La Stella dell'Araucania/Capitolo VII
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CAPITOLO VII.
Il giuramento di Mariquita.
La vita di Piotre Gutierres, cugino di Alonzo, il fidanzato di Mariquita, era stata una delle più burrascose e delle più travagliate.
Antico ufficiale della marina da guerra argentina, dove era considerato come uno fra i più colti, i più audaci e più brillanti marinai della flotta, appena ventiduenne era stato coinvolto in uno di quei pronunciamentos militari che sono così frequenti nelle irrequiete repubbliche sud-americane.
Fatto prigioniero, assieme a suo cugino Alonzo, che era anch’egli ufficiale della marina, era stato degradato e condannato dapprima alla fucilazione, poi graziato e relegato in uno dei tanti fortini disseminati sulla frontiera patagone per tenere in freno le bellicose tribù della Pampa.
Uomo audacissimo e assetato di libertà, non vi era rimasto molto. Approfittando d’un assalto dei selvaggi delle praterie, con un coraggio straordinario, armato d’una sola sciabola, si era di notte scagliato fra gli assedianti, aprendosi una via sanguinosa e rifugiandosi, quasi incolume, nei deserti della Patagonia, fra i quali aveva errato due lunghi anni, vivendo come un Robinson.
Un bel giorno, dopo marce immense, dopo essere sfuggito mille volte alle insidie dei patagoni, era riuscito a raggiungere lo stretto di Magellano e quindi Punta Arenas, dove per un caso stranissimo aveva trovato Alonzo che più fortunato di lui era riuscito ad imbarcarsi su una nave inglese e a lasciare l’Argentina, prima che il consiglio di guerra avesse potuto pronunciarsi sulla sua sorte.
Col soccorso di amici e di parenti, i due cugini, ambedue valenti marinai, avevano acquistato una piccola nave baleniera, dedicandosi alla pesca di quei mostruosi cetacei, che in quel tempo erano ancora numerosi presso le coste della Terra del Fuoco e nell’oceano Antartico, facendo una rapida fortuna.
Una donna doveva aprire fra i due balenieri un baratro profondo e un’onda d’odio intenso: Mariquita.
Gli occhi ardenti della giovane araucana, avevano ferito i loro cuori, accendendo nei loro petti una passione d’uguale violenza.
Piotre aveva però avuto il torto di giungere troppo tardi, perchè ormai Mariquita aveva impegnata la sua mano con Alonzo, più gentile, più cavalleresco e più giovane del cugino ed aveva respinto quella offertagli dall’esiliato.
Da quel giorno i due cugini si erano separati, armando ciascuno una nave per proprio conto.
Piotre, col cuore sanguinante, per non assistere alla felicità del rivale, aveva abbandonato Punta Arenas ritirandosi a Porto Carestia, e non vi aveva fatto mai ritorno.
Si era dedicato tutto alla pesca delle balene, intraprendendo lunghi e pericolosissimi viaggi nell’oceano Antartico, sperando forse di dimenticare, fra gli uragani ed i ghiacci, la fanciulla che aveva tanto ardentemente amato e che aveva sognato di fare un giorno sua sposa.
Da quel tempo il suo carattere, dapprima gentile e cavalleresco, aveva subito un brusco cambiamento. Il brillante ufficiale d’una volta, che tutti gli abitanti di Buenos-Aires avevano ammirato, era diventato un ruvido marinaio, un vero orso marino.
Era diventato cupo, triste, taciturno, ma la passione non doveva essersi spenta, nè doveva essere morto l’odio che aveva nutrito verso suo cugino; anzi!
Già due volte la sua baleniera, approfittando di notti oscure e nebbiose, aveva cercato di abbordare e di tagliare in due quella del fortunato rivale che il caso gli aveva fatto incontrare in mezzo all’oceano Antartico; ed un’altra volta era stato veduto aggirarsi all’entrata dello stretto di Magellano, armato di fucile e seguito da alcuni de’ suoi marinai, aspettando probabilmente un’occasione propizia per incontrare Alonzo di ritorno dalla sua campagna di pesca e sopprimerlo con una palla nel cuore.
