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Id mea me multis docuit regina querelis,
     Invisente novo proelia torva viro. 20
Et tu non orbum Iuxti deserta cubile,
     Sed fratris cari flebile discidium? 22

varianti.

Verso 21. Vossio, Volpi, mss. Ambrosiano et tu vero orbum. Doering ut tu nunc urbum...! Santeno an tu non orbum...? Tutte le altre, fuorché le antichissime, at tu, ma niuna l’interrogazione. — Verso 22. Vossio, Volpi, Doering Et fratris. Le antiche tutte, tranne la principe o l’Aldina i, dissidium adottato da parecchi moderni.

note. Versi 20 — 22.

Proelia torva. Elegante trasposizione dell’epiteto de’ combattenti a’ combattimenti.

Et tu non etc. Passo interpolato, e da noi ridotto all’antica lezione. Lo Scaligero e gli altri espongono: Tu non piangesti lo sposo, bensì la partenza del fratello, pretendendo di ritorcere a lode di Berenice la poca tenerezza in amore, e la molta pietà fraterna. Queste varianti accolse anche il Conti quando tradusse:

» Ah tu solinga del vedovo letto
» Non piangesti l’orror, ma del fratello
» La lagrimevol dipartenza!

Ma se questi dotti avessero badato che la passione è l’elemento d’ogni poesia anziché far campeggiare un solo affetto ne avrebbono lasciati due. Come lega il non piangere lo sposo con l’asserzione che le nuove maritate si avvedono di avere a torto pianto sul talamo? In tutto il poema dove si parla più di fratello? Bensì sempre di sposo; perchè qui rinegarlo? Né Berenice era sorella, mn soltanto cugina. Alle prove del discorso ii. 5, aggiungeremo queste parole dello scoliaste di Teocriio Idil. xvii