La chioma di Berenice (1803)/Coma Berenices/Versi 19-22

Coma Berenices - Versi 19-22

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Id mea me multis docuit regina querelis,
     Invisente novo proelia torva viro. 20
Et tu non orbum Iuxti deserta cubile,
     Sed fratris cari flebile discidium? 22

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varianti.

Verso 21. Vossio, Volpi, mss. Ambrosiano et tu vero orbum. Doering ut tu nunc urbum...! Santeno an tu non orbum...? Tutte le altre, fuorché le antichissime, at tu, ma niuna l’interrogazione. — Verso 22. Vossio, Volpi, Doering Et fratris. Le antiche tutte, tranne la principe o l’Aldina i, dissidium adottato da parecchi moderni. [p. 85 modifica]

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note.

Proelia torva. Elegante trasposizione dell’epiteto de’ combattenti a’ combattimenti.

Et tu non etc. Passo interpolato, e da noi ridotto all’antica lezione. Lo Scaligero e gli altri espongono: Tu non piangesti lo sposo, bensì la partenza del fratello, pretendendo di ritorcere a lode di Berenice la poca tenerezza in amore, e la molta pietà fraterna. Queste varianti accolse anche il Conti quando tradusse:

» Ah tu solinga del vedovo letto
» Non piangesti l’orror, ma del fratello
» La lagrimevol dipartenza!

Ma se questi dotti avessero badato che la passione è l’elemento d’ogni poesia anziché far campeggiare un solo affetto ne avrebbono lasciati due. Come lega il non piangere lo sposo con l’asserzione che le nuove maritate si avvedono di avere a torto pianto sul talamo? In tutto il poema dove si parla più di fratello? Bensì sempre di sposo; perchè qui rinegarlo? Né Berenice era sorella, mn soltanto cugina. Alle prove del discorso ii. 5, aggiungeremo queste parole dello scoliaste di Teocriio Idil. xvii [p. 85 modifica] verso 30, notate, ma senza smidollarle, anche dal Volpi. — Πτολεμαίω̣ τῶ Φιλαδέλφῳ συνῴκεε πρότερον Ἀρσινόη ἡ Λυσιμάχου. ἀφ´ἧς καὶ τοὺς παῖδας ἐγέννησεν, Πτολεμαῖον, καὶ Λυσίμαχον,καὶ Βερενίκην. E seguendo a narrare il ripudio e l’esilio di questa prima moglie di Filadelfo, conclude: καὶ εἰσεποιήσατο αὐτῇ τοὺς ἐκ τῆς προτέρας Ἀρσινόης γεννηθέντας παῖδας. ἡ γὰρ ἀδελφὴ καὶ γυνὴ αὐτοῦ ἄτεκνος ἀπέθανεν. Ebbe dunque Filadelfo due maschi ed una femmina dalla prima Arsinoe poiché la seconda morì sterile. Or dov’è la Berenice moglie e sorella di Evergete, se appunto questo re per la morte dell’unica sorella intraprese la guerra siriaca, guerra che fu cagione del voto della nostra Berenice? Sentì alcuna di queste ragioni il Vossio, e corresse: E tu piangesti lo sposo, e la partenza del fratello: e parimenti il Doering: Oh come allora piangesti lo sposo ec. Vedi varianti. Ma cangiano il testo. Io l’ho lasciato com’è nell’edizione principe, e nel più fidato mss. Y Ambros. e solo ci aggiungo l’interrogazione: chi non sa che i mss., e spesso le edizioni prime mancano di tutte interpunzioni? Ecco il processo del discorso: Dolgonsi a torto le nuove spose; ben me n’avvidi dalle querele della regina quando partì il marito. Che? Forse tu non hai pianto lo sposo sul freddo letto, ma soltanto il fratello? Risalta non solo il concetto ma la tenerezza conjugale di Berenice. E che questo modo di usare la particella congiuntiva sia aureo te l’attesta Ovidio Amor, iii eleg. 4.

At non formosa est, at non bene culta puella,
     At puto non votis saepe petita meis?

Et per At puto in molti, ed in Virgilio Egl. i vers. 27.

Et quae tanta fuit Romani tibi caussa videndi?

Discidium. Dipartenza comandata dalla fortuna. Male dissidium, divorzio e disunione di animi. Vedi Gronovio [p. 86 modifica]in Livio xv, 18, e Brouckhusio in Tib. e Proper. passim. Doering. E questa lezione corregga il passo recato dal Mureto ch’io trascriverò, o lettore, per alleviarti il tedio grammaticale, destando in te pietà e riverenza per le sventure di Cicerone. Deflevi conjugis miserae dissidium (leggi discidium), liberorum carissimrum solitudinem, fratris absentis amantissimi atque optimi casum.