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in servar la patria contra i Turchi, dalla signoria di Venezia magnificamente rimeritata |
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Novella XX. La origine della nobilissima casa di Savoia, che da stirpe imperiale discese |
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— XXI Piacevole beffa fatta in Ferrara dal Gonnella a' frati minori, e il castigo che voleano dargli, e come si liberò dalle loro mani |
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— XXII. La moglie di un gentiluomo amorosamente si da buon tempo con il compagno del marito, e di modo abbaglia esso marito, che non può credere mal di lei |
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— XXIII. Subita astuzia di uno scolare in nascondersi, essendo con l’innamorata, e volendo il marito entrar in camera |
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— XXIV. Il Gonnella fa una piacevole beffa al marchese Niccolo da Este. signor di Ferrara e suo padrone |
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— XXV. Ridicola e vituperosa beffa fatta da un Bergamasco a Fracassa da Bergamo, che credendo profumarsi la barba e capelli di odorata composizione, s’impiastriccio di fetente sterco |
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— XXVI. Ciò che facesse una ricca, nobile e forte bella gentildonna rimasa vedova: nò più si volendo rimaritare, nò potendo contenersi, con che astuzia provide a’ suoi bisogni |
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— XXVII. Il Gonnella fa una Inula alla marchesa di Ferrara, e insiememente alla propria moglie: e volendo essa marchesa di lui vendicarsi, egli con subito argomento si libera |
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— XXVIII. Un drappiere di Lione, per andare la notte a giacersi con una sposa, fece certi patti con un garzone di bottega, e lo fé’ coricarsi in letto appo la moglie. Il giovane, scordatosi i patti, tutta la notte amorosamente si prese piacere con la padrona, e ciò che poi avvenne |
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