Flora medico-economica/Classe V
Questo testo è incompleto. |
◄ | Classe IV | Classe VI | ► |
Classe V. Pentandria. 4 Stami.
Ordine I°. Monoginia. Un solo Pistillo.
XXVIII°. Cerinte. Cal. diviso in 5 parti. Cor. tubulosa, ventricosa a cinque divisioni, fauce nuda. Antere diritte appena sporgenti. Stimma semplice. Due noccioli con due cavità e due semi.
42a. C. minore. Foglie abbraccianti il frutto oblungo — obovate liscie. Corolle acute, erette, più lunghe del calice.
Cerinthe minor. It. Fior da cera. Ver. Piè de colombo.
Fiori giallo da Maggio in Estate. Tra le biade, e sui margini dei campi. Annua, e biannuale.
In tempo di carestia fu mangiata coi papaveri (Ver. confenoni) ed altre erbe. Si è creduto produr molta cera essendo assai frequentata dalle api, onde l’è venuto il nome.
XXIX°. Eliotropio. Cal. tubuloso 5 dentato. Cor. ipocrateriforme ossia fatta a sottocoppa a 5 divisioni framezzate da 5 denti. Stimma smarginato, o intaccato.
43a. E. europeo. Fol. ovate intierissime, rugose, vellutate, spighe a copia, a due a due.
Heliotropium europæum. It. Verucario, Erba de porri, Porraja,
Dittamo selvatico. Ver. Vaniglia salvadega. Van. matta.
Fiori ceruleo — pallidi, d’estate lungo le strade, nei villaggi, talora nei campi. Annua.
Un tempo era raccomandata per cacciar via i porri, ed era anche stimata purgante, drastica, menagoga. Ora non se ne fà alcun uso.
XXX°. Polmonaria. Cor. ed imbuto con la fauce aperta, Cal. pentagon. a 5 divisioni contenente 4 semi.
44a. P. officinale. Foglie scabre, quelle della picciolate, quelle del fusto sessili, o senza picciuolo.
Pulmonaria off. It. Borrana selvatica. Ver. Palmonaria. Of. Polmonaria.
Fiori ceruleo — rosei, Foglie macchiettate di bianco, in Aprile a piè dei monti, e qui nel boschetto di Redipuglia.
Si pretendeva una volta assai utile per le affezioni polmonari, per gli sputi di sangue e per la tisi.
XXXI°. Litospermo. Cor. a sottocoppa, divisa in 5 parti, chiusa alla fauce da squamme convessa. Semi lisci.
45a. L. officinale. Semi lisci, lucenti. Cor. poco più grande del calice, foglie lancettiformi.
Lithospermum officinale. Miglio al sole, Migliarino, Miglio duro. Miglio cattivo. Ver. Torondel, Mei dal sol. Off. Milium solis, Milium soler.
Fiori bianchicci, da Maggio in estate sui margini dei campi. Annuo.
I medici usavano i semi per espellere i calcoli. Oggi è trascurato. La radice tinge in rosso.
46a. L. campestre. Foglie lineari, lanciolate, ottasette. Corolle che appena superano il calice. Semi rugosi.
L. arvense. It. Stigolo selvatico. Ver. Torondel.
Fiori bianchi in Aprile e Maggio, tra i frumenti, che i suoi grani discreditano. È assai poco amato dal bestiame. Annuo.
Osserv. Il L. voletto. Lith. purpureo — ceruleum. Lin. ch’è comune tra noi nelle siepi, e sui margini dei campi ghiajosi, appartiene a questo genere, e potrebbe far ottima figura tra le piante d’ornamento coi suoi fiori a mazzetti, prima rossi, poi turchini. Perenne.
XXXII°. Sinfito. Cor. ad imbuto, il cui lembo panciuto. La fauce chiusa da 5 squamme riunite in piramide, ricoprenti gli stami.
47a. S. officinale. Foglie ovate, lanciolate, scorrenti lungo il caule.
Symphytum officinale. Consolida maggiore. Erba rustica. Ver. Conforbia.
Fiori porporini di primavera e d’estate, comune nei campi, e nei prati vicino ai ruscelli. Perenne.
La radice ch’è esternamente nera tramanda un succo mucilaginoso, viscido, emolliente. Se ne fà decotto nella stranguria, dissenteria, nefritide, emottisi, ematuria. Ora però è trascurata. I contadini poi credono che consolidi le ossa fratturate, e ne fanno empiastri, o cataplasmi, dal che le sono venuti i nomi di si latino che italiano.
XXXIII°. Borragine. Cor. rotata. Stami coperti da 5 nettarj.
48a. B. officinale. Caule ramoso, Foglie scabre, lanciolate, alterne; radicali picciolate, superiori sessili.
Borrago officinalis. It. Borrana. Ver. Buràzin.
Fiori celesti. Aprile, Mag. Giugno. Negli orti. Annua.
L’erba ed i fiori buoni a mangiarsi sono lodati come rinfrescanti.
XXXIV°. Cinoglossa. Cal a 5 divisioni. Cor. ad imbuto, chiusa nella fauce da tre nettarj callosi. Semi schiacciati attaccati allo stilo.
