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note ai testi 201


le indicazioni tematiche sono annotate in margine in quest’ordine ma senza un segno di divisione netta tra i dialoghi cui si riferiscono:

caos x dèi
umanità schiacciata
umanità tragica
umanità sorridente e dèi

Per il «risvolto di sopracoperta» della prima edizione del volume (ottobre 1947), l’A. stesso scrisse questo testo di presentazione:

Cesare Pavese, che molti si ostinano a considerare un testardo narratore realista, specializzato in campagne e periferie americano-piemontesi, ci scopre in questi Dialoghi un nuovo aspetto del suo temperamento. Non c’è scrittore autentico, il quale non abbia i suoi quarti di luna, il suo capriccio, la musa nascosta, che a un tratto lo inducono a farsi eremita. Pavese si è ricordato di quand’era a scuola e di quel che leggeva: si è ricordato dei libri che legge ogni giorno, degli unici libri che legge. Ha smesso per un momento di credere che il suo totem e tabú, i suoi selvaggi, gli spiriti della vegetazione, l’assassinio rituale, la sfera mitica e il culto dei morti, fossero inutili bizzarrie e ha voluto cercare in essi il segreto di qualcosa che tutti ricordano, tutti ammirano un po’ straccamente e ci sbadigliano un sorriso. E ne sono nati questi Dialoghi.

Di ogni dialogo diamo la data di composizione, segnata dall’A. sui manoscritti. La data d’inizio del piú antico (Le streghe) è il 13 dicembre 1945; la data di compimento dell’ultimo (Gli uomini) è il 31 marzo 1947. Gran parte dei dialoghi sono stati scritti a Roma, dove l’A. visse dall’agosto 1945 al maggio 1946; tra giugno e settembre del 1946 fu a Torino poi di nuovo a Roma poi a Milano (e qualche giorno in campagna); dall’ottobre 1946 in poi tornò a stabilirsi definitivamente a Torino.

Nei giorni 8-9 marzo 1946 sono state scritte tutte le «notizie» che precedono i dialoghi anteriori a quella data.

L’«avvertenza» è stata scritta il 20 febbraio 1946 e riportata in quella data anche nel diario.

Il titolo è citato forse per la prima volta in una lettera a un’amica del 27 marzo 1946: Ho trovato il titolo collettivo dei dialoghetti: Dialoghi con Leucò. Eh?

La nube (21-27 marzo 1946).

Nella minuta, alla 2a battuta di issione: Nulla è mutato sopra i monti (di Tessaglia) (dei Lapiti). Alla 6a battuta de la nube, l’ultima frase: (Anch’io devo lasciarti) (Noi dobbiamo lasciarci), Issione.