Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 38

N. 38 - 22 settembre 1844

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[p. 155 modifica]455 o: Spedirò questa mia alla stessa Gazzetta musicale ove fu stampato il vostro succitato articolo, perchè mi pare che questo riputato foglio, nato sotto ottimi auspici, voglia seguitare a batter bandiera di imparzialità’, di amor del vero, di bando alle presunzioni nella (pianto ardua altrettanto onorevole impresa di mover guerra ai troppi abusi che mandano all’ingiù l’arte divina nel secolo che pretende mandare (ulto all"insù. Vogliate accontentarmi col credermi un vostro affezionatissimo. Nicolò Eustachio Cattaneo. Borgomanero, 8 Agosto 1844. Esperimento Musicale nell’Ospizio degli Esposti di l’arma. Agosto 1844. gni anno gli alunni di questo pio luogo di Beneficenza, i quali per le felici tendenze dimostrate verso I’ arte musicale sono scelli ed educati in essa da valenti professori di questa cillà, espongono, in un concerto, un saggio dei loro progressi. L’esperimento, di cui è caso, offerse materia di lode per tutti; ma siccome ve n’ebbe alcuni i (piali accennano ad occupare mi posto mollo distinto fra i cultori dell’Arte Bella, è di essi che farò particolare menzione. - Conti Luigi, allievo del signor Professore Gaetano Beccali, mostrò della valentia nell’eseguire mi pezzo per Clarinetto del signor Ernesto Cavallini. - Lanci Carlo, allievo del sig. Prof. Luigi Beccali, suoni» col Fagotto alcune reminiscenze della Saffo di Paèini. La voce ch’egli trac da queslo difficile islrumento, e il metodo adoperato, del «piale molta lode deve avere il suo maestro, non potrebbero desiderarsi migliori. Oggi che le orchestre, d’Italia vivono in tanto desiderio di quest’istrumenti, il signor Lanci potrà avere molto utile per sé, c darne non poco all’arte. Pinelti Eustachio suonò sul contrabbasso delle variazioni del signor Gualchi. E allievo del signor Professore Hiserich. Non è tanto per le difficoltà, che furono moltissime, incontrate, e superale dal Pinelti, che io mi credo in obbligo dì tributargli quelle Iodi che gli sono dovute, quanto per la sicurezza dimostrata nel trattare il suo strumento, e per la nettezza e vigoria del suono; cose difficilmente ottenibili insieme, perchè molle volle nel cercare appunto la vigoria ho sentito parecchi suonatori far nascere un certo ronzio nella vibrazione della corda, che vizia grandemente la natura c la chiarezza del suono. Se il Pinelti put» avere ad onore di essere stato allevalo alla scuola del Professore inserirli, uno dei nestori della nostra orchestra e dei sostenitori del bel nome ch’ella possiede, il signor lliserick deve d’altra parte andar lieto di aver così bene collocate le sue cure. Il signor Comand/ni Luigi, che già io conosceva come valente suonatore di violino, diede nuova prova del suo raro talento, e il signor Professore Del Maino che lo educò con tanto zelo e perizia, si compiacerà certo della riescila di questo giovinetto, al quale mi pare si possa ormai compartire il nome e il merito di esimio artista. Bosoni Carlo suonò sul pianoforte una fantasia, ed ebbe applausi giustamente tributatigli. Gli encomi però a cui ha maggiormente diritto questo giovine, mi sembrano dovuti c all’ingegno musicale ch’egli dispiegò in certe sue composizioni adattate al numero ed all’abilità de’ suoi confratelli che le eseguirono, c più di lutto al modo, direi quasi perfetto, col quale accompagnò pezzi difficili e complicali. Egli slava al pianoforte, c avresti detto che vi sedesse non un giovinetto di tre lustri, ma un adulto già molto innanzi negli anni e nell’arle. Il Bosoni è allievo del signor maestro Barbacini, del quale era pure l’accurata composizione che pose fine all’Esperimento, vo’dire l’inno di ringraziamento reso a Sua Maestà Maria Luigia Proteggi trine delTOrfanolrofio. Propostomi di parlare della sola parte musicale, non potrei dir io alcun che del valore intrinseco della poesia di quell Inno, e del discorso che vi tenne dietro; ma basterà per molli il sapere che entrambi erano lavoro del Professore Cavaliere Michele Leoni. - Ned ho particolarmente parlalo degli Alunni cantori, i quali sono allievi del signor maestro De Cesari’. Mi riserbo a farlo quando i pezzi che un’altra vol’a eseguiranno, non sieno, come in questa, tali da nascondere un buon metodo di stridii, che certamente non può ad essi mancare, ma che non si palesa (piando la musica fa gridare in luogo di cantare. Gli artisti provetti che hanno per le mani di questi pezzi, si fanno applaudire oggi in teatro, e noi lo sappiamo, non isfoggiando peregrini segreti di metodo, ma cercando di accompagnare, a gola aperta e braccia tese in allo, situazioni violente e disperatissime, che oggi han nome di drammatiche. Toriugiani Piero. GAZ2ETTI1I0 SETTI1UHALE — Nell’Accademia datasi l’8 corrente alla Scala a profitto de’duc pii Istituti, filarmonico e teatrale, ebbe distinto plauso una cantante, che per la prima volta dava saggio de’suoi talenti. Essa chiamasi Fortunata Tedesco. Torna inutile il dire che il sommo clarinettista Cavallini venne accolto al solito, vale a dire con tutta festa. — Jori sera dovessi avere al suddetto gran teatro Emani, colla parte di Carlo V. interpretata dal sig. Tati, il di cui nome lusingava di una migliore fortuna, ch’altri non ebbero in questa non facil parte. — Domani sera avrà luogo al Casino della Nobile Società la splendidissimi Accademia clic la prefata Nobile Società offre ai signori Scienziati. I più distinti artisti clic trovansi nella capitale furono scelti a far parte del programma. Notatisi nel canto i signori Musicò, Marini, Scheggi, le signore Malhey, Tosi, ed una giovinetta che chiamasi Grimoldi, nuova ai pubblici sperimenti c che dà bella speranza di se. Nel suono leggonsi i nomi notissimi dei nostri Rabbonì e Cavallini Ernesto, quelli di Bottesini ed Arpesani, insuperabili contrabassisti, nonché quelli di un’altra giovane gloria italiana, il sig. Goiinelli di Bologna, chiarissimo pianista e compositore. - L’Accademia divisa ili tre parti, ricca di masse vocali e strumentali, avrà solenne principio con queirimmensa creazione di Rossini, V Introduzione del Guglielmo Teli. — La VI.a riunione degli Scienziati in Milano, seguendo la consuetudine degli antecedenti congressi, nella mattina del giorno 42 alla apertura delle adunanze premetteva un alto di pietà, concorrendo nella Metropolitana ove si cantarono una solenne Messa e l’inno /’cui creatur Spiritus. La mugica della prima era del celebre Sarti, il quale, or saranno circa sessanta anni, la aveva immaginata appositamente per la maggiore nostra Chiesa ed intitolata Messa dello Spirilo Santo. 1/ offertorio in ispecie risultò un capolavoro il più notevole: i secoli futuri non potranno che convalidarli, sì grandi sono le bellezze di scienza e di religiosa elevatezza di cui ridonda. Pel Peni creator Spiritus si sceglievano le note del maestro Bonazzi in altre occasioni già prodotte. — L’esposizione dell’industria Lombarda, aperta il giorno 12 nel Seminario arcivescovile, va ricca di pregevoli oggetti appartenenti alla musica. Sonvi varj pianoforti del fabbricatore Riva, de’ violini del Galbusera, de’ timpani del Boracchi, degli istromenti di ottone del Pelilti, ecc. Di alcuni di questi in seguito brevemente intratterremo i nostri lettori — Andrea Gambini, il pianista-compositore genovese, di cui più volle si occupò questa gazzella, trovasi nella nostra capitale. Le persone che lo ebbero ad udire rimasero stupefatte della bravura e forza di lui nell’interpretare varj suoi pezzi inediti, nel novero de’quali distinguons! due Fantasie sopra il Carnovale di l’enezia ed il Ballo delle Streghe di Paganini, non che degli Studii Coratleristici. — Abbiamo pure in Milano il valente maestro Matteo Salvi, l’autore di Lara. CARTEGGIO PARTICOLARE Firenze G settembre ISTI. — La mattina del dì Scorrente le sale rifila I. e R. Ac- j endemia di Belle-Arti risuonavano di musicali concenti; I gii alunni di quell’istituto, addetti alla classe della musica, davano al pubblico riprova di loro capacità, si sottoponevano al giudizio degli accademici pel consegui-; di lodarne Giorgclti, con tanta lo senti. N0T1Z1E Q laudo del (piai pezzo, non può farsi a meno anche la composizione, opera del prof. cav. che lo aveva scritto nello stile di Bocchcriui illusione, da trarne in inganno chiunque mento degli annuali premj d ìncoraggimento, che la munificenza governativa distribuisce. Oltre la esecuzione dei pezzi che formavano subbictto di concorso, ebbe luogo quella di altre musicali composizioni a génial trattenimento del numeroso uditorio. Tutti in generale quei giovinetti deller prova di buona volontà e di coscienziosi studj; lo che refluisce in lode di essi del pari che dei loro zelanti e valorosi istitutori. Il parlare di ognuno distintamente ci trarrebbe in lungo di soverchio, e d’altronde diffìcilmente potrebbe riuscire di generale interesse. Ci limiteremo perciò a distender qui la lista degli alunni premiati, a che faremo soltanto tener dietro alcune generali considerazioni. Ottennero dunque il premio, in Contrappunto, il signor Angiolo Magri: nel Solfeggio, il sig. Martelli; l’accessit, la signora Elvira Gani: nel suono del violino ebbe il premio il sig. Cajani, l’accessit il sig. Corradini: in quello del Pianoforte, fu premiato il