49a. C. officinale. Semi coperti da punte uncinate, o lappole. Foglie ovate, vellutate, le inferiori col picciuolo, quelle di sopra sessili, e che cingono il fusto.
Cynoglossum officinale. It. Lingua canina. Ver. Cinoglossa. Off. Cynoglossa.
Fiori rossi o violetti, da Maggio in estate, lungo le strade.
L’erba ha un’odore grave, come la radice, ed un sapor mucilaginoso. Se ne fanno pillole dette di Cinoglossa, e tutta la lode devesi non alla Cinoglossa, ma all’opio, che vi si unisce. anagallis
XXXV°. Anagallide. Cor. rotata, filamenti irsuti. Capsula globosa di un sol vuoto, che si rompe a mezzo.
50a. A. campestre. Caule quadrangolare, diffuso, foglie ovate, punteggiate aldisotto, divisioni del calice lanciolate.
Anagallis arvensis. It. Centonchio rosso, Erba grisettina. Ver. Pevarina. Of. Herb. Anagallis.
Fiori rossi in una varietà, celesti nell’altra. Trovasi negli orti, e nei campi ove fiorisce per tutta l’estate. Annua.
L’erba senza odore e di sapor nauseante deve raccogliersi prima che spieghi i fiori. Si raccomanda nell’epilessia, ipocondria, idrofobia!! Non è stimata per noi. La dose in polvere è di gr. xx quattro volte al giorno, dell’estratto dram. j — ij. Si fà l’infuso con dram. ij d’erba secca in lib. j. d’acqua.
XXXVI°. Lisimachia. Cor. rotata. Capsula sferica, appuntata, composta di dieci valve.
51a. L. volgare. Foglie ovate, lanciolate, opposte, a tre od a 4 per nodo. Fiori in pannocchia.
Lysimachia vulgaris. It. Mazzi d’oro. Ver. Salgarella zala, Erba legnosa.
Fiori gialli tutta l’estate, sui bordi dei prati e dei campi, specialmente paludosi. Perenne.
Pianta astringente, una volta raccomandata per la dissenteria.
52a. L. Nummularia. Foglie rotonde. Fiori solitarj nelle ascelle. Caule strisciante, pendente.
Ly. Nummularia. It. Centimorbia, Erba quattrinella, Erba oldina, Quattrinaria. Ver. Soldina.
Fiori gialli, da Mag. a Luglio, nei fossi, nei prati umidi. Perenne.
Mi fu fatta vedere cavata dal ventricolo d’un porco giovane, che credevasi stato da essa avvelenato. Era però encomiata pel flusso di ventre, per la dissenteria, pei corsi muliebri, e per lo scorbuto. Ora i medici poco la stimano.
XXXVII°. Ciclamino. Cor. rotata, rivolta all’indietro. Bacca coperta da una capella coriacea, che matura i semi sotterra.
53a. C. europeo. Fiore pendente. Foglie rotondato — cordate, macchiate, sotto rosse.
Cyclamen europæum. It. Artanita, Pan porcino, Pan terreno. Ver. Erba della Madonna, Pan purcin. Of. Artanita.
Fiori rossi dal principio d’Estate all’Autunno nei luoghi sassosi dei colli e dei monti. Perenne.
La radice tuberosa fresca contiene un principio volatile, che perde disseccandosi, di sapor prima mucilaginoso, poi acre, bruciante, amarognolo. Si raccomanda nello scirro, nei tumori freddi, e contro i vermi. La dose è dram. una. Si fà anche l’unguento detto d’artanita, proposto per la sordità.
XXXVIII°. Menianto. Cor. monopetala, irsuta e frangiata. Stimma bifido. Cassula una sola cavità.
54a. M. trifoliato. Foglie ternate. Cor. superiormente irsuta.
Menyanthes trifoliata. It. ed Off. Trifoglio fibrino, T. palustre, T. acquatico, Trifoglione d’acqua. Ver. Trifoj febrin.
Fiori incarnati, o bianchi, Aprile e Maggio. Nei prati paludosi, acquitrinosi, sotto la Marciliana e altrove. Comune. Perenne.
Le foglie hanno sapore assai amaro, alquanto astringente, un principio estrattivo amaro. Si stima molto nelle dispepsie, clorosi, timpanitidi, itterizie, intermittenti, scorbuti, erpeti, artrodinie. Si fa infuso con O. j. di foglie in lib. j d’acqua. La dose dell’estratto è di dram. j — ij.
XXXIX°. Convovolo. Cor. a campana. Due Stimmi. Casella di 2 cavità con due semi per luogo.
55a. C. campestre. Foglie saettiformi, acute. Caule volubile. Peduncoli uniflori. Brattee lineari.
Convolvulus arvensis. It. Viticchio, Vilucchio, V. minore, Viluppio. Ver. Vididula.
Fiori bianchi, o bianco — porporini, da Maggio in Estate, in tutti i campi e negli orti. Perenne.
I nostri Contadini, e specialmente i braccenti mantengono i loro porci quasi intieramente con quest’erba durante la State.
