Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 39

N. 39 - 29 settembre 1844

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[p. 161 modifica]- 161 B, © GAZZETTA MUSICALE © lì!,f! ANNO III N. 39 DI MILANO DOMENICI 29 Settembre 4 844. Si pubblica ogni domenica. — Nel corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pezzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in 4.° di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Antologia classica musicale. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2000 pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 150 pagine, e questi vengono dati f/ratis all’atto che si paga l’associazione annua; la metà, per la associazione semestrale. Veggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno lì, 1843. Za musique, par des inflexions vives,accentuées, et, • pour ainsi dire, parlantes, exprime toutes les pas» sions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des sen• timents propres à l’émouvoir.» J. J. Rousseau. Il prezzo dell’assoc.iazione alla Gazzetta c alla Musica è di elTetlive Austriache L. 12 per semestre, ed effettive Austriache L. <4 affrancata di porto fino ai confini della Monarchia Austriaca: il doppio per L associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio Ricordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso ITUlicio della Gazzetta in casa Ricordi, contrada degli ()mcnoni N.° 1720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Lllìci postali. — Le lettere, i gruppi, ce. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMARIO. I. La musica e la lingua. - IL Ridotto dell’I. R. Teatro alla Scala. 1. Accademia di madamigella Bertucat. 2. Accademia del pianista Golinclli. - 111. Il testamento ni luigi van Beethoven. - IV. Alla redazione della gazzetta musicale. - V. Gazzettino SETTIMANALE DI MILANO - VI. CARTEGGIO PARTICOLARE. VII. Notizie. - Vili. Altre cose. - IX. Erratacorrige. - X. Nuove pubblicazioni musicali. na raw a aa anam (Continuazione c fine. Vedi i N. 29, 51 c 00). © t^jpriva di canti nazionali: ciò ^jQnon proviene certamente dalla slingua, ma da molle circostanze unite insieme. In generale sembra che i canti nazionali abbondino fra i popoli pastori o guerrieri, nei paesi montuosi o marittimi, anzi che fra i popoli agricoli o manifatturieri. La vita poco laboriosa che vivono i pastori per lo più in paesi alpestri, nei quali la natura sommamente svariata è piena di notevoli accidenti, li porla naturalmente a cantare per passatempo e detta loro canti d’amore. I popoli guerrieri nei loro ozj. che pur son molti, rammentano i pericoli affrontali, le vittorie riportate, i compagni d’arme periti nelle battaglie: tutto ciò esalta la loro immaginazione, e li porla a cantare quella storia nella (piale hanno tanta parte. Nè manca d’ozj. di pericoli, di memorie, di fortissime emozioni l’uomo di mare, quindi aneli’ esso lia i suoi canti. Non così l’agricoltore e l’operajo, i quali, sudando ogni giorno sui campi o nell’officina, non interessati ai movimenti politici se non quanto questi possono favorirli o danneggiarli, e in ordine ai quali sono essi enti puramente passivi, la stanchezza toglie loro il fervido immaginare, e se alcune volle cantano, la loro canzone non fu creata dal loro cuore: essi l’hanno appresa dal girovago cantastorie. Tale è la condizione della maggior parte d’Italia: ma cercate le Alpi e gii Appennini, visitate le isole e specialmente la Corsica, le coste marittime, le Calabrie, il golfo di Venezia, e troverete i canti nazionali e troverete che il popolo italiano non solo -

canta, ma in molli luoghi è per di più eccellente poeta improvvisatore. Ciò significa soltanto che la musica è un bisogno comune a tutti gli uomini, di qualunque clima essi siano, ed in qualunque grado di civiltà sen vivano. La lingua che essi parlano non è quella che dà il carattere alla musica nazionale, ma l’una e l’altra si modificano secondo i costumi, le leggi, il suolo, e in una parola secondo le circostanze (Fogni popolo e nazione. Ed è perciò che farebbe cosa utilissima ali arle dii si adoperasse a raccogliere tali canti nazionali rendendoli di pubblica ragione, trascritti con tutta esattezza e nella loro vera tonalità, con una traduzione letterale i al fianco sussidiata da opportune note e - schiarimenti sulla storia, sulle credenze, | sulle abitudini stesse di ciascun popolo. Qual tema eli seriissime meditazioni non sarebbe questo per gli artisti professori di musica! e quali più intimi rapporti non si scoprirebbero della musica e della lingua coll’uomo! <O. Ma sebbene sia da non pochi sentilo il bisogno di studiare nel popolo per ricondurre le arti sulle vie infallibili della natura, e