sig. Casaglia. ottenne I accessit il sig. Vannuccini. Nel canto i premj furono riportati dalla signora Rosalia Boutet, e dai signor Romoli; meritarono l’accessit la signora Maria Mariniti, ed il sig. Paolo Wital. È una osservazione che altre volle è stata fatta, e che anche il concorso di quest’anno ha dato luogo di fare, che nella classe del canto le donne sono state sempre, comparativamente, molto superiori agli uomini Gli allievi della scuola di violino, mentre in generale si sono sempre individualmente inulto distinti, grandissimo elogio hanno poi meritato per la molta forza, unione, precisione con cui hanno suonalo P insieme nei pezzi nei (piali bau preso parte in forma di orchestra. Fra queste prove dee citarsi, come ad ogni altra superiore, l’esecuzione di un quintetto a due violini, viola, violoncello e basso, per mezzo di parti quadruplicate. ParN’clla scuola di piano-forte si rimarcano dei giovanetti che hanno molla facoltà di esecuzione, e che potripjno distinguersi, continuando i loro studj, specialmente (piando saranno giunti ad esser più padroni di sé. - Lo stesso elogio che per I’ insieme ha specialmente meritalo la scuola di violino, la merita quella di canto, dagli alunni della quale con forza, precisione, accento, furono eseguiti diversi cori si antichi che moderni. - Il sig. Corazzi, alunno emerito della stessa scuola di violino, meritò elogio come suonatore e come compositore nella esecuzione di una sua fantasia con variazioni sopra temi della Sonnambula. In generale coloro che in gran numero erano accorsi ad assistere a questa mattinata musicale si mostrarono contenti, e ne ebbero ragione. — La esecuzione della Lucrezia Borgia a Livorno, ritardata per indisposizione della Principessa Elisa Poniatowski incaricata della parte della protagonista, ebbe luogo finalmente mercoledì sera 4 del corrente. Tulli meritarono applauso, ed in specie poi ne raccolsero i principali attori dilettanti, che ebbero diritto di compiacersi di sé stessi, per aver dato bella prova dei loro talenti ed aver contribuito al vantaggio di una interessante istituzione di beneficenza. Le scuole infantili, a favore delle (piali la recita ebbe luogo, ne ritrassero infatti l’incasso di somma non indifferente. — Questo principal teatro della Pergola resterà chiuso per ora per mancanza di appaltatore. L’appaltatore Lanari attiverà fra poco con opera il teatro degli Intrepidi, detto volgarmente il Teatro Nuovo. — Berlino. Il signor Meyerbecr è partito per Dresda: la sua opera in tre atti, composta per T inaugurazione di questo nuovo teatro d’opera, si sta già provando; si spera che codesto sarà un antecedente capace d’incoraggiare il grande maestro a confidare ii suo Profeta agli artisti di questa nostra città. - Bui ssi.li.es. La Beine de Chypre fece la sua comparsa sulle nostre scene ed ha ottenuto, se non un successo colossale, come si poteva aspettare, almeno un esito incontestato ed incontestabile. Vogliano dunqtìe esprimere T effetto che ha prodotto sul nostro pubblico la dotta composizione dell’autore della Juive. Per verità, quest’opera parve lunga ed anche nojosa alla prima rappresentazione; malgrado i bei motivi che ornano questa partizione, malgrado la pompa d una brillante mise en scène, si usciva dal teatro provando una certa stanchezza; ma dopo aver intesa quest’opera più volte, dopo aver avuto il tempo di famigliali zzarsi a quest’ishumentazione complicata, ed aver potuto seguire le fresche melodie che si nascondono sotto queste profonde combinazioni armòniche > T effetto cambia, ed allora il piacere succede ad ogni altra impressione. I,0: [p. 156 modifica]•è, in succinto, la maniera con cui è stata intesa a Brussclles la musica della Beine de Chypre. — Caiu-suai) (in Boemia). Giovedì corrente doveva tenersi nella chiesa parrocchiale di Corte a S. Agostino un solenne ufficio da requiem alla memoria del defunto V. L Mozart figlio, maestro di cappella d’onore del àlozarteo in Salisburgo, quindi membro onorario di diverse società filarmoniche. Vi si doveva eseguire il Bequiem dell’immortale suo padre, mediante la coopcrazione di molli membri dell’1. IL cappella di corte, come anche dei più distinti artisti di Vienna. — Copenaghen. Il teatro darà il fS corrente, in occasione dell’anniversario della festa del re, la prima rappresentazione della celebre opera di Spontiiii, la fendile, la quale, sebbene già vecchia, non è stata peranco rappresentata su alcun teatro della Danimarca. — CuEjroNA. fintemi ebbe meschino successo per difetto d’esecuzione. Si nutre lusinga che le cose volgeranno in meglio. — Lue*. La solenne triennale festa di S. Luigi Gonzaga, celebratasi il 25 del caduto mese dalla Congregazione eretta sotto il suo glorioso nome nella Chiesa di S. Andrea, offrì occasione di sentire una grandiosa Musica Sacra, nobilissimo parto della celebre penna del nostro Maestro Cav. Giovanni Bacini. Numerosissimo popolo, e tanto da non capire nel sacro tempio, accorreva a quella chiesa, chiamatovi e dalla divota pompa e dal nome di tanto maestro. Si cominciò colTammirare nel /tirie la elevatezza dello siile, la toccantissima espressione della religiosa preghiera, la maestrevole profonda condotta, il canto devoto, passionato, religiosissimo. Il Gloria é di meravigliosa composizione. Alla vivacità e lusso della strumentazione, al bellissimo insieme delle voci con cui si annunziò, successe il Laudamus, graziosissimo duo, molto bene eseguito dai signori Pucci Basso della IL Camera c Cappella, e Catriossi Basso cantante al IL Teatro. Il Gratins e Domine costituiscono una cavatina con Cori che fu cantata dal signor Raffaele Lucchesi Tenore della IL Camera e Cappella, e che riuscì graditissima per la bella composizione e per l’accura<a c intelligente esecuzione. Il Qui tollis, cavatina per basso con cori, fu eseguito dal sig. De-Bassini primo basso al IL Teatro, il quale limilo bene rispose al sentimento ed alla espressione della Musica; e il Qimniam venne con molto plauso cintato dal signor Lorenzo Bonfigli Tenore della IL Camera e Cappella; i quali signori Lucchesi, Patriossi e Bonfigli gentil mente c gratuitamente a tanto prcstamnsi. 11 (-’uni Stricto, scritto a piena orchestra e pieno coro, è un pezzo magistrale di un effetto indicibile. Esso offre esuberante pascolo agli intelligenti dell’arte ed ai semplici amatori della italiana melodia per la duplice sua combinazione. Il cantabile è scritto con imponente stile fugato, mentre la istrumentazionc è sciolta c disinvolta, dal che consegue un concetto armonioso e brillante, diverso affatto e distinto della parte melodica, talché questo grandioso lavoro riesce di magico effetto ed è mirabilissimo pei due diversi elementi che costituiscono T armonia. Dopo il Gloria venne eseguito un gran Mottetto, espressamente scritto dal maestro Giovacchino Giannini e cantato dal giovine Tenore signor (iiovacchino Lucchesi discepolo dello stesso maestro. Questa bella composizione ottenne lode dagli intelligenti e dal Pubblico; il che ridonda a grande elogio del maestro, stanteehe così bene figurò a fronte della Musica dotta e grandiosa che precede. Amxhe T esecuzione fu felice, c quantunque il giovine cantante, che per la prima volta espouevasi al pubblico, sembrasse pressoché vinto dal timore, pur nondimeno dio prova di esser dotalo di molla intelligenza ncU’arte c seppe spiegare la sua bella, flessibile ed estesa voci*. il Credo (Musica del Cav. Pacini) è un lavoro sublime. Nissuno aspettatasi che l’egregio maestro dopo tante bellezze arricchisse questa ài tisica di bellezze ancora più grandi. Al Credo tenne dietro un Concertonc a piena orchestra egregiamente eseguilo, e nel quale particolarmente si distinsero i nostri signori Martini primo violoncello, Ripari primo flauto,Gasali primo clarinetto, Bellini prima tromba, Casini (figlio trombone, ed i signori Boiardi Oboe, e l’ommasoli Corno, ora fra noi in servigio del IL Teatro. Durante il solenne Vespro, musica dello stesso signor Cav. Bacini, si ammirò il versetto Jndicalyit che giunse a destare entusiasmo, e tutto il Di.rit, ili elaborata ed espressiva composizione, riuscì di massimo effetto. Il salmo Laudate pumi, appositamente scritto dal maestro Giannini, gli frullò nuovi c grandi elogi, giacché vi si trovò il vero tipo della Musica Sacra, e bello per dottrina e vivacità. Riuscirà vieppiù a lui caro aver ottenuto le lodi del maestro Cav. Bacini, il quale con squisita cortesia, oltre avergli permesso di eseguire in questa circostanza le sue composizioni, volle anche onorarlo della sua lode colle più lusinghiere parole. Si dié fine alla Musica col Magnificat, composto dal maestro Bacini, che vai quanto dire lavoro sommamente lodalo e gradito. La completa soddisfazione del numerosissimo pubblico è il condegno compenso alle tante cure e fatiche dell’egregio Maestro e degli esecutori. Che se le ristrette finanze della Congregazione non le permisero offrir loro la meritata retribuzione, vuole essa almeno che per me si renila loro pubblico attestato di gratitudine e di riconoscenza. lo mi rallegro di esser chiamato ad interprete di questi sentimenti e mi compiaccio nel poter dire che il Cav. maestro Bacini ha ora aggiunto alla sua splendida corona questa nuova e preziosissima gemma di Musica Sacra. G. di Lucca). Bntic.i. Il 2 ebbe luogo all’Accademia Reale di ài tisica la prima rappresenta zinne di