Dialoghi con Leucò/Note ai testi
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Note ai testi
Una minuta di frontespizio reca il titolo Uomini e dèi cancellato e sostituito da Dialoghi con Leucò; la data 27 febbraio 1946, Roma; un’epigrafe latina cancellata: O fortes peioreque passi | mecum saepe viri... | cras ingens iterabimus sequor.
Un foglietto datato 27 febbraio (1946), ma con alcune aggiunte posteriori (L’inconsolabile, Il fiore, La nube), reca questo indice tematico:
I due | (infanzia salvezza) |
La madre | (infanzia tragica) |
In famiglia | (fato familiare) |
Gli Argonauti | (fato sessuale) |
Schiuma d’onda | (sesso tragico) |
La belva | (sonno divino-sessuale) |
L’inconsolabile | (liberazione dal sesso) |
Le Muse | (uomo divino) |
Il fiore | (schiacciamento e poesia) |
La rupe | (combattimento) |
La Chimera | (sconfitta) |
La nube | (audacia e sconfitta) |
Le streghe | (intangibilità) |
Un abbozzo dello stesso indice, presumibilmente precedente, porta le stesse definizioni e lo stesso ordine per i titoli fino a Schiuma d’onda compreso, e prosegue poi in questo modo:
La Muse | (uomo divino) |
La rupe | (uomo combattente) |
La Chimera | (uomo sconfitto) |
La belva | (uomo schiacciato) |
Le streghe | (uomo intangibile) |
Un indice in data 5 aprile 1946 reca:
In margine a questi e in altri appunti, l’A. abbozza una tabella che gli permette di contare quanti dialoghi riguardano gli Dèi (D) e quanti gli Uomini (U). In seguito sviluppa questi appunti in due tabelle, datate 12 aprile (1946) e aggiornate posteriormente, una riguardante Chi parla (con per ascisse i titoli dei dialoghi, per ordinate le colonne: Dèi, Dee, Uomini, Donne, e segnando per ogni dialogo i nomi dei personaggi nella colonna corrispondente), un’altra riguardante di chi si parla che qui riportiamo, con le somme segnate in calce a ogni colonna:
di chi si parla | ||||
Dèi | Dee | Uomini | Donne | |
Nube | Dèi | |||
(Titani) | ||||
Chimera | Dèi | Bellerofonte | ||
(Chimera) | ||||
Fiore | Apollo | Jacinto | ||
Belva | Artemide | |||
Schiuma | Afrodite | Elena | ||
(Donne) | ||||
Madre | Atalanta | |||
Uomini | Zeus | |||
Due | Bimbi | |||
Strada | Destino | |||
(Sfinge) | ||||
Dèi | Dèi | |||
Inconsolabile | Euridice | |||
Lago | Ippolito |
I fuochi | Atamante | |||
Rupe | Dèi | |||
(Titani) | ||||
Streghe | Odisseo | |||
Vigna | Dioniso | Teseo | ||
Famiglia | Artemide | Atridi | Elena | |
Toro | Ariadne | |||
Argonauti | Medea | |||
(donne) | ||||
Diluvio | Uomini | |||
Mistero | Icario | Erigone | ||
Muse | Muse | |||
Ospite | Licaone | Callisto | ||
Cavalle | Apollo | Asclepio | Coronide | |
10 | 9 | 22 | 9 |
(Va notato che il titolo L'ospite è attribuito al dialogo L'uomo-lupo).