Un lungo anno era così trascorso, quando, come abbiamo veduto, Mariquita, che aveva creduto di non rivedere mai più, gli era improvvisamente comparsa davanti per reclamare il suo aiuto per salvare il disgraziato Alonzo, pericolante sulle desolate spiaggie della Terra del Fuoco.
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Quando, dopo una corsa di due ore, giunsero a Porto Carestia, senza aver scambiata una sola parola durante il percorso, suonavano le quattro pomeridiane al piccolo campanile di legno sovrastante la casa del pescatore di balene.
Piotre era subito sceso da cavallo per aiutare Mariquita, poi l’aveva introdotta nella sua sala terrena, dicendole con voce brusca:
— Qui possiamo parlare senza venire disturbati, señorita. —
Pardoe, comprendendo che sarebbe stato di troppo, era rimasto fuori, a guardia dei cavalli.
Si capiva anche a prima vista che quella casa doveva essere quella d’un uomo di mare. Tutta la saletta a pianterreno, nella quale erano entrati, era ingombra d’attrezzi marinareschi disposti con un certo ordine e anche con un certo gusto.
Le pareti erano coperte di trofei formati da ramponi incrociati con certe lance, terminanti in una punta rotonda e larga, da scagliarsi sotto la coda dei cetacei per troncare loro le ultime vertebre, di reti disposte a festoni, di scuri, di coltellacci e di armi da fuoco di diverse specie.
In terra invece vi erano bellissime pelli di guanachi e di foche australi, poi nel mezzo una vecchia tavola di noce ingombra di carte geografiche delle regioni australi e negli angoli degli ampii scaffali pieni di libri polverosi e di uccelli marini imbalsamati che perdevano a poco a poco le loro penne.
Piotre, appena entrato, aveva offerto a Mariquita un vecchio seggiolone che un tempo doveva essere stato coperto di cuoio rosso, ma ormai aveva perduto la tinta primitiva, facendole cenno di sedersi; poi le si era messo dinanzi, appoggiato alla tavola.
Era diventato di nuovo tetro e le sue dita tormentavano le carte geografiche, lacerandone, senza che se ne accorgesse, gli angoli.
Vedendo che Mariquita rimaneva silenziosa, le disse:
— Orsù, señorita. M’immagino che non sarete venuta qui per vedermi solamente. —
Vi era una tale ironia in quelle parole, che la povera giovane per un momento ebbe l’idea di alzarsi e di andarsene. Fu però un lampo. Fece appello a tutto il suo coraggio e gli disse, quasi balbettando:
— Sono venuta a fare appello alla vostra generosità, Piotre. —
Un sorriso pieno d’amarezza, sfiorò le labbra dell’uomo di mare.
— Si tratta di salvare qualcuno che gli uragani hanno spinto sulle spiaggie della Terra del Fuoco e che, senza un pronto soccorso, morirebbe di fame e di freddo su quelle spiaggie.
— Qualcuno è naufragato? — chiese Piotre, aggrottando la fronte. — Chi è?
— Vostro cugino, — rispose Mariquita, con voce appena intelligibile.
Piotre aveva fatto un soprassalto:
— Lui! — esclamò, coi denti stretti. — È ritornato?
— No, anzi è perduto, se nessuno va.
— A salvarlo?....
— Sì, Piotre.
— Andateci; chi ve lo impedisce? — disse il baleniere, con ironia.
— Gli uragani del capo Horn hanno disalberata la sua nave, e pare che si sia perduto sulle coste orientali della Terra del Fuoco.
— Ah! — fece Piotre, mentre un lampo di gioia selvaggia gli balenava negli occhi.
— E nessuno, a Punta Arenas, possiede una barca capace di affrontare i ghiacci e le bufere dell’oceano, — proseguì Mariquita.
— Ci vadano colle scialuppe, — rispose Piotre, con accento quasi brutale.