Othello, tradotto, come già fu detto, dai signori Rover c Vaez ed eseguilo dalla Stoltz, Dupiez, Barroilhel. Abbiamo soli’occhio due giornali che ne parlano e sono la Berne et Gazette des Théâtres c il Ht inde Musical: m: per la verità, le loro relazioni concordatisi tanto poco, che non sapremmo ricavare qualche cosa di positivo intorno al vero esito di questa prima rappresentazione. Il suddetto Monde Musical asserisce che enfin le grand oeuvre est accompli, Othello a été représenté à Ts/cadémie royale de musique, et Othello A É TÉ SIFFLÉ (così stampato anche in parole cubitali); nel mentre la citala Gazette ne racconta meraviglie dell’esecuzione, della mise en scé- ( ne, degli applausi, facendo un voto che puisse le bruit de ce succès arriver jusqu’aux oreilles du maitre et le solliciter à rentrer de nouveau dans celte glorieuse carrière. — Il signor Scribe (dicono i fogli di Parigi) d’intelligenza col signor Crosnier, ha testé spedito a Donizetti, a Roma, ove non ha guari trovatasi, un libretto in tre alti che dovrà essere musicalo per la fine di novembre. Questo dramma è scritto pei migliori artisti della compagnia dell’Opéra-Comique: egli è, dicesi, dilettevole,! interessante, e più musicabile dei drammi che si soglion scrivere per questo teatro. La produzione avrà luogo prima o dopo T opera d’Auber, cioè nel mese di dicembre o di marzo. — Egli è certo che il tenore àloriani non è fissato al Teatro Italiano per la prossima stagione. Egli si recherà nuiladimeno a Parigi, e forse allora si deciderà a cantare al teatro. — - L’Accademia Reale delle Belle Arti dell’Istituto in ima delle sue ultime adunanze ha nominato il sig. Halévy membro della commissione del Dizionario della lingua delle Belle Arti, per supplire al posto lasciato vacante dal defunto Berton. — Thieste. Il Don Procopio. melodramma buffo, riduzione di Carlo Cambiaggio, con musica dei maestri àiosca c Fioravanti, è una specie di Don Pasquale riguardo il libretto, ed una specie di Columella riguardo ) la musica. La è un’opera propriamente alla rococò; fare i c metodo vecchio e nell istrumentazionc e nel canto, e spesso motivi che ricordano i minuetti dei nostri bisnon- i ni. Però, come in tutte le cose vecchie, v’è qua e là del buono, e, se non sempre, pure spesso anche di effetto. (Oss. Triest.) — Venezia; - Teatro Gallo in S. Benedetto. - Come s’é annunciato, martedì 3 settembre si produsse la nuov’opera del maestro Ronzi, la Luisa Strozzi, poesia j del sig. Pcrtizzim. Il poeta ebbe qualche felice ispirazione; tutti i versi non sono foggiali al medesimo stampo, Testro! abbandonò talora il cantore; ma il finale del prim’atto, il duetto tra la Luisa ed Alessandro, sono vestili di bella poesia ed hanno qualche vago c gentile concetto. Altri versi però ci parvero strani, almeno in un certo senso, poni caso, gli ultimi del primo coro del secondo alto. L’estro fu meno, al compositore della musica, ob- i bediente. L’estro è una cosa pazza, che va e viene come gli frulla, e spesso non risponde alla chiamata, lo non ne do colpa al maestro: ben di questo voglio dargli cagione, ch’ei dubitò orribilmente della finezza de’ nostri orecchi. Dio mio! si direbbe ch’egli avesse scritto pei sordi. Ed anche i cantanti Taiutarono assai, e fecero del loro megfio; tanto che più di una volta io temetti di vederli colà sulla scena scoppiare, e ne riportai una ’ tremenda otalgia: se non rimango sordo é un miracolo. Un tempo, per sommo diletto del pubblico, i cantanti si eviravano; or si condannano a perder le ugole, a morir di bronchite, di laringite, di pleurite, o qualsivoglia altro ite: la musica si fa micidiale. Ber giunta i la Ste/fenone, bella e gioviti cantante, non ha questa gran parle, quantnnqàè l’opera si nomi da lei o piuttosto dal suo personaggio. A lei non mancano pregi: ha molta intelligenza, moli’arte scenica, e alcune belle note, ma tutto le grida guastarono. 1/Mssoni ha aneli’ egli un bel capitale di voce: se non che i capitali non giovano s’e’ non si fanno valere: certo l’Mssoni è ricco: ma non diremo che sia gran signore. Del Braschini non parliamo: egli e sempre io stesso gradito» l valente cantante; anzi vorremmo ch’e‘fosse vaiente anche meno, e risparmiasse mi po’ più la sua gola. Strana corruzione del gusto! mettere il bello della musica nel fragor, nel rombazzo; far la musica, l’arte per eccellenza. soave sorella ali arle de’cannoni c delle bombar- ’ de, T emula de’ tuoni e de’ vulcani! E ci sono ancora al mondo orecchi, pcr altro non dire, sì forti, che la sostengono, genti che battono e applaudono qtiand’altri più urla e si scignc? S’inventarono le trombe acustiche per udire: s’inventeranno i sonimi acustici per i non udire più tanto, e quésta sarà veramente una invenzione umanitaria. (Gazzetta di /’eitezio). — Vienna. Il maestro di Cappella dell’opera di Corte, । Ottone Nicol,ij. c qui atteso eiiiro il coi rente mese. — La nuova opera di Brodi, maestro di Cappella del teatro di Corte, andrà in esecuzione al teatro alia Boria ’ Cariuzia la metà dell’ottobre prossimo. ALTRE ( OSE — Leggesi nella /lirista di /Ionia. - • Una nuova stella splendente di vivissima luce brillerà quanto prima sul teatrale orizzonte. È (lessa la distintissima dilettante di canto signora Giulietta Snnchioli milanese. la (piale ricca di voce e cognizioni estesissime, e manifestando pel teatro una straordinaria altitudine, si e finalmente decisa di seguire la carriera melodrammatica, a ciò consigliala ed eccitata dai più esperti maestri e cantanti, fra cui di un Cuccai, da mi Marliani. da un Colini, (piale carriera, a sentimento de’citati notissimi artisti, sarà per lei mi bel campo di gloria, mi corso di non interrotti trionfi. La signora Giulietta Sanchioli, alla (piale, saputasi appena in Milano la sua determinazione. non potevano mancare teatri ed appaltatori, ha voluto scegliere a palestra del suo valore la nostra Roma, a giudice de’ suoi musicali talenti il nostro pubblico, ad impresario il signor Mntonio Lanari: e tale giudiziosissima scelta, tal bene intesa preferenza, è già una prova convincentissima dell’intelligenza e del raziocinio della signora Sanchioli. Essa pertanto come altra prima donna assoluta arricchirà T elenco già abbastanza splendido degli esecutori destinati l’iella imminente stagione di autunno a rallegrare le scene musicali del teatro Argentina, in unione della Barbieri-Sili i. di /loppa, di Ciaffei, del De Cassini, del Seira. Questa notizia non può non riuscire gratissima al nostro pubblico ed agli amatori lutti dell’arte melodrammatica, c noi andiamo alteri di essere i primi a pubblicarla». — L’Opera che il maestro Speranza scrive pei reali teatri di Napoli ha pcr (dolo V /ngenua. (Fama). — Il maestro Basili, figlio del rinomato compositore italiano di questo nome e maestro della cappella Sistina a Roma, si è recato in Italia colla missione di raccogliervi una Compagnia d’Opera pcr il teatro della Cruz, in.Madrid. - Il signor Basili diresse da ultimo a Parigi le rappresentazioni della compagnia melodrammatica spaglinola, che vi soggiornò per alcun tempo; egli ritornerà poi a Madrid a regolarvi le musiche al suinmcntovato teatro, l’er tal modo la capitale delle Spagne avrà ad un tempo due teatri di Opera italiana, quello del Circo e quello della Cruz.. (Fama). — Ne si scrive che il giorno S corrente ricorrendo la Festa della Natività di M. V., cui è dedicata la Chiesa àlaggiorc di Abhialegrasso vennero in essa eseguiti da diversi dilettanti una Messa ed un Vespcro del sig. Maestro Calvi: i (piali, sia peli» strumentale che per T applicazione della musica al sentimento religioso delle parole, ed in ispecia! modo nel Gloria, nel Mottetto, ne! Crucifieras del Credo, c nel Tantum ergo, furono degni del maggior encomio. — Il rinomato compositore Geiger ha ricevuto da Sua Altezza il Sultano una tabacchiera d’oro ornata d’arabeschi, pcr una sua composizione a lui dedicata. — Il nolo pianista Evers trovasi ora al Reno e vi resterà tino a novembre prossimo. Nell’inverno prossimo si recherà a Barigi per ivi fissare la sua dimora. — Leggesi nel Ménestrel:» Ognuno rammenta il compiei» fiasco che fece a Barigi il pianista Leopoldo di àlayer. Ebbene! ne si scrive che quest’artista ha riportati) a Londra trionfi tali da eclissare gli splendidi successi di Thalberg e d altri pianisti che trovaronsi a Londra durante l’or passata stagione. Questa bizzarra contraddizione fa in noi vivamente suscitare il desiderio di rivedere il signor Leopoldo di àlayer, che senza dubbio noi abbiamo giudicato troppo precipitosamente». — Leggesi nella Bronce Musicale: • La signora RossiCaccia è scritturala pel Teatro Italiano di Pietroburgo; laonde questo teatro possiede quattro cantanti di primo ordine, la signora Castellai). Viardol-Garcia, N’issen e Rossi, senza tener conto d’una cugina della Viardot, avvenente giovane, che conta appena sedici anni. — Maria di Rohan (così la /-’rance Musicale) fece troppo clamore a Barigi perché i leali i delle provincie non volgessero le loro mire su quest’opera, una delle più belle c più drammatiche di Donizetti. Adattata alla scena francese dal signor de Lockroy, T autore del dramma francese Un duel sous Richelieu, quest’opera c ora alle prove su (piasi tutte le scene di Francia. — Scrivesi da Dresda, il 20 aprile:» Appena giunto a Londra il signor Massimiliano di Weber, figlio dell’illustre