Corano/Capitolo XXVI

Capitolo XXVI

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Maometto - Corano (650)
Traduzione dall'arabo di Vincenzo Calza (1847)
Capitolo XXVI
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CAPITOLO XXVI.

i poeti1.

Dato alla Mecca. — 228 Versetti.

In nome di Dio clemente, e misericordioso.

1.  T. S. M. Sono i segni del Libro evidente.

2.  Tu ti consumi d’afflizione perchè non vogliono credere.

3.  Se avessimo voluto, avremmo mandato dal cielo un segno, dinanzi al quale umiliati curverebbero la fronte.

4.  Non scende alcun nuovo avvertimento del Misericordioso, che non s’allontanino per non sentirlo.

5.  Lo trattano di bugia; ma presto avranno le notizie del gastigo di cui si ridevano.

6.  Non han mai rivolti gli occhi sulla terra? Non han veduto come vi abbiam prodotto una coppia preziosa d’ogni cosa?

7.  Vi sono in ciò de’ segni, ma la maggior parte non vi crede.

8.  Certamente il tuo Signore è potente, e savio.

9.  Rammentati che Dio chiamo Mosè, e gli disse: Va a quel popolo perverso,

10.  Il popolo di Faraone. Non mi temeranno?

11.  Signore! temo che mi trattino d’impostore.

12.  Il mio cuore è angustiato, e la lingua impedita. Chiama piuttosto mio fratello Aronne. [p. 183 modifica]

13.  Mi faranno espiare un delitto2, e temo che m’uccidano.

14.  Oibo, rispose Dio. Andate ambedue accompagnati dai miei segni; noi saremo con voi, ed ascolteremo.

15.  Andate dunque ambedue presso Faraone, e ditegli: Io sono Mosè l’inviato del padrone dell’universo.

16.  Lascia partire con noi i figli d’Israele.

17.  (Vi andarono, e Faraone disse a Mosè:) Non t’abbiam forse cresciuto fra noi fin dalla tua fanciullezza? Tu hai passato molti anni della tua vita fra noi.

18.  Hai commessa l’azione che tu sai; sei un ingrato.

19.  Sì, risposè Mosè, commisi quell’azione, ma allora era nello smarrimento.

20.  Fuggii da voi per timore; quindi Dio m’ha dato il potere, e m’ha fatto suo apostolo.

21.  Tu mi rimproveri i tuoi benefizi, tu che hai ridotto in schiavità i figli d’Israele.

22.  Ma che cos’è, disse Faraone, il padrone dell’universo?

23.  E il padrone de’ cieli, e della terra, e di tutto ciò che esiste fra essi, se lo credete.

24.  Sentite, disse Faraone, a quei che gli eran dintorno.

25.  Il vostro padrone è il padrone de’ vostri antichi padri, continuò Mosè.

26.  Il vostro apostolo mandato fra noi, disse Faraone, è un indemoniato.

27.  E il padrone dell’Oriente, e l’Occidente, e di tutto ciò ch’è nello spazio, aggiunse Mosè.

28.  Faraone disse: Se tu prendi per tuo Dio altri che me, ti farò mettere in carcere.

29.  Quand’anche ti facessi vedere qualche prova evidente? (della mia missione) disse Mosè.

30.  Falla vedere, disse Faraone, se dici il vero.

31.  Mosè gettò la sua verga che si cambio in un vero serpente.

32.  Poi distese la mano, e fu veduta bianca da tutti.

33.  Faraone disse ai grandi che lo circondavano: In verità, è un mago abile.

34.  Colle sue stregonerie ci vuol cacciare dal nostro paese; che ne pensate?

35.  I grandi risposero: Dategli qualche speranza tanto a lui ch’a suo fratello e mandate intanto delle persone per far venire dalle città del regno