— Ma voi ne possedete una. —
Il baleniere aveva alzato il capo, guardando Mariquita con stupore.
— Si è pensato alla mia Quiqua!.... — esclamò!
— Ed a voi, che siete l’unico uomo capace di guidare una spedizione così pericolosa.
— E chi ha pensato a me?
— Io.
— Voi! Evvia, señorita, scherzate?
— No, Piotre, in nome di Dio, non scherzo. —
Una terribile espressione di collera s’era diffusa sul viso dell’uomo di mare.
— Io andare a salvare Alonzo! — gridò. — Io strappare alla morte colui che ha fatto la mia infelicità! che mi ha spezzato il cuore e distrutto il più bel sogno della mia vita!.... Oh no, Mariquita, no: vi siete ingannata!
— Non siete generoso?
— Lo ero un giorno; ora non lo sono più!.... almeno per voi e per mio cugino. —
La giovane si era accostata vivamente all’ex ufficiale, mettendogli le mani sulle spalle.
— Voi mi amate ancora, — gli disse, mentre le lagrime, non più frenate, gli scendevano sulle gote.
Piotre non rispose: ma sentendo quelle piccole mani posate sulle sue robuste spalle aveva provato un fremito.
— Ditemelo!
— Che v’importa? — chiese Piotre, con voce amara. — Ormai non potreste più essere mia.
— E se io vi rendessi la felicità? Se io realizzassi il vostro sogno? Se io infine diventassi un giorno vostra moglie?... —
Una rapida commozione alterò per qualche istante il volto di Piotre.
— Mia! — mormorò con voce sorda. — Eh, no, non vi crederei.
— Se ve lo giurassi sulla mia salute eterna? Su mia madre che riposa laggiù, nella selvaggia pampa araucana?.... Salvate Alonzo, ed io.... diverrò vostra moglie.
— Ma voi piangete.
— Che importa a voi se io piango.....
— È un sacrificio quello che fate.... un sacrificio immenso che vi spezza il cuore, Mariquita, — disse il baleniere la cui voce a poco a poco si raddolciva. — Non rimpiangerete un giorno ciò che voi ora siete venuta a propormi? Pensateci.
— Mai, purchè Alonzo sia strappato alla morte.
— E diverrete mia moglie?
— Ve lo prometto, — disse la povera giovane.
— Solo a questo patto io lancerò la mia baleniera sulle coste della Terra del Fuoco. Badate, Mariquita, di non ingannarmi, perchè, vivaddio, non vi rimarranno abbastanza lagrime per piangere!.... Giuratemelo!
— Vi giuro di diventare vostra moglie.
— La vostra mano.
— Eccola, Piotre.
— Basta così e l’inferno inghiotta chi mancherà alla promessa, — disse il marinaio con voce minacciosa. — In quanto a lui, avrò la sua vita se oserà ancora guardarvi in viso. Venite!
— Dove volete condurmi?
— Sulla mia Quiqua. Noi scenderemo il canale insieme.
— Ho il mio cavallo.
— Lo rimanderete a Punta Arenas.
— E poi vi è il mio padrino che m’aspetta ansiosamente.
— Lo sa lui che siete venuta qui? — chiese l’ex ufficiale.
— Sì.
— E che la vostra mano non apparterrebbe più a mio cugino, se io avessi accettato la vostra proposta?
— No, e desidero che per ora non lo sappia, — disse Mariquita.
— Non lo saprà che dalle vostre labbra, — rispose Piotre.
— Lasciatemi partire. Voi non avete forse equipaggio sufficiente per una simile spedizione e dovrò arruolare altri uomini.
— Non ne ho che sei e me ne occorrono almeno altrettanti.
— Ve li troverò a Punta Arenas. Quando sarete pronto?
— Domani mi troverò davanti alla cittadella. Otto o dieci ore mi bastano per completare le mie provviste ed armare la nave.
