Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4165

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*   Sperimentato, experimentado, expérimenté, inexpérimenté, esperimentato, inesperimentato ec. per che ha o non ha sperimentato. Vedi anche provato nella Crusca. Circospetto per qui circumspicit. Vedi Forcellini, glossario, i francesi, spagnuoli ec. [p. 93 modifica]

*    Risentire-risensare. Vedi Crusca.


*    Ὥστε καὶ εἰκότως σιγᾷ τὴν πρώτην, καὶ μετὰ τοῦτο φθέγγετᾳ. Theo, loc. sup. cit., Assert., II, p. 164. Alla prima. Τὴν πρώτην per da prima, da principio ec., è usato dallo stesso anche Loc. commun., I, p. 171. Vedi p. 4211, 4226 (Bologna, 16 febbraio 1826).


*    Οὕτως ἰὼν (andando, procedendo, cioè governandosi, adoperando) σωφρόνως (prudentemente, saviamente) ὁ βασιλεὺς, ὑπερεῖδε τῆς ἰκετηρίας (ὁ Ἀγαμέμνων τοῦ χρύσου). Ib., p. 162. Itaque considerate progressus rex, supplicationem illam despexit (Versio Camerarii). Vedi p. 4464.


*    Alla p. 4164, capoverso penultimo. Cosí anche Loc. commun., I, p. 172, lin. 2.


*    Sbadato coi derivati per che non bada, non suol badare. Accorto, avveduto, malaccorto, malavveduto, inaccorto ec. disavveduto. Saporito per saporoso.


*    Mulina plurale. Vedi le Giunte Veronesi alla Crusca. Le fata, le fondamenta, le pera ec., le prestigia. Vedi Monti, Proposta, in questa voce. Le uova.


*    Κεῖνος φέριστος ὅστις ἀγνοεῖ βροτῶν

Ως ἒστιν ἐξαμαρτόντα μὴ θοῦναι δίκην᾿
Χείριστος δ’ ὁ μεγίστην ἐξουσίαν λαβών.

(Νέωντα δ’ οὐδεὶς ὅστις οὐ δοκεῖ βροτῶν. Simonid., ap. Stob.) (18 febbraio 1826).


*    Diminutivi positivati. Chiovo-chiovello coi derivati, chiavo-chiavello coi derivati, chiavare-chiavellare ec. Sommeil, soleil, (somniculus, soliculus), e simili.


*    Spe-cu-lum ― spe-cchi-o ― spe-gli-o. Ventricolo - ventriglio. [p. 94 modifica]


*    Ratto per rapido è il latino raptus da rapio (vedi questi pensieri, p. 2789), e vale qui rapit in senso attivo o neutro, ed è un participio aggettivato.


*    Idolum aliquandiu retro (qualche tempo addietro) non erat, Tertulliano, de Idololat., c. III. Vedi Forcellini ec. (Bologna, 19 febbraio, domenica seconda di Quaresima, 1826).