36.  I magi i più abili.

37.  I magi furono fatti riunire ad ora convenuta in un giorno di festa.

38.  Si domando al popolo: Vi assisterete?

39.  Noi seguiremo i magi (dissero fra loro) se avranno il disopra.

40.  Quando i magi furono radunati, dissero a Faraone: Possiam noi contare sopra una ricompensa, se siamo vincitori?

41.  Si certo, rispose Faraone; avrete un posto fra gli uomini onorati del mio favore particolare.

42.  Mosè lor disse allora: Gettate ciò che avete.

43.  Gettarono le loro corde, ed i loro bastoni, proferendo queste parole: Per la possanza di Faraone siam vincitori.

44.  Mosè getto la sua bacchetta, la quale divorò le loro invenzioni bugiarde.

45.  Ed i magi si prostrarono in segno d’adorazione,

46.  E gridarono: Noi crediamo al padrone dell’universo,

47.  Il Dio di Mosè, e d’Aronne.

48.  Voi avete dunque creduto in lui, disse Faraone, prima ch’io ve l’abbia [p. 184 modifica] permesso? È dunque il vostro capo? È desso che v’ha appresa la magia? Ma saprete! (ciò che ve ne succederà).

49.  Vi farò tagliare le mani ed i piedi alternativamente, e vi farò crocifiggere tutti.

50.  Non vi sarebbe alcun male per noi; ritorneremmo al nostro Signore.

51.  Desideriamo che Dio ci perdoni i nostri peccati, poich’abbiamo creduto pei primi.

52.  Rivelammo a Mosè quest’ordine: Tu sortirai co’ miei servi nella notte, ma sarete perseguitati.

53.  Faraone mandò nelle città a radunare (delle truppe).

54.  Gl’Israeliti, diceva, sono un radunamento di gente d’ogni specie, e sono in piccolo numero,

55.  Ma sono irritati contro di noi.

56.  Noi al contrario siamo molti, e disciplinati.

57.  Così li abbiam fatti sortire (gli Egizj) dai loro giardini, così han lasciato le lor fontane,

58.  I lor tesori, e le loro magnifiche abitazioni.

59.  Sì, così fu, e le demmo in eredità ai figli d’Israele.3

60.  Al nascer del sole gli Egizi li inseguirono.

61.  E quando i nemici furono ad una distanza che potevano scorgersi, i compagni di Mosè gridarono: Siam perduti.

62.  Nulla affatto, disse Mosè; Dio è con me, egli mi guiderà.

63.  Rivelammo a Mosè quest’ordine: Percuoti il mare colla tua verga. Il mare si divise in mezzo, e ciascuna parte s’ergeva alta come una gran montagna.

64.  Poi lasciammo avvicinare gli altri (gli Egizj).

65.  Salvammo Mosè e tutti quei che lo seguirono,

66.  E sommergemmo gli altri.

67.  Certamente, vi è in questo avvenimento un segno (della possanza di Dio), ma la maggior parte degli uomini non crede.