— Verrà anche il mio padrino con voi. —
Piotre corrugò la fronte, come se la cosa gli piacesse poco, poi disse subito:
— Io non posso negare nulla alla mia futura moglie. Se il signor Lopez vorrà affrontare gli uragani del Capo Horn, non glielo impedirò, anzi gli farò allestire una cabina presso la vostra. —
Le stese la mano.
— Per la vita e per la morte, — disse.
— Sì, — rispose Mariquita, con voce appena distinta.
— Dio vi è testimone.
— Sarò vostra moglie. —
Uscirono dalla casetta.
Papà Pardoe stava a pochi passi, tenendo i cavalli per le briglie, pronto a ripartire. Vedendo uscire la giovane e Piotre, colla destra dell’uno in quella dell’altra, mandò un gran respiro, immaginandosi che tutto fosse stato combinato.
— Volete che due dei miei uomini vi scortino? — chiese il baleniere al vecchio.
— È inutile, signor Piotre, — rispose il pescatore. — Non vi sono più patagoni bravos in questi dintorni. —
L’ex ufficiale aiutò Mariquita a salire a cavallo, avvolgendola nel manto, per meglio ripararla dall’aria pungente.
— A domani, — le disse, guardandola fissa.
— Sì, a domani, Piotre, — rispose ella.
Ad un grido di papà Pardoe i due cavalli partirono, attraversando Porto Carestia e slanciandosi fra le alte erbe della pampa.
— Tutto concluso, signora? — chiese Pardoe, quando si trovarono lontani dalle ultime case.
— Sì, — rispose la disgraziata giovane, con voce soffocata.
— Andrà a salvare Alonzo?
— Me lo ha giurato.
— Come avete potuto fare a deciderlo, mentre tutti sanno che odia mortalmente il vostro fidanzato?
— Non lo so nemmeno io.
— E quando partiremo?
— Domani, papà Pardoe.
— Allora Alonzo è salvo! — esclamò il vecchio.
— Sì, salvo, ma io sarò perduta per sempre per lui, — mormorò Mariquita con un sordo singhiozzo.
Poi si calò sul viso la manta per non mostrare a quel bravo e fedele marinaio le lagrime che non riusciva più a frenare.
Il ritorno a Punta Arenas si compì felicemente, malgrado la vicinanza dei patagoni. Suonavano le otto quando Mariquita e papà Pardoe entravano nell’abitazione del signor Lopez, il quale li aspettava in preda ad una viva ansietà, assieme a José.
La giovane, entrando, si era sbarazzata della manta, gettandola con moto nervoso su una sedia. Aveva gli occhi rossi di pianto ed era così pallida da temere che da un momento all’altro dovesse svenire. Nondimeno, vedendo il signor Lopez, che amava come fosse veramente suo padre, atteggiò le labbra ad un sorriso, non volendo che potesse nemmeno lontanamente sospettare il terribile sacrificio che aveva compiuto per salvare l’uomo che amava tanto e che ormai poteva considerare come perduto per lei.
— E dunque, Mariquita? — chiese il vecchio, aiutandola a scendere.
— Alonzo sarà salvato, — rispose con uno sforzo. — Domani noi partiremo sulla Quiqua di Piotre.
— Ah! Lo sapevo che Piotre non si sarebbe rifiutato e che era generoso! — esclamò il signor Lopez.
— Sì, generoso, — mormorò Mariquita, con un triste sorriso. — Molto generoso, padre mio.
— Brav’uomo, — disse papà Pardoe. — No, l’odio non poteva durare a lungo nel suo cuore leale.
— Vieni, figlia mia, — disse il signor Lopez, tutto lieto. — Noi festeggeremo questa sera la nostra prossima partenza per le regioni del sud. Mariquita, tu sarai felice, perchè il tuo fidanzato tornerà vivo, ne sono sicuro.
— Sì, felice, — rispose la giovane, con profonda tristezza e nascondendo gli occhi per non far vedere due lagrime che le scendevano furtive dai begli occhi. — Sì, padre, noi saremo felici. —