Ciascuno a suo modo/Secondo intermezzo corale
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SECONDO INTERMEZZO CORALE
Di nuovo il sipario, appena abbassato alla fine del secondo atto, si rialzerà per mostrare la stessa parte del corridojo che conduce al palcoscenico. Ma questa volta il pubblico tarderà a uscire dalla sala del teatro. Nel corridojo gli usceri, qualche maschera, le donne dei palchi saranno in apprensione; perché sul finire dell’atto avranno visto la Moreno, invano trattenuta dai tre amici, attraversare di corsa il corridojo e precipitarsi sul palcoscenico. Ora verrà dalla sala un clamore di grida e d’applausi, che infurierà sempre più, sia perché gli attori evocati alla ribalta non si saranno ancora presentati a ringraziare il pubblico, sia perché strani urli e scomposti rumori si sentiranno attraverso il sipario sul palcoscenico, e più forti si sentiranno qua nel corridojo.
Uno degli usceri. Che diavolo avviene?
Un altro uscere. O non è una «prima»? Baccano al solito!
Una maschera. Ma no, battono le mani e gli attori non vengono fuori!
Una donna dei palchi. Ma gridano sul palcoscenico, non sentite?
Secondo uscere. E strepitano anche in sala!
Seconda donna dei palchi. Che sia per quella signora passata or ora di qua?
Il primo uscere. Sarà per lei! La trattenevano come un’indemoniata!
Prima donna dei palchi. È corsa su in palcoscenico!
Il primo uscere. Voleva andare su anche alla fine del primo atto.
Una terza donna dei palchi. Ma si scatena proprio l’inferno, sentite?
Due, tre uscioli dei palchi si apriranno contemporaneamente e ne verrannofuori alcuni spettatori costernati, mentre si sentirà piùforte il fragore della sala.
I signori dei palchi (venendo fuori e sporgendosi dagli uscioli).
— Ma sí, è proprio sul palcoscenico!
— Che cos’è? Si bastonano?
— Urlano! urlano!
— E gli attori non vengono fuori!
Altri signori, signore, sempre più costernati, usciranno dai palchi sul corridojo, a guardare verso la porticina del palcoscenico infondo. Subito dopo sarà un accorrere concitato di spettatori in gran numero da sinistra. Grideranno tutti: «Che cos’è? Che cos’è? Che cosa avviene?». — Altri spettatori sboccheranno dall’entrata delle poltrone, da quella delle sedie, ansiosi, agitati.
Voci confuse. S’azzuffano sul palcoscenico! — Sí, ecco, sentite? - Sul palcoscenico? — Perché? perché? — E chi lo sa? — Mi lascino passare! — Che è accaduto? — Oh perdio, e dove siamo? - Che putiferio è questo? - Mi lascino passare! — Lo spettacolo è finito? - È il terz’atto? -- Ci dev’essere il terz’atto! - Largo, largo! - Sí, alle quattro in punto. Addio! — Ma sentite che fracasso sul palcoscenico? - Insomma, io voglio andare al guardaroba! - Oh! oh! sentite? Ma è uno scandalo! — Un’indecenza! - Ma perché tutto questo baccano? — Mah, pare che... — Non si capisce nulla! — Ma che diavolo! - Oh! oh! là in fondo! - Hanno aperto la porta! --
Si spalancherà in fondo la porticina del palcoscenico e subito s’avventeranno di là per un minuto le grida scomposte degli attori, delle attrici, del Capocomico, della Moreno e dei suoi tre amici, a cuifaranno eco le grida degli spettatori che a mano a mano si saranno affollati davanti la porticinadelpalcoscenico, tra le proteste rabbiose di qualcuno che, seccato, indignato, vorrebbe rompere la calca per andarsene.
Voci dal palcoscenico (degli attori). — Via! via! - Cacciatela via! — Insolente! — Megera! — Svergognata! — Ne renderà conto! Via! via!
della Moreno:
del Capocomico:
d’uno degli amici:
della Moreno:
d’un altro degli amici:
degli attori:
delle attrici:
degli attori:
del Capocomico:
Voci degli spettatori affollati (contemporaneamente, tra fischi e applausi). — La Moreno! la Moreno! — Chi è la Moreno? — Hanno schiaffeggiato la prima attrice! — Chi? chi ha schiaffeggiato? — La Moreno! la Moreno! — E chi è la Moreno? — La prima attrice? — No, no, hanno schiaffeggiato l’Autore! — L’Autore? Schiaffeggiato? — Chi? Chi ha schiaffeggiato? — La Moreno! — No, la prima attrice! — L’Autore ha schiaffeggiato la prima attrice? — No, no, al contrario! — La prima attrice ha schiaffeggiato l’Autore! — Ma nient’affatto! La Moreno ha schiaffeggiato la prima attrice!