68.  E nonostante il tuo Signore è potente e misericordioso.

69.  Rileggi loro l’istoria d’Abramo,

70.  Che disse un giorno a suo padre, ed alla sua famiglia: Che cos’adorate?

71.  Adoriamo gl’idoli, dissero, e passiamo assiduamente il tempo nei loro templi.

72.  Vi senton essi, domandò Abramo, allorchè li chiamate?

73.  Vi servon essi a qualche cosa? possono farvi del male?

74.  No, dissero, ma così abbiam veduto fare a’ nostri padri.

75.  Che ve ne pare? disse Abramo. Quei ch’adorate,

76.  Ch’adoravano i vostri padri, gli antichi,

77.  Sono miei nemici. Non v’è che un Dio padrone dell’universo,

78.  Che m’ha creato, che mi dirige nella via dritta;

79.  Che mi nudrisce, e mi dà da bere;

80.  Che mi guarisce quando sono ammalato;

81.  Che mi farà morire, e che mi farà risorgere;

82.  Che mi perdonerà, spero, i miei peccati il giorno della retribuzione.

83.  Signore! dammi la saviezza, e collocami fra i giusti.

84.  Accordami la lingua della verità fino ai tempi i più lontani.4. [p. 185 modifica]

85.  Ponimi fra gli eredi del giardino delle delizie.

86.  Perdona a mio padre, ch’era deviato.

87.  Non mi disonorare il giorno in cui gli uomini risorgeranno,

88.  Il giorno in cui le ricchezze e i figli non gioveranno a nulla,

89.  Se non a colui che verrà a Dio con un cuore retto;

90.  Quando il paradiso sarà vicino per gli uomini pii,

91.  E l’inferno s’aprirà per (ingojare) i deviati;

92.  Quando si dirà a questi: Dove sono quei ch’adoravate

93.  A fianco di Dio? v’ajuteranno? s’ajuteranno essi stessi?

94.  Saran tutti precipitati nell’inferno, seduttori, e sedotti,

95.  E tutte le schiere d’Eblis.

96.  Quivi si disputeranno, e diranno (i sedotti):

97.  Per il nome di Dio! eravamo in un errore evidente,

98.  Quando vi mettevamo al livello del sovrano dell’universo.

99.  I colpevoli soli ci hanno sedotto.

100.  Non abbiamo intercessori,

101.  Nè un amico zelante.

102.  Ah! s’una sol volta ancora (ci fosse dato di ritornare sulla terra), saremmo credenti!

103.  Vi sono in ciò de’ segni, ma la maggior parte non crede.

104.  Il tuo Signore è potente, e savio.

105.  Il popolo di Noè ha trattato anche gli apostoli d’impostori.

106.  Quand’il loro fratello Noè lor disse: Non temerete Dio?

107.  Io vengo a voi com’apostolo degno di fiducia.

108.  Temete Dio, ed obbeditemi.

109.  Non ve ne domando mercede, poichè la mia mercede è a carico di Dio, sovrano dell’universo.

110.  Temete Dio, ed obbeditemi.

111.  Risposero: E crederemo in te, che sei seguito solamente dai più vili del popolo?

112.  Non ho alcuna conoscenza dell’opre loro, rispose Noè.

113.  Essi non devono renderne conto ch’a Dio. Comprendetelo!

114.  Io non posso respingere indietro quei che credono.

115.  Non sono ch’un apostolo che predico apertamente.

116.  Se non finisci d’agire così, o Noè, sarai lapidato

117.  Noè esclamò a Dio: Signore, il mio popolo m’accusa di bugiardo.

118.  Decidi tu fra noi; salva con me quei che credono, e che mi seguono.

119.  Noi lo salvammo, insieme a coloro ch’erano con lui in un’arca che li conteneva tutti.

120.  Quindi sommergemmo tutto il rimanente degli uomini.

121.  Certamente, vi è in ciò un segno d’avvertimento; ma la maggior parte degli uomini non crede.

122.  Certamente il tuo Signore è potente, e misericordioso.

123.  Gli Aditi5 accusarono i loro apostoli d’impostura.

124.  Houd, loro fratello, gridava loro: Non temerete Dio?

125.  Io vengo a voi come un inviato degno di fiducia.

126.  Temete Dio, ed obbeditemi.

127.  Non vi domando alcuna mercede, poichè la mia mercede è a carico di Dio, sovrano dell’universo.

128.  Fabbricherete sopra ogni collina de’ monumenti per vostro piacere? [p. 186 modifica]

129.  Inalzerete edifizi forse per viverci eternamente?

130.  Quand’eserciterete il potere, lo farete da tiranni?

131.  Temete Dio, ed obbeditemi.

132.  Temete colui che v’ha dato in abbondanza ciò che conoscete;

133.  Che vi ha dato copiosi armenti, e numerosa famiglia;

134.  Che v’ha provvisti di giardini e fontane.

135.  1o temo per voi il gastigo del giorno terribile.