adattarle ai suoi bisogni, vi vorrà ancora assai tempo perchè esse raccolgano buon frullo da tali meditazioni. Intanto vi sono altri studi! a farsi dai maestri compositori e dai lirici onde intendersi a vicenda, e quello delfintima natura della musica non è meno necessario al poeta lirico che mira ad utile scopo, di quello possa esserlo pel musico lo studio della lingua. La parola ed il suono sono due modi di manifestazione dati alla vitalità per espandersi ed irradiarsi sulle vite circostanti: ma la parola isolata, la parola scritta è meno ministra deH’affèlto che dell’intelligenza, del sentire che del sapere: essa ha bisogno che il lettore le appresti un suono, la di cui potenza è maggiore là appunto ove inen vale la parola. Avvi una via, percorrendo la quale la poesia e la musica si giovano a vicenda} questa è la via dell affetto: ove questo face la musica non ha più suoni, e quest’arte che potrà seguire il pensiero quando penetra gli abissi e quando poggia nell’allo di i cieli e si affaccia al trono dellEterno. in(1) II chiarissimo sig. Tommaseo ha intrapreso di ’ pubblicare molte, interessantissime poesie da lui raccolte fra il popolo di diverse parti d’Italia. Possa altri imitarne l’esempio, ed aggiungervi le melodie. 1 ciampa e cade davanti ad un’arguzia, ad un meschino gioco di parole. O poeti, la parola non può segnarvi il preciso punto in cui comincia o finisce la potenza della musica: ma ponetevi sulla via dell’affètto, che è pure nobilissima via, e la vita che la musica darà ai vostri versi varrà a farli intendere ai mille che non li avrebbero nè letti nè osservali. In questa via, ed associandovi alla musica, vi e una missione a compiere altamente morale, quella di combattere 1 egoismo, di far gustare la soavità delle dolci emozioni, di migliorare gli uomini disponendoli ad amarsi, e spiritualizzandoli nella contemplazione del bello, per cui si giunge d un passo a quella del vero. Vi pajono soverchie le esigenze della musica? Studiatene i limili, 1 indole, la potenza’, imparerete a sceverare quelle dell’arte dalle ridicole pretese di artisti male istruiti: rispettale le prime, le (piali non impedirono a Metastasio di meritare fama di grandissimo poeta: non curate le altre, e avrete reso un segnalato benefizio all’arte stessa. La grazia, Farmonia del verso, che vi son cosi utili per insinuarvi negli animi, sono un dono fatto dalla musica alla poesia. La musica non vi prescrive tale o tal altro metro} ma se, non contenti delle regole apprese alla scuola, e non fidandovi dell’effètto che possono produrre leggendoli e declamandoli, apprenderete a provare i vostri versi cantandoli, e studierete qual forza di espressione sia riposta nel ritmo musicale, e (piale urto disgustoso vi produca il più lieve disordine negli accenti, apprenderete una giustezza, una pulitura, una grazia attraente, che faranno vostri gli animi più schivi. Voi per altra parte avete sul musico un grande vantaggio nella libertà della scelta, che potete fare a vostro talento, dell’argomento. dei pensieri, dei concetti} mentre egli deve. a così esprimermi, negare sè?ì! i stesso per trasformarsi in altrui: egli è ben giusto adunque che voi tutto l’ingegno adoperiate per trasfondere in lui fanima vostra, la vostra mente, i vostri affetti, sicché egli immedesimandosi con voi possa unire alle vostre le proprie forze per farvi dominatori di chi vi ascolta. Al poeta il disegno, al musico il colorito: al poeta ii pensiero ed il corpo nudo, al musico il dargli le apparenze di vita, il movimento, e la veste. Ed a quel v Q i’ [p. 162 modifica]- 462 RIDOTTO DELLE R. TEATRO ALLA SCALA (24 settembre) modo che accade nell’opera del pittore, la quale riesce perfetta quanto meglio s accordano 1 invenzione e i esecuzione, le linee e i colori, fespressione colla giustezza delle forme, accadrà dell’opera del musico con quella della poesia, se appariranno muovere da un solo pensiero, da una sola intenzione. Il bello è la manifestazione del vero:, ma. il vero essendo uno, ogni disaccordo nelle sue apparenze, ogni contraddizione lo offusca, lo annienta. Raiìio.ndo Bouciieiion. Aceiideniin di madamigella Bebtucat l r padroni del proprio istromento, conoscerne tulle le singole risorse, (rallare le difficoltà di meccanismo solo come mezzo c non come scopo per conseguire effetto, infondere vitalità,, e. fuoco nella esecuzione mercè un varialo e squisito accento, sono le precipue doti di un compililo suonatore, Madamigella Bcrlucat in due pezzi colla maggior grazia e con invidiabile facilita eseguili sull’arpa provò di esser fornita di questi onorevolissimi requisiti, generali applausi ottenendo dalla fiorita adunanza, che proruppe pure in acclamazioni allorché la