Un foglietto scritto a matita reca:
Ordine cronologico | |||
Le streghe | |||
La belva | |||
La madre | |||
La rupe | |||
Schiuma d'onda | |||
personaggi | I due | ||
Gli Argonauti | |||
Le Muse | |||
La Chimera | |||
Avvertenza | |||
In famiglia | |||
Il fiore | |||
La nube | |||
L'inconsolabile | |||
La strada | |||
concetti | Il mistero | ||
Il diluvio | |||
Il lago | |||
I ciechi | |||
La vigna | |||
Milano, 3 agosto 1946 | |||
Il toro | |||
L'isola | |||
I fuochi |
e sul verso:
22 febbraio 1947, Torino |
L’ospite |
Le cavalle |
Gli dèi |
L’uomo-lupo |
Gli uomini |
In un indice dattiloscritto, con una data a matita 12 settembre 1946 e con aggiunti a penna i titoli: Le cavalle, I fuochi, L’ospite e le indicazioni tematiche, leggiamo:
Dialoghi con Leucò | ||
Mondo titanico x dèi nequizie divine | La nube | |
La Chimera | ||
I ciechi | ||
Le cavalle | ||
Il fiore | ||
La belva | ||
Schiuma d’onda | ||
Tragedia di uomini schiacciati dal destino | La madre | |
I due | ||
La strada | ||
Salvezze umane e dèi in imbarazzo | L’inconsolabile | |
Il lago | ||
La nube | ||
Le streghe | ||
La vigna | ||
L’isola | ||
In famiglia | ||
Il toro | ||
I fuochi | ||
L’ospite | ||
Gli Argonauti | ||
Dèi buoni | Il mistero | |
Il diluvio | ||
Le Muse |
In un altro indice dattiloscritto senza data, con qualche variazione nell’ordine, e che porta aggiunti a penna i titoli Le cavalle, L’ospite, Gli dèi, le indicazioni tematiche sono annotate in margine in quest’ordine ma senza un segno di divisione netta tra i dialoghi cui si riferiscono:
caos x dèi |
umanità schiacciata |
umanità tragica |
umanità sorridente e dèi |
Per il «risvolto di sopracoperta» della prima edizione del volume (ottobre 1947), l’A. stesso scrisse questo testo di presentazione:
Cesare Pavese, che molti si ostinano a considerare un testardo narratore realista, specializzato in campagne e periferie americano-piemontesi, ci scopre in questi Dialoghi un nuovo aspetto del suo temperamento. Non c’è scrittore autentico, il quale non abbia i suoi quarti di luna, il suo capriccio, la musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita. Pavese si è ricordato di quand’era a scuola e di quel che leggeva: si è ricordato dei libri che legge ogni giorno, degli unici libri che legge. Ha smesso per un momento di credere che il suo totem e tabú, i suoi selvaggi, gli spiriti della vegetazione, l’assassinio rituale, la sfera mitica e il culto dei morti, fossero inutili bizzarrie e ha voluto cercare in essi il segreto di qualcosa che tutti ricordano, tutti ammirano un po’ straccamente e ci sbadigliano un sorriso. E ne sono nati questi Dialoghi.
Di ogni dialogo diamo la data di composizione, segnata dall’A. sui manoscritti. La data d’inizio del piú antico (Le streghe) è il 13 dicembre 1945; la data di compimento dell’ultimo (Gli uomini) è il 31 marzo 1947. Gran parte dei dialoghi sono stati scritti a Roma, dove l’A. visse dall’agosto 1945 al maggio 1946; tra giugno e settembre del 1946 fu a Torino poi di nuovo a Roma poi a Milano (e qualche giorno in campagna); dall’ottobre 1946 in poi tornò a stabilirsi definitivamente a Torino.
Nei giorni 8-9 marzo 1946 sono state scritte tutte le «notizie» che precedono i dialoghi anteriori a quella data.
L’«avvertenza» è stata scritta il 20 febbraio 1946 e riportata in quella data anche nel diario.
Il titolo è citato forse per la prima volta in una lettera a un’amica del 27 marzo 1946: Ho trovato il titolo collettivo dei dialoghetti: Dialoghi con Leucò. Eh?
La nube (21-27 marzo 1946).
- Nella minuta, alla 2a battuta di issione: Nulla è mutato sopra i monti (di Tessaglia) (dei Lapiti). Alla 6a battuta de la nube, l’ultima frase: (Anch’io devo lasciarti) (Noi dobbiamo lasciarci), Issione.
La Chimera (12-16 febbraio 1946).
- Nella minuta, la prima riga, subito corretta, era: (parlano Bellerofonte e Ippòloco). Alla attuale 4a battuta di sarpedonte (fusa con la 3a e che si chiudeva con: Maledice gli dèi) seguiva una battuta di ippoloco: Che altro può fare, Sarpedonte? È la sua fine. Siamo tutti del sangue di Sisifo. Che gli è servito a Bellerofonte viver giusto?
I ciechi (5-8 luglio 1946).
Le cavalle (23-26 febbraio 1947).
- La minuta è accompagnata da un foglio datato 24 febbraio, contenente la nota che figura nel diario Il mestiere di vivere (sotto la stessa data e seguito dalla didascalia Per i Dialoghi):
- Crono era mostruoso ma regnava su età dell’oro. Venne vinto e ne nacque l’Ade (Tartaro), l'isola Beata e l’Olimpo, infelicità e felicità contrapposte e istituzionali.
- L’età titanica (mostruosa e aurea) è quella di uomini-mostri-dèi indifferenziati. Tu consideri la realtà come sempre titanica, cioè come caos umano-divino ( = mostruoso), ch’è la forma perenne della vita. Presenti gli dèi olimpici, superiori, felici, staccati, come i guastafeste di questa umanità, cui pure gli olimpici usano favori nati da nostalgia titanica, da capriccio, da pietà radicata in quel tempo.
