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lettera, — sai addio, carissima. Salutami papà e mamà il più affettuosamente che puoi, ed a Nina da tanti baci per me. Oh avrei voluto vederti abbigliata di raso bianco! come avrei voluto stringerti al mio cuore e baciarti con ineffabile tenerezza!


LVII

ALLA STESSA

a Ravenna

10 giugno (1835)

               Mia carissima,

Oh non gridarmi per carità! già non ne avresti nemmeno ragione, chè io tengo dinanzi gli occhi la tua di Reggio (senza data), ove mi dicevi di non essere per anco ben sicura di andare tra 25 giorni a Ravenna, ed io stava aspettando di vedere annunziato il tuo arrivo colà prima di scriverti, ed oggi che ho ricevuto la carissima tua di Bologna, oggi stesso ti dico ch’io ti amo sempre con eguale, ardentissimo affetto, che ho pensato sempre a te, alle noie sofferte a Reggio con quel seccante Uggeri, alla emicrania della cara Nina la quale pure avrei voluto consolare nei suoi dolori, a tutti voi altri i quali mi state sempre in mezzo al cuore. E certo nulla potrebbe farmi dimenticare si dilette persone, non gli affari, non i divertimenti, non gli amori (se ne avessi), nulla,


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