Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LVII
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LVII
ALLA STESSA
a Ravenna
10 giugno (1835)
Mia carissima,
Oh non gridarmi per carità! già non ne avresti nemmeno ragione, chè io tengo dinanzi gli occhi la tua di Reggio (senza data), ove mi dicevi di non essere per anco ben sicura di andare tra 25 giorni a Ravenna, ed io stava aspettando di vedere annunziato il tuo arrivo colà prima di scriverti, ed oggi che ho ricevuto la carissima tua di Bologna, oggi stesso ti dico ch’io ti amo sempre con eguale, ardentissimo affetto, che ho pensato sempre a te, alle noie sofferte a Reggio con quel seccante Uggeri, alla emicrania della cara Nina la quale pure avrei voluto consolare nei suoi dolori, a tutti voi altri i quali mi state sempre in mezzo al cuore. E certo nulla potrebbe farmi dimenticare si dilette persone, non gli affari, non i divertimenti, non gli amori (se ne avessi), nulla, nulla. Oh figurati dunque se potrei farlo in una vita così inerte, così vuota d’interesse come questa mia!
Ma perchè non mi dici del tuo andare a Genova? Io ne palpitai di gioia al leggere l’avviso, e tu non mi dici niente! Fino a tanto che non mi dirai di avere abbandonata questa tua carriera, io mi rallegrerò assai quando vedrò il caro tuo nome associato ad un bel teatro, più bello di quello di Ravenna.
Oh certo! sarà un gran bell’annunzio per me quando mi dirai che il papà tuo ha ottenuto un impiego e che la mia amica riposa sui suoi allori, e ha terminato un genere di vita pieno di emozione e di trionfi, ma pieno ancora di palpiti e di pene, e di mille altre cose fastidiose e incomode a sopportare, si: oh certo sarà quello un bel giorno per me! Spero che me ne dirai presto qualche cosa..... Ho tenuta sospesa le penna qualche momento, incerta di dirti o no due parole — già tu non mi credi di certo ambiziosa, nè vantatrice; dunque posso dirti che per un certo canale ho potuto ottenere un impiego a mio fratello, come amica di una persona di ottimo cuore e che ha infinite relazioni a Roma. Se questa notizia ti servisse, fa di me quello che vuoi, ma non mi cre- dere però peggiore di quello che sono vantandomi di cose insussistenti.
- Con impazienza sto aspettando la poesia che annunzi, la quale oggi non è venuta. Io l’accoglierò con grande gioia, si perchè è in lode di una mia cara amica, si perchè essa stima molto e la poesia è l’autore; il quale autore è troppo buono di dar fede a certe persone cui l’amicizia e il loro buon cuore illudono grandemente. In ogni modo io son gratissima del dono, e naturalmente lo sono ancora del motivo che lo ha mosso a farlo — e se tu hai occasione di scrivergli, fallo consapevole di questi miei sentimenti.
Ho cercato qui e fatto cercare in Ancona il libro di poesie che mi indicasti, e non l’ho potuto trovare. Giacomo ne scrisse tempo fa che è prossimo a stabilire a Napoli un’impresa letteraria insieme col suo Ranieri, la quale impresa sarà per essere di lucro all’uno e all’altro1. Se ne ha scritto qualche cosa più chiaramente a Brighenti me lo puoi dire.
Ho gran piacere di sentire che non hai lasciata parte del tuo cuore a Reggio, già me lo avevi promesso, e mi hai mantenuto la parola. Ma Nina non se la vuol finire, e ormai il cuore di lei è disseminato per tutta Italia — oh che obbrobrio! Bacia per me quella cara ragazza, e dille che abbia giudizio per carità.
Il primissimo debutto della signora Corradi fu a Recanati ove cantò due carnevali di seguito — il primo con gran furore il secondo con assai, meno, ed essa per consolarsi si maritò con Pantanelli che faceva da tenore; vero salame, simile in tutto, nella figura, al nostro cuoco — oh buon gusto!
Addio cara anima mia! Saluta tutti tenerissimamente, e a te e a Nina dà mille affettuosissimi baci.
Rossini ha composto dodici arie o duetti con accompagnamento di pianoforte sulle parole di Metastasio e di Pepoli. Berlioz dice: «On ne saurait imaginer rien de plus doux, de plus élégant, de plus raphaëles-que, de plus gracieusement expressif que le divers marceaux qui composent ce reveil». Perchè non ti rallegri meco del’Ines di Persiani?