Pagina:L'ingegnoso cittadino don Chisciotte della Mancia.djvu/38


DELLA MANCIA. 17

gliare i nastri della celata. In questo, giunse à caso all'hosteria un castratore di porci, & subito che gl'arrivò sono quattro, ò cinque volta un zufolo di canna , perilché si dette sicuramente á credere, Don Chisciotte di stare in qualche gran Castello, & che lo servivano con musica, & che il Merluzzo, erano trotte, il pane, buffetto, le meretrici, dame, & l'hoste, castellano della Fortezza, & cosi ringraziò mille volte la fortuna, d'essersi determinato a fare somigliante giornata; ma il maggior fastidio, che egli havese, era il non vedersi armato Cavaliero, parendogli di non si poter mettere legittimamente à tentare nissuna ventura, senza ricever prima, l'ordine di Cavalleria.


CAPITOLO III.

Nel quale si racconta il bel modo, col quale Don Chisciotte s’armò Cavaliero.

Cosi travagliato da questo pensiero, abbreviò la sua hosterile, & limitata cena, al fin della quale fece chiamar l'hoste, & rinserrandosi con esso, nella stalla, gli s'inginocchiò innanzi dicendo. Non sarà mai possibile che io mi levi di dove sono, valoroso Cavaliero, in fin tanto che la vostra cortesia non mi concede una grazia , che gli domanderò, la quale redonderà in vostra lode , & in comun benefizio del genere humano. L'hoste vedendo Don Chisciotte inchinato à suo piedi, & sentendo tali parole, stava mezzo fuora di se guar- dan Parte Prima, B