Pagina:Ricciarelli - Su e giù sulla piazza di Pescia, Cipriani, Pescia, 1913.djvu/34

32

— Uno scozzese.

Guardi che genenere! Se la sua fidanzata non casca morta ! dalla consolazione, vuol dire ch’è di polmoni sani!

— Baldini, questo stabile a chi appartiene?

È il palazzo detto la Contea, il quale, un tempo appartenne ai frati di Altopascìo, come ne fà fede quello stemma circolare di terra Robbiana, che campeggia nella facciata.

— Quella trottola... che macina! Per estrarre di sotto, non farine di lupini, fogli da mille! Quanti giri si potrebbe fare con quelle rotelle... visitare le principali città dell’Europa... Vedere Musei e gallerie e donne belle!

— E uomini brutti!

Se la canta per me, osservi il suo bello nella sua persona.

— Bellino lui!

Senti che pulpiti! Se i proprietari di quello stabile potessero estrarre da quella facciata quel gioiello di arte antica, che bocconi!

Per fortuna il codice carabinieri impedisce che tali lavori non si possono remuovere dai respettivi posti pubblici!

Come! io proprietario di un’oggettto d’arte, perchè in mostra alla mia abitazione, non posso venderlo?

— Caro cosino, così è!

Per la stessa ragione lo Strozzi di Firenze, per un capriccio qualunque, potrebbe demolire il suo bel palazzo di via Tornabuoni, le leggi impediscono tali vandalismi!

— La bevo male!

A Roma le leggi son più barbine. Vige 1'editto