compositore Carlo àiaria di Weber, incaricato della missione, che gli hanno data i membri della cappella del redi Sassonia, di raccogliere gli avanzi mortali di suo padre e di trasportarli a Dresda, gli nomini più distinti nelle lettere c nelle arti si sono affrettali recarsi a lui, e l’accolsero con ogni dimostrazione festevole, e fu del pari accolto nella più cordiale maniera dal celebre ingegnere francese, signor Brune!, costruttore del tunnel sotto il Tamigi, il «piale volle che accettasse alloggio md suo palazzo. • (ìli ecclesiastici della cappella cattolica di àlooi lields, ove Carlo Maria di Weber é stalo seppellito, hanno condotto il sig. Weber nella camera ove morì suo padre, e questi none statopoco sorpreso vedendo che tutto vi si era lasciato nello stato medesimo com era nel momento in cui il grande artista rese l’ultimo sospiro. Sullo scriltojo si trova un Rondò per pianoforte. non finito, al (piale Billustre autore del Breyschiltz lavorava ancora la vigilia della sua morte. - Il clero della cappella di Moorfields, che ha la più grande ammirazione pel defunto, aveva in prim i offerto di pagare la tassa considerevole stabilita per il rimovimenlo di qualunque cadavere seppellito; esso ha ora offerto di pagare tutte le spese di trasporlo di Londra a Dresda del feretro che rinchiude le ceneri dell’illustre Weber. • Questo feretro venne aperto in presenza del sig. di Weber e del clero di.Moorfields: vi si è. trovato il corpo, del defunto, quantunque non imbalsamato, in uno stato di completa conservazione. 11 signor di Weber ha fatto modellare il volto di suo padre, e ne ha qui inviato dei modelli, i «piali, al dire dei medici che li hanno esaminati, annunciano che la morte di Weber, sebbene subitanea, dev’essere stata dolce c senza agonia dolorosa». NUOVE PI BBLICAZIOM MUSICALI DEl.L’l. U. STAIJILlOIEàITO NAZIONALE PIUVILEG." DI GIBVA VNT KICOISDI RECENTI per Piano/orte DI marni Op. 105. Rimembranze di Giesliiìbcl. Quadriglie Fr. 2 IO h 101. N’atalien-Walzer «> 5 — n 10|i. Mazurka ’> 1 20 e lOfi. Almacks - Polka, Adelaide» - Polka, N’orfolk-Polka e 2 70 a

DalT I. IL Slahilimcnlo Nazionale Privilegialo di Calcografìa, Copisleria e Tipografia.Musicale di Giovanni Ed. Pr. Cmilrada degli Omenoni N. 1720. e il portico «li fianco all’I. K. Teatro alla Scala. [p. 157 modifica]BAZZETTA MUSICALE O ANNO III. - N. 38. DI MILANO DOMENICA 22 Settembre 1844 Si pubblica ogni domenica. — - Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.” di centocinquanta pagine, circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica musicale. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2figo pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, c questi vengono dati gratis all’alto che si paga I’ associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Leggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno II, 18 43. La musique, par des inflexions vives,accentuées, et, & di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive • pour ainsi dire, par tantes, exprime toutes les pas- Austriache L. 14 affrancata di porlo lino ai confini della. lions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, Monarchia Austriaca; il doppio per I’associazione an• soumet la nature entière à ses savantes imitations nuale. — La spedizione. (Ici pezzi di musica viene fatta et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sentiments propres à l’émouvoir. • J. J. Rousseau. Il prezzo dell ’associazione alla Gossetfa e alla Musica mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto, — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Ullicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli Orni’ noni N.” I72U; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Uffici postali. — Le lettere, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMARIO. I. Grande Accademia vocale ed islrumcntaleidatasi nelle Sale della Nobile Società. - IL Esposizione dei prodotti dell’Industria Lombarda. - HI. Teatro dell’Accademia de’ Filodrammatici Sardanapalo melodramma. - IV. Accademia in casa Branca. - V. Lettera ai signori Raymond e Bartolomeo Montanello.-VI. Osservazioni. -VII. Gazzettino settimanale di Milano. Vili. Notizie. - IX Altre cose. - X. Nuove pubblicazioni musicali. GF.ÀUDi ÀCCÀD2K!/. VOCALE ED ISTRIIIEMALE dataci nelle Sale del Casino della Nobile Società In occasione del VI Congresso degli Scienziati Italiani. Bra le varie feste che Milano, spinta da uno squisito senso di ospitalità, offre ai rappresentanti della scienza italiana, l’Accademia data dalla Nobile Società lunedì sera riesci certo ima delle più brillanti c delle più sontuose. I magnifici appartamenti della Nobile Società adornali con un lus<o che è vinto solo dal gusto, illuminati con una splendidezza affatto ( reale, rigurgitarono per più ore di una folla, che racchiu- j deva le due più alte distinzioni sociali de" nostri giorni, quella del sangue e quella dell’ingegno. Erano due aristocrazie che avevano offerto cd accettalo l’invito, due aristocrazie che presentavano c dei nomi che brillano: splendidi nelle pagine della storia italiana e delle celebrità circondale dall ardente aureola conquistala a forza di studi, di meditazioni e di generosi sforzi d’intelletto. Nella nobile ed interessante fusione di queste due I grandi potenze si rivelava uno dei più importanti risultati dell’incivilimento, che onora il genio vivente, senza aspettare con tardo ravvedimento di coronare |i attraverso i marmi di una tomba i cranii di antichi cadaveri. || II E frammezzo a questa brillante folla di illustrazioni a di tulle le specie, frammezzò a questi eredi di nomi i famosi ed a questi dotti, convenuti da tutte le parli d’Italia per non dire d’Europa, frammezzo a (piesla riunione cui un’avventurosa circostanza avea dato un’impronta affatto eccezionale, la bellezza ebbe pure le sue adorabili rappresentanti, clic vi frammischiarono i loro vezzi, i loro sorrisi, le loro deliziose taolette, tutti ’ i tesori della leggiadria c della giovanezza per compie- [ tare uno spettacolo, di cui non verrà sì facilmente I cancellata la memoria. Oh sì! era questo realmente, uno! spettacolo che teneva in un continuo movimento tulli gli sguardi, avidi come erano c di contemplare questi visi sì gentili su cui il ciclo avea prodigalo il più leggero ma il più seducente dei genii, ([nello dell’avvenenza, c queste fronti severe e pensóse su cui per I arcana potenza stava scolpito, (piasi in modo da indovinarlo, alcuno dei nomi più chiari d’Europa. Ma io debbo abbandonare I’ esame generale della festa per offrirne in pochi cenni la storia artistica, a cui darò principio col fare un elogio pell’oltima scelta dei pezzi e dei cantanti, c polla precisione e pel gusto con cui venne diretta. Dietro a ciò passerò in rapida rivista i pezzi che vi furono eseguiti. L’Introduzione del Guglielmo Teli dell’unico Rossini, eseguita con lodevole unione dalle signore Matthey e Grimoldi, e dai signori Musich c Marini, venne, giustamente ed altamente ammirala. La splendida creazione del Pesarese, interpretata da artisti che ne conoscevano il valore e Limporlanza, cattivassi queU’ammirazionc che non manca mai alle produzioni del genio. A (piesto pezzo successe una fantasia per clarincttino cd ottavino, grazioso e nolo scherzo musicale del maestro Panizza, che fu eseguito dai signori Rabbonì e Cavallini con quella perfezione, a cui questi due luminari della nostra orchestra ci hanno sì bene avvezzali. Gli applausi più vivi coronarono la brillante esecuzione di questo |>ezzo. Il terzetto dei Lombardi del Verdi permise alla Tosi di sviluppare i ricchi suoi mezzi cd il suo non comune talento d’aclista. L’avvenente cantante si mostrò degna d’un nome assai vantaggiosamente conosciuto dai pubblici e ricevette le prove non dubbie della generale soddisfazione. Il tenore Musich, dotato di bella voce, di molla intelligenza e d’un vivo sentire, ottenne il più lusinghiero successo. Ci vico detto che probabilmente in una prossima stagione ci sarà dato di fare conoscenza più ampia con questo ottimo cantante: se la cosa diverrà vera, ne avremo certo motivo per ringraziarne l’impresa del nostro Grande Teatro. Il Marini, il basso potente che tutte le sere fa echeggiare «1 oppiatisi le immense pareli della Scala, non ha bisogno che d’essere citato per rendere superflua l’assicurazione che la parte di Pagano fu superbamente interpretata. La fantasia per pianoforte sull’opera la Sonnambula, con cui si apriva la seconda parte, è un pezzo eccellente che fa un vero onore al signor Golinelli, che ne fu l’autore e l’esccutorc. Ci dispiace che non ci sia permesso di scendere a lunghe analisi per confermare coll’appoggio di opportune osservazioni l’encomio che, dobbiamo tributare largamente al signor Golinelli, in cui il talento d’artista gareggia in modo sì splendido con quello di compositore. Il duetto dell’opera il Pirata che successe alla fantasia del sig. Golinelli ci fece conoscere nell’esordiente signora Grimoldi una giovane, che per qualità di voce c d’intelligenza promette di divenire una buona artista. Il Musich confermò l’ottima opinione che gli uditori aveano di lui formala nel tcrzetlo del Verdi. La Mallhcy canti) quindi con vivacità, con forza, con ricchezza di colorilo la cavatina della Maria di Rohan, e fu ricompensala dagli applausi più vivi. Il grazioso duetto del