Su e giù sulla piazza di Pescia/Al negozio di pannina Baldini

Al negozio di pannina Baldini

../Alla calzoleria Papini ../Dalla Signora Modista Giusti IncludiIntestazione 2 marzo 2021 75% Da definire

Alla calzoleria Papini Dalla Signora Modista Giusti
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Al negozio di pannina Baldini

Eugenio sulla bottega col cappello sulle ventitré fischietta la canzone:

Passa da casa e fischiami
Ti butterò le spronchette.

Volgete lo sguardo all’arrivo del Tram, stando a osservare il discendere e il salire dei viaggiatori, a un tratto esclamò : Beppina, che Dio ce la mandi [p. 29 modifica]buona! L’avarizia, l’invidia e la maldicenza si dirigono al nostro negozio; le tre arpìe in carne e ossa!

— Buon giorno Eugenio.

Buon giorno!

— Cos’ha la musse1

Per poco risponde: È l’aria malefica che mi toglie il respiro.

— Questi non sono occhielli, bottoni al mio indirizzo.

Avete stoffa ultima moda?

— Quanta ne desidera, ma prima saldiamo le nostre partite.

Come! su venticinque franchi di mercanzia tre lire di tara... (accidente agli Ebrei).

— (Maledetti i Turchi).

Signorina Baldini, come userà la moda quest’ anno?

— Farà un gran chiasso.

Ho capito, sarà la tuba!

— Le sottane più aderenti...

Come il pampano alle veneri di marmo?

— Siamo sempre nell’esagerazioni!

Cristo santo! ma allora?

— La lunghezza delle gonnelle varierà a seconda dei personale.

Basta che dia luogo alla granata di spazzare quelle porcherie che ammorbano la città!

Quanto il metro di questo panno, ove il cotone fa a rimpiattar etti?

Chi mi presta una pedata!

— Io che dico la verità mi avete in uggia, chi [p. 30 modifica]ci ficca una lancia che sul libro ci resta la macchia del mela avanzerai, complimenti a cascare!

Io poi tira... tira, qualche soldo ci spendo, altri che a suon di salamelecchi non ci leccate il becco di un centesimo e a costoro, le braccia al collo!

A proposito di verità: Un filosofo andò a trovare un Imperatore ed egli gli fece dire che non c’era, alla sua volta V Imperatore ebbe bisogno del filosofo, lo spiritoso scienziato affacciandosi alla finestra, disse: Non ci sono!

E f altro.

— Come! Voi me lo faceste dire, io ci credetti.

Adesso che ve lo dico da me, mettete in dubbio la verità!

Buon giorno Baldini.

— Che dice di bello la Signorina. Di bello, no! di nuovo.

— Avrò sbagliato barattolo, ma la medicina è sempre la stessa porcheria.

Vorrei staccare un vestito di flanella, riguardo al prezzo, si farà come sempre.

— Stia tranquilla Signorina che faremo le cose da cristiani.

Abbiate presente che io non faccio tare, mi secca quello stare a tu... per tu...!

A tal proposito, una volta a Firenze mi prese il ghiribizzo di entrare in trattative di una veste di seta: Si venne a parlare del prezzo, non ne dimandarono uno sproposito, una somma da turchi, ed io offrii un valore da ebrei!

Andò a finire che la religione maomettana si convertisse in ebraica!

— Baldini i mìei rispetti, vorrei fare acquisto di [p. 31 modifica]un vestito per fare un regaluccio a questo mio nepote; mi ha promesso di metter voglia di studiare.

La voglia andrà avanti lo studio, si fermerà sulle rocche di Barberia.

— È un benedetto ragazzo, una ne fa, l’altra la pensa: me l’hanno sviato i cattivi compagni.

— Tutta colpa de’ suoi genitori!

Come!!!

— Precisamente! Se ai primi capriccetti lo ammonivano per le buone (il timore è da vaccai) anzi che dargliele tutte vinte, il bambino, a pochino alla volta si correggeva.

Questi benedetti genitori, tutti compagni, non sanno loro che ai ragazzi a dargli il ledro2 si rovinano moralmente, e se non si fa così, addio mimengoi3.

Lo studio è un osso duro a rodersi e senza sugo di buona volontà lo sformato non viene di contorno nitido, sarà sempre un pasticcio, e i pasticci, caro signore, rovinano lo stomaco e arruffano le idee alla gioventù!

Eugenio, cosa potrei comprare per fare un presente alla mia amica Annarosa?

— Uno scialle di tarlatana.

Non mi parlate di tarli per l’amor di Dio!

— Più tarlo dello scapato di mio fratello... ve lo dò in tre volte a trovare l’uguale.

Egli crede che la vita sia una cuccagna e dei danari ne fa a rifascio! Che la duri!

— Dunque?

Scelga lei. [p. 32 modifica]— Uno scozzese.

Guardi che genenere! Se la sua fidanzata non casca morta ! dalla consolazione, vuol dire ch’è di polmoni sani!

— Baldini, questo stabile a chi appartiene?

È il palazzo detto la Contea, il quale, un tempo appartenne ai frati di Altopascìo, come ne fà fede quello stemma circolare di terra Robbiana, che campeggia nella facciata.

— Quella trottola... che macina! Per estrarre di sotto, non farine di lupini, fogli da mille! Quanti giri si potrebbe fare con quelle rotelle... visitare le principali città dell’Europa... Vedere Musei e gallerie e donne belle!

— E uomini brutti!

Se la canta per me, osservi il suo bello nella sua persona.

— Bellino lui!

Senti che pulpiti! Se i proprietari di quello stabile potessero estrarre da quella facciata quel gioiello di arte antica, che bocconi!

Per fortuna il codice carabinieri impedisce che tali lavori non si possono remuovere dai respettivi posti pubblici!

Come! io proprietario di un’oggettto d’arte, perchè in mostra alla mia abitazione, non posso venderlo?

— Caro cosino, così è!

Per la stessa ragione lo Strozzi di Firenze, per un capriccio qualunque, potrebbe demolire il suo bel palazzo di via Tornabuoni, le leggi impediscono tali vandalismi!

— La bevo male!

A Roma le leggi son più barbine. Vige 1'editto [p. 33 modifica]Pacca. I proprietari delle grandi gallerie hanno l'obbligo di far vedere i loro tesori d’arte, ma se dimani volessero venderli, le leggi lo impediscono.

Ritornando a parlare dei frati del T. la loro divisa erano le opere di beneficenza e quella lettera T. significava il martello, perchè facevano fabbricare ponti, strade, palazzi, chiese e quanto altro arrecava benessere alla società. La sede principale era all’Altopascio, ma possedevano altri stabili per la Toscana, come a Pescia, la cosa di cui si parla è la chiesa di sant’Antonio sul prato e San Francesco. Fra i suoi oblatori era ricordata la famiglia Capponi di Firenze, infatti, quel trittico di terra della Robbia che si ammira nella cappellina del vescovato, della nostra bella città, così vi campeggia due stemmi, quello dei frati e l’altro della famiglia Capponi.

Ha capito muso di scaccino! mescolanza, fra il porco e la tua creatura!!!

Ritornando a parlare del negozio Baldini, ci si spendono giustificati, il genere è per la quale, di primissima novità.

Note

  1. La collera.
  2. Tutte vinte
  3. vale, addio educazione.