stessa valente artista, lasciato da banda il poetico suo istromento, schiuse la sua voce a modularc’gradilc melodie di Bellini c Donizelli. La Bei luca! spiegò non volgare sensibilità e delicata soaGla nel suo canto. La vezzosa francese si assicuri) un doppio trionfo presso i suoi ammiratori. Nell’isli’ssa accademia per la prima volla in pubblico ci fu dato ammirare la bravura del pianista Gambini in un eccellente capriccio da lui stesso composto sopra i più favoriti motivi de. Lombardi, del (piale pezzo rcplicatamenle già si ragionò in questo giornale. Fra i cantanti si distinse il TafTanelli, poi il Terrari cd il Loglio. Il concorso avrebbe potuto essere più numeroso. li. Accademia del pianista S. Golinelli (26 corrente) Dovunque con fanatismo si esaltano i pianisti d’oltremonte non senza sconoscere il merito degli italiani. A sentire certi filarmonici entusiasti di Germania c di Francia sarebbe a (pici paesi esclusivamente riservalo il vanto di saper comporre per pianoforte, cd ivi solo si troverebbero i grandi esecutori. Se si volesse prestar fede a questi detrattori dell’arte nostra non ci rimarrebbe più che prostrarci davanti al genio oltramontano, deplorando la triste nostra condizione islromentalc.... Certamente nessuno più di noi apprezza la meravigliosa forza, Io slancio c I’ appassionata espressione dell’insuperabile Liszt, la finitezza, chiarezza ed imponenza di Thalbcrg, l’elegiaca poesia di Chopin, la magistrale profondità di.Mendelsshon: ma nel mentre rendiamo alla scuola tedesca tutta la giustizia che si merita, incorreremmo forse la taccia di temerari e ài parziali se proclamassimo che eziandio F Italia ha prodotto de’ pianisti eminenti? (immettendo di rivendicare i nostri dritti nel passato, reso per noi sì luminoso da un Clementi, il padre del pianoforte, ci sarebbe agevole a questo proposilo ora segnalare varj giovani d’ingegno c di abilità che a tulio agio potrebbero competere con varj artisti in Francia tanto celebrati. Per non allungarci di troppo ci limiteremo a nominare semplicemente: un Dohler, dalla desinenza Sc= del nome da molli supposto tedesco cd annoverato fra le sommità pianistiche oltramontane, l’Italia in certo qual moilo privando di una delle più splendide sue glorie, un Golinelli, l’eroe del concerto di cui stiamo per render conto, ed un Gambini il prode rivale di (jUCSli. Non sono ancora quattro anni che opere di Stefano Golinelli da Bologna noi c già ci vuol essere annoveralo fra pianisti compositori della nostra epoca. il nome c le pervennero a i pili preclari L’organizzazione musicale di lui non poteva esser migliore: i suoi studj furono perseveranti cd al più nobile risultalo direni. Delle qualità sue come autore cd esecutore abbiamo dctlagliatamcnlc trattenuto i nostri lettori nel numero 49 (anno primo) di questa Gazzetta, nè (pii gioverebbe ripetere il già detto. Al giovane Golinelli sta innanzi una carriera di onori; non ha che volgere i suoi passi a Parigi, nella capitale artistica d’Europa ove gli eletti ingegni sogliono venir fregiai; d’adeguale corone. Golinelli felicemente aprì l’accademia colla sua fantasia inedita sulla Sonnambula, nella quale le penetranti cantilene belliniane sono adornale da’passi eleganti, aggradcvoli e sonori. Quindi con plauso vennero consecutivamente eseguite tre arie: l’una dal sig..Mairani, l’altra dalla gentile signora Baumann e la terza dall’animalo signor TafTanelli, - Fu magnifico studio ad oliavo. ribaltale, alternate fra le due mani, il primo della raccolta pochi mesi or sono pubblicata presso Ricordi, dall’abilissimo pianista inlerpretossi in modo sì inspiralo, toccante c finito che gli ammirali uditori ad accondiscese, operando nuovi prodigi ed elevandosi ad emulare Liszt, Thalbcrg c Dohler ncll’islesso teatro in pria tanto acclamali. Questi studj vanno annoverali fra i migliori lavori de’noslri giorni: le, bellezze di arte c di sentimento di cui ridondano debbo» far tacere gli invidi. De’ dodici studj del Golinelli il Troupenas a Parigi fece una ristampa: ad essi la famosa Gazzetta di Lipsia c varj giornali francesi accordarono clogj. L’aria della Gemma di Vergy cantata dalla signora Moicani, dalla teatrale voce e dal teatrale metodo, precedette il nolo capriccio sulla Lucrezia lìaryia. Poscia la esperta Baumann una perla di Bossini (i7 rondò dell’Italiana in Alyeri) scelse a pieno aggradimento dell’udienza. Infine il dito sulla Norma di Thalbcrg servì di campo all’interessante gara fra Gambini c Golinelli: i due campioni del pianoforte appalesaronsi l’uno esser degno dell’altro; ed in ogni brano vennero applauditi. A noi godeva 1 animo vedere due italiani uniti da legame artistico concorrere, al comune, diletto ed all’onore