De mulieribus claris/LXXXVIII

Agrippina di Germanico

../LXXXVII ../LXXXIX IncludiIntestazione 14 giugno 2024 75% Da definire

Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Agrippina di Germanico
LXXXVII LXXXIX
[p. 374 modifica]

CAPITOLO LXXXVIII.

Agrippina di Germanico.

Agrippina fu figliuola di Marco Agrippa e di Giulia, figliuola d’Ottaviano imperadore; benchè Cajo Caligola, figliuolo della stessa Agrippina, essendo già imperadore del mondo, avendo in odio la bassezza dell’avo materno, dicesse, che sua madre non era stata [p. 375 modifica] generata da Agrippa, ma dello adulterio commesso da Ottaviano con Giulia sua figliuola; desiderando stoltamente essere creduto più nobile, se la sua madre fusse stata generata da sì adultera madre, che se ella fusse stata di simile padre secondo giusta legge. Ma di chi ella fusse figliuola, fu maritata a Germanico, bello di sua età, il quale fu molto di bisogno alla repubblica, e per adozione fu figliuolo di Tiberio Cesare: assai per questo ella fu famosa; ma più famosa fu, perchè ella con ostinato proposito fece resistenzia alla superbissima perfidia dello imperadore. E avendo questa già partorito tre figliuoli maschi di Germanico suo marito, de’ quali l’uno fu Cajo Caligola, e altrettante figliuole femmine, fra le quali Agrippina, madre di Nerone imperadore di Roma; e essendo morto Germanico di veleno per fattura di Tiberio suo padre, secondo che fu provato; ella portò assai molestamente e con molto pianto, secondo l’usanza delle donne, la morte del valentissimo giovane suo marito; e piangendo quello, ella cadde in odio di Tiberio, intanto che, tenendo egli quella per lo braccio, e con rampogne stimolando quella infino al pianto, [p. 376 modifica]dicendo, che ella era troppo impaziente, non potendo signoreggiare; dappoi, stimolata quella con più accuse appresso il senato, comandò che ella fusse messa in prigione. Ma la nobile donna pensando cosa indegna quello che l’era fatto dallo ’mperadore, deliberò fuggire, e finire con la morte i fastidj dello stomacoso principe: la quale non potendo aver ella assai comodamente, per altro modo deliberò avere quella per fame con magnifico animo: e così incontanente si cominciò astenere da ogni cibo. La qual cosa essendo riportata a Tiberio, come lo malvagio uomo s’accorse quale doveva essere lo fine dell’astinenza di quella donna, acciocchè ella non fuggisse le sue ingiurie per si certa via nè per sì brieve spazio, non giovando alcuna cosa, le minaccie e le busse, a fare ch’ella pigliasse lo cibo a tanto si condusse, perchè non li fusse tolta l’occasione di usar crudetà contro di lei, che fece con violenza e per forza cacciarle il cibo giù per la gola1, come che le fusse messo nello stomaco, acciocchè desse nutrimento a quella che non voleva vivere. Ma [p. 377 modifica] Agrippina quanto più era sforzata dalle ingiurie con tanto più aspro proposito perseverando a quello che ella avea cominciato, e morendo, vinse la superbia dello scellerato principe; dando ad intendere a quello, come egli volesse, potea farne morti molti, ma non poteva salvare niuno che volesse morire, con tutta la forza della sua signoria. Per la quale morte certamente, benchè ella acquistasse molto di gloria appresso de’ suoi, lasciò nondimeno molto più di vergogna a Tiberio.

Note

  1. Betus.