Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/II

Parte seconda - Paolo Bonomi: la conquista, il predominio, l'agonia politica

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Parte seconda - Paolo Bonomi: la conquista, il predominio, l'agonia politica
I III

Indice

Evitata la soppressione come ente corporativo, la Federconsorzi permane, durante i governi di coalizione antifascista, nell'orbita comunista. Dopo la vittoria del 18 aprile il democristiano Segni decreta un riforma che lascia inalterato l'accentramento fascista. La riforma democratica potrebbe essere compiuta dopo la conquista da parte di Bonomi, che per affrontarla convoca un grande convegno, ma che all'apertura dei lavori ha deciso che nulla debba essere riformato.

da Terra e vita, n° 12, 20 marzo 1993


Nei primi anni del dopoguerra la Federconsorzi riordina l'apparato con cui distribuisce alle campagne beni strumentali, ma soprattutto perfeziona gli strumenti per le gestioni annonarie. I capitolati in base ai quali eroga alimentari americani e raccoglie il grano nazionale sono la chiave dell'età di Bonomi e di Mizzi. In quei capitolati è il segreto dell'opulenza, nel loro machiavellismo la ragione remota del declino.

da Terra e vita n° 14, 3 aprile 1993


L’agricoltura è oggi tra i grandi temi del confronto politico ed economico del Paese, e uno degli elementi chiave del dibattito agrario è il problema dei consorzi agrari e della Federconsorzi. Realtà inscindibile, consorzi agrari e Federconsorzi costituiscono il più vasto organismo economico di tutto il contesto della nostra agricoltura e, insieme, l’epicentro di tutte le contese che, fino dal dopoguerra, per l’agricoltura si combattono in Italia.

da Il Mulino, settembre-ottobre 1977


BOLOGNA: GLI STRATEGHI DELLA REGIONE SULLE ORME DI MACHIAVELLI

Un affaire che ha assunto rilevanza nazionale, la cui portata si può spiegare solo inquadrando la vicenda nella tregua d’armi in cui i partiti della sinistra attendevano il maturare delle condizioni favorevoli per lanciare contro la Federconsorzi l’ultimo attacco. Non si spiegherebbe altrimenti l’asprezza delle reazioni che la fotocopia di un accordo tra la Regione Emilia Romagna e la Federazione dei consorzi agrari ha acceso tra le forze dell’agricoltura. I rappresentanti comunisti che hanno trattato per raggiungere l’accordo hanno realizzato uno dei capovolgimenti di fronte in cui i manuali di strategia, tanto militare quanto politica, additano lo strumento più efficace per sconvolgere le difese nemiche.
da Terra e vita n° 4, 28 gennaio 1978


BOLOGNA: GLI STRATEGHI DELLA REGIONE SULLE ORME DI MACHIAVELLI

Il documento che ha innescato le reazioni a catena tra le quali è divampata la disputa sul “compromesso emiliano” è costituito da poco più di una paginetta di enunciazioni pesino generiche per chi avesse dimenticato l’insanabile antagonismo che ha contrapposto per trent’anni Partito comunista e Federconsorzi, che appaiono estremamente significative appena si rievochino le tappe fondamentali dei rapporti tra le due parti
da Terra e vita, n° 5, 4 febbraio 1978


BOLOGNA: GLI STRATEGHI DELLA REGIONE SULLE ORME DI MACHIAVELLI

Tutta la vicenda che si è venuta svolgendo tra Bologna e Roma apre un interrogativo ineludibile: tra gli impegni che i responsabili comunisti erano disposti ad assumere per un accordo con l’organizzazione consortile c’era o non c’era la promessa di un atteggiamento acquiescente in occasione del futuro dibattito parlamentare sulla legge di riforma dell’Aima? Gli elementi disponibili non consentono né di confermare né di smentire con certezza assoluta: tutte le articolazioni della vicenda vietano, tuttavia, di trascurarlo. Il complicato gioco di confronto-scontro diviene infatti incomprensibile se quell’interrogativo non viene assunto come nodo essenziale per spiegare la strategia seguita dalle due parti che alla vicenda hanno dato vita.
da Terra e vita, n° 6, 11 febbraio 1978


BOLOGNA: GLI STRATEGHI DELLA REGIONE SULLE ORME DI MACHIAVELLI

La vicenda di un mangimificio per il quale l’organizzazione cooperativa cattolica aveva richiesto il contributo Feoga e il rifiuto degli organi comunitari, propone uno dei nodi più difficili della vicenda emiliana. Il suo esame impone interrogativi inquietanti sul ruolo del Ministro dell’agricoltura e sullo spazio di manovra tuttora a disposizione delle due parti per proseguire una trattativa già tanto avanzata quando l’esplosione del “caso” ne impediva, drammaticamente, la conclusione.
da Terra e vita, n° 7, 18 febbraio 1978


La creazione dell'Aima e il varo delle regioni escludono la Federconsorzi dai rapporti tradizionali con lo Stato. Solo tardivamente Mizzi cerca di rompere l'accerchiamento che lo stringe. La sua morte lascia il compito ai successori, ma Lobianco pretende sull'organismo l'antica insindacabile signoria, e ne condanna la sorte.

daTerra e Vita, n° 15, 10 aprile 1993