della patria c della musica. Croff magistralmente sedeva al pianoforte. Approfittiamo di questa circostanza per tributare le dovute lodi ad un pot-pourri sopra i motivi dell’Emani dallo stesso or ora composto ed edito dal Ricordi, componimento altrettanto brillante che espressivo senza esser di soverchio complicato. Il concorso non corrispose alla bravura del concertista cd alla munificenza milanese. I cultori del pianoforte di cui abbonda la nostra capitale che non intervennero la mattina del 26 al ridotto della Scala han perduto molto: sia» travagliati da lunghi rimorsi. I. C. 2’3, DI XUÏGI VAN BEETHOVEN Quell’uomo, che pei rari e straordinarj suoi talenti manda vivendo straordinario splendore, ha diritto di alta fama presso ai posteri, premio dovuto a chi ogni altro avanza d’assai ed oggetto si rende di universale ammirazione. Sopra questo principio mi si concederà di,far qui cenno di Luiffi van Beethoven colf esporre l’originale suo testamento, ove tanto vivamente egli ha saputo dipingere i suoi mali cagionatigli dal destino che lo ridusse ad una sordità completa, per cui le infallibili conseguenze di questo stato furono un’abitudine di diffidenza sospettosa ed inquieta, un violento bisogno di solitudine, segnali precursori dell ipocondria. A poco a poco altre infermità si aggiunsero al suo fisico, che dalla natura era stalo crealo sano e robusto. Fu affetto da idropisia che si riprodusse ad epoche ognor più vicine, e i ora della di lui partenza venne rapidamente a dare l’ultimo suo tocco. Beethoven vi si rassegnò senza rammarico, gettando uno sguardo tranquillo sovra un passato scevro di colpe, ed uno più felice su l’avvenire pieno di speranze. Tutte le composizioni di questo genio gigantesco portano fimpronta dell’originalità. Sdegnando imitare gli altri Beethoven si è aperto nuove strade, e a rischio di comparir bizzarro, ha voluto essere sempre eguale a sè stesso. Nulla lo deviò dal cammino che si era tracciato. Mal conosciuto da principio, oltraggiato dai critici che si scatenavano contro non più udite innovazioni. poco gustato dalla massa del pubblico che non lo poteva intendere e seguire in regioni sconosciute, ebbe solo in suo favore un piccolo numero di ammiratori. Ma questo numero si aumentò ben presto; ed allorché, slanciandosi nel gran genere slromentale, creò sinfonie, capi d’opera per sempre mirabili, si cominciò ad apprezzare il genio creatore di quelle sublimi composizioni, e i detrattori fecero luogo agli entusiasti. Oggidì Beethoven è oggetto di un illimitata ammirazione che (piasi partecipa di cullo idolatra. Fu piccolo della persona ed assai robusto:, di fronte alta e maestosa, lìsonomia severa che il sorriso addolciva, di carattere nobile, di onestà senza pari. Non mancava d istruzione in altre cose:, leggeva assai, conosceva la storia e parlava parecchie lingue. Nacque a Bonn il 17 dicembre del 1770 e mori nel 4827. Tutto il mondo conosce in qual modo Vienna, la città delle arti onorò la memoria di Beethoven: Praga. Berlino, Breslavia e molle altre città dell Alemagna, gareggiarono nel rendere gli ultimi onori al artista, e tutti gli anni celebrano sommo ancora di sua con straordinaria pompa il giorno morte. Ecco il TESTAMENTO Di I.liGI VA* BEETIIOVE.’W TRATTO DAL TESTO ORIGINALE Pei miei Fratelli Carlo c Uomini che mi credete maligno Beelhovcn. insociabile e misantropo, che come tale mi volete far conoscere altri in quale ingrato modo voi mi fate torlo! Voi ignorate le segrete ragioni che fannomi comparire in un tale stato. Sino dalla mia infanzia, il mio cuore cd il mio spirilo venivano trascinali dal dolce sentimento della benevolenza, e sentiva la imperiosa necessità di praticare delle buone azioni: ma pensale che soffro da sci anni una terribile malattia, maggiormente aggravata dall’imperizia dei medici; che sempre lusingalo dalla speranza di un miglioramento sono finalmente pervenuto alla realtà di trovarmi continuamente sotto l’influenza di un male, la perfetta guarigione del quale sarà forse impossibile. Pensale, che di buon’ora sono sialo costretto a separarmi (Lillà società per condurre una vita solitaria, con un temperamento ardente, impetuoso e capace di sentire i diletti: se per alcuni momenti io voleva dimenticare i miei ma0 [p. 163 modifica]- 4G3 li, oh! in qual orribile modo io ne rimaneva punito dalla triste e dolorosa prova della mia difficoltà di udire! E ad onta di ciò era impossibile ch’io avessi detto agli uomini: parlale più forte, gridate; io sono sordo. In (piai maniera poteva risolvermi a confessare la debolezza di un senso che. avrei dovuto possedere di un grado superiore agli altri, e che per l’appunto tale in principio era dalla natura a me stalo concesso? No, io