136.  Risposero: E inutile che tu ci esorti.

137.  Le tue esortazioni sono cose vecchie de tempi andati.

138.  Non saremo mai puniti.

139.  Accusarono Houd d’impostura, e noi li sterminammo. V’è in ciò un segno, ma la maggior parte non crede.

140.  E certamente, if vostro Signore è potente, e misericordioso.

141.  I Themuditi accusarono anch’i loro apostoli di bugia.

142.  Il loro fratello Salech disse loro: Non temerete Dio?

143.  Io vengo a voi come apostolo degno di fiducia.

144.  Temete dunque Dio, ed obbeditemi.

145.  Non vi chiedo alcuna mercede, poichè questa è a carico di Dio padrone dell’universo.

146.  Credete forse che vi si lascerà eternamente in sicuro

147.  Nei vostri giardini, e in mezzo alle vostre fontane?

148.  In mezzo ai campi seminati, ed agli alberi di palme vestiti di rami folti?

149.  Fabbricherete sempre delle case tagliando dei massi di pietra, insolenti che siete?

150.  Temete dunque Iddio, ed obbeditemi.

151.  Non obbedite agli ordini di coloro che si danno agli eccessi,

152.  Che guastano la terra, e non la migliorano.6

153.  Gli risposero: Tu sei incantato.

154.  Sei un uomo come noi: facci vedere un segno se ciò che ci dici è vero.

155.  Questa femmina di cammello sia un segno: essa avrá la sua porzione d’acqua un giorno, e voi la vostra in un altro giorno fisso7.

