L'ingegnoso cittadino don Chisciotte della Mancia/Capitolo 3

Capitolo 3

../Capitolo 2 ../Capitolo 4 IncludiIntestazione 18 marzo 2021 25% Da definire

Capitolo 2 Capitolo 4

[p. 17 modifica]

CAPITOLO III.

Nel quale si racconta il bel modo, col quale Don Chisciotte s’armò Cavaliero.

Cosi travagliato da questo pensiero, abbreviò la sua hosterile, & limitata cena, al fin della quale fece chiamar l'hoste, & rinserrandosi con esso, nella stalla, gli s'inginocchiò innanzi dicendo. Non sarà mai possibile che io mi levi di dove sono, valoroso Cavaliero, in fin tanto che la vostra cortesia non mi concede una grazia , che gli domanderò, la quale redonderà in vostra lode , & in comun benefizio del genere humano. L'hoste vedendo Don Chisciotte inchinato à suo piedi, & sentendo tali parole, stava mezzo fuora di se guar- dan Parte Prima, B [p. 18 modifica]dandolo fiffo, ſenza fapere che farfi, nc che dirgli, & pure attendeua à pregarlo, che ſi rizzaffe,& mai ci fù rimedio : fù finalınente forzato à dirgli, che cra contento di concedergli la grazia , che gli do- mandaua. Io non fperauo manco, dalla magnifi- cenza voſtra ſignor mio, riſpoſe Don Chiſciotte, & così vi dico, che la grazia ch'io v'hò doman- dato , & voi m'haucte per la voſtra liberalità con- ceflo, non è altro , fe non che in tal giorno dido- mane m'hauete à armar Caualiero,& ſtanotte ncl- la Capella di queſto voſtro Cattelloveglierò l'arme, & domane (come ho detto) fi adempirà il mio deſiderio, per poter andare con il decoro che con- uicne , per tutte le quattro parti del mondo, à cer- care le venture; per benefizio de'biſognoſi, come è obligo della Caualleria , & de Caualieri erranti, come lon'io, che non hò il deſiderio ad altro in- | clinato, che à ſomiglianti impreſe. L'hofte, che (come hauiamo detto ) cra volpe vecchia , & che haueua hauuto non so'chc ſentore della pazzia del luo hoſpite , ſe ne fini di chiarire, quando ſentì tali diſcorſi , & per hauer che ridere quella ſera , volſo obedirlo in ogni coſa ; & coſi gli dille, che in tut- tiji (uoi dcfiderij, & doinande, motraua gran pro- denza , & che tale inclinazione era propria d'un Caualier par ſuo,& che di tutto queſto ne daua manifeſto indizio la ſua bella preſenza ; anzi fog. giunſe , chc cgli ancora nella ſua gioucntù s'era da- to à quell'honorato eſercizio , pellegrinando per diuerfe parti del mondo, dando vna ſcorſa à Per- celi di Malaga , all'llole di Riarano, al Compaſſo di Siuiglia all'Azzogheſcio di Segouia, all'Oliueria [p. 19 modifica]ria di Valenza à Rondiglia di Granata , alla Spiag. gia di S. Lucar , al Porto di Cordoua , alle Venti- glie di Toledo,& à diuerſi altri luoghi , doue ha- ueua eſercitato la leggierezza de ſuoi piedi, la rot- tigliezza delle ſue mani, facendo mille furfaoterie, richiedendo vedoue, sfanciullando fanciulle , in- gannando pupilli , & finalmente dando faggio del ſuo valore, in quanti Fori , & Tribunaliſi trouano in tutta Spagna, & che al fine s'era ritirato à quel fuo Caftello, godendo quella poca di robbicciuo- la, che haueua del ſuo, & deil'altrui patrimonio; dando riccetto à cutti i Caualieri erranti, di qual ſi voglia ſtato , & condizione, che fuffero ; ſola- mente per la grande affezione, che gli portaua , & perche gli deſſero parte della ſua robba in ricom- penſa del ſuo buon deſiderio: gli diſſe ancora, che in quel ſuo Caltello non v'era Cappella alcune, doue poter vegliare l'arme , perche l'haueuano (murata , per rifarla di nuouo ; ma che in caſo di ncceflità, egli fapeua, che ſi poteuano vegliare in ogni luogo , & che quella notte haucria potuto far queſto nell'andito del Caſtello, che poi la mat- tina ſeguente, piacendo à Dio ſi fariano fatte le de- bite cirimonic, & in tal maniera, che egli fuſſe ri- mafto , armiato Caualiero, & tanto