56a. C. delle Siepi. Caule volubile, foglie saettiformi, troncate posteriormente. Peduncoli con un sol fiore; Brattee cordate, acute.
Convolvulus sepium. It. Campanelle bianche, Vilucchio maggiore, Smilace liscia. Ver. Vididulaz. Off. Convolv. majoralbus.
Fiori candidi da Maggio in Estate. Nelle siepi. Comune. Perenne.
Il sugo dell’erba spessato, o consolidato gareggia per forza drastica colla Scammonea(? ). La dose di gr. xx-xxx. Quanto ne sarà stato assorbito nell’Elisire di Le Roy fabbricato da alcuni de’ nostri Speziali!!!
XL. Datura. Cor. grande, inbutiforme, col lembo a 5 angoli, ed a 5 pieghe. Cal. tubulato, grande, che cade colla corolla. Casella con 5 valve, ovale, aspra di punte, con due cavità.
57a. D. Stramonio. Caule ramoso. Foglie angolose, dentate, liscie. Frutti ovati, spinosi, eretti.
Datura Stramonium. It. Noce spinosa, Noce puzza. Ver. Cocola spinosa. Off. Stramonio.
Fiori bianchi da Giugno a Settembre. Venuta dall’America, infesta i cortili, specialmente vicino ai letamaj. Per le strade, e nei campi dei villaggi; purtroppo comune.
Erba velenosa contenente un principio acre, narcotico, odor viroso, sapor nauseante, amaro. I semi sono insipidi. Il sugo condensato, detto volg. estratto, si usa nell’ipocondria, nella mania, dopo il puerperio, nell’epilessia, nella pazzia, nei carcinomi, nelle varici dell’ano. La dose è di gr. ½ od j — vj.
Osserv. I Medici moderni la stimano controstimolante, non dissimile dal josciamo nero; ma sembra che lo Stramonio attacchi particolarmente il cerebro: onde lo usano nella mania e nelle malattie nervose, che procedono da eccessivo eccitamento del cerebro. Ha pure la proprietèà di far dilatare la pupilla; perciò si usa l’estratto sciolto nell’acqua comune per istillarlo più volte fra il giorno a goccia a goccia nell’occhio.
L’antidoto dello Stramonio è l’opio, il vino, l’alcoole.
XLI. Josciamo. Cor. imbutiforme. Stami inclinati. Caselle con coperchio orizzontale, a due cavità.
58a. J. nero. Foglie abbraccianti il caule, sinuate. Fiori sessili.
Hyoscjamus niger. It. Giusquiamo, Dente cavallino, Disturbio. Ver. Erba de Santa Polonia. Of. Hyosciami fol. herb. (? ) femina.
Fiori giallicci con vene porporine da Maggio a Luglio. Nei luoghi incolti, e lungo i muri dei villaggi. Comune. Annuo, e bienne.
Erba venefica dotata di un principio narcotico, quasi insipida con odore viroso. Come sedativa, antispasmodica si usa nella paralisi, varice dell’ano, emorragia per imitazione, nelle convulsioni, nell’Epilessia e nella Mania. Si prepara l’estratto col sugo delle foglie ridotto ad atta consistenza mediante l’esposizione al fuoco, od ai raggi solari. Dose gr. j — ij — xx.
Fu da alcuni medici pareggiato all’opio, ma i più recenti gli attribuiscono la facoltà opposta, cioè controstimolante. Giova nelle affezioni ipersteniche, spasmodiche, e nella tosse secca, fissa al lato, che contumacemente resiste alle cacciate di sangue. Le foglie applicate in forma di cataplasma guariscono lo scirro dei testicoli e le infiammazioni delle mammelle.
L’antidoto del Giusquiamo è l’opio, e gli stimolanti.
Osserv. I. I semi impastati nella cera e posti sopra un ferro rovente scoppiano lacerando la scorza, e compariscono bianchi e lunghi a guisa di vermicelli. In questa operazione che si fà sotto un’imbuto per ricevere in bocca il fumo, che si svoglia(? ) e che colla forza narcotica o stupefaciente calma il dolore dei denti, i ciarlatani che la fanno, danno ad intendere essere quelli altrettanti vermi usciti dai denti. Le radici state mangiate per pastinache(? ) ci lasciarono esempj funesti di persone cadute in delirio, con grave pericolo della vita.
Osserv. II. Il Josciamo bianco, albus. It. Giusq. bianco, Erba da piaghe, ha le stesse qualità del nero, ma meno forti. Trovasi in Aquileja ed in altri luoghi, nei villaggi lungo le strade.
XLII. Verbasco. Corolla rotata, ineguale. Stami pelosi, casella di due cavità e di due valve.
59a. V. Tasso. Caule semplice, fogliedecurrenti da ogni parte, lanose, tre filamenti barbuti.
Verbascum Thapsus. Tasso barbasso, Guaraguasso(? ), Labbri d’Asino, Pellicione, Erba maestra. Ver. Verbasco, Tasso barbasso.
Fiori gialli da Giugno ad Agosto. Per le strade e pei margini dei campi. Bisannuale.
