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note ai testi 205
In un primo foglio di minuta, il dialogo iniziava con la battuta di bacca: Orfeo, non posso crederti, ecc. orfeo: Ti ripeto che ho fatto apposta a voltarmi. Ne avevo abbastanza di questi pensieri. E di’ pure a quelle altre che mi vengono dietro che, se potessi voltandomi cacciare anche loro all’inferno, lo farei.

L’uomo-lupo (15-16 marzo 1947).

L’ospite (22-23 febbraio 1947).

I fuochi (18-21 settembre 1946).

L’isola (8-11 settembre 1946).

L’ultima battuta di odisseo, in una precedente stesura, era: Cercando un’isola, ho trovato te.

Il lago (28-30 giugno 1946).

Le streghe (13-15 dicembre 1945).

Nella prima stesura della minuta Leucò si chiamava Leucina. Varianti del finale: seguito della penultima battuta di Circe, dopo rassegnati: Io so che nessuno di loro cambierebbe il suo passato e il suo avvenire col nostro eterno presente. Chi di loro ha accettato, ha prima dovuto morire, l.: Circe, perché non l’hai ucciso allora? c.: Io fui Penelope, Leucina | Sono una dea e non il destino. | L’ho negli occhi e sorrido. Quel che è stato sarà. l.: Circe, tu dimentichi i lupi.

Il toro (11-18 agosto 1946).

In un foglietto datato 23 giugno trovato tra le minute delle poesie, si leggono due battute, probabilmente un primo appunto per questo dialogo:
Non hai promesso a tuo padre che cambiavi le vele?
Un padre non sa quello che fanno i figli.

In famiglia (21-24 febbraio 1946).

In una lettera a un’amica del 26 febbraio 1946, P. scrive: Stamattina ti ho mandato un altro dialoghetto In famiglia che credo ti piacerà. C’è il solito problema della donna fatale, ma ironizzato.