156.  Non le fate alcun male, poichè ricevereste il gastigo del gran giorno.

157.  Essi l’uccisero; l’indomani se ne pentirono.

158.  Il gastigo li colse. Era un segno del Cielo; la maggior parte non ci crede.

159.  Ma il tuo Signore è potente e misericordioso.

160.  I cittadini di Loth non credettero agl’inviati di Dio.8

161.  Loth disse loro: Non temerete Dio?

162.  Vengo a voi com’un apostolo degno di fiducia.

163.  Temete Dio, ed obbeditemi.

164.  Non vi domando alcuna mercede; essa è a carico di Dio, sovrano dell’universo.

165.  Avrete voi commercio cogli uomini,

166.  Abbandonando le donne che Dio ha create per voi? In verità siete un popolo scellerato.

167.  Essi gli risposero: Se tu non la finisci colle tue esortazioni, ti scacceremo dalla città. [p. 187 modifica]

168.  Ciò che voi fate fa orrore.

169.  Signore! libera me, e la mia famiglia da ciò che essi fanno.

170.  Noi lo salvammo insieme a tutta la sua famiglia,

171.  Meno una vecchia ch’era rimasta indietro;

172.  Poi sterminammo gli altri.

173.  Facemmo piovere sovr’essi una pioggia; che terribile pioggia quella che cadde su quei ch’esortavamo!

174.  Era un segno del cielo; ma la maggior parte non vi crede.

175.  Il tuo Signore, nonostante, è possente, e misericordioso.

176.  Gli abitanti della foresta (di Madian) hanno accusato i loro profeti d’impostura.

177.  Choaib gridava loro: Temete Dio!

178.  Vengo a voi com’un apostolo degno di fiducia.

179.  Temete dunque Dio, ed obbeditemi.

180.  Non vi chiedo alcuna mercede; essa è a carico di Dio, sovrano dell’universo.

181.  Empiete la misura, e non defraudate i vostri simili.

182.  Pesate con una bilancia esatta.

183.  Non defraudate alcuno del suo bene, e non propagate il male sulla terra.

184.  Temete colui che vi ha creati insieme alle generazioni precedenti.

185.  Gli risposero: In verità o Choaib! tu sei incantato.

186.  Tu sei un uomo come noi, e crediamo che sei un impostore.

187.  Fa dunque cadere sulla nostra testa una porzione di cielo, se sei veritiero.

188.  Dio conosce perfettamente le vostr’azioni (rispose Choaib).

189.  Lo trattavano d’impostore; il gastigo della nube tenebrosa li colpi: era il giorno d’un gastigo terribile.

190.  Era un segno del cielo; ma la maggior parte non crede.

191.  Il tuo Signore è possente, e misericordioso.

192.  Il Corano è una rivelazione del padre dell’universo.

193.  Lo spirito fedele9 l’ha recato dal cielo,

194.  E l’ha deposto sul tuo cuore, acciò tu fossi apostolo.

195.  Egli (il Corano) è in lingua Araba chiara.

196.  È stato predetto dalle Scritture antiche.

197.  Non è egli un segno, che i dottori de’ figli d’Israele ne abbiano conoscenza?

198.  Se noi l’avessimo rivelato ad un estero,

199.  E che l’avesse recitato agl’infedeli, non v’avrebbero creduto.

200.  Così abbiamo impressa l’incredulità nei cuori de’ colpevoli.

201.  Non vi crederanno finchè il gastigo crudele non arrivi.

202.  Certamente, questo gastigo piomberà sovr’essi ail’improvviso, quando meno se l’aspetteranno.

203.  Grideranno allora Ci si darà una dilazione?

204.  Eh bene! cercheranno oggi ad affrettarne il momento?

205.  Che te ne pare? Se dopo averli lasciati godere dei beni di questo mondo per molti anni,

206.  Il supplizio di cui eran minacciati, li colpisce,

207.  A che lor serviranno i loro godimenti?

208.  Non abbiamo distrutta una città che non abbia avuto i suoi apostoli, [p. 188 modifica]

209.  Per avvertirla; non abbiamo agito ingiustamente.

210.  Non sono i demonj che han recato il Corano dal cielo;

211.  Ciò non spettava loro, e non avrebbero potuto farlo.

212.  Sono perfin privati di sentirlo in cielo10.

213.  Non invocar altri che Dio per timore d’esser un giorno nel numero de riprovati.

214.  Predica ai tuoi più prossimi parenti.

215.  Abbassa le ali della tua protezione sui credenti che t’hanno seguito.

216.  Se ti disobbediranno, dirai loro: sono innocente delle vostre opere.

217.  Poni la tua fiducia nel Dio possente e misericordioso,

218.  Che ti vede allorchè t’alzi da dormire,

219.  Che vede la tua condotta quando ti trovi in mezzo ai suoi adoratori:

220.  Poichè ascolta e sa tutto.

221.  Vi dirò io quali sono gli uomini su’ quali scendono i demonj?

222.  Scendono sopra i bugiardi abbandonati al peccato,

223.  Ed insegnano ciò che le orecchia hanno sentito11: dunque la maggior parte mentisce.

224.  Sono i poeti, che gli uomini deviati seguono ancora.

225.  Non vedi che seguono tutte le strade12 com’insensati? [p. 189 modifica]

226.  Che dicono ciò che non fanno?

227.  Meno quei ch’han creduto, che praticano il bene, e che ripetono continuamente il nome di Dio13,

228.  Che si difendono quando sono attaccati: poichè quei che attaccano i primi apprenderanno un giorno qual sorte sarà loro riservata.