La facoltà emolliente, che ha il Verbasco devesi attribuire ad un certo principio mucilaginoso, di sapor scipito, amarognolo, che in copia trovasi nei fiori. Se ne fà infuso e decotto con O. ss — j di fiori in lib. j d’acqua. Si usa più frequentemente nelle tossi, nelle malattie degl’intestini, della vescica, e messo per clistere mitiga i dolori del tenesmo(? ).
Osserv. Il verbasco flomoide. Verbascum phlomoides Lin. che trovasi più comunemente nei luoghi indicati pel Tasso barbasso, gode delle stesse proprietà e dagli speziali si usa indistintamente per questo.
XLIII. Genziana. Cal. pentagono attaccato alla Corolla ipocrateriforme. Pistillo inclinato, Stimma bifido, Antere spirali. Capella di una celletta contenente molti semi.
60a. G. Centaurea. Fusto dicotomo, corimboso. Foglie elittiche opposte, trinervose.
Gentiana Centaurium. It. Centaurea minore, Biondella. Ver. Erba china rossa. Off. Centaurium minus.
Fio. rossi da Giug. ad Ag. Nei prati e pascoli secchi, e talv. fin lungo le strade. Annua.
L’erba e specialmente le cime sono fortemente amare; raccomandasi per cacciar le febbri intermittenti, per rimontar le forze dello stomaco, e generalmente in tutte le malattie, nelle quali sono indebolite le funzioni degli organi della digestione. Se ne fà decotto con un’oncia delle cime secche in lib. j d’acqua. La dose dell’estratto è di uno scrupolo(? ) od una dramma.
Secondo i medici più recenti ha virtù controstimolante, e di usa nelle malattie ipersteniche.
XLIV. Vinca. Cor. storta. 2. (? ) folicoli eretti. Semi senza pappo.
61a. V. minore. Cauli giacenti. Foglie ovate. Denti del calice minori del tubo della corolla.
Vinca minor. It. Pervinca, Fior di morto. Ver. Viola matta, viola beffarda(? ). Of. Vinca pervinca.
Fiori celesti, Marzo. Da pertutto nelle siepi, specialmente sotto il monte, mista alle viole. Perenne.
L’erba ha sapor amaro. Si lodava un tempo come vulneraria. Se ne usava il decotto e l’infuso per le malattie di petto, pel flusso di ventre, per l’emorragia di naso, ed in forma di gargarismo pel rilasso(? ) dell’ugola.
Osserv. La Vinca maggiore. che si distingue per aver i fiori e le foglie maggiori di quelle dell’antecedente d’un doppio ed i fusti eretti. Si usa come quella.
XLV. Peperone. Corolla rotata. Bacca coriacea, arida. Semi schiacciati.
62a. P. annuale. Caule erbacea. Frutti pendenti di varie figure.
Capsicum annuum. It. Pepe indiano. Ver. Pevaron. Of. Piper indicum.
Fiori bianchi in estate. Pianta dell’America Meridionale, coltivata negli orti per usi di cucina. Annua.
I frutti di sapor acre bruciante si danno come stimolanti stomatici nella dispepsia, cardialgia, artritide, nelle intermittenti. La dose dei frutti è di gr. vj — viij due volte al giorno. Se ne fà anche infuso alcoolico. Alcuni fabbricatori d’aceto infondono negli arnasi(? ) dei frutti secchi pesti, chiusi in un sacchetto di tela, per dar del piccante all’aceto lasciandoveli per otto o dieci giorni.
XLVI. Solano. Cor. rotata. Antere quasi attaccate insieme, aperte nella cima, con due fiori. Bacca divisa in mezzo.
63a. S. Dulcamara. Caule senza spine, fruticoso, pieghevole; foglie superiori astate, fiori in racemi.
Solanum Dulcamara. It. Erba vitina, Corallini. Ver. Dulcamara, Erba bruna.
Fiori violetti, in Mag. a 7. bre. Nelle siepi e nei boschi, specialmente nei luoghi umidi. Perenne.
I frutti amaro — dolci bolliti nell’acqua danno una pozione utile nelle malattie cutanee, nell’artrodinia, nella sifilide. Da alcuni si vuol succedanea alla Salsa pariglia. La dose dei fusti recenti è di O. ss — j — ij in lib. iij d’acqua, bolliti sino alla rimanenza di lib. ij. Si prende il decotto solo, o col latte.
64a. S. nero. Caule erbaceo, senza spine. Fogl. ovate, dentate, angolate. Racemi pendenti.
Sol. nigrum. Solatro, Sol. nero, Erba puzza. Ver. Erba mora.
Fiori bianchi da Luglio all’Autunno in(?? ) pingui, negli orti, e lungo le strade. Annuo.
L’erba di odore viroso, velenosa, narcotica, diuretica, si usa esternamente anche nella protalgia, nei flemoni, nella paronichia(? ), e nello scirro, applicandovi le foglie fresche. Il succo si usa per ungere le piaghe onde allontanar le mosche, non però senza pericolo applicandolo alla carne viva.
