Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
88 | Capitolo VII. |
marinareschi disposti con un certo ordine e anche con un certo gusto.
Le pareti erano coperte di trofei formati da ramponi incrociati con certe lance, terminanti in una punta rotonda e larga, da scagliarsi sotto la coda dei cetacei per troncare loro le ultime vertebre, di reti disposte a festoni, di scuri, di coltellacci e di armi da fuoco di diverse specie.
In terra invece vi erano bellissime pelli di guanachi e di foche australi, poi nel mezzo una vecchia tavola di noce ingombra di carte geografiche delle regioni australi e negli angoli degli ampii scaffali pieni di libri polverosi e di uccelli marini imbalsamati che perdevano a poco a poco le loro penne.
Piotre, appena entrato, aveva offerto a Mariquita un vecchio seggiolone che un tempo doveva essere stato coperto di cuoio rosso, ma ormai aveva perduto la tinta primitiva, facendole cenno di sedersi; poi le si era messo dinanzi, appoggiato alla tavola.
Era diventato di nuovo tetro e le sue dita tormentavano le carte geografiche, lacerandone, senza che se ne accorgesse, gli angoli.
Vedendo che Mariquita rimaneva silenziosa, le disse:
— Orsù, señorita. M’immagino che non sarete venuta qui per vedermi solamente. —
Vi era una tale ironia in quelle parole, che la povera giovane per un momento ebbe l’idea di alzarsi e di andarsene. Fu però un lampo. Fece appello a tutto il suo coraggio e gli disse, quasi balbettando:
— Sono venuta a fare appello alla vostra generosità, Piotre. —
Un sorriso pieno d’amarezza, sfiorò le labbra dell’uomo di mare.
— Si tratta di salvare qualcuno che gli uragani hanno