- In calce allo stesso foglio, i seguenti appunti:
- Ermete ctonio | (Trofonio) | Enodio
- figlio di Coronide (fr. 122) e Ischio arcade.
- f. di Flegia equestre
- Asclepio
- coronide a Laceria | colli del Didimo | pian di Loto | davanti ai vign. d’Amiro.
- Chirone | f. di Crono e Filira | f. di Melanippe (cavalla nera) Chirone e Ermete ctonio elogiano l’amore bestiale (itifallico e cavalli) per la Coronide che per mettersi con l’Apollo capitò male.
- Da una lettera dell’A. a Mario Untersteiner del 7 maggio 1948: Ricevo ora la Sua cartolina. Grazie del consiglio. La Thessalische Mythologie della Philippson, insieme a quell’altro studio minore sulla Genealogie, farebbero certo un bel libro. Ma il problema è fino a che punto piacerebbero a un pubblico non specialista. Ci penserò. A me quel libro ha fatto un grande effetto, e un dialogo del mio Leucò: Le cavalle, ne è tutto intriso.
- Gli studi in questione furono poi tradotti e pubblicati nella «Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici»: Paula Philippson Origini e forme del mito greco, a cura di Angelo Brelich, prefazione di Ernesto De Martino, Torino 1949.
Il fiore (28 febbraio — 2 marzo 1946).
La belva (18-20 dicembre 1945).
Lo straniero, il «dio viandante», è Ermete; così è designato nella colonna «Dèi» della tabella «Chi parla» (vedi sopra).
Un foglio, evidentemente precedente alla prima stesura, reca una serie di battute staccate da utilizzare in questo dialogo:
— Mi guarda così dolce, ma per le altre cose ha un sorriso, un lampo, un impietramento crudele. Ah il giorno che mi darà quell’occhiata!
— lo so che non sono bello, non dico per questo. Io tremo a esser stato scelto.
— l’ho detto a te, come a straniero e passante, sei un poco divino.
str.: Bada, tu conosci la leggenda di quel (pastore) (l’indiscreto) (Atteone)...?
— Cercato i corni (? parola incomprensibile) delle capriuole.
— Mai conosciuto persona che fosse molte cose insieme, le portasse con sé? Lei le porta e le è.
— Quel giorno sarò sangue sparso davanti a lei, sarò (boccone nelle fauci) (carne nella bocca) del cane che accarezzo e che fisso severo quando fallisce il balzo.
— Come sopporti cose tali, Endimione?
La battuta del sangue sparso in una prima stesura era posta piú avanti, e attribuita allo straniero. Dopo: saprai perché ti ha risparmiato il suo sorriso, seguivano queste battute, probabilmente come finale del dialogo:
end.: Ma l’ho veduto. È terra e cielo.
str.: Endimione, è la morte. Quel giorno sarai sangue sparso, sarai carne nella bocca del cane che lei nutre e accarezza.
end.: Questo chiedo e farò. Dimmi, straniero.
Schiuma d’onda (12-19 gennaio 1946).
- Da una copia dattiloscritta, in margine alla battuta di saffo: Lo so, Britomarti, lo so. Ma le hai seguite nel loro cammino? Ci fu quella ecc., l'A. ha segnato a matita i nomi delle donne sventurate di cui
viene fatta allusione, nell’ordine: Fedra, Ariadne, Andromaca, Cassandra, Medea, Io, Elle, Scilla.
La madre (26-28 dicembre 1945).
- La fine della 5a battuta di Meleagro (Qui è la pena. Non è nulla un nemico) aveva avuto varianti piú diffuse: Non fu paura, Ermete, ho scannato cinghiali — vedere il proprio destino negli occhi di un nemico. Non è nulla un nemico — ho scannato cinghiali — ma sentire la propria sorte nelle mani di chi è vicino è la pena.
I due (18-20 gennaio 1946).
- Nella minuta, titolo cancellato: La morte.
La strada (7-12 aprile 1946).
- Nella minuta, tre battute cancellate al principio: mendicante: Insomma, smettila Edipo. Sei vecchio, succede a tutti; sei cieco, te lo sei voluto; sei povero da signore che eri — ringrazia che sei stato signore e hai mangiato, hai bevuto, hai dormito in un letto. Chi è morto sta peggio. edipo: Tu non capisci... m.: Che una volta eri giovane? Sta tranquillo che invecchiano tutti. Chi credi di essere?
La rupe (3-8 gennaio 1946).
- La «notizia» introduttiva inizia nel manoscritto con una frase poi eliminata: La notizia che Chirone centauro fosse destinato a riscattare col suo sangue la libertà di Prometeo ci è conservata da Ateneo (25, 26). Qui importa osservare che nella storia del mondo ecc.
