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agrippina, cap. lxxxviii. |
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dicendo, che ella era troppo impaziente, non potendo signoreggiare; dappoi, stimolata quella con più accuse appresso il senato, comandò che ella fusse messa in prigione. Ma la nobile donna pensando cosa indegna quello che l’era fatto dallo ’mperadore, deliberò fuggire, e finire con la morte i fastidj dello stomacoso principe: la quale non potendo aver ella assai comodamente, per altro modo deliberò avere quella per fame con magnifico animo: e così incontanente si cominciò astenere da ogni cibo. La qual cosa essendo riportata a Tiberio, come lo malvagio uomo s’accorse quale doveva essere lo fine dell’astinenza di quella donna, acciocchè ella non fuggisse le sue ingiurie per si certa via nè per sì brieve spazio, non giovando alcuna cosa, le minaccie e le busse, a fare ch’ella pigliasse lo cibo a tanto si condusse, perchè non li fusse tolta l’occasione di usar crudetà contro di lei, che fece con violenza e per forza cacciarle il cibo giù per la gola1, come che le fusse messo nello stomaco, acciocchè desse nutrimento a quella che non voleva vivere. Ma
- ↑ Betus.