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22 DON CHISCIOTTE

chiunque ti fm» ardito Caualiero» che vieni i’ toc: care Tarale de! più. valòrofo errante, che giammai il è ciato fpada, guarda, bene quello» che fai > fiction le toccare», te, non- vuoUafciar la vita, & pagarci! fio. del tuo ardire. Il vetturale non fi curò di quelle parole (Oc meglio faria flato per lui curar.-, ferie, perchè fi farebbe medicato in fanitd) anzi acchiappando le cignc’dell’àrmadura > le fcagliò va gran pezzo lontano. Don Chifciotre vedendo quello > alzò gli occhi al Cielo» ce pò (lo il penfiero ( à quello, che fi vedde ) nella fua fignora Dulcinea ditte * Soccorretemi fignora mia io gucfto primo affronto» che à quello voftro auuaflaUaro petto fi ofTerifce»non mi negate in quello primo tran-, gente, il voftro rauore» Se. aiuto» & dicendo quo* ile, & limili altre parole». polàndo la targa, alzò la lancia à due mani» <5c dette con e fifa» -vn si ter* ribil colpo fui capo al vetturale 1»’ che Io fece cade* re in terra si mal concio •> che le gnen’hauefle raffio* biato vn’altro, non haucria fcnz’altro hauuto bi* fogno di Certifico» Fatto quello, raccolfe le fu e arme»& tornò à parteggiare con la medelioia quiete di prima «Di li à vii poco, ù:nzz che nefuno fapelle quello > che era fuccetfb» ( perchè il vetturale ftaua ancora sbalordito ) ne venne vn’altro, col nicdefimo intenro di dar bere alle lue bcftie,& volendo leuar via l’arme, per sbarattare il trogolo. Don Chiteiotte lenza aprir bocca» k. lènza chiedere fàuorc à nìfiuno posò -la targa»& alzò di-bel iniquo la lancia, & lenza romperla, fece più di tre parti, del capo del fecondo vetturale, perchè glielo Spacciò in quattro* Tutta la gentcchc.era neil’ho» ttcria