Matrimonio segreto di Cimarosa, che conserva, ad onta del tempo e delle frequenti ripetizioni, la sua indestrultibile freschezza, venne cantato da Marini e da Scheggi con un vero successo, c finì nel modo più plausibile la seconda parie. L’ammirazione degli uditori venne vivamente eccitala al principiare della terza ed ultima parte da ima fantasia di Boltcsini per due contrabbassi, che fu eseguita dal Boltcsini stesso c dall Arpesani, ambedue allievi del nostro Conservatorio. Se la brevità ci vieta di discendere a minuti particolari, essa peri) non potrà impedirci di lodare altamente la composizione di che non presenta qiiell’informe accozzamento di note, che è il troppo abituale breviario dei concertisti. L’esecuzione ne fu merav igliosa, e fece scoppiare a varie riprese degli applausi caldi e concordi, che non cessavano che pel timore che una troppo lunga interruzione diminuisse il magico effetto del pezzo. E impossibile il dire «piali clamorose acclamazioni irrompessero alle ultime battute, che lasciarono libero lo sfogo all’entusiasmo. Il Conservatorio ha diritto di rallegrarsi di questo trionfo, giacché niente più torna a suo onore (pianto il poter provare coll’evidenz.n di sì magnìfici risultati l’eccellenza dell educazione musicale che in esso vico compartita. L aria finale della Saffo fu splendidamente cantata dalla Tosi, ed infine il terzetto dell’Italima in Algeri, eseguilo dai signori Musich, Marini e Scheggi, chiuse, nel modo più brillante questa magnifica serata, che onorala fino al suo fine dalla presenza di S. A. I. IL rArciduehessa Vice-Regina del Regno LombardoVeneto riesci assolutamente degna e della Nobili* Società che la offriva e di quella imponente riunione di illustrazioni scientifiche che vi erano invilate. Bersi ani. ESPOSIZIONE bei PBonOTTi DELL’I^DLSTRIA LOMBAKDA Abticolo I. Piano-forti pubbliche e periodiche esposizioni

  • £p£)deH’industria in qualunque paese de6)@J^vono

valutarsi come la fonte della magzi: Per esse potino stabilirsi confronti fra lo stato attuale dell’arte e, quelli passali: l’esposizione ci permette di rilevarne Ì progressi, offre ai fabbricatori i mezzi di farsi conoscere ed apprezzare, e nel tempo istcsso di esitare più facilmente i loro lavori, (’(•citando inoltre fra loro la più nobile c viva emulazione. Dovunque le esposizioni vanno acquistando irnportanza ed estensione, c da’ governi vengon protêt le ’ - — — > [p. 158 modifica]r - do8 i e favorite. Quella di Parigi, giunta al più luminoso suo apogeo., è una straordinaria solennità nazionale» 1 cui risultali sono incalcolabili non solo per la Francia, ma eziandio pcr I"intiera Europa. Ci gode l’aniinp verificare come la ricchezza industriale lombarda vada progredendo di anno in anno. La presente nostra esposizione, in cui si ammirano oggetti i più notevoli, è degna di speciale attenzione. A noi incombe tener (pii parola solo de’ prodotti appartenenti alla musica o aventi rapporto colla belFarle; daremo principio coi pianoforti. Al clavicembali; il cui esile e strimpellante suono era il menomo difetlo, successe il pianoforte, 1 invenzione del (piale dalla maggior parte de’ più stimati autori vien attribuit i a Bartolomeo Cristofori di Padova, che nel 1710 aprì a Firenze una manifattura di spinette e di clavicembali, e nel 1718 ne immaginò uno di questi ultimi munito di martelletti e di congegni tali da farlo considerare come l’origine del pianoforte. Troppo lungo sarebbe indicare i miglioramenti introdotti di mano in mano nella fabhi icazione degli stroniciiti per una sala i più completi ed i più ricercati. Le altre nazioni ci sopravanzarono: l’Italia, paga dell’invenzione, sotto questo rapporto si mantenne in uno stalo di letargia, e, se qualche volta si scosse lo fu per istanti, ad interminati intervalli e senza prò- | durre dislinlc e durevoli conseguenze. La fama acquistata dai costruttori italiani non fu che municipale. Il Gervasoni ci serbò i nomi del Gherardi di Parma, dello Scappa di Milano, del Cresci di Livorno, del Viola e del Tadolini di Bologna, del Salvi di Genova. A questi tennero dietro Ponti, Elli, Prestiilari, 1 renlin (inventore del pianoforte organistico), Gilardoni, Tacconi che nel 4822 espose un pianoforte a voci tenute, Massera che immaginò il Panlofotio, Cattaneo, i cui sonori istromenti a coda potevano gareggiare con quelli d’oltreinonle, Vago, Bernasconi c suoi successori, Wciss, Riva, Sala, ccc. Tutti gli ora nominati ebbero od hanno non troppo fiorenti fabbriche nell’alta Italia: Milano fra questi ne conta non meno di undici. A Firenze il Ducei va estendendo la propria manifattura; ed a Napoli, ove concorsero varj artisti esteri, esistono quelle di Molitor, Demeglio, Breilschneider, Max, e Sievcrs, il più stimalo di tutti. Ciò nulla meno insignificante, per non dir nulla, è l’esportazione dalla nostra penisola, nel mentre l’importazione de’ pianoforti si mantiene considerevolissima, c pel loro acquisto siamo obbligati inviare ogni anno enormi somme a Vienna ed in Francia. Un tale, nostro stalo di passività commerciale ed industriale proviene dal nessun incoraggiamento accordato a lavori de’nostri fabbricatori; i quali, se dalla pubblica opinione non fossero avviliti, certamente non mancherebbero di costruire una lunga sequela d’istromenli: migliori de’ rari che con impegno compirono più pcr amor proprio che pcr conseguito interesse, e de’ non molli da essi fabbricati colla vista di poter vendere ai più bassi prezzi, onde almeno dall’economica attrattiva taluno venisse indotto a procurarseli. - Prendasi esempio dalla Francia, che prima della pace del 181 i ben poco travagliava e sempre mediocremente, c che in meno di l cent’anni si acquistò il primo rango per la fabbricazione del pianoforte in Europa, emancipandosi dal tributo che un dì largamente pagava all’Inghilterra ed alla Germania. - Dalla parte de’ nostri fabbricatori vuoisi tenacità e conscienziosità nel lavoro; da quella del pubblico buona disposizione pcr servire di stimolo e d’incremento ad una manifattura oramai ndispensab ile. I tre pianoforti esposti da Ambrogio Riva evidentemente fan fede di progresso nella fabbricazione indigena tanto per la qualità di suono, quanto per solidità, efficacia nel meccanismo ed eleganza esterna. Quello a coda, il cento cinquantcsimonono uscito dalla fabbrica Riva, presenta alcune dislinlc particolarità nella meccanica: i martelletti, non attaccali al tasto, con ingegno sono appoggiati sopra un solo telajo mediante, cambrette di legno che li tengono fermi, in modo da non poter batter falso c da dover percuotere sempre le rispettive corde neH’islcssa precisa direzione, c pertanto si evita l’inconveniente delle solite cambrette alla viennese che facilmente logorandosi, in pochi anni fan sì che il martello traballi c ne derivi un disuguale e spesso non giusto rispondere al tocco del suonatore. Anche nello Bmorzatojo di questo buono c bel pianoforte rilevatisi vari cambiamenti. Le corde sono tutte di acciajo inglese, - Nel pianoforte quadrilungo a piccola dimensione, in legno di noce intarsiato con acero e pavonasso, pure si riscontrano i martelli disgiunti dal tasto: il meccanismo vi è reso più fermo c pronto dall aggiunta di un confro-ntar/cf/c; l’armatura di ferro con lastra, ove sono attaccale le corde, assicura l’accordatura c dà alla voce un timbro brillanto e vibralo, di molto supcriore alla piccola mole dell’istromento dell’estensione di sei ottave c due tasti. Ciò dicasi eziandio dell’altro pianino a tavolo in frassino, copia di fra altro monica, a sci ottave e mezzo, fedele e ben riuscita quelli di Boisselot di Marsiglia, nel quale notasi la maggior dimensione, della tavola orlo scamparlo delle corde in sensi opposti ai consueti, i martelli diversi de’comuni e tutti assicurali al metallo. Il ribatter delle note, il trillo, il pianissimo riescono agevoli come sopra un pianoforte di gran formato, a cui assai si avvicina pell’oscillante suono. Della accordatura di questi tre istromenti si può bcnc“prcsagire. Ora che brevemente abbiamo accennato ai pregi de’ nuovi pianoforti del Riva, il (piale meritasi a preferenza elogi por le assidue sue cure nell’introdurre fra noi buona parte de’ perfezionamenti promossi in Francia, pcr essere imparziali non taceremo che ei potrebbe nella sua fabbrica operare nuovi miglioramenti ancora in (pianto ad uguaglianza ed omogenea robustezza ne’ suoni, non che alla prontezza c precisione nella tastiera ed alle solide proporzioni meccaniche. Diamo fine a questo primo cenno sull’esposizione col rivolgerci a’ nostri cultori di pianoforte, eccitandoli a non obbliare che anche in Milano esistono fabbricatori i cui prodotti ponno loro ben convenire tanto pel prezzo come per la qualità. Non è forse lusinghiero c lodevole intendimento quello di cooperare al vantaggio ed al successo di una manifattura patria? 