- Nella 10a battuta di prometeo, dopo e vissi in un mondo senza dèi, alcune righe cancellate nella minuta: Aiutai la tua stirpe (e fui uno di voi) che mi fece pietà. Contro il destino, Eracle. E giunsi al punto di voler morire.
L’inconsolabile (30 marzo-3 aprile 1946).
- In minuta, una prima stesura della «notizia»: Che le feste di Dioniso alludessero a morte e rinascita, e come tutto ciò che è sesso ebrezza e sangue richiami al mondo sotterraneo, salta agli occhi. Il tracio Orfeo, viandante dell’Ade, cantore sovrano e vittima lacerata come Dioniso stesso, è figura ricchissima passibile ancora di molte interpretazioni.
- In un primo foglio di minuta, il dialogo iniziava con la battuta di bacca: Orfeo, non posso crederti, ecc. orfeo: Ti ripeto che ho fatto apposta a voltarmi. Ne avevo abbastanza di questi pensieri. E di’ pure a quelle altre che mi vengono dietro che, se potessi voltandomi cacciare anche loro all’inferno, lo farei.
L’uomo-lupo (15-16 marzo 1947).
L’ospite (22-23 febbraio 1947).
I fuochi (18-21 settembre 1946).
L’isola (8-11 settembre 1946).
- L’ultima battuta di odisseo, in una precedente stesura, era: Cercando un’isola, ho trovato te.
Il lago (28-30 giugno 1946).
Le streghe (13-15 dicembre 1945).
- Nella prima stesura della minuta Leucò si chiamava Leucina. Varianti del finale: seguito della penultima battuta di Circe, dopo rassegnati: Io so che nessuno di loro cambierebbe il suo passato e il suo avvenire col nostro eterno presente. Chi di loro ha accettato, ha prima dovuto morire, l.: Circe, perché non l’hai ucciso allora? c.: Io fui Penelope, Leucina | Sono una dea e non il destino. | L’ho negli occhi e sorrido. Quel che è stato sarà. l.: Circe, tu dimentichi i lupi.
Il toro (11-18 agosto 1946).
- In un foglietto datato 23 giugno trovato tra le minute delle poesie, si leggono due battute, probabilmente un primo appunto per questo dialogo:
- — Non hai promesso a tuo padre che cambiavi le vele?
- — Un padre non sa quello che fanno i figli.
In famiglia (21-24 febbraio 1946).
- In una lettera a un’amica del 26 febbraio 1946, P. scrive: Stamattina ti ho mandato un altro dialoghetto In famiglia che credo ti piacerà. C’è il solito problema della donna fatale, ma ironizzato.
- Nella minuta, la penultima battuta di castore: Hanno bisogno della vergine crudele (Di Artemide, Poli). (Di quella che non ha nome). (Di quella che vive sui monti). (Le imbandivano i figli, in passato).
Gli Argonauti (24-25 gennaio 1946).
- Nella «notizia» l’aggettivo cara riferito alla tragedia di Euripide, passò attraverso una serie di correzioni e oscillazioni, simpatica; eccellente a noi giunta; realistica; lineare; celebre; una sua «Casa di bambola». Dopo tragedia, esisteva una frase finale, in seguito cancellata: Ma non sarà inutile consultare su questa storia anche il poema di Apollonio di Rodi.
- Alla 9*a battuta di Iasone, in margine della minuta, questo appunto: cominciammo a pensare che fatto questo (violato la seta), avremmo dovuto, per essere all’altezza, fare cose titaniche.
La vigna (26-31 luglio 1946).
- La prima pagina della minuta porta in testa un appunto datato 20 luglio col titolo Osservaz. da evitare, che si riferisce probabilmente a un altro testo: Dopo ogni sorso il bevitore torce la testa, dibatte la faccia come il nuotatore, soddisfatto, torna a bere, è comico. Piú sotto, appunti in margine: Dioniso | vite | pino | nel tirso | fico | edera | nel sangue | melograni | Toro o capro | vaglio.
Gli uomini (29-31 marzo 1947).
- Nella minuta porta il titolo L’uomo.
Il mistero (6-7 maggio 1946).
Il diluvio (26 maggio — 6 giugno 1946).
- Intitolato dapprima La pioggia.
Le Muse (30 gennaio -1° febbraio 1946).
- Nel manoscritto la «notizia» termina con una frase in seguito cancellata: Della palude Boibeide tocca Properzio (Fasti).
Gli dèi (9-11 marzo 1947).
- Il titolo nella minuta è corretto in I luoghi.