65a. S. tuberoso. Caul. senza spine, erbaceo. Fogl. pennate. Rad. tuberedosa(? ).
Solanum tuberosum. It. Ver. Patata.
Fiori bianchi o violetti. Nativa del Perù, si coltiva negli orti e nei campi. Fiorisce in Giu. Lug. I suoi usi son noti abbastanza. Perenne.
XLVII. Fisalide. Cor. rotata. Bacca divisa in mezzo, e chiusa nel calice rigonfio.
66a. F. alchechengi. Caule erbaceo, ramoso inferiormente. Foglie opposte, intatte, cuoriformi, e dentate.
Physalis alkekengi. It. palloncini, Vescicaria, Solatro alicacabo(? ), Ciliegine. Ver. Feraletti. Off. Alckekengi, Solanum vescicarium.
Fiori bianchicci in Giugno e Luglio. Cal. e frutti di color scarlatto. Nelle siepi e nei campi, in luoghi ombrosi. Annuo.
I frutti ossiano le bacche di sapor acidulo si giudicavano un tempo diuretiche, ora nessun uso se ne fà in medicina.
XLVIII. Ramno. Cor. orciolato a 4 — 5 divisioni. Petali 4 — 5. minimi. Stami 4 — 5. sotto i petali. Bona(? ) a 2 — 4 cellette. indentatura}} 67a. R. Frangula. Senza spine. Foglie ovate, acute, interissime. Fiori ermafroditi.
Rhamnus Frangula. Alno nero. Ver. Pagugna negra. Off. Frangola.
Fiori verdi, Maggio, Giugno. Nei boschetti particolarmente alle Mucille, e nei boschi umidi. Frutice.
Le bacche e la scorza danno un color verde.
La corteccia interna è caustica ed applicata alla pelle la svescica. Essa è amara, e bollita nell’acqua produce un violento vomito, e promove le evaquazioni del ventre. La dose è di dram. j — ij. Devesi però usar con cautela. La stessa scorza trita coll’aceto sana in pochi giorni dalla rogna. Così Bazzino(? ).
XLIX. Vite. Cal. minimo a 5 denti. Petali 5. che cadono agglutinati nella cima. Bacca dal Pistillo con circa 5 semi.
68a. V. vinifera. Caule sarmentoso, foglie palmato — lobate.
Vitis vinifera. It. Vite da vino, o domestica. Ver. Vida.
Fiori bianco — verdicci. Giugno. Si coltiva ed è a tutti nota. Frutice.
Le varietà della vite qui coltivate sono molte, ma le più stimate per vino, tra le nere sono il Refosco, il Curbino, ed il Pignolo nero, tra le bianche il Cividino, e la Rossetta.
Il sugo dell’uva immatura, o l’agretto, come anche dei pampani è lodato nella scrofola. Dalle uve si fanno vino, aceto, spiriti di vino od alcool, che allungato coll’acqua forma l’acquavite. Dalla feccia(? ) si estrae Tartaro, e la Potassa.
La varietà selvatica della vite, che nasce nelle siepi, e nelle cretaje sui monti, e nei boschi, produce un’uva, di cui si possono far gli usi stessi della vite domestica, e sò chi ne fu fatta un’eccellente bottiglia.
L. Viola. Cal. di 5 foglie. Cor. di 5 petali disuguali, uno dei quali termina in Nettario a cornetto. Antere unite. Casella dal Pistillo trivalve, ad una sola cavità.
70a. V. Odorosa. Acaule con stoloni striscianti. Foglie cordate liscie. Fogliette del calice oblungo — elittiche.
Viola odorata. It. Viola mammola. Ver. Viola, Viola zota.
Fiori celesti, Marzo. Nelle siepi, nei campi, e fin lungo le strade. La varietà a fiori bianchi più rara tra noi è nei luoghi stessi; quella a fior doppio si coltiva negli orti. Perenne.
Coi fiori si prepara il sciroppo celeste, che serve anche di reagente in chimica. Se ne fà infuso per le tossi. La radice ed i semi si tengono come succedanei all’ipecacuana, ma hanno forza assai più debole. La dose in polvere è di mezza dramma. Il decotto si fà con dram. ij — iij in lib. j. d’acqua. Coi fiori, uniti ad un poco d’allume, si prepara un color verde per tingere la carta.
71a. V. tricolorata. Caule angolato, sparso. Fogl. bislunghe, incise. Stipole pennato — fesse.
Viola tricolor. It. Viola segolina, V. venajola, V. farfalla, Suocera e Nuora. Ver. Viola de tre colori. Of. Hl. (? ) trinitas, Hos(? ) Jovis, Jacæa.
Fiori bianco — gialli — violaceo, quest’ultimo più o meno carico. Coltivati negli orti. La varietà dei campi, che i nostri Erbolai portano alle Spezierie, ha i fiori bianco — gialli. Annua.
La polvere, il sugo, ed il decotto di questa pianta è raccomandato nella crosta lattea It. Lattime, Ver. Dulcidun, come anche per altre malattie cutanee. La dose in polvere è di gr. x-xxx. Il decotto si fà con dram. j — ij d’erba fresca, o di dram. ss. d’erba secca in lib. j di latte. Il sugo si dà alla dose di O. ss — j — ij per lo più col latte.
