De mulieribus claris/LXXXVII

Antonia minore, figliuola di Marco Antonio

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Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Antonia minore, figliuola di Marco Antonio
LXXXVI LXXXVIII
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CAPITOLO LXXXVII.

Antonia minore, figliuola di Marco Antonio.

Antonia minore, chiarissimo esempio di vedovità, lasciò nominanza da non potersi consumare presso a quegli che deono venire. E, secondo che si crede, questa fu figliuola di Marco Antonio triumviro, generata d’Ottavia, e fu chiamata minore perchè avea una sorella maggiore di tempo, chiamata di quello medesimo nome. Equesta fu moglie di Druso, fratello di Tiberio Nerone e figliastro d’Ottaviano Augusto, e di quella egli generò Germanico e Claudio, il quale fu di poi [p. 373 modifica]imperadore, e Linilla. Il quale essendo con l’oste in Germania, secondo che alcuni pensano, per fattura di Tiberio suo fratello morì di veleno; e dopo la morte di quello, essendo Antonia sua moglie in età assai giovane e d’assai ammirabile bellezza, pensando ella ch’ad onestà di donna basta essere maritata una volta, da niuno fu potuta essere indotta al secondo matrimonio; anzi lo seguente spazio, della vita sotto Livia sua suocera sì santamente e sì castamente trapassò nella casa di suo marito, che ella avanzò tutte le passate donne vedove per famosa vedovità. E per certo santissima e splendida cosa è alle donne in provetta età1 e seguitatrici di Catone, seguire sua vita senza infamia e lascivia, e degne di molte lodi tra i Cincinnati, i Fabrizj e i Furj, e tra le Lucrezie, e tra le Sulpizie. E se così è, con che lodi magnificheremo questa giovane? la quale essendo bella e figliuola d’Antonio, non nutricata nelle selve, ne’ luoghi solitarj, ma tra i diletti e i riposi imperiali; con Giulia avola, e Giulia, figliuola d’Ottaviano e moglie di [p. 374 modifica]Marco Agrippa, le quali furono fuochi ardentissimi di lussuria e di disonestà; tra le disonestadi di Marco Antonio suo padre, e di Tiberio, il quale dappoi fu imperadore; nella nobile patria, stata innanzi onesta, ma al suo tempo data ad ogni bruttura; tra mille esempli di concupiscenza; con forte animo servò, dico, la sua castità, e non per piccolo tempo, nè sotto speranza di doversi maritare per innanzi, ma per seguire insino alla vecchiezza e fino alla morte? E per certo non è assai detto in parole; ma forse avanza alcuna cosa alla considerazione, la quale per certo avanza lo sapere di quegli che scrivono: basti averlo a considerare ai sacri ingegni.

Note

  1. Cod. Cass. inproverta. Test. Lat. provectis ætate mulieribus.