Note

  1. Si parla dei poeti al vers. 224 di questo capitolo.
  2. L’omicidio d’un egizio. Ved. cap 28, vers. 15, seg.
  3. Ved. cap. 2, vers. 58, nota.
  4. Cioè, che le mie parole siano citate nella posterità la più lontana, e vi si presti fede.
  5. Gli Aditi, o popolo di Ad. Ved. cap. 7, vers. 11.
  6. Guastare la terra, vuol dire, commettere brigantaggio, disordini. Abbiamo impiegata la parola guastare per conservare l’antitesi della parola del testo migliorare.
  7. Quest’animale beveva tutta l’acqua del giorno della fontana, di modo che i Themuditi non ne aveano che il giorno seguente.
  8. Gl’inviati di Dio sono gli angeli che domandarono ospitalità a Loth, e de’ quali i Sodomiti volevano abusare.
  9. L’angelo Gabriele.
  10. Ved. cap 37, vers. 7, 8, e cap. 72, vers. 8, 9.
  11. Le parole del Corano lette in cielo, che i demonj hanno sentite per caso.
  12. Cioè s’abbandonano alla loro imaginazione, e trattano qualunque argomento. In ogni tempo gli arabi hanno coltivata con molta cura la loro lingua, amata la poesia, ed onorati i poeti. A Okadh, mercato dell’Hedjaz, oltre le fiere settimanali, si teneva tutti gli anni una fiera che durava un mese. Colà, in mezzo agli affari di commercio, accorrevano dei poeti da tutti i punti dell’Arabia per recitare i loro poemi, per cantare le loro gesta, e le loro avventure, e si sfidavano a chi meglio tratterebbe tale o tal altro soggetto. Era un’arena poetica, di cui erano giudici i moltissimi uditori, cittadini, e beduini. Al più bravo era riservata la ricompensa di vedere i suoi poemi scritti in lettere d’oro, ed appesi al tempio venerato della Kaaba. Da ciò, i sette poemi più in voga prima di Maometto sono chiamati da essi Modhahhabat (dorati) e Moallakat (appesi). Gli arabi del deserto si distinguono sopra tutto nella poesia; la lingua si è sempre conservata più pura e più corretta sotto le tende; spesso le madri beduine infligevano una correzione dolorosa ai figli che commettevano qualche errore grammaticale. Maometto doveva al vigore della sua lingua, spesso poetica, una gran parte del successo che coronò i suoi sforzi; ha anche raccomandato ai suoi compagni di consultare le opere dei poeti arabi, e di cercarvi l’interpretazione di parole, od espressioni oscure del Corano. Donde viene però che il profeta arabo ha soppressa la celebre fiera di Okadh, e scagliato un anatema contro i poeti? Eccone la ragione. Gli arabi del deserto, in genere, e specialmente i poeti, non amavano il nuovo culto; erano attaccati ai piaceri della vita nomade, ed assuefatti alle sue fatiche; indipendenti, indocili a qualunque giogo, bravi, generosi, ma fieri e vendicativi, sempre inseguendo un nemico per vendicare un’offesa, o sulle traccie di una bellezza del deserto, austeri, e selvaggi come Shanfara, amando i piaceri e la vita giojosa come Amrolkais, non pensando alla vita futura, scettici o epicurei, non erano i primi a seguire il nuovo profeta. I poeti cercavano a perpetuare queste abitudini; Maometto però vedeva in quest’istinti negativi un grand’ostacolo allo stabilimento della di lui dottrina morale e religiosa, e li condannò; a ciò si aggiunga che la vena satirica d’alcuni s’era esercitata contro il profeta. Alcuni storici accusano Amrolckais d’avere scritto delle satire contro Maometto, il quale avrebbe incaricato il poeta Lebid, convertito di recente, di rispondergli. De Slane, che ha pubblicate le poesie d’Amrolkais, combatte quest’opinione in quanto ad Amrolkais, e Lebid. Non è però men vero che Maometto aveva a’ suoi ordini alcuni poeti devoti a lui, ed i versetti 227 e 228 vi fanno allusione. Diceva a Kaab, uno di questi, combattili (i poeti) colle tue satire, poichè lo giuro per quegli che tiene la mia anima nelle sue mani, le satire fan più male delle freccie.
  13. Quest’eccezione è diretta ad alcuni poeti che avevano abbracciato l’islamismo.