Voci dal palcoscenico. — Basta! basta! — Vadano fuori! — Mascalzoni! — Spudorata! — Fuori! fuori! — Signori, facciano largo! — Lascino passare!
Voci degli spettatori. — Fuori i disturbatori! — Basta! basta! — Ma è proprio la Moreno? — Basta, fuori! — No, lo spettacolo deve seguitare! — Via i disturbatori! — Abbasso Pirandello! — No, viva Pirandello! — Abbasso, abbasso! — È lui il provocatore! — Basta! basta! — Lasciate passare! lasciate passare! — Largo! largo! —
La folla degli spettatori si aprirà per lasciar passare alcuni attori e alcune attrici e l’Amministratore della Compagnia e il Direttore del Teatro, che vorrebbero persuaderli a rimanere. Nella confusa agitazione di questo passaggio, la folla degli spettatori, che dapprima tacerà per ascoltare, romperà di tanto in tanto in qualche clamoroso commento.
Il direttore del teatro. Ma per carità, abbiano prudenza! Vogliono mandare a monte lo spettacolo?
Gli attori e le attrici (contemporaneamente). — No, no! — Io me ne vado! — Ce ne andiamo via tutti! — Questo è troppo, perdio! — È una vergogna! — Per protesta! per protesta!
L’amministratore della compagnia. Ma che protesta! Contro chi protestano loro?
Uno degli attori. Contro l’Autore! E giustamente!
Un altro. E contro il Direttore che ha accettato di rappresentare una simile commedia!
Il direttore del teatro. Ma loro non possono protestare cosí, andandosene e lasciando a mezzo lo spettacolo! Questa è anarchia!
Voci degli spettatori in contrasto. Benissimo! — Benissimo! — Ma chi sono? — Gli attori del teatro, non vedi? — No, nient’affatto! — Hanno ragione! hanno ragione!
Gli attori (contemporaneamente). Sí, sí che possiamo!
Il caratterista. Quando ci si obbliga a recitare una commedia a chiave!
Voci di alcuni spettatori ignari. — A chiave? — Dove? perché a chiave? — Una commedia a chiave?
Gli attori. Sissignori! sissignori!
Voci di altri spettatori che sanno. — Ma sí! — S’è saputo! — È uno scandalo! — Lo sanno tutti! — Il caso della Moreno! — È qua; l’hanno vista in teatro! — È corsa sul palcoscenico! — Ha schiaffeggiato la prima attrice!
Gli spettatori ignari e i favorevoli (contemporaneamente e in gran confusione). — Ma nessuno se n’è accorto! — La commedia è piaciuta! — Vogliamo il terz’atto! — Ne abbiamo il diritto! — Benissimo! Benissimo! — C’è il diritto del pubblico che ha pagato!
Uno degli attori. Ma abbiamo anche noi diritto al nostro rispetto!
Un altro. E ce n’andiamo! Io, per me, me ne vado!
La caratterista. La prima attrice del resto se n’è già andata!
Voci di alcuni spettatori. — Se n’è andata? — Come? Per dove? — Dalla porta del palcoscenico?
La caratterista. Perché una spettatrice è andata ad aggredirla sul palcoscenico!
Voci degli spettatori in contrasto. — Ad aggredirla? — Sissignori! La Moreno! — E aveva ragione! — Ma chi? chi? — La Moreno! E perché l’ha aggredita? — La prima attrice?
Uno degli attori. Perché s’è riconosciuta nel personaggio della commedia!
Un altro attore. E ha creduto che noi fossimo complici dell’Autore nella diffamazione!
La caratterista. Dica ora il pubblico se dev’esser questo il premio delle nostre fatiche!
Il barone Nuti (trattenuto come nel primo intermezzo da due amici, più che mai stravolto e convulso,facendosi avanti). È vero! È un’infamia inaudita! E loro hanno tutto il diritto di ribellarsi!
UNO DEGli amici. Non ti compromettere! Andiamo! Andiamo!
Il barone Nuti. Una vera iniquità, signori! — Due cuori alla gogna! Due cuori che sanguinano ancora, messi alla gogna!
Il direttore del teatro (disperato). Lo spettacolo ora passa dal palcoscenico sul corridojo!
Voci degli spettatori contrari all’autore. — Ha ragione! ha ragione! — Sono infamie! — Non è lecito! — La ribellione è legittima! — È una diffamazione!
Voci degli spettatori favorevoli. Ma che! ma che! — Non vogliamo saperne! — Dov’è la calunnia? — Nessuna diffamazione!
Il direttore del teatro. Ma, signori miei, siamo in teatro o siamo in piazza?
Il barone Nuti (afferrando per il petto uno degