Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4211
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τινὰ ποιησάσης παρ᾽ ᾽Αγαμέμνονι (cum Agamem. vixisset. Canter.)
* Fare per giovare, servire. Phot., cod.190, fine, col. 493, ed. greco-latina. ἐν τούτωͺ (τῷ ἰχθῦϊ) λίθον εὑρισκεσθᾳ (φησὶ Πτολεμαῖος ὁ ᾽Ηφαιστίων) τὸν ἀστερίτην, ὅν εἰς ἥλιον τεθέτα, ἀνάπτεσθαι (incendi) ποιεῖν δὲ καὶ πρὸς φίλτρον. (valere etiam ad philtrum. Schottus). Vedi p. 4225.
* Cosí, ridondante. Καὶ ἡ μεταφορὰ αὐτῷ τῶν λέξεων οὐκ εἰς τὸ χάριεν καὶ γεγοητευμένον περιήνθισται, ἄλλ᾽ οὕτως ἄπλως καὶ ἀπεριμερίμνως παραλαμβάνεται. Dove lo Schotto assai male trasporta la voce οὕτως più sotto per non avere inteso qui il senso di essa, nè quello del periodo seguente, nel quale va letto ὅ δ᾽ ἐγγὺς per ὁ δ᾽ ἐλλὺς, e non come corregge lo Schotto. Phot., cod. 192, col. 501, ed. greco-latina. Vedi p. 4224.
* Ταὺτα μὲν, εἰ καὶ κατὰ τὸ μᾶλλον καὶ ἦττον ἀλλήλων διαφέροντα, ὅμως εἰς τὴς πρακτικὴν χειραγωγεῖ φιλοσοφίαν τὰ ὀκτὼ τῶν λογἱων.
Questi otto libricciuoli, o vero sermoncini, (λόγοι ἀσκητικοὶ di un tal Marco Monaco), tutti, sebben colla differenza tra loro del piú e del meno, conducono, sono conducenti, all’esercizio della filosofia pratica (intende delle virtú cristiane ed ascetiche). Fozio, cod. 200, verso il fine, col. 522, ed. greco-latina latina. Male lo Schotto: Qui quidem octo libri, etsi plus minusve sint inter se diversi, omnes tamen ad operantem sapientiam quasi manu ducunt (Bologna, 4 ottobre, Festa di San Petronio, 1826). Vedi pagina seguente.
* Alla p. 4165, capoverso 5. Similmente da Aristide, Orat. εἰς βασιλέα, cioè in lode di M. Aurelio, ed. Canter., t. I, p. 106, lin. penult.-ult.
* Alla p. 4166. Usasi la stessa locuzione, τὸ αὐτοῦ μέρος, nello stesso senso e modo, da Fozio, cod. 219, col. 564, ed. greco-latina. Vedi Plat., ed. Astii, t. I, p. 192. lin. 11.
* Alla p. qui dietro. Cosí cod. 240, col. 993, δίδωσιν ἐννοεῖν. Vedi p. 4213.
* L’autor greco della Vita di San Gregorio Papa, detto il Magno, avendo parlato delle opere di questo Santo, e particolarmente de’ suoi Dialoghi,