1. Cambiasi. mr a oadob IH? FH.OlHt.VtmATlCl Sartlan/iiHilo. Melodraitinia <11 Pietro Rotondi musicato dal Conte Giulio Litio, ed eseguito dalla Migliora Abbuili" e dai Migliori Ali f ci, JFerri e Rigo. il die lu el corso di pochi giorni si die^dero sei rappresentazioni di ^questo nuovo lodato lavoro del Schiaro sig. Conte Giulio Litta: e la sesta fu anche f ultima} di rammarico a molti, che, altesa f impossibilità di poter procurarsi un biglietto d’entrata in quelle prime sere, dovettero rinunziare ad un sì gradevole trattenimento, inutilmente lusingandosi, come pure si aveva vociferato, che per tutto il corrente settembre si dovesse tratto tratto riprodurre. Or qui riteniamo inutile il dilungarci, col render conto del caldo plauso, del quale compositore ed esecutori giustamente venivano ad ogni nuova rappresentazione retribuiti dagli affollatissimi invitati. Ciò fu detto e ripetuto da tutta la stampa periodica. Accenneremo soltanto brevemente della musica. Questa nuova composizione adunque del Nobilissimo musicista rivela nell autore un progresso-, se non negli studj, nella larghezza del concepimento. Intendiamo di alludere al confronto del nuovo spartito coll’antecedente primo esperimento dello stesso sig. Conte Litta, dal titolo Bianca di Santafiora. E l’uno e l’altro abbondano di eleganti e ben appropriate melodie: le quali d’altronde nel primo forse più che nel secondo svariate e popolari. Ma Sardanapalo posto a paragone della Bianca ambisce al primato, come dicevasi, per niaggior vastità di concetto, vale a dire, per maggior unità d‘ idee, per più dotta disposizione di colori, infatti pcr maggior maestiia. o pratica che voglia chiamarsi. Aon diremo che la tinta generale della musica s’elevi a quanto di sostenuto il melodramma sembrerebbe richiedere: ma giova pur notare che non v’hanno bassezze, che le cantilene, se non sono grandi, sono costantemente interpreti fedeli della parola, e non guadagnatisi il plauso con altri mezzi che non sieno quelli della verità e della naturalezza. Questo dal lato carilo^ che la stessa cosa non può dirsi da quello dell {strumentale: il quale sembrò eccedere spesse fiate in frastuono, e il più delle volle senza palese motivo. La banda sul palco scenico troppo numerosa influiva più sensibile tale difetto. Dovremmo in vero una volta persuaderci a rendere ancora che gli effetti domandali al grido ed al frastuono sono ornai effetti perduti. Il signor Conte Lilla medesimo devesi pure essersi avveduto che i meno festeggiati de suoi pezzi furono appunto quelli, de quali base principale sembrava essete lo strepito. - Anche i cori di questo spartito difettano qua e colà di varietà di colorilo, nè sembrano avere (pianto vorrebbesi di caratteristico e marcato nella fattura. Ma tulio quanto concerne i cantabili de’ personaggi principali vi è distintamente lodevole. Poiché non isforzo di tessiture vocali, non esagerazione di grida, ma invece un canto chiaro, franco, gentile sempre, e soventi nobile. L’impasto dei pezzi in generale non può attendere al vanto di nuovo: veste però convenientemente la poesia, colla quale cammina sempre, direm così, di fraterna intelligenza. E non è in giornata lieve merito. Delle (piatirò parti, componenti il non breve melodramma, f ultima è la migliore ed è veramente di bellissima composizione. L’aria di Mirra in ispecial modo è bene ideata, ed improntala di qualche originalità nel primo tempo: la cabaletta è piena di vita, sviluppo e grandezza. E il pezzo capitale dell’opera: e potrebbe esserlo, non di questo solo, ma di molti e molli spartiti che godono fortuna ed onore. Destò viva impressione pure il duetto finale tra Sardanapalo e Mirra, che è infatti trattato e svolto con deliziosa gentilezza nell adagio. Aon garbami però in modo assoluto l’ultimo tempo mosso con cui si chiude il ben inteso unisono Addio terra! Molti altri brani degni di elogio potrei accennare, quali sarebbero il finale della parte prima, l’altro duetto tra i due succitati personaggi, l’aria del protagonista. la stretta del quartetto: ma non vuoisi dimenticare la nobile sortita di Sardanapalo sì grandemente adatta alla tonante voce del Ferri, e che si compie così solennemente colla bella frase sulle parole Già troppo di sangue bevette la terra E tempo che miti ritornino i cuor. E melodia ed esecuzione davano un lutto pieno di grandezza pomposa e, direi, regale. La poesia del nostro coltissimo Rotondi si svolge con facile e ben tessuta orditura. Il verso è mai sempre musicabilissimo. Alberto Mozzicato. [p. 159 modifica]— 159 O =-^-^.-7-7^--= ACCADEMIA IH CASA BRASCA (20 settembre). B manca lo spazio por poter estenderci come vorremmo, e come sarebbe dovere, nel dare mi dettaglialo ragguaglio di questo interessantissimo trnttcnimento, datosi la sera di Venerdì. Non vogliamo d’altronde toglierci la soddisfazione di farne almeno un breve cenno; poiché son così rare le occasioni che ci si presentano ili poter adoperare largamen’e e senza restrizione l’ufficio della lode, che non vogliamo lasciar sotto silenzio di queste una delle più belle c complete. Distintissimi dilettanti di canto componevano la parte vocale di quest’Accademia. Citeremo, senza aggiunta d’inutili elogi, i nomi delle sorelle Luigia Branca e Matilde Branca-Jtiva, de’Conli Antonio e Pompeo Beli giojoso e Giulio Barbò c del sig. Juva. La parte isti uinentalc componevasj di tre pianisti esimj: son essi la signora Branca-Cambiasi, cd i chiarissimi signori Gambini di Genova e Golinclli di Bologna. -1 pezzi vocali formas ansi dell’immol lale Rapataci, del bello e distintissimo terzetto della Mary Iterila d’Anjou di Meyerbeer, del delizioso quartcllino dei Puritani, del terzetto dell ’Emani, nc’quali tutta la maestria degli esecutori fusa in un assieme irreprensibile offriva un complesso di esecuzione, che rare volle è dato gustare. Alla categoria dei pezzi vocali vanno uniti altri due, cioè primieramente un Duellino intitolato a Pacco ed Amore, vaghissima composizione del nostro Alary, che veramente ed in questo e in molli pezzi che di lui conosconsi dà saggio di una bella e spontanea vena melodica, corroborala da fletta intelligenza. Questo duetto è svolto con assai bel garbo, c vince in effetto (e meritamente) mollissime applaudite composizioni da camera. L’altro pezzo vocale che ci resta a nominare è un Duello del prelato sig. Conte Antonio Belgiojoso, felice brano d’un suo sparlilo, che ancora noi non conosciamo, ma che da questo breve saggio fa assai bene presagire, di sè. Si ha lusinga che il signor (’.onte non tardera mollo a combinarne 1 esecuzione. Tutti j suoi ammiratori, e son molli, la attendono c desiderano impazientemente. Qual Irò pezzi di pianoforte vi furono eseguiti. Il primo fu una fantasia di Gambini sui Lombardi, da lui medesimo con hell’arte e vivo sentire eseguila. La Gazzetta ha già tenuto discorso con mollo encomio di questa bella composizione del pianista genovese nell’occasione in cui egli la faceva udire ai suoi concittadini, or sono pochi mesi. Ripetiamo volontieri, perchè giusti, gli clogj che furono allora tributali a questo pezzo. Le Reminiscenze sulla Norma, di Thalbcrg, venivano eseguile a due pianoforti dalla signora Cambiasi c dal signor Golinclli. L’esecuzione or tonante, or grave, cd or leggera cd aerea, e sempre perfetta, suscitò un diluvio di acclamazioni. Nè minori ne ebbe c ne. meritò la vivacissima Fantasia sulla Linda, uno de’migliori pezzi del chiaro Golinclli, eseguila da lui stesso con un tocco sicuro, ardito ed inspiralo. Uno ancora resta pure a notare de’ pezzi strumentali, ed è una recente Fantasia di Dohler sulla Favorita. E questo un pezzo nel quale la solila eleganza e brio di Dohler vi sono profusi, cd in cui son veramente rimarchevoli i due primi tempi, in sol c in mi bemolle, salvo il vero. 11 celebre pianista, che ben a ragione predilige questo suo parto, lo volle dedicalo alla signora Cambiasi stessa; nè, crcd’io, poteva egli scegliere un’esecutrice che meglio lo interpretasse. Noi abbiamo le cento volle segnalali i talenti ed i trionfi di questa esimia pianista; inutile sarebbe perciò sul suo conto ogni ulteriore elogio. In questa magnifica serata abbiamo pure avuto la soddisfazione di vedere c sentire uno de’ nuovi piccoli pianoforti di Herz. In verità, quest’è forse la prima volta, in cui, parlando di questa nuova invenzione del signor Herz, abbiamo trovato le lodi de’ giornali francesi non esagerale, c forse anzi al di sotto del merito. A vedere codesto islromento di sì piccola mole fa sorpresa tutta la forza cd il volume di suono che lo si ode emettere. Le si potrebbe paragonare anche in forza ai più grandi di Pleyel o Pape, inutile P aggiungere che i migliori e maggiori pianoforti di Vienna, posti a contaito, restano ecclissali da questo loro piccolo e modesto rivale. Ora che i signori Branca hanno finalmente ripatriato, giova sperare che la buona musica intima rivivcrà. Ed in vero non v’ha famiglia sotto tale ri_ guardo in tutta Milano maggiormente benemerita di -rjv questa. Alberto Mazzucato, — LETTERA Al signor Bartolomeo Montanello intorno ad alcune obbiezioni da questo mosse contro il iti templifleatione cograflea di Giuseppe Raymond. Signore! ervcnulami, non ha guari, la vostra Lettera al sig. Giovanni Ricordi, ho veduto con piacere l’esame ragionato che fate del mio opuscolo, c l’approvazione che date a gran parte di esso: di che non posso abbastanza ringraziarv i. Se nonché, quasi come per comprovare la sincerità degli elogi che mi compartite, non vi siete arrestato dal dar di piglio alla sferza della critica, c siete andato censurando alcuna delle innovazioni da me proposte; quelle, cioè, che sono contrarie alle vostri*, o che per sè medesime ritenete mal fondale od inutili. lo non mi adonterò mai di ima critica appoggiata dal raziocinio, c tanto meno della vostra, che avete saputo condire della più squisita