Caualiero, che al mondo non ſi potelle più deldcrare . Glido mandò fe haueua accanto danari? Don Chiſciotte riſpoſe , che non hauca nc anco vn quattrino, per- che non haucua letto mai nell'hiſtorie de Caualie- ricrranti, che nifſuno n'haueffc mai portati addof- ſo. A questo riſpoſe l’hofte,che egli era in vn gran- de crrore, perche le bene poteua eſfere, che l'hiſtorie [p. 20 modifica]ſtorie non trattaſſero di tal coſa per offer parſo ſu- perfluo à gli autori di eſo lo ſcriucro una coſa si chiara , & neceffaria à portarſi, come erano danari, & camicie bianche, non per queſto,cra credibile, che cffi non n'haueffero,& cosi che tenelle per con la certa , & ſicura , che tanti Caualicri crranti, de' quali ne ſono picni, & zeppi i libri , portauano ben prouifte lc borſe, per ogni calo , che poteile fucccdcrc, & che anco portauano loco delle cami- cic, & vna cafettina , picna d'vnguenti, da medi- care le fcrito; poiche non ſempre ne'campi, & nc deſerti , douc combattouano, & rimancuano feri- ti, fi trouaua Cerufico che gli medicatre,ſe già non hauellero hauuto qualchc lauio Incaocatorc ami- co, che ſubito gli haucffe aiutati, portando per aria in voa nugola, qualche donzella, o mano,con vna caraffa d'acqua di ral virtù , che con vna fola goc- ciola , rimaneuano ſubito tanto fani delle ſue pia- ghc, & ferite, come le mai haucfcro hauuto ma. lcalcuno: ma chc,mcatre non ci fufle ſtato que- Na comodirà, tenncro i Caualieri de'pallati tempi, per coſa molto buona, che i tuoi (cudicri antalle ro boa forniti di danari , & d'altre coſe ncccflàrie, come erano fila , & vngucati da medicarli ; & in calo , che tali Caualieri fallero ſtati ſenza ſcruizio di Scudiero (che fuccedcua , o mai , ò di rado) elli in perſona portatago ogni coli in va paio di bilic cic si foculi, che il fatica li vedeuano lula groppa del cauallo, fiogendo, che servissero per cose di maggiore importanza, perche fuora di simili occasioni, non fu troppo usato da Caualieri erranti, il portare bisaccie; & per questo lo consigliava, poiche [p. 21 modifica]che gliel'hauerebbe anco potuto comandare,come à fuo figlioccio s che predo haueua à efferlo ) che non fi mettefie mai più in viaggio, fènza danaH»<3c fenza le preuenzioni neceffarie, & che hauerebbe vifto, ( quando non fé io fofìè afpettato ) il giotiamento che canaria da quello * Don Chifciotte gli dette parola di volerlo fare, fenza difetepare vn_* punto da quanto io configliaua* & cofi. dettero fubito, ordine da vegliare 1 arme in vna gran Corte* che era da vn fianco dell’hofteria, & raccogliendole turre Don Chifciotte, le pofe fopra vn Trogolo, che era allato al pozzo, & imbracciando la ina targa, pigliò la lancia, & con bella grazia cominciò à patteggiare dinanzi ai Trogolo» all’hora appuntò che fi faceua notte* Ncll’hofleria non ci fu pittano s à chi l’hoftc non raccontane la pazzia del fuo hofpite, la veglia dell’arme, & l’armatura Calia lierefea, che afpetraua. Tutti (ì ftupirono disi ftrana forte di pazzia, & andarono à vederlo vn-* poco da ionrano, & vederlo, che eoa vna ripofata andatura, vna volta pafTeggiaua,& vn’altra appoggiato alla lancia fKTaua gii occhi nell’armc^èii» za leuarglieli d’attorno per vn gran pezzo. Venne analmente la notte, ma con tanta chiarezza della Luna s che poteua gareggiare con chi gliela preftaua, di modo che non faceua niente il nouel Ca» ualiero, che da tutti non fu(Te chiaramente veduto. Stando cosi, venne voglia à vno de vetturali» che era alloggiato in quella hotteria, di dare bere à fuoimuli,&fùnece0arioleuar via le arme di Don Chifciotte,che erano fopra il Trogolo,il quale vedendolo.arriiiarc? gli ditte ad alta voce, O tu B 3 chi [p. 22 modifica]chiunque ti fm» ardito Caualiero» che vieni i’ toc: care Tarale de! più. valòrofo errante, che giammai il è ciato fpada, guarda, bene quello» che fai > fiction le toccare», te, non- vuoUafciar la vita, & pagarci! fio. del tuo ardire. Il vetturale non fi curò di quelle parole (Oc meglio faria flato per lui curar.