Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LXXI

LXXI. Alla stessa - A Bologna

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LXX LXXII

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LXXI.

ALLA STESSA

a Bologna

8 luglio (1838)

               Marianna mia,

Subito rispondo all’ultima tua. Ho parlato con Papà del desiderio di Papà tuo, e senza difficoltà acconsente di mandare il rame, il quale tutti ricordiamo essere dono di Brighenti. Solo si raccomanda che non se ne faccia sciupo onde avesse a patirne il rame; egli è rimasto intatto come ce lo mandaste, non avendone noi mai fatto tirar copie, appunto per non lasciarlo in altrui balia, e da lungo tempo non abbiamo più nessuna figura, meno quelle nei quadri i quali ci fanno piangere appena li vediamo; sicchè se potessi in questa occasione col ritorno del rame averne qualche copia, credo che Papà ne sarebbe contento. Ora sta a te il dirmi come te lo avremo a mandare, e ti serviremo subito. Mi pare che tu non sappi come Montanari di Pesaro ha scritto l’elogio del nostro angelo (poveramente e miseramente) l’ha stampato a Roma, e l’ha ornato col ritratto, fatto dietro una copia in carta data da un mio cugino [p. 199 modifica]Antici. Non dubito punto la scelta di lettere del nostro Muccio fatta da Brighenti, verrà eseguita con amore e con onore, non ne dubito affatto, come non dubiterò mai del tuo virtuoso carattere, Marianna mia, delle tue angeliche qualità. Assicurati pure ch’io ti venero sempre come cosa carissima, e anche quando, non con parole, ma col silenzio ho creduto che mi manifestassi un’opinione contraria alla nostra, io accusava piuttosto la mia penna di non essersi saputa spiegare e di non esser riuscita a darti ad intendere come le cose erano veramente, anzi che accusarti di cattivo giudizio, o di giudizio men che retto, Ma lasciamo qaesto discorso che per me è penosissimo, come quello che riapre tante dolorosissime ferite, e che un lunghissimo corso di anni non mi farebbe mai dimenticare (e poi se le tue parole non bastassero a persuadermi del tuo eccellente e retto cuore, non vi è la tua vita? oh! io posso specchiarmi in quella ed arrossire, io che internamente rodo sempre il freno). Oggi non ti dico altro perchè ho fretta, prestissimo penserò a Nina, essa ti dirá qualche cosa per me. Intanto bacio ed abbraccio l’una e l’altra avec tout mon coeur (parlo in francese acciò non mi parli più in spagnuolo). Se sapessi quanto mai mi è antipatica quella lingua e quella nazione! Dopo avere imparato lo spagnuolo tanti anni, e letto Don Chisciotte e Famiano Strada, non ho più aperto un libro in quella lingua, e spero di non aprirlo più. Però in qualunque lingua mi parli sarai sempre la mia diletta, e troverai sempre in me quell’affezione vivissima che ti ho vouée dacchè ti ho conosciuta. [p. 200 modifica]

Sebbene io abbia fretta, pure voglio dirti quello ch’io penso in questo punto: penso che mi pare non vero che non ci siamo vedute mai, e penso che se ci incontrassimo, tu diresti subito, questa è Paolina, come io direi questa è la mia Brighenti, non è vero? Non mi curo affatto che tu lasci il solito indirizzo alla Corsetti, anzi non lo puoi lasciare. Sebbene i miei genitori sappiano che ci scriviamo, e una volta ho letto a Mamà qualche brano di tue lettere, pure siccome le lettere della posta vanno tutte in mano a Papà, così temerei di dovere andare talvolta a cercare le mie in fondo alle sue tasche; fossi almeno sicura di trovarcele sempre! sicchè toujours alla Corsetti. Addio, miei carissimi, addio con tutta l’anima.