urbanità: all’incontro non sarà discaro a voi ch’io esponga le ragioni, per । le (piali, non ostanti quelle clic avete addotto contro ■ di me, io persisto ni ll’opinare sì medesimamente dopo la vostra lettera summenzionata, come prima, in rii guardo ai punti da voi messi in controversia. La vostra prima obbiezione verte sull’irregolarità nella distribuzione delle note entro il mio rigo. S’clla non riflettesse altro che l’irregolarità considerata in sè medesima, senza verun rapporto alla pratica della musica, permettetemi di dirvi francamente che io crederei di non dovermi stillare menomamente il cervello per confutarla: giacché, essendo le mie linee intermedie non compiute, ma solo iniziale, ed essendo esse quivi, dirò, non in qualità di linee, ma di segni alti a far distinguere la quiddità delle note, è evidente come a nulla affatto importi la perfetta regolarità nella distribuzione, di esse, e per conscguente delle note. Ma 1 obbiezione acquista peso dal momento che accennate l’irregolarità che nc deriva ncH’esprcssionc degl’intervalli. Per rispondervi a questo riguardo, io domando: A conoscere un intervallo nel momento deifi esecuzione giova egli il calcolare il numero di lince e di spazi che separa le due note costituenti l’intervallo? lo non credo: perciocché, senza dire che in j molti casi, attesa la rapidità dell’esecuzione, siffatto calcolo non potrebb’essere sperato, la precisa grandezza di un’intervallo non si misura con la semplice intuizione della grandezza dello spazio che separa le due note, bensì dall’apprendimento delle due note, combinalo con la cognizione già prima acquisita, e passata in abitudine, che, verbigrazia, do-rc è una seconda, do-mi è una terza, do-fa una quarta, ecc. Onde la cognizione degl’intervalli è strettamente collegata con quella delle note, e, dirò meglio, al tutto ne dipende: onde, conosciuta senza pericolo di errare la I quiddità delle note, si conosce con la medesima sicurezza quella degl’intervalli. Anzi, se la cosa è in questi termini, e se io vi dimostro che nel mio sistema la cognizione delle note । è incomparabilmente più facile ad acquistarsi, ed acqui; sita, incomparabilmente più ferma che nel sistema j usato, nc verrà per naturale conseguenza che la stessa irregolarità, di che mi accusate, porta la massima luce J all’evidenza degl’intervalli, anziché l’oscurità da voi pretesa. La (piale dimostrazione non mi par difficile a farsi, solo che v’inviti ad osservare, come dalla somiglianza delia posizione delle ottave ne emerge che, imparate se’te note, sono imparate quante mai si contengono nel sistema musicale, qualunque sia T estensione a cui pcr avventura sia pcr esser portalo: lad। dove nella musicografia comune, imparate selle noie, | sono imparate selle note, c nulla più: bisogna iniI parare tulle le altre ad una ad una. Quale immenso vantaggio! A fronte di questo ovvi meraviglia s’io vagheggio l’idea di presentare eguale la posizione delle ottave? Vi confesso clic quest’uguaglianza di posizione, che pare voi abbiate in poco conto, è sempre stala da me ritenuta come uno degli oggetti principali pcr cui il sistema di Guido re o clamava una riforma: perocché dalla mancanza di essa uguaglianza ripete appunto la sua maggiorc’eomplicazione. Ma il problema era difficile a sciogliersi; anzi, al punto di vista in cui lo riguardate voi, cioè a quello di conservare le linee, e di ottenere uguale la detta posizione, io sono con voi, e il ritengo come insolubile. Perciò io dovea necessariamente prendere il partito di eliminare parte delle linee; e questa necessita, se male non mi appongo, è tornala profittevole alle mie viste di semplificazione. Di fatto, se non v ha luogo a dubitare che la configurazione individui le note meglio che la posizione, da questo lato il mio sistema vince il guidoniano; e tanto più perchè l’ordine ascendente e discendente vi è conservalo senza la complicazione delle linee, e le mie scile note riescono ben distinte senza l’ineonv cnicntc di una configurazione selliforme. Le quali proprietà, unite con la facilita e I evidenza che emanano dall’uniformità delle ottave, compensano abbondantemente la stessa pretesa interruzione (fi ordine. Imperciocché infine il merito di qualunque sistema musicografico non è riposto nella regolarità di un principio, sibbene nella semplicità dei resultati; e semplificare, nel nostro caso, non significa precisamente diminuire il numero dei segni, ma segnare un metodo, mercè il quale essi riescano più prontamente intelligibili: rendere chiaro e facile è semplificare. cilamente risposto alla vostra seconda obbiezione riguardante il dovere appor lineette quasi ad ogni nota. Un’altra ve ne sarebbe in ciò che voi dite, essere assiti difficile, il situare colla penna le nate a posizione giusta fra quelle due linee: ma a qucsla troverete la risposta bell e falla nell’annotazione posta appiè della pagina a’i del mio Saggio. Onde passiamo all’ultima. Voi non approvate i segni da me proposti per distinguere gli accidenti: or bene, io vi dico ch’ci sono non solamente più semplici, ma più razionali c meno equivoci che nel sistema usato. Sono più semplici, e basta guardarli per conoscerlo; sono più razionali, perchè analoghi al procedimento ascendente e discendente dei semiluoni da essi rappresentali; sono meno equivoci, perchè inerenti alla nota stessa, e perchè non v’è pericolo d’ingannarsi di linea o di spazio, tanto nel leggere quanto nello scrivere, siccome non di rado avviene nel sistema in uso. Che se d altra parte giova il contrapporre opinione ad opinione, eccovi un brano di lettera a me diretta dal sig. Enrico Herz: a 11 vostro sistema di notazione» egli dice a parmi assai chiaro, e fra i numerosi min glioramenli ivi indicali, c che potrebbero facilmente h passare nella pratica, ho specialmente annotalo quello h che consisterebbe nell indicare gli accidenti con una n lineetta nella nota medesima, sia ascendente per riniti piazzare i bemolli, ecc. h. Prima di terminare qucsla lettera, permettetemi di dirvi, o Signore, che nel mio Saggio non ho voluto in nessun luogo far eco a veruna delle vostre proposizioni: perciocché il detto opuscolo era compiuto molli mesi prima della pubblicazione della vostra Lettera al sig. Giovanni Ricordi, siccome possono testificare i signori Donizetti, Herz, Luigi Rossi e De-Lafage, ai quali ne diedi lettura fin dall’autunno del 1842. Gradite, o signore, ecc. Vostro devotissimo Giuseppe Raymond. L’i Parigi, il 2 di Giugno 1844. Ne vengono dirette le seguenti OSSERVAZIONI Nella Gazzetta n.° 55 si dice che a Wiesbaden il signore e la signora Eccelli di Firenze avevan diretto un concerto nella loro qualità di artisti di musica. - Relativamente a ciò è da sapersi che artisti mascolini di musica chiamati Uccelli non se ne sono O mai conosciuti in Firenze. Al contrario vi è notissima la signora Carolina Pazzini vedova Uccelli, che da dilettante si è voluta fare artista maestra di musica, e la figlia sua, altra volta chiamata Emanuella e che ora si fa chiamare Emma, artista cantante il soprano. [p. 160 modifica]- 460 Nell’articolo intitolato Bibliografìa, stampato nello stesso foglio, all’ultimo versicelo di esso si dice, clic l’associazione di Rìcci c Fioravanti per iscrivere duetti o//re speranze per l’avvenire dei loro autori. Rispetto a che è da avvertirsi clic queste speranze sono restate disgraziatamente tronche in sul nascere. - Birci, in fatti, buon dilettante, per professione legale, datosi alla carriera degli impieghi governativi, ed esercitandone. uno nel ramo giudiciario, difficilmente potrà ormai godere di bastante agio e liberta per occuparsi di musica. - Per Fioravanti poi la storia è più trista, poiché finì, non ha mollo, immaturamente la sua mortale carriera. Ecco relativamente a lui alcuni cenni biografico- necrologici: Filippo Fioravanti nacque nel 27 maggio 1800 da onesti genitori a S. Angelo in Vado. Fin di buon ora si diè allo studio della musica, coltivando specialmente il suono del violino, in che giunse a non comune perfezione. Fu buon direttore di orchestre, e a tal ramo dell’arte si dedicò specialmente. Roma, Bologna, Ferrara, Sinigaglia, ccc. lo applaudirono in tal qualità. Finalmente fu eletto pubblico precettore di musica nella città di Arezzo in 1 oscana. La visse gli ultimi suoi anni stimato e festeggiato generalmente da quei cittadini, presso i quali con tutta l’alacrità c la perizia si esercitava nel disimpegno del pubblico ufficio di che era onorato. Dopo lunga c fiera malattia chiuse la sua vita mortale il dì 18 dicembre 1815 in età di quaranlatrè anni, cd in Arezzo ricevè pubblico ed onoralo sepolcro. - Oltre il suono si era occupato con qualche successo della composizione, e oltre le lunazioni, di cui ha tenuto parola la Gazzetta Musicale, si hanno specialmente di lui alcune ovcrturc degne di qualche elogio. N. N. GAZZE7TI1T0 Z3TTI1CA1TALZ I»K.TIII.ANO -o-^JQcg-o— L’opera di Sanelli non verrà rappresentata se non che in Novembre. Intanto ne vien detto che si appronti il Giuramento colle signore Gruitz ed Angri ed i signori Cinzani c Fallaceli. - Emani e Prometeo chiamano la folla al teatro, che rigurgita di gente nel più stretto senso delia parola. — Si ha lusinga di udire fra pochissimo in un concerto pubblico il grande pianista signor Golinclli. Siamo certi che non gli mancherà buon numero di uditori c di plausi. — Si vocifera pure clic voglia dar saggi di sé anche l’egregia arpista-cantante signora Berlucal. E distintissima artista, che tratta l’arpa come qui pur troppo non se ne ha idea. NOTIZIE — Aix-la-Chapelle. Noi possediamo in questo momento il celebre violinista Ernst; i due concerti che ha già dati hanno attirato la folla elegante riunita alle acque. Egli è difficile farsi un’idea dell’entusiasmo che quest’eminente artista ha eccitato nel pubblico: la sua fantasia sul Pirata e sul Carnevale di Fenezia sono stale ridomandate, e già egli annunzia un terzo concerto prima della sua partenza. — Colonia. Trovasi in questa città il celebre pianista compositore Moscheles. Quanto prima partirà alla volta di Magonza, si tratterrà a Stuttgart c a Carlsruhe, e dopo un’assenza di sedici anni visiterà Vienna. ove ha celebrati sì grandi trionfi. Moscheles viaggia colla moglie e colla figlia. Quest’ultima suona bene il pianoforte. — Cremona, Sembra clic le piaghe vogliano a poco a poco rimarginarsi. 