noi posso al certo. Perdonatemi dunque se mi vedete retrocedere, quando io avrei desideralo frammischiarmi con voi; la mia sventura è tale, c sempre più pcr me insopportabile e penosa, che è necessario il non farla conoscere ad altri. Di ninna distrazione in’è dato godere nel consorzio degli uomini, nella loro ingegnosa conversazione j niuna mutua effusione: vivendo (piasi sempre solo, senza altre relazioni che quelle comandatemi da una imperiosa necessità, simile ad un bandito, ogni qual volta io mi avvicino al mondo sociale, una spaventevole inquietudine s‘ impadronisce di me: io temo ad ogni istante di fare scorgere a lutti lo stato mio. Negli ultimi sei mesi, che passai per appunto in campagna, il mio abile medico mi raccomandi» che parcamente avessi usalo dell’organo dell’udito; la sua ordinazione accordinosi colla mia disposizione del momento. Ciò non ostante, allorché a dispetto dei motivi che mi allontanavano dalla società, io mi vi lasciava trascinare, da quale affanno veniva assalito (piando trovatasi alcuno vicino a me, il (piale sentiva il lontano suono di un flauto da me non inteso; quando alcun altro udiva il canto di un pastore, da me pure non sentito! Io veniva assalilo da una tetra ed orribile disperazione, clic mio malgrado trascinavami al momento (piasi di dover dar fine con un suicidio alla mia insoffribile esistenza. L’amore ch’io ho sempre portato all’arte mi ha con forza trattenuto; erami impossibile l’abbandonare pcr sempre il mondo prima di aver prodotto tutto ciò che in me sentiva di dover produrre. Questa è stala I’ unica cagione che mi ha fallo sostenere questa miserabile vita, oh! al certo miserabilissima, con una organizzazione cotanto nervosa e sensibile, che basta un nulla a farmi passare dallo stalo il più l’elice allo stato più penoso. Pazienza! Questa è la guida da me già presa; spero che la mia risoluzione rimarrà durevole sino a tanto che piaccia alle spietate Parche di tagliare il filo di mia esistenza. Forse proverò uno stalo migliore, forse no; non importa, sono risoluto c pronto a soffrire. Divenire filosofo all’età di veliteli’ anni, non è cosa tanto facile, meno poi ancora per l’artista che per qualunque altro. - Divinità, tu dall’alto scorgi il mio cuore, tu lo conosci, tu sai ch’egli non respira che filantropia e desiderio di far del bene. Uomini, quando leggerete questo scritto pensale clic mi avole usali dei torli! E lo sventurato si consoli nel ritrovare in me un suo simile, che malgrado gli ostacoli della natura ha fatto tutto ciò che. era in suo potere, onde essere posto nel novero degli uomini c degli artisti di un merito distinto. Voi, miei fratelli Carlo e, se al momento che io cesserò di vivere il professore Snudi esiste ancora, pregatelo a mio nome di scrivere la mia malattia; ed aggiungete alla storia de’,miei mali questo foglio da me vergalo perchè più che sia possibile, almeno dopo la mia morte, il mondo si riconcilii con me. Vi nomino ambedue credi della mia piccola fortuna (1) (se con questo nome può chiamarsi); (1) Beethoven lasciò una somma di circa nove mila fiorini in tanto contante, indipendentemente da una somma di cento venticinque ducali che gli doveva un Principe straniero per diverse composizioni: con ciò viene pienamente smentita la voce sparsa che Beethoven era quasi ridotto all’indigenza. Come pure non rimarranno sorpresi i nostri lettori nel venire a cognizione che i lavori di questo celebre artista, soprattutto negli ultimi tempi, venivano pagali con delle! somme considerevoli, e che il diritto di pubblicare le sue. Sinfonie, i suoi Quartetti, cec., era acquistalo ad altissimo prezzo dai primarj editori di musica. Inoltre, prima di far imprimere la sua gran Messa, egli aveva invialo sino a dieci o dodici copie ai primarj Sovrani d’Europa, e per ogni esemplare aveva ricevuto un prezzo di sottoscrizione di cinquanta ducali. dividelevcla lodevolmente: amatevi di cuore, e scambievolmente soccorretevi. Voi sapete che da molto tempo addietro io vi ho perdonalo il male che mi avete fallo. Tu, mio fratello Carlo, parzialmente ti ringrazio per l’attaccamento c le amorose cure che. mi hai usate in questi ultimi momenti. Desidero che voi conduciate una vita meno triste della mia. Inculcale la virtù a" vostri figli: la virili sola può renderli felici, c non le ricchezze; io vi parlo per esperienza. La virtù è stala quella che mi ha sostenuto nella mia sventura; debbo a lei ed all’arte mia il lucrilo di non aver posto fine a’ mici giorni con un suicidio. Portatevi bene ed amatevi. Ringrazio lutti i miei amici, ed in modo particolare il principe Licknvuskj ed il professore Silfidi. Desidero che gli stromcnti del principe L.... sieno conservali