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Sebbene io abbia fretta, pure voglio dirti quello ch’io penso in questo punto: penso che mi pare non vero che non ci siamo vedute mai, e penso che se ci incontrassimo, tu diresti subito, questa è Paolina, come io direi questa è la mia Brighenti, non è vero? Non mi curo affatto che tu lasci il solito indirizzo alla Corsetti, anzi non lo puoi lasciare. Sebbene i miei genitori sappiano che ci scriviamo, e una volta ho letto a Mamà qualche brano di tue lettere, pure siccome le lettere della posta vanno tutte in mano a Papà, così temerei di dovere andare talvolta a cercare le mie in fondo alle sue tasche; fossi almeno sicura di trovarcele sempre! sicchè toujours alla Corsetti. Addio, miei carissimi, addio con tutta l’anima.


LXXII.

AD ANNA BRIGHENTI

a Bologna

18 luglio (1838)

               Nina mia,

Io ti scrivo, ma veramente non so se sei più viva, o vero se sei rimasta in qualche castello dei Pirenei rapita da quei contrabbandieri, o pure se i vezzi di qualche gentile hidalgo spagnuolo ti abbian trattenuto di là dai monti; precisamen te non so cosa sei divenuta, e lo saprò soltanto che ti piaccia rispondere a questa mia. Certo è però