dopo il frumento, che anzi il pane fatto colla sua farina riesce assai saporito, e si conserva fresco e buono per più lungo tempo. L’odore e gusto particolare del pane di segale vuolsi attribuire ad una particolare sostanza aromatica contenuta negli involucri del seme, dei quali facilmente ne vien macinata quella porzione che trovasi frammista al grano. [p. 669 modifica]

L’analisi della segale ci dà per media i seguenti risaltati:

Glutine ed albumina 10,5
Amido 64,0
Materie grasse 3,5
Zuccaro 3,0
Gomma 11,0
Legnoso e sali 6,0
Perdita 2,0.

Da questa analisi, confrontata con quella del frumento, si vede chiaramente che la facoltà nutriente della segale deve essere minore, e tanto più che i 10,5 che rappresentano la parte azotata sono quasi interamente costituiti da albumina, ben poco essendo il glutine. Inoltre havvi un’altra circostanza per cui diminuisce ancor più la parte azotata della farina, ed è che la crusca ne sottrae una buona porzione, in modo che se nel grano del frumento e della segale la sostanza azotata sta come 100 a 73, nella farina si riducono come 100 a 51. Eppure la crusca di segale è meno considerata di quella di frumento, per quanto la pratica mostri evidentemente la sua facoltà nutritiva e rinfrescante pel bestiame, specialmente quando sia preso da qualche malattia infiammatoria.

La composizione delle ceneri, ottenuta per mezzo della combustione, e la seguente:

Grano.
Potassa e Soda 37,21
Calce 2,92
Magnesia 10,13
Ossidi di ferro o Manganese 0,82
Acido fosforico 47,29
    »     solforico 1,46
    »     silicico 0,01.

Confrontate ora queste quantità con quelle che vi diedi pel frumento e vedrete essersi in questa aumentata la soda e la potassa a scapito dell’acido fosforico, il che vuol dire essere aumentati i principj necessarj alla formazione dell’amido a scapito di quelli che favoriscono la formazione delle sostanze azotate. Ciononpertanto noi vediamo dal confronto delle due analisi che l’amido non aumentò nella segale che di una [p. 670 modifica]centesima parte, laddove le materie azotate diminuirono di quattro centesime parti; e questa circostanza ci spiega e viene a conferma d’un altro principio già esposto, cioè che per la formazione dell’amido non solo richiedesi la potassa o la soda, ma è bensì necessario un certo grado di temperatura, superiore a quello con cui possono costituirsi le materie azotate, nonchè una speciale struttura delle piante, cose tutte che non si riscontrano nella segale, singolarmente se coltivata in paesi freddi ed elevati.

La combustione della paglia, secondo Sprengel, è la seguente:

Potassa 0,320
Soda 0,110
Calce 0,178
Ferro 0,021
Acido fosforico 0,031
    »     solforico 0,170
    »     silicico 2,297
Cloro 0,017
3,144.

Dal che vedesi quanto sia ricca di silice la paglia della segale.

§ 675. Clima, terreno e concime. Dalle suesposte composizioni rilevansi varie norme, cioè la qualità del clima, quella del terreno e quella del concime vantaggioso per la segale.

In quanto al clima vediamo che può allignare in paesi assai più freddi ed elevati che non lo possa il frumento; essa fiorisce a 14°,2 e può maturare anche a meno di +19°; la vegetazione di primavera incomincia a +6°. Per tutta la durata di sua vegetazione non richiede che la somma di circa 1900 gradi di calore, temperatura media diurna, maturando da noi verso il 15 o 20 di giugno.

La segale però, siccome bisognosa di minor calore, appena che possa riprendere la vegetazione in primavera cresce rapidamente e mette tosto gli steli delle future spighe, succedendo quel che già indicai del frumento marzuolo e del frumento nei paesi caldi, i quali non hanno tempo di tallire in primavera, perchè l’aumento rapido di temperatura, effettivo o relativo, fa sì che la pianta metta tosto gli steli. Epperò, la segale deve essere seminata avanti l’ottobre, nè più tardi della metà di questo mese, onde possa tallire in autunno, [p. 671 modifica]ricevendo prima del verno una somma di calore di circa 600 gradi, con una temperatura non inferiore a +6°.