presso uno di voi due, c che non nascano per questo dissensioni fra di voi. Se ne potrete ricavare un vantaggio, vendeteli; io sari» contento se, al di là della tomba, putrì» esservi utile in qualche cosa. Ora, che la sorte mia si compie, io vado con gioja incontro alla morie: se questa mi fosse sopraggiunta prima di aver potuto lai pompa di (ulte, le mie facoltà di artista, ciò mi sarchile stato troppo dispiacente, malgrado il rigore del mio desiino. Ma ora!... Vieni (piando più li aggrada, ch’io arditamente li vengo incontro. Non mi dimenticate del tulio dopo la mia morie; inerito da voi una durevole rimembranza per essermi occupalo pel vostro bene in tulio il corso della mia vita onde possiate essere felici: siatelo. Ileiligensladl, fi ottobre 1802. Luigi van Beethoven, M. P. SOPRA L’INVOLTO 7 Ileiligensladl, il) ottobre 1802. Io mi congedo da le c con tristezza. Si, la dolce speranza clic aveva concepita di mia guarigione., se non del lutto, almeno sino ad un certo limite, ora mi abbandona; coni’.’ le foglie dell’autunno cadono appassite dagli alberi, così la speranza da me si allontana. Io di <pii me ne vado nel modo stesso con cui sono venuto; e cosi pure il buon umore che si di sovente mi animava im’bei giorni dell’estate, è svanito. 0 Provvidenza! fa brillare ancora per me un solo giorno di gioja! E da gran tempo che l’interna eco di una gioja veritiera mi è straniero! O Divinità! (piando mi saia dato di poterla di nuovo gustare nel tempio della natura e fra il consorzio degli uomini? Giammai ì No!... Ciò sarebbe troppo crudele. A’miei fratelli Carlo e per leggerlo, c fare quanto viene prescritto dopo la mia morte. Di F-o - B-i. ALLA REDAZIONE DELIA GAZZETTA MUSICALE Signor Estensore! iccvclti con piacere P Offertorio del si£zernlh scritto a bella posta <3^ liCr *lucs’() musicale, e vi ammis<)’*,a,1,rtCsl,’*a celebre conif^^^^^CT^„posilorc. Io già avvertii come questo maestro intenda assai bene il genere ecclesiastico, c come si lasci dietro nella carriera gl’illustri compositori di musica sacra. 1 suoi sacri lavori spirano semplicità c grazia, hanno espressione, c dignità, c mcglio si acconciano al Santuario che la musica elaborala e clamorosa di cui pur troppo abbondiamo. Deh! volessero i maestri intenderla una voila, c far senno, c mettersi sulle traccio di (pie’ pochi che sentono I’ importanza c la gravità del genere ecclesiastico! Fra questi io pongo il signor Czerny, il (piale ha sì bene sentilo le parole che compongono il suo nuovo Offertorio. Esse son lolle dal Salmo XXIV, c scelte qua c là forse pcr un maggiore effetto. lo non condanno la scelta quanto al sentimento; ma credo che letteralmente sieno riescile poco opportune alla musica, voglio dire alla cantilena che l’autore intendeva di 0^61 dare alle medesime. Quelle ììcspice in nie et miserere mai del principio ripetute troppe volte, alla terza e (piarla ripresa per quell’ascendere del canto vengono come (informale, tanto più in quella seconda salila sip? dove si risolve di nuovo alla quinta del tono. Come poi pronunziare o cantare quel Quondam unicus? Italianamente non si può. Ma le seguenti.• Quia paupcr-... vanno all’opposto a maraviglia. Osserviamo anche al ritornello le parole Domine, quonìam unions, alle (piali bisogna dare di necessità un accento francese. Queste, piccole negligenze nel canto pare a me che debbano nuocere assai all’effetto dell’esecuzione. La seconda parte mi sembra meglio intesa riguardo alla collocazione delle parole. Ma non mi piace I aggiunto mentii separalo dal suo suggello per un salto di decima, c congiunto colle parole scgucnli. Anche la ripetizione di una cantilena non sempre va d’accordo colia diversila delle parole, il che si avvertirà paragonando le note dell.id te levavi con quelle del Deus meus, Queste ultime essendo un interiezione od apostrofe non amano il gorgheggio come le antecedenti. Certo i grandi macslri non badano a queste inezie, e nell ardore della composizione tirano avanti più badando alla musica che alla poesia. Eppure il notar bene le parole e conservare a ciascuna sillaba la sua prosodia debbi; essere un officio principale del compositore. Se uno tra noi favellando pronunziasse il Ialino o E italiano in Francese non ci farebbe ridere? Cerio che sì. Dunque anche cantando. Ed io nolo questo, perchè son certo chi’ il signor Czerny non scrive per i francesi, ma per noi italiani, per dare a noi modelli di musica sacra di cui tanto al presente abbisogniamo. E noi riconoscenti a lauta bontà, chiudendo un occhio sulle negligenze letterali, ammiriamo coll’altro l’opportunità della musica, la modi stia degli si l omenti, la severità del canto, c mollo più l’acconeiczza degli accompagnamenti, che ajulano