1 cantanti vengono accolti un po’ più favorevolmente, e per conseguenza V Emani si comincia a gustare meglio che prima. — E.’ts. I tre concerti che Teodoro Diihler ha qui dato furono de’più brillanti; tutta la società fashiunable vi ha assistito; il principe Federico di Prussia, la principessa di Cobonrg. i principi di Sassonia, ece. vi furono presenti; applausi frenetici accompagnarono la tarantella, la polka, le fantasie su’ motivi della Lucia e della Favorita del celebre pianista: nell’esecuzione 0 della Chasse di Stefano Heller, egli ha spiegato tanto estro c bravura che se ne chiese la replica. Ddhler e ’ partilo per Baden. Si unisce a questo foglio il pezzo mini. 7 dell’A ISTOLOGIA. CLASSICA MUSICALE jO ■-.: — ■■ ■

Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Musicale di Giovanni DiCOït»! Contrada degli Omcnoni N. 1720, e sotto il portico di fianco all’I. K. Teatro alla Scala. — Lipsia. Il teatro, ristaurato e decorato con lusso e buon gusto, è stato aperto al pubblico. La decorazione è a fondo bianco ed oro; I’ interno delle logge è rosso: l’addobbo della scena èd’una ricchezza estrema. La riapertura è stata fatta col Don Carlos; la rappresentazione ebbe principio coll’ouverture del Jubel di Weber. Il 12 agosto ebbe il Don Giovanni completo successo. I cori, i pezzi d’assieme, l’orchestra, lutto a meraviglia. L’entusiasmo era tale che non si aspettava il finire degli atti per chiamare gli attori. La signora Mayer di Vienna (donna Anna] è una cantante di primo ordine. Il pubblico di Lipsia prende un sì vivo interesse ai piaceri della scena che quasi lutti i posti sono già comperati. — La Conquista di Granata, grand’opera romantica che il maestro ili cappella Nolzer sta componendo, deve andar in esecuzione quest’anno. — Luco. 11 7 corrente si diede il Tempiario di Nicolai ed ebbe buon successo. Lo eseguivano la Marini, l’Angelini, Mirate, Crivelli e Tabellini. — Madrid, 14 agosto. Un’opera di compositore spagnuolo già noto al teatro, don Hilarion Eslaba, è stata data sotto il titolo di Las Treguas de Tolemaida. Il successo ha risposto al merito, secondo che rapportano i giornali di quel paese. — La Favorita di Donizetti venne or ora rappresentatala con gran successo al teatro del Circo. — Malaga. Il 20 d’agosto la Società Filarmonica ha tenuto la sua prima adunanza. — Parigi. Leggesi nella Revue et Gazette des Théâtres: «Le successive rappresentazioni d’Othello all’Opéra hanno completamente giustificato ciò che noi avevamo detto della prima. 1 cantanti operarono meraviglie. Certamente essi non hanno superato i loro predecessori Italiani nel canto e nell’agilità, ma hanno interpretato come meritava l’opera À’Othello, la quale, soprattutto, è lavoro drammatico, e deve quindi essere eseguita drammaticamente. Sotto questo rapporto, i nostri cantanti meritaronsi lutti gli elogi». — Richard en Palestine de’ signori Saint-Georges e Adolfo Adam, sarà rappresentalo il 2 o il 4 del mese prossimo. — Marie Stuart, opera in cinque atti de’signori Th. Anne e Niedermeyer, sarà data entro il mese di dicembre. - Il tenore Gardoni, come fu detto, farà la sua prima comparsa in quest’opera. — La prima opera in tre atti che dar devesi all’OpéraComique è intitolata Charte Fanloo; il signor Monitori ne ha scritta la musica. — Thalberg è arrivato a Parigi. — Pestìi. Giorgio Papp, fanciullo di dodici anni nell’Istituto de’ciechi, si distingue per un eminente talento musicale; egli suona assai bene l’organo, ed ha già composte alcune fughe pel suo istromento ed anche una Messa, ALTRE COSE — Emilio delI Ovest di Prudent visita trionfatore i dipartimenti Francia; egli ha dato un concerto a Nanles, ove è sempre accolto con entusiasmo. — Enrico Vieuxtcmps trovasi alle acque diConnstadt a Wurtemberg per ristabilimento della sua salute, alterata dalle fatiche del suo viaggio in America. Egli fece ultimamente sentire nei salons del duca Massimiliano di Baviera ( compositore di polke c di valzer che si sono eseguiti al festival dei Campi Elisi ) la sua fantasia inedita il Yankee Doodle (Rimembranze di America): si mette questa composizione nel primo rango fra quelle che nan fondata la reputazione del celebre violinista. — Leggesi in un giornale francese:» A proposito dell’annunzio del nuovo istromento inventato da un capitano di genio inglese, operante col mezzo dell’aria compressa, la priorità è dichiarata in favore del signor Sax, che ne aveva presentato uno or son tre anni, del medesimo genere, ma che supera, dicesi, di molto il suo concorrente per la semplicità della sua costruzione. Si rammenteranno le facezie di diversi giornali all’occasione di quest’istromento a vapore che doveva avere una sufficiente potenza per farsi sentire da tutta una città, e far danzare i giorni di festa ad una intiera popolazione la polka, la cachucha, la mazurka, ciocché sarebbe stato cosa assai aggradevole. La verità é che quest’apparecchio è semplicemente una specie di tromba, o portavoce ad ancia libera, la quale messa al posto del fischio । che si trova nelle locomotive delle strade ferrate e nelle i macchine de’ battelli a vapore servirà a trasmettere dei segnali o degli ordini ad una grandissima distanza col mezzo di un padiglione mobile che dirigerebbe la voce dell’istromento verso il punto ove sarebbe utile farlo sentire. Si comprende così di qual vantaggio sarebbe ) un istromento simile per domandare all’uopo dei pronti soccorsi, allorché un grave accidente arrivasse ad una certa distanza da un luogo abitato, e noi pensiamo che sarebbe bene farne seriamente degli esperimenti»., — Leggesi nella Revue et Gazette des Théâtres: • Seuil tiamo con soddisfazione che i costanti sforzi del sig. Sax ottengano i più onorevoli suffragi. I signori Rotschild e! Gudin ed i più abili artisti s’interessarono alla sua fabbrica di strumenti a fiato. Tulli conoscono il bell’esito ottenuto da’ suoi islromenti clic la famiglia inglese Distili fece lesté sentire in Germania c che va ancora a far conoscere a Brusselles e a Londra; laonde si attendono col più vivo interesse gli strumenti nuovi che il signor Sax sta fabbricando per una società d’artisti che s’è formata a Parigi espressamente per farli sentire. e preparare così una completa rivoluzione nella musica li d’armonia». — I fratelli Balta sono di ritorno a Parigi. — Dopo essersi riposato dalla sua lunga escursione in Russia, il violinista Hauman va a mettersi in viaggio pel Belgio e per l’Olanda. — Liszt doveva essere di ritorno a Parigi verso la metà di settembre, per riposarsi dei brillanti successi ottenuti in tulio il mezzogiorno della Francia. — La musica si propaga di più in più; in questo ® momento si sta costruendo un teatro a Pera, dietro autorizzazione del sultano, il quale pagherà la maggior parie delle spese per avere un’opera permanente nel suo palazzo. — Un negoziante di musica, C. Bote e Bock di Berlino, è stato testé condannalo a sci cento franchi d’ammenda o a quattro settimane di prigionia, e ai danni ed interessi, ece., per aver contraffatto i solfeggi di Bordogni e di Nava, sol l’altro nome. Ecco una prova evidente che i tribunalidi Prussia proteggono i diritti degli stranieri al pari di quelli degl’indigeni. — Leopoldo Maycr, che ora trovasi a Londra, partirà alla fine del corrente mese per l’America. ÏÜOVE PIMLICAZIM1 MI NIC ALI DELL’l. R. STABILIMENTO NAZIONALE PR1VILEG.0 Di GIOVANNI RICORDI pour Piano et Violoncelle SLR L’OPERA I LOMBARDI de VERDI PAR 16197 Op. 39. Fr. G 50 MHH8M pour Violoncelle avec accompagnement de Piano PAH I6G50 Op. 38. Fr. 3 — OPERE REPENTI DI mo mm 16215 Divertimento per duc Trombe c । due Tromboni sopra motivi d’Opere recenti. Fr. 5 — ! 46064 I*ot-j>ourri per Flauto, Oboe, Clarinetto e Fagotto sopra molivi d’Opere le più recenti n 5 50 16214 Divertimento per due Trombe c Trombone sopra alcuni molivi delF Opera La Figlia del Reggimento n 3 — 16570 Diletto (So per prova il tuo bel core) e Terzetto (Vivo non t’è concesso} nell’Opera Maria di Rohan di Donizetti, ridotti per Flauto, Clarino e Pianoforte.....» 5 — 16568 Preludio e Dilettino (Ah! così santo a/fetto) nell’Opera Maria di Rohan di Donizetti, ridoni per Flauto, Clarino c Pianoforte.... n 2 10 16569 Duetto (Ah! no l’inganni.. ascoltami), nell’Opera Maria di Rohan di Donizetti, ridotto per Flauto, Clarino c Pianoforte» 2 10 GIOVANNI HICOICDI IDITORL-l’ROl’RlITARIO.