LI. Evonimo. Cor. di 4 — 5 Petali. Casella coriacea con 4 — 5 angoli, contenente 4 — 5 semi coperti di velo o arillo.
72a. E. europeo. Fiori e frutti per lo più in 4 parti. Foglie senza picciuolo con denti a sega.
Evonymus europæus. It. fusaggine, Fusaro, Beretta da prete, Silio, Corallini. Ver. Fusazin.
Fiori giallognoli, Aprile. Comune nelle siepi.
I frutti velenosi promuovono fortemente il vomito, ed in qualche paese i contadini li usano ridotti in polvere per ammazzarì i pidocchi. Siccome questa pianta s’assomiglia più di qualunque altra del paese a quella del caffè, fu chi tentò d’usarla al momento della guerra continentale, ma con cattivo effetto.
LII. Ribes. Petali e stami inseriti nel calice. Bacca proveniente dal calice, contenente molti semi.
73a. R. rosso. Senza spine. Fiori piani. Racemi lisci.
Ribes rubrum. It. Ribes rosso. Ver. Uva ribis, Ribes.
Fiori verdicci in Aprile, si coltiva negli orti. Frutice.
Frutti d’un acido grato. Si loda come rinfrescante nelle febbri e nello scorbuto. Se ne fà sciroppo e conserva.
74a. R. uva crispa. Rami con pungiglioni a tre punte. Bacche liscie, solitarie. Foglie lobate.
Ribes uva crispa. It. Uva crespina, Uva spina. Ver. ua grispigna.
Fiori bianco — sporco. Maggio. Coltivasi negli orti. Frutice.
Si può cavar liquore spiritoso dai suoi frutt fermentati. I frutti maturi chiusi in una bottiglia si conservano lungo tempo.
LIII. Edera. 5. Petali. Bacca cinta dal calice contenente 5 semi.
75a. E. arborea. Fogl. ovate, cuoriformi, o lobate. Ombrelle diritte.
Hedera helix. It. Elera, Vite nera. Ver. Elara.
Fiori bianchi, o giallognoli. Agosto, 7. bre. Giovine si stende sulla terra, indi sale sui tronchi degli alberi, o sui muri. Frutice.
Le foglie amare, aspre, nauseanti si usavano dai Medici nell’atrofia dei fanciulli e nella rachitide. Si pongono sopra i cauterj, per trarne gli umori. Le Bacche amare, acide si usavano per eliminare la bile, e promuovere il sudore. Le pecore mangiano assai volentieri le foglie d’edera.
Ordine II° Diginia. 2 pistilli.
LIV. Asclepiade. Cor. Storta. Nettario cilindrico con 5 denti.
76a. A. Vincetossico. Fusto eretto, foglie ovato — puntite, un poco cordate alla base. Racemi terminanti.
Asclepias Vincetoxicum. It. Vincitossico, Bozzoli, Seta selvatica, Erba seta. Ver. Erba seda.
Fio. bianchi da Mag. a Lug. Sui monti, e negli oliveti, Comune. Perenne.
La radice lattiginosa, un poco velenosa, di sapor amarognolo, acre, aromatico; d’odor penetrante, si crede diuretica, menagoga, sudorifera.
LV. Apocino. Cor. a campana. Filamenti attaccati allo stimma. Antere avvicinate in forma di piramide.
77a. A, Veneto. Caule eretto. Rad. strisciante. Fogl. ovato — lanciolate.
Apocinum venetum. It. Esula(? ) veneziana. Ver. Salgarol fiorì.
Fio. rossi in Luglio. Nella sabbia, sulla riva della marina. Perenne.
I fiori di questa bella piantina hanno la proprietà di ritenere per la proposcide le mosche, che vanno a succhiare il nettare in fondo dei fiori. La pianta è molto lattiginosa, e la scorza filamentosa si potrebbe impiegare per filo.
LVI. Chenopodio. Cal. di 5 foglie, a 5 angoli. Cor. O. un solo seme lenticolare chiuso nel calice.
78a. Ch. ambrosioide. Foglie lanciolate, dentate. Racemi solitarj semplici, collocati nelle ascelle delle foglie.
Chenopodium ambrosioides. Ver. The de Germania. Fiori erbacei, Lug. 7. bre. Pianta originaria del Messico, ora indigena nei nostri paesi lungo le strade, nei villaggi.
L’erba è fornita di un’odor grave aromatico, che a prima giunta è piacevole, indi ributtante, sapor acre, facoltà stimolante. Se ne fà infuso e tintura da somministrarsi nella paralisi, dispepsia, flatulenza, e contro i vermi.
LVII. Olmo. Cal. diviso in 5 parti. Nessuna corolla. Seme a cuore.
79a. O. campestre. Foglie scabre, ovate, doppiamente seghettate, ineguali alla base. Ulmus campestris. Linn. Ver. Olmo.
Fiori sporco — bianchi in Marzo prima di gettar le foglie. Sui margini dei campi, nei filari delle viti, e nei boschi. Albero.