e non soffocano, ombreggiano, e non offuscano la bella composizione, lo intanto niello quest’Offertorio colla Salve regina del medesimo compositore, e prego tutti i macslri presenti e futuri a darmene somiglianti, onde col tempo farne una Raccolta o Antologia che serva di modello ai discepoli della musica sacra. E senz’altro mi dico rispettosamente: forino, addì 1 fi settembre 1844. Umiliss. Devoliss. Servo. V. Bigliam. GAZZETTINO SmiMAlULZ DI VIII.AVO — Nelle sale dei Ridotto dell’I. R. Teatro alla Scala ebbero luogo due accademie musicali; l’ima data dalla signora Bertucat c l’altra dal sig. G-olinelli. - Vedansi più sopra gli articoli relativi. — Questa sera al suddetto teatro si riprodurrà il Giuramento di Merendante, colle signore Gruitz c Augii, e coi signori Cuzzani e Valente. CARTEGGIO PARTICOLARE Trieste, 12 settembre 1844. Domenica scorsa, 8 corrente, il mare della nostra rada accoglieva sull’ondoso suo piano quasi tutta Trieste [ter assistere ad una straordinaria illuminazione del porto c delle adiacenti colline, che brillavano con splendore sorprendente, magnifico, indesciivibile. In mezzo a (pici brulichio di barche e barchette, parate tutte a gala e rischiarate da variopinti palloni che sulle antenne pendevano, si udiva un graziosissimo coro di pescatori e pcscatrici, con accompagnamento d’isLrumcnli a fiato, composto appositamente su belle parole del distinto poeta I’ avvocato Gazzolelli, che veniva eseguito da cinquanta distinti dilettanti, in ringraziamento della graziosa condiscendenza delle LL. MM. I’ Imperatore c l’Imperatrice che degnavansi scendere nello scalè imperiale ed assistere al canto da una galleggiante, a loggia di tempio appositamente eretta dalle Unite Camere di Sicurtà; c da dove le I L. MM. si compiacquero chiederne la replica, a cui lutto il popolo faceva eco di cuore: che troppo bella e toccante era la composizione perchè non avesse a commuovere gli animi di (pici gentili. La composizione della musica era dell’egregio maestro signor Giuseppe Bornaccini, c non poteva in verità a miglior ingegno venire affidato il voto pubblico [p. 164 modifica]— 464 © che a quegli che accoppia al talento musicale, alla gentilezza di soavi melodie, un sentire nobile e dilicato. Ci congratuliamo quindi con esso signor Bornaccini, e desideriamo di udire più di frequente sue composizioni, dacché l’alto aggradimento delle LL. MM. e l’applauso generale di un pubblico festante, rcndevangli onore con caldi battimani e clamori. Le Unite Camere di Sicurtà fecero tosto litografare dal Linassi la riduzione per canto e pianoforte, ed alcune eleganti copie vennero distribuite agli illusici personaggi che onorano in questo momento Trieste; e già i nostri bravi dilettanti tengono sì pregiato lavoro sul leggìo dei loro pianoforti. NOTIZIE — Altamura. Siccome non ha guari annunziammo, Saverio Mercadante fu invitalo da’suoi concittadini altamurani a dirigere la musica con cui celebrar dovevasi la festa di Sant’Irene di quella protettrice: e poiché eran moltissimi anni passati da clic il maestro non vedeva la sua terra natale, si colse quella occasione per fargli tutte quelle onorevoli dimostranze che sono al suo valor musicale dovute. Congratulazioni d’ogni guisa, tenere espressioni di affetto, segni non dubbi di ammirazione vennero a circondare il benemerito cittadino, che non appena toccò nominato maestro de’ concerti di corte e cavaliere dell’ordine del duca di Sassonia-Coburg. — Nell’autunno prossimo all’I. R. Teatro alla Scala andrà in isccna una nuova opera del maestro Pasquale Bona, col titolo / Luna e i Perollo; il libretto è del signor Sacchéro. — Il maestro Verdi parte domani per Roma a mettervi in iscena la sua nuov’opera I due Foscari, c non dubitiamo che un’altra corona gli sia serbata. — Parish-Alvars ricevette dalla regina Vittoria d’Inghilterra un prezioso anello con brillanti. — Ferdinando Ililler ha passato lietamente l’estate a Francoforte sul Meno, ed ivi compose diversi bei mottetti cd una gran messa; egli passerà l’inverno prossimo a Dresda. — L’esimio flautista c compositore sig. Luigi Marini, che è fra noi da diversi giorni, parte domani per la sua patria, e ci lascia col dispiacere di non averlo potuto sentire in qualche pubblico concerto; ci lusinghiamo essere più fortunati in altra occasione. (Respice in nie) PER SOPRANO SOLO con accomp. di 2 l idiini, Î loia, Violoncello e Basso un Flauto, 2 Clarinetti, 2 Fagotti c 2 Corni COMPOSTO DA fêMO ŒW PER LA GAZZETTA MUSICALE DI MILANO 1651S Op. 757. Fr. 3 30 ERRATA-CORRIGE la soglia della casa dei suoi parenti, si vide in ad una folla ammirata che non si stancava mai minarlo, salutarlo, applaudirlo. La musica che il Mercadante diresse nei