-, ferie, perchè fi farebbe medicato in fanitd) anzi acchiappando le cignc’dell’àrmadura > le fcagliò va gran pezzo lontano. Don Chifciotre vedendo quello > alzò gli occhi al Cielo» ce pò (lo il penfiero ( à quello, che fi vedde ) nella fua fignora Dulcinea ditte * Soccorretemi fignora mia io gucfto primo affronto» che à quello voftro auuaflaUaro petto fi ofTerifce»non mi negate in quello primo tran-, gente, il voftro rauore» Se. aiuto» & dicendo quo* ile, & limili altre parole». polàndo la targa, alzò la lancia à due mani» <5c dette con e fifa» -vn si ter* ribil colpo fui capo al vetturale 1»’ che Io fece cade* re in terra si mal concio •> che le gnen’hauefle raffio* biato vn’altro, non haucria fcnz’altro hauuto bi* fogno di Certifico» Fatto quello, raccolfe le fu e arme»& tornò à parteggiare con la medelioia quiete di prima «Di li à vii poco, ù:nzz che nefuno fapelle quello > che era fuccetfb» ( perchè il vetturale ftaua ancora sbalordito ) ne venne vn’altro, col nicdefimo intenro di dar bere alle lue bcftie,& volendo leuar via l’arme, per sbarattare il trogolo. Don Chiteiotte lenza aprir bocca» k. lènza chiedere fàuorc à nìfiuno posò -la targa»& alzò di-bel iniquo la lancia, & lenza romperla, fece più di tre parti, del capo del fecondo vetturale, perchè glielo Spacciò in quattro* Tutta la gentcchc.era neil’ho» ttcria [p. 23 modifica]fteria coffe al rumore, &l’hofte tra gl’altri» Vedendo quello, Don Chifciotte imbracciò la Aia targa, & mettendo mano allafpada dirle. O Ugnerà della bellezza, animo, & vigore del mio debil cuore, bora è il tempo, che tu riuolgì gli occhi delia tua grandezza à quello tuo prigionie^ Caualiero, che fra afpettando vna si gran ventura. Con quello, gli panie di pigliare tanto animo* % che ha* uerebbe moftrato il vifo, fé bene rhaueffero affaitato quanti vetturali fi trouano al mondo» I com> pagni deferiti quando gli veddero cosi mai conci* cominciarono da lontano à dilaniar pietre fopra Don Chifciotte, il quale s’andaua. riparando? il meglio, che poteuà, con la fua targa > ne s’ardiua à difcoftarfi dal trogolo, per non abbandonare lo fue arme, l’hofte attendeva pure à gridare, & à dire che per amor d’Iddio io l’afciaffero Ilare, perchè di già gl’haueua detto, che era pazzo» & che per pazzo l’haueriano liberato, ancorché gli haueffo a m mazzate quanti gl’erano s Don Chiiciotte gri* daua ancora più forte, chiamandogli affatimi, a & che il Signore dei Gattello era vn gran poitroncìonc 5 Se mal nato Caualiero, già che acconfeotina P che tufferò sì maltrattati i Caualicri erranti, & che fé egli hauefle riccuuto l’ordine dclIaCaualleria,gl* aueria fatto conofeerc il fuo affaffinamento; ma di voi altri, vile, ór. baffa canaglia non fò conto nif» fono, tirate pure allegramenete, ap^.eflatcui, ve* rute pure innanzi, & offendetemi quanto pili pò* tete, ch’io vi daròà diuedere come li procede con le persone infami, & infoienti. Oiceua quello con tanto’ fpirito, & ardire? che ineffe vna tembil pauB 4 « [p. 24 modifica]raà coloro, che gli damano addoflb 5 Se cosi per quello; come anche per quello elicgli diccua l’ho ite, non gii tirarono più, de egli lafciò ritirare- da* vna bandai feriti, Se ritornò à vegliare ic lue armo •con’lamcdefima quiete>& (bffiego di tempre* Noti •gii piacquero niente a li’hofte, ic burle del O10 hof■pitc* <3c fi ri/bluette d, abbrcuiare,& di dargli quanto prima lo /graziato ordine di Cauallerìa» prima chciucccdefle qualche altra fciagura,6c così appcf■faudotegli» feusò l’infolcnza, che quella gente baf• fa, haucua vfato foco» tenza che egli fapeflTe