Si coltiva d’alto fusto per uso dei carraj, con cui si fanno assi, mozzi di ruota ed altro, e nei filari delle viti per loro sostegno. La scorza interna dei virgulti è raccomandata nelle malattie cutanee, e nell’artritide. Si fà il decotto con O. j — ij di scorza in lib. ij d’acqua, bollita fino alla rimanenza della metà.
LVIII. I. Petali inflesso — cordati, esterni maggiori. Frutto ovato e per ogni parte ispido di peli, od aspro di pungiglioni. Invogli parziali ed universali di più foglioline pennato — fesse.
80a. D. Carota. Foglie due volte pennate, foglioline ovate, pennato — fesse, lacinie lineari acute, picciuoli settenervosi, frutti ispidi.
Daucus carota. Pastriciano, Pastinaca selvatica, capo bianco, carota selvatica. Ver. Pestenala. Off. Daucus sativus.
Fiori bianchi, al centro un rosso sterile. Maggio. L’estate. Nei campi, nei prati, e nei pascoli. Bisannuale.
Si mangia in Primavera cotta in acqua con olio, sale, pepe, ed aceto dai contadini prima che metta il fusto.
La carota coltivata negli orti è la stessa ingentilita mediante la coltivazione, e ve n’ha di bianche, di gialle, di rossiccie.
La radice contiene un principio mucilaginoso, zuccherino. È blandente diuretica. Il decotto è raccomandato nella stranguria. I semi sono stimolanti, antelmintici.
LIX. Conio. Cal. intiero. Petali inflesso — cordati, ineguali. Frutto quasi globoso. Semi a 5 coste crespe.
81a. C. macchiato. Fusto ramoso, macchiato. Foglie tripartite, foglioline pennato — fesse. Semi striati.
Conium maculatum. It. Ver. Cicuta.
Fiori bianchi da Maggio all’estate. Nei luoghi pingui lungo le strade, e nei Cimiterj. Bisannuale.
Tutta l’erba tramanda un principio velenoso, narcotico, acre e nauseoso, un odor tetro; e la radice stata mangiata in fallo per carota, produsse gravi dolori, assopimento ed altri forti mali; nei quali casi convenne aver ricorso all’emetico, poi all’ammoniaca ed all’etere nella maggior dose, che possa somministrarsi colla prudenza del medico. Il sugo condensato, detto volg. estratto, e l’erba stessa disseccata, dicesi giovar molto nelle ostruzioni del basso ventre, negli infarti delle glandole, nelle scrofole, nei scirri ed altre malattie del sistema linfatico, nella tisi tubercolosa procedente da vizio scrofoloso, nella tabe mesenterica. La dose della polvere e dell’estratto e di gr. j — xx. al giorno; ne hò veduto a prendere fino xxjv. senza alcun effetto. Iddio ci guardi da quei mali ed anche dal rimedio, specialmente quando si vuol unirlo ai muriati di calce e di barite.
Al giorno d’oggi quest’erba è riposta tra i rimedj controstimolanti.
LX. Etusa. Cal. intiero. Petali inflesso — cordati, ineguali. Frutto ovato — subrotondo, striato.
82a. E. Cinapio. Foglie 2 — 3 volte pennate, conformi, foglioline oblunghe, pinnatifide, cuneiformi alla base. Invogli parziali dimezzati, pendenti.
Ethusa Cynapium. It. Prezzemolo selvatico, Erba aglina, Cicuta agliata. Ver. Parsembul salvadego, P. de can.
Fiori bianchi Lug. Ag. Negli orti, nelle siepi, sui margini dei fossi. Annua.
Pianta velenosa come la cicuta, produce smania, singhiozzo, lungo delirio, vomiti, convulsioni come è seguito adoprandola invece di prezzemolo. È fatale per le oche.
LXI. Aneto. Cal. intiero. Petali intiero — involti. Frutto sub — ovato, compresso, striato. Seme quindi piano, indi convesso a 5 coste.
83a. A. finocchio. Fogl. tre volte pennate, pennuccie capillari. Frutti ovati.
Anethum Foeniculum. It. Finocchione. Ver. Fenochio. Off. Anethum semen, herb, radix.
Fiori gialli, Giugno, Agosto. Coltivasi negli orti. L’ho trovato spontaneo sui monti nei contorni di Duino. Perenne.
I semi vengono masticati per promuovere i rutti, ed espellere i flati. Coi semi stessi si prepara un’olio volatile, acqua ed alcool, volg. spirito. La radice, ch’è la prima delle cinque dette aperienti si usa per promuovere l’orina.
LXII. Apio. Petali subrotondi, inflessi, eguali. Frutto ovato o globoso. Semi esternamente convessi. 5 piccole coste un poco prominenti.
84a. A. Petroselino. Caule striato, liscio, ramoso. Foglie radicali bipennate, foglioline ovali, incise, superiori lineari. Invogli parziali minuti.
Apium Petroselinum. It. Apio ostense, Petroselino. Ver. Parsembolo, Off. Petroselinum, Rad. herba, semen. (? ) La radice è diuretica, lattifuga, i semi carminativi(? ).