tre mezzo di noNella Gazzella N. 58 pag. 159 col. o.a lince 54 e 55 leggasi così: lineetta nella noia medesima, sia ascendente per rimpiazzare i diesis, sia discendente per rimpiazzare i bemolli, ecc. DIVERTIMENTO BRILLANTE iter Pianoforte SOPRA ALCUNI MOTIVI DELL’OPERA giorni sì avconsagrati alla santa Protettrice ebbe un esito venturoso che ai cittadini sembra di non potersene mai mostrar grati abbastanza. Vi furono due Sinfonie, due Messe, due Tantum ergo, due Salve Ilegina, e da ultimo un Inno a Santa Irene appositamente per quella congiuntura composto dallo stesso Mercadante, quasi in oblazione alla Protettrice della patria sua. Altamura è una delle più colte città della terra di Bari, e va gloriosa di molte storiche rimembranze, pei nomi principalmente di artisti e letterati famosi, però ben consolanti sono i tributi ch’ella al merito impartisce, c con altero animo, avvisiam noi, deve il Mercadante scriver nei fasti della sua gloria teatrale questi pochi giorni passati, dopo meglio che treiit’anni di assenza, in grembo alla patria sua. (L’Omnibus) — Bordeaux. Liszt ottiene in questa città un successo d’entusiasmo non dissimile di quello ch’egli ha ovunque suscitato fin dal cominciamento del suo giro artistico. — Fkancoforte. Trovasi da qualche tempo in questa sua città natale il celebre pianista Rosenhain, che fra non molto ripartirà per Parigi. — Parigi. Teatro Italiano. - Il sig. Vaici prepara il programma dell’imminente stagione. Se gli sarà dato, come si spera, mettersi d’accordo coi sig. Hugo, egli annuncierà ai suoi abbonati la riproduzione di Lucrezia Forgiti, senza dubbio con Morioni, c l’immediato allestimento à’JSrnani colla Grisi, Mario, Ronconi e Lablache, Così sarebbe un programma interessante e alto a soddisfarei più diffìcili abituati di questo teatro sempre in voga. - ’Putta la compagnia italiana doveva trovarsi riunita a Parigi il 25 del corrente. - La riapertura si farà colla Linda. — Prudent è di ritorno a Parigi dalla sua escursione in Bretagna, e Alban è pure ritornalo da Metz ove l’avevano chiamalo interessi di famiglia. Liszt é a Bordeaux; si pensa generalmente che da colà si trasferirà in Ispagna. — Leggasi nella Franco musicale: • Quanto prima avremo a render conto d’un’opera che deve divenir il rade mecum dei giovani pianisti, la méthode populaire de piano, di Zimmermann. Intanto siamo lieti di poter annunciare che questa pubblicazione, del più dotto e del più popolare de’ nostri professori di pianoforte, verrà alla luce in Parigi il l.° ottobre prossimo» (t). — La regina ha accettato la dedica della messa per quattro voci d’uomini, composta da Géraldy. — Leggesi nel ménestrel: «Non è altrimenti vero che Boieldieu, padre del celebre maestro, sia morto testé: egli ha cessato di vivere il 13 gennajo 1S22. È un fratello di quest’ultimo c zio dell’autore di Zampa e del Fré aux Clercs, che moriva non ha guari nell’età di 67 anni. Egli aveva esercitato la professione di avvocato. — Il 19 corrente doveva aver luogo al teatro delP Opera Comique le prima rappresentazione di SainteCécile, opera de’signori Ancelot e Monitori, già stata annunziata sotto il titolo di Carlo Funloo. — Stiittgibt. Il Rabucodonosor del maestro Verdi, tradotto in lingua tedesca, sarà rappresentato il giorno natalizio del re. L’opera sarà messa in iscena con tutta la pompa. — Vienna. E qui atteso il celebre violinista Ernst per darvi dei concerti. Quanto prima arriverà qui anche Moscheles colla sua famiglia, il quale poi visiterà I’ Italia. NUOVE PUBBLICAZIONI MUSICALI DELL’l. R. STABILIMENTO NAZIONALE PRLV1LEG.° DIGIOVAWI ricordi RIMEMBRANZE Dì GIESIIUBEL Quadriglie iter Pianoforte GVJSEFPE DEL.MAESTRO COMPOSTO DA 166S0 Op. 103. Fr. 2 10 NATAL EN-WALZER iter Pianoforte 1 GGS1 1ÛG82 -16270 16747 Op. 51. SOTTO I TORCHI pour Piano sur 3cnnpa à’£)trolò PAR S. THALBERG Op. 53. Fr. 4 80 Fr. 5 50 Op. 104. Fr. 3 Iter Pianoforte m» mirar Op. 105. Fr. 1 20 ESEGUITA DAL SIGAOR DIARIA! NELL OTERA ALTRE COSE sorelle Milanollo hanno dato finora circa 400 concerti. — Francesco Priiinc, il valente violinista, ristabilitosi di salute, e da Parigi ritornalo a Brusselles. Egli venne (1) Quest’opera verrà pubblicata anche in Milano dall’editore Bicordi che ne ha acquistata le proprietà per l’Italia. AB. Si unisce a <iuesto foglio 16683 ALBACKS-POLKA, AMHIMHOLKA, NORFOLK-POLM per Pianoforte Op. 106. Fr. 2 70 DEL MAESTRO 16495 Fr. 2 10 GIOVAXAI RICORDI EDITOÌIE-J’ROI’RIETABIO. il pezzo X. 8 dell’AATOEOGIA CLASSICA MUSICALE. Anno III Dall’I. R. Stabilimento Nazionale Privilegialo di Calcografìa, Copisteria c Tiflografia Musicale di Giovanni Ricordi Contrada degli Omcnoni N. 4720, e sotto il portico di fianco oli’ I. R. Teatro alla Scala.