Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/VI - Cantar il biondo, crespo crine e quella
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VI.
Sulle bellezze fisiche della Mencia. Variante, con poca novità, del sonetto precedente.
Cantar il biondo, crespo crine, e quella
Quella serena fronte a meraviglia,
Le nere, vaghe e ben arcate ciglia,
Dolce ombra all’una, e all’altra chiara stella, 4
Lodar la bocca corallina, e bella,
U’ l’eloquenza tanta forza piglia,
La guancia, ch’ostro, e neve rassomiglia,
La gola, il petto, e la persona snella, 8
Chi non saprà, se chiar si vede ognora
Ivi ogni ben del mondo esser raccolto
Con quanta grazia mai non fu, nè fia? 11
Ma dir il bell’ingegno qual si sia,
Con le grazie di quel divino volto,
Opra d’Omero, o di Virgilio fora. 14
Note
V. 2. A meraviglia, fronte dotata di tanta serenità da destar meraviglia.
V. 14. Omero, Virgilio, richiamato nel sonetto antecedente il «tosco» Petrarca, risale ora ai maggiori maestri dell’antichità classica. Così più avanti in son. XVI. Come già in canz. I, vv. 21 sgg.