85a. A. Sedano. Caule solcato, liscio, ramoso. Foglie pennate, o bipennate, foglioline cuneiformi alla base, superiormente lobate, inciso — dentate.
Apium graveolens. Apio. A. palustre. Ver. Seleno. Off. Apium palustre, A. officinarum.
Fiori giallicci. Si coltiva negli orti, ma è comune, spontaneo nei paludi, lungo le roje. Bisannuale.
La radice è diuretica. I semi sono diuretici, carminativi, ftiriaci. (? ) Poveri pidocchi quanti veleni si sono trovati per essi! ma frattanto continuano a tormentare i poveri, ed i poltroni.
Ordine III° — Triginia. 3 pistilli
LXIII. Sambuco. Cal. picciuolo diviso come la corolla in 5 parti. Bacca contenente 3 semi.
86a. S. ebbio. Caule erbaceo. Cime divise in tre parti.
Sambucus ebulus. It. Sambuco erbale, Nebbio, Sambuchella. Ver. Gneul.
Fiori bianchi, antere porporine, d’estate, lungo le strade, e sui margini dei campi. Perenne.
Il decotto della radice, delle foglie e della scorza drastico catartico si loda per cacciar le acque dagli idropici. La dose è di dram. j — ij di foglie e scorza bollite in lib. j d’acqua. Colle bacche si fà il Roob(? ).
87a. S. nero. Fusto arboreo, foglioline ovate, seghettate, stipule quasi nulle. Cime 5 — partite.
Sambucus nigra. It. Sambuco arboreo, S. montano. Ver. Samugar. Off. Zambuco.
Fiori bianchi, Maggio e Giugno. Comunissimo nelle siepi e nei luoghi ombrosi. Albero.
La scorza interna o seconda scorza è giovevole agl’idropici egualmente che quella dell’Ebbio. I fiori sono diaforetici, e se ne fà infuso con dram. ij — iv. in lib. j d’acqua. Colle bacche si prepara il Roob. acidulo usitatissimo nelle malattie di petto.
LXIV. Rus. Cal. 5 — partito inferiore. Petali 5. Stili brevissimi o mancanti. Bacca piccola contenente una noce unisperma.
88a. R. Cotino. Foglie semplici, obovate, interissime, liscie. Fiori maschj ed ermafroditi.
Rhus Cotinus. It. Scotano. Ver. Scodeno, Fojarola.
Fiori verdognoli. Maggio. Sui monti. Frutice.
La scorza è lodata dal D. Zioldes come succedanea alla china nelle febbri intermittenti. La radice e le foglie servono a tingere in rosso, il legno in giallo, e le foglie per la concia delle pelli.
LXV. Alsine. Cal. inferiore a 5 divisioni. Petali 5. Casella superiore trivalve ad una sola cavità.
89a. A. mezzana. Cauli deboli con una linea laterale di peli alternante. Foglie ovate. Petali divisi in due. Varia nel numero degli stami.
Alsine media. Centonchio, Pavarina. Ver. Pevarina, Centuis.
Fiori bianchi in tutta la primavera e talora fino in Autunno. Frequentissima negli orti, e lungo le strade. Annua.
È amata da tutti gli uccelli granivori; si dà ai Canarini, ai Cardellini ed ai paperi.
[Ordine IV° Pentaginia. 5 pistilli.]
LXVI. Lino. Cal. di 5 foglie. Petali 5. Casella che si divide in cinque parti con dieci cavità contenenti ciascuna un sol seme.
90a. Lino comune. Caule quasi solitario. Foglie alterne, lineari lanciolate. Calici ovati, acuti, con 3 nervature. Casella puntita.
Linum usitatissimum. Lino. Ver. Lin.
Fiori celesti. Mag. Giug. Trovasi lungo le strade e nei prati Pentandria Pentaginia. Esandria Monoginia
Prati spontanea. Si coltiva, ma assai raramente tra noi. Annuo. Il seme è mucilaginoso, oleoso viscido, ed emolliente. Il suo decotto si decanta come anche l’infuso nella disuria, nefritide, blenorragia; ed in forma di clistere nel tenesmo. In forma di farina si fanno cataplasmi nella cinanchia(?), nel flemmone. L’olio, che si esprime dai semi è usato non solo dai medici per le facoltà indicate, ma anche dai pittori, dai falegnami, dai profumieri, dai fabbri ecc. Si usa anche per ardere. L’uso della scorza per filo e tessuti è generalmente noto. 91. L. catartico. Caule superiormente dicotomo. Foglie opposte elitticolanciolate, ottuse. Lacinie calicine e petali acuti. L. catharticum. Lino selvatico. Ver. Lin picolo de prà. Off. L. catartico. Fiori bianchi. Maggio, Luglio. Si trova facilmente in tutti i prati ed i pascoli. Annuo. L’erba è di sapore amareggiante, nauseoso, di proprietà catartica, che i medici usano nell’idrope. Se ne fà infuso con dram. ij di erba secca in lib. j. d’acqua o vino.