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paulina, capitolo lxxxviii. 377


Agrippina quanto più era sforzata dalle ingiurie con tanto più aspro proposito perseverando a quello che ella avea cominciato, e morendo, vinse la superbia dello scellerato principe; dando ad intendere a quello, come egli volesse, potea farne morti molti, ma non poteva salvare niuno che volesse morire, con tutta la forza della sua signoria. Per la quale morte certamente, benchè ella acquistasse molto di gloria appresso de’ suoi, lasciò nondimeno molto più di vergogna a Tiberio.

CAPITOLO LXXXIX.

Paulina romana.

Paulina, romana donna, acquistò nominanza inestinguibile per alcuna sua semplicità. Questa, signoreggiando Tiberio imperadore dei Romani, come era tenuta innanzi alle altre di bellezza di corpo, così poi che fu maritata era riputata da ogni uomo, di gloriosa onestà e oltre al marito non curava alcuna cosa con singolare studio, se non potere servire, e acquistare la grazia di Anubi, Dio degli Egizj, il quale con sommo amore ella