Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CV - Se nei passati tempi spesso udivi
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CV.
Inizia con questo tutta una serie di sonetti coi quali ritesse, una volta ancora, l’elogio della Mencia. Essi sono analoghi a quelli già veduti in principio, sonetti V, VI, XII, ecc.
Se nei passati tempi spesso udivi,
Favoso Mencio, la divina lira
Di Titiro pastor, ch’ancora spira,
4Canti soavi, gloriosi e divi:
Or vedi que’ begli occhi altieri e vivi,
In cui stupendo nostr’età si mira,
Ed odi quella ch’a sè l’alme attira
8Col bel parlar, con gli atti dolci e schivi.
E se le Ninfe allor, Satiri e Pani
Venìan sovente per udir il suono
11Che senza par sarà sempre tra noi;
Per mirar questa or qui ridotti sono
Da vicini paesi, e da lontani
14Con gli alti Semidei gl’invitti Eroi.
Note
V. 2. Favoso Mencio, perchè le sue rive smaltate di fiori producono favi di miele.
V. 3. Titiro, pastore, celebrato da Virgilio nell’Egloga I; intitolata per l’appunto «Tityrus», e altrove.
V. 6. Stupendo, la nostra età meravigliandosene, vi si specchia.
V. 7. Quella, la Mencia.
V. 14. Semidei nell’età del Bandello sono da intendersi i prìncipi, le persone di alto lignaggio; Eroi, già vedemmo in Canz. I, v. 1, nota, si chiamano in genere i personaggi, gentiluomini e gentildonne, di cui egli parla nel suo Novelliere.