Edizione completa degli scritti di Agricoltura, Arti e Commercio/Lettera XI

Lettera XI

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LETTERA XI.



Circa il medesimo tempo in cui Enrico il Grande cercava di promuovere con tanto impegno il prodotto della seta nelle provincie del suo regno, il duca di Würtemberg, Federico, prese ad emulare la lodevole impresa di quel re, tentando di recare a’ sudditi suoi questo vantaggio, e di accrescere con questo mezzo la ricchezza del suo ducato. Sembra che questo disegno abbia avuto ne’ suoi principj un felice successo, ed abbia dato speranze assai grandi a quel popolo; conciossiachè il soprallegato Mr. da Seres così scrive nella citata opera1: „e siccome per lodevole emulazione le Belle Scienze non s’arrestano in un sol luogo, così fanno sempre maggiori progressi gli spiriti delle virtuose persone. Egli è avvenuto pertanto, non ha molto, che Federi[p. 232 modifica]co duca di Würtemberg, principe degno d’ogni lode, ha stabiliio nelle sue terre ed il nodrimento de’ vermi da seta, e le manifatture di tale materia; ed i successi ne sono stati così felici in questo principio, che sono stati costretti a confessare, esser profittevole quest’impresa, coloro medesimi, i quali per l’addietro ne condannavano il consiglio, fondati sopra il freddo del paese di Alemagna”. Anche il celebre Giovanni Bauhino, la cui bella storia delle piante fu solamente pubblicata molti anni dopo la sua morte, come abbiamo accennato nel tomo primo di queste lettere 2, parla come di una nuova impresa, e non da altri lentata prima nel suddetto ducato, della introduzione de’ mori ivi procurata dal duca Federico, il quale ne fece trasportar colà molti dall’Italia.

Non vi fu di fatto forse alcun principe, che salisse più alto con le sue speranze, di questo duca, nè che più si lusingasse di poter arricchire col prodotto della seta gli stati suoi. Quanto venisse egli dalle lusinghe del [p. 233 modifica]suo desiderio allettato, e sino a qual segno confidasse, udiamolo dalla penna dello stesso Bauhino, che forse fu il panegirista de’ proprj suggerimenti: „Ultimamente il duca di Würtemberg fece di sua commissione introdurre, e propagare i mori per tutto il suo ducato, avendoli fatti trasportare dall’Italia, per nodrire i bachi da seta. È così attento questo principe nell’arricchire il suo ducato di cosa tanto necessaria, acciocchè non manchi a’ sudditi suoi quello, che hanno anche altre genti: e giugne a tal punto la sua munificenza, che vuole i proprj sudditi arricchire di ciò che manca agli altri, e che appena è conceduto a poche altre nazioni.“

Malgrado la testimonianza di questi due scrittori, e malgrado le speranze di quest’ultimo, la seta in quel ducato non ebbe riuscimento alcuno; e se il nostro filosofo Bauhino avesse fatto il dovuto esame sull’indole del terreno, e sulla qualità del clima, avrebbe veduto che dal privilegio di avere ne’ loro terreni il prodotto della seta vengono certamente escluse tutte le nazioni alemanne.

Egli è veramente cosa degna di maraviglia, come facilmente gli umani ingegni s’ingan[p. 234 modifica]nino ne’ loro pensamenti, quando solo metafisicamente si pongono a meditare sopra certe materie, intorno alle quali la sola sperienza ci può far discuoprire la verità. Il discorrerci sopra senza l’ajuto degli sperimenti fu appunto la cagione per cui tanti, e tanti ritrovarono ben di sovente contrario l’effetto a tutti gli studj loro, ed a tutti i lor pensamenti, e videro dal fatto gittate a terra tutte quelle ragioni ch’eglino aveano con tanta sottigliezza ritrovate per appoggiare la lor opinione. Se quanto io dico verificossi molte volte, ed in diverse materie, in verun’altra certamente non comparì giammai più chiaro, ed evidente quanto nel prodotto della seta; la quale per una parte, siccome abbiamo veduto nelle antecedenti lettere, in que’ paesi ove in fine riuscì felicemente, ritrovò dapprincipio uomini dotti, e nelle cose di stato periti, i quali con ogni forza di studio, e di ragioni appartenenti ad essa si opposero; e per l’altra, secondochè con questa, e colle seguenti vedremo, molti personaggi della stessa qualità fecero ogni sforzo, perchè colà, dove non meno il clima, che il terreno le sono contrarj, la seta allignasse.