eoà-i ttifluna» ma potcua darfi pace, che baueuanoil pago, che raeritaua il loro ardire. Et gli tornò à ro plicare, che in quel Cartello non vi era Cappella, & che quello, che ci reftaua da fare, era li poco, che no anche occorrerla; che tutta l’importanza di rimanere armatoCaualliero confi rtcua nella callottolata > ce nella piattonata» fecondo quello» elio egli fi ricordarla hauer letto nel Cirirnoniale dell’Ordine, Se che q aedo fi poteua fi» re, fenza fcru* polo alcuno in mezzo à vn Campo, <3c che gi4 ha* ■ucua complito con lobligo di vegliar Tarme, che il compiila con due hore fole di veglia, quanto più» che egli vi era (lato più di quattro. Don Chifciottc fc lo credette, & gli dille che egli era pronco»& apparecchiato à lare quanto gli comandaua» & che la finirle prettamente perchè fé vn’altra volta • faflai* taflèro & fi vedette armato Caualicro» faccu-a pen* fiero di non lafciarc la vita à nefluno dei ’Cartellai fé non à quelli che à lui più piaceflè. 11 Cartellano, che lenti l’animo di Don Chifciottc cosi rifoltito, fpijcitaua ( come fi fuol dire ) di paura* #c con* porto (ubi* [p. 25 modifica]fubito quiui vhjibro? doue fcrimeua te paglia» <&k biada, che daua à vetturali» & con vn pezzo ci candela, che gli portaua vn ragazzo, Se con le due fopradette Donzelle andò alla ftanza di Don Chifeiotte, & arriuati, Thofte fece inginocchiare il ragazzo, & leggendo nel fuo Manuale (facendo finn di leggere vna denota orazione Quando fu in-* fui più bello del leggere, alzò la mano» & gli dette fopra il collo, vn gran colpo, & doppo quefto,cort la Aia fteiìa fpada, vna gran piattonata, fempo mormorando tr^f dentj,ftngendo di recitare vn ora* zionc. Fatto qaeiìo, dirle à vna di quelle Dame» che gli cingefte la fpada, il che fece con gran Icftezza, & diferezionc, che non crabifogno di manco per non feoppiare delle rifaà ogni punto * che ’ fàceuano le cirimonie j ma le prodezze» che di gii haueuano viftodclnouel Caualiero s le faceua^ ftare ( come fi dice ) à fegno. Al cignerli la.» fpada diflfe la buona Signora • Iddio fia quello, che faccia V.S. Vcnturofo Caualiero, & lo faccia vincitore nelle Tue liti. Don Chjfciottc volfe faperc il fuo nome, per fapere à chi di lì auanti rimasieua»» obligato del fauore riceiiuto > perchè penfaua dar* gli qualche parte dcll’honorc, che acquiftafic col valore del fuo braccio. Ella rifpofe humilmcntc i che fi chiamaua la Tolol’a» & che era figliuola d’vn ciabattino, naturale di Toledo, & che habitaua-* nelle Botteghine diSanciobionaia, Se che douunque ella fi ritrouaflc, lo feruirebbe, & terrebbe-* fempre, per fuo padrone, &: Signore. Don Ckifeiotte gli tornò à dircene per amor fuo,dj lì alianti fi facetfò dare del Don a & fi chiamale Dogna-» [p. 26 modifica]Tolofa s ella gii diffe di si» L’altra Dama gli mefse lo fpronc» & con quefta fece quali i’iftdso ragionatìtènto 9 che con l’altra della ipada; Volfe fa per il iuo nome, & difk» che eira la Moiinera figlia d’vn lioriorato Mugnaio di Accecherà» la quale fioriimente fu pregata da Don ChifciottejChe fi metter £e il Don» & fifacefse chiamare Dogna Molintra; offerendogli nuoui femizij,& fattori. Fatte finalniente galoppando» & con fretta le mai pai fino all’hora vifte cirimonie 9 gli parue nailf anni à D@n Chifciotte di montare à cauallo, & d’andare à cercare le ventute»& mefsa fubito la fella à Ronzinante? vi montò fopra, & dando mille abbracci all’hofìeglidifsesi ftranaganti cofe, (ringiatiandolo del fauoreche gli haueua ratto, d’armarlo. Caualicro) che farebbe irnpoffibile rrouarla via, per raccontarne parte. JL’hofteche non defideraua altro s che vederlo fuoradeirhofteria, con breui parole» & con hotteril rettorica» rifpofe alle fue: & fenza far* gli pagar niente dell’alloggio, lo la/so andare con cento buon’anni.