La segale, quantunque resista ad un freddo maggiore di quello che possa sopportare il frumento, può soffrire nell’inverno se, per un autunno troppo caldo, oltre al tallire avesse anche già messi gli steli; come pure se non avesse avuto tempo di mandare le radici dal nodo appena sotto terra.

Dissi poi anche che la segale è di scarso prodotto, e ciò è dovuto principalmente a due circostanze. La prima è che la fioritura succede quasi simultaneamente su tutta la lunghezza della spiga, per cui le condizioni atmosferiche sfavorevoli possono agire sulla totalità dei futuri grani. L’altra è dovuta alla particolare struttura del suo fiore, poichè le spighette o glume secondarie della spiga contengono soltanto tre fiori, uno dei quali va perduto, rimanendone due invece di quattro, come avviene nel frumento. Perciò la lunghezza della spiga nella segale è cosa di somma importanza, non potendosi calcolare che su due grani per spighetta secondaria, quand’anche le stagioni decorrano favorevoli.

La minima temperatura che può sopportare la segale non si può stabilire nemmeno approssimativamente, poichè nei paesi molto freddi o molto elevati si copre presto di neve e non se ne libera che molto tardi in primavera. Si citano esempi di campi di segale rimasti per più d’un anno coperti da valanghe, e che dopo la loro scomparsa, continuarono a vegetare e poterono fruttificare. E questo fatto mostrerebbe che si possono artificialmente rendere biennali o triennali alcune piante coll’impedir loro di fiorire e soprattutto di portar semi.

La segale esige inoltre poca umidità nel terreno.

Più sopra ho detto che dove si poteva fare altra coltivazione non conveniva quella della segale, poichè di reddito scarso ed anche incerto. Ciononpertanto vi sono alcune terre che convengono a questa pianta, poichè meglio d’ogni altra vi alligna. Abbiamo veduto, dall’analisi delle ceneri, che vi abbonda la silice nella paglia, e che d’altronde la potassa e la soda non sono in proporzione coll’amido; e questo ci conduce alla cognizione, che i terreni silicei, ghiajosi, nei quali non sia possibile l’irrigazione, se non convengono al frumento, possono dare un discreto prodotto coltivati a segale. Nel piano adunque, ad eccezione di questi terreni, non conviene la segale, tanto più se possiamo disporre d’acqua o di malto [p. 672 modifica]concime. Nei paesi elevati o freddi all’incontro sarebbe un grave errore il volerci ostinare nella coltivazione del frumento quando questo, per la condizione del clima, non vi potesse convenientemente maturare.

Molti vorrebbero sostenere la convenienza della segale perchè, maturando più presto del frumento, lascia tempo ad una seconda coltivazione. Ma anche questa opinione è mal fondata, poichè abbiamo tante altre coltivazioni più produttive il cui raccolto si fa anche più presto, come sarebbero il lino, il ravizzone, ii trifoglio, ecc. Inoltre se il terreno è sabbioso, ghiajoso, tale in somma da convenir solo alla segale, esso mal si presterà ad una seconda coltivazione per la sua aridità, e per l’aridità della stagione in cui dovrebbesi far la semina per un secondo prodotto; e se l’irrigazione potesse supplire a questo difetto, torno a dire che non converrebbe la prima coltivazione di segale.

La segale, dovendo tallire in autunno, certamente sarà poco sensibile ai concimi che si adoperassero in primavera; essa esige piuttosto un suolo già preparato, o concimi ben scomposti e liquidi, consegnati al terreno durante l’autunno. L’inefficacia dei concimi grossolani, o somministrati in primavera, indusse i coltivatori a credere che fosse inutile il concimare la segale; e perciò si volle seminarla nei terreni più sterili, e da questo errore ne derivò un prodotto ancor più scarso. Ma pure la rotina fa tutto e si continuava a coltivarla, che anzi nei contratti colonici d’affitto a grano, vediamo che solo pochi anni fa si esigeva anche una data misura di segale da quei terreni che, se fossero stati coltivati a frumento, avrebbero dato certamente un reddito maggiore. Ed ecco come ad ogni passo risaltano sempre più i difetti degli affitti a grano fatti col coltivatore.

Il concime migliore per la segale sembra adunque che debba essere quello di stalla ben scomposto, poichè in esso le sostanze azotate non sono tanto abbondanti, mentre la silice si trova in maggior quantità per la paglia d’altri cereali che servì di lettiera. I concimi troppo ricchi d’azoto sarebbero inutilmente sprecati, poichè noi sappiamo che questa pianta non è molto ricca di glutine, e che invece abbonda di silice.

§ 676. Coltura. I lavori di coltura non dovrebbero essere diversi da quelli indicati pel frumento, ma siccome questa pianta si coltiva ordinariamente nei boschi dissodati di [p. 673 modifica]recente, oppure nei terreni più sterili, così se ne ha generalmente poca cura, soprattutto in quanto alla sarchiatura, ed agli altri lavori di primavera.

La quantità di semente di solito è un poco maggiore di quella accennata pel frumento; perchè seminandosi quasi sempre più tardi di quanto si dovrebbe, essa non ha tempo di tallire in autunno; ed in primavera, come abbiamo veduto, cresce rapidamente, per cui ritiensi che tallisca poco per natura propria. Si potrà adunque risparmiare molta semente, ed avere un maggior prodotto seminando presto in autunno.

§ 677. Raccolto. Il raccolto, come dissi, si fa circa 10 giorni prima di quello del frumento, coll'avvertenza che il frumento ridotto a mucchi dopo la mietitura acquista ancora qualche cosa, e che la segale invece abbisogna essere ben matura perchè possa essere tagliata. Ad alcuni forse sembrerà soverchia questa differenza di 10 giorni, ma un tal dubbio scomparirà quando riflettano che la segale in molti luoghi dove non si coltiva un secondo prodotto e dove non occupi interi campi, ma solo piccole liste, si taglia molto tardi, ladove, all'incontro in tali località si taglia troppo presto il frumento.

La mietitura, la battitura, e la ripulitura di questo cereale si eseguiscono cogli stessi mezzi e modi che si usano pel frumento.

§ 678. Prodotto. Il prodotto della segale varia moltissimo da campo a campo per la qualità chimica e fisica del terreno, per la quantità e qualità dei concimi, e soprattutto per la diversità delle vicende atmosferiche nelle quali dovette vegetare.

Egli è certo che, per quanto l’abitudine non ragionata faccia dire che la segale viene al magro, quei campi il cui terreno si troverà ben diviso dal lavoro, di qualità siliceo-calcare-argillosa, ed abbastanza fornito di principj utili per le antecedenti concimazioni, daranno senza dubbio un raccolto di segale migliore di quello dei boschi dissodati, o dei terreni selciosi per recente trasporto di materie fatto dalle acque, ecc., ecc. Un concime troppo azotato, od un terreno assai ricco di sostanze organiche e di natura vegetale, produrrà un facile versamento per la minor proporzione relativa di silice che serve a dar robustezza al gambo. Finalmente un freddo repentino al momento che sta per mostrarsi la spiga, od una pioggia prolungata durante la fioritura, possono essere [p. 674 modifica]causa di una sensibile perdita di prodotto, col diminuire la lunghezza della spiga o col render sterili i già scarsi fiori di ciascuna spighetta.

Per calcolo medio 100 parti della pianta di segale allo stato normale danno:

Grano 24
Paglia e Loppa 60
Stoppia 16
100.

Il grano nello stagionare si riduce da 100 a 83, e la paglia scema di 19/100.

Un ettaro di terreno rende dai 15 ai 23 ettolitri di segale, ed un ettolitro di segale pesa ordinariamente dai chilogrammi 75 agli 80. Il valore commerciale della segale è di 1/4 sino ad 1/3 minore di quello del frumento.

Nella parte piana della valle del Po la segale si coltiva in poca quantità, e serve soltanto ai contadini per mescolare alla farina di melgone onde farne un pane più saporito; e per averne paglia lunga e forte, per la molta silice che contiene, utilissima a coprire capanne campestri, tettoje, grondaje, ecc.