Giacopo I. re della gran Brettagna3, [p. 235 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/235 [p. 236 modifica]di cui non possono gli autori de’ progetti ritrovare il migliore, nè il più felice, come quello, in cui si presta orecchio a ciascheduno, e si aprono le borse più ricche a chiunque propone cosa alcuna, che abbia la menoma apparenza di utilità pubblica o privata; si poteva ben credere, che con queste tracce sarebbe nuovamente stato messo in campo il progetto della seta, a cui le sperienze antiche e moderne promettevano felice avanzamento.

4Il sig. Giovanni Appletrée ne fu l’autore, e ne prese egli medesimo l’impresa, ottenendo li 23 maggio 1718 una patente reale. Secondarono molti la sua impresa, e gli fu dato da ogni parte soccorso; ma sopra tutti gli altri si segnalò il sig. Barkam, filosofo, e membro della società Reale, il quale con ogni sua possa adoperandosi, e mettendovi il suo nome, il suo sapere e la sua penna, pretese di mostrare al pubblico, che non vi fosse mai stato progetto nè più utile, nè meglio inteso di questo; ma finalmente tutta la sua filosofica autorità non valse a sostenerlo, com’egli si era impegnato.

So che penseranno taluni, e lo avranno [p. 237 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/237 [p. 238 modifica]ranno ad arricchirsi tuttavia in ogni tempo; con tutto ciò il progetto del sig. Barkam si rimase del numero di quelli, che l’editore della Biblioteca Inglese rassomiglia a quelle caselline di carta, che i fanciulli fabbricano per ispasso, le quali ad ogni minimo soffio vanno rovesciate. Nè fu mai veramente detta cosa, che più si verificasse di questa; imperciocchè di sì famoso progetto andò estinta perfino la tradizione, e le opere del sign. Barkam ebbero prestissimo la sorte di quelle, che per la loro inutilità, come dice Orazio5 delle scritture de’ cattivi poeti, vanno
          Ove d’esse agli aromi, ed all’incenso
          Ed al pepe si fa camicia, e vesta.

L’editore deridendo il progetto, conchiude, che i partecipanti, ed interessati principali di questo progetto, se guadagno non ebbero, almeno non vi perdettero; perchè mai non ritrovarono, a chi poter vendere le proprie azioni.

Contuttociò non si debbono i due benemeriti Inglesi defraudare della dovuta lode; [p. 239 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/239 [p. 240 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/240 [p. 241 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/241 [p. 242 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/242 [p. 243 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/243 [p. 244 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/244 [p. 245 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/245 [p. 246 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/246 [p. 247 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/247 [p. 248 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/248 [p. 249 modifica]Pagina:Collezione-di-opere-scelte-di-autori-Friulani (Antonio Zanon).djvu/249 [p. 250 modifica]

„Tanto avanzo sotto le mature sue riflessioni, chiaramente constando, che abbiamo un prodotto nel nostro paese di gran valore. Dio volesse, che sapessimo approfittarcene.

P. S. Non voglio pure omettere di parteciparle, come più e più volte ho inteso nel Piemonte l’anno 1711 narrare le sofferte sventurate sciagure di un’aspra guerra colla rovina totale delle campagne, di incendiate ville, e demolite fortezze, come vidi Mornegliano, Verna, Vercelli, Rivoli ec. Ma i maggiori lamenti, e cordogli di que’ popoli versavano solamente sopra la distruzione dei mori, che riguardavano come il principale oggetto de’ loro beni, e l’abbondante prodotto delle sete.”

Vantansi gl’Inglesi di avere oggimai grandissimi accrescimenti di questo prodotto nella Virginia, e nella Carolina; ma per non abusare della loro sofferenza, sarà questo il soggetto d’altra lettera in cui dimostrerò che nè la qualità, né la quantità della seta di que’paesi potrà mai recare alle sete nostre alcun nocumento. Intanto riverentemente mi dichiaro.

  1. Pag. 414. Edit. 1608.
  2. Tom. I. pag. 380.Fiorì egli dopo la metà del secolo XVI. Fu professore di notomia, e di Botanica; medico del duca di Würtemberg, e di altri principi della Germania, e morì l’anno 1615.
  3. Morto l’anno 1625.
  4. Biblioth. Angl. T. VI. P. 2. p. 518.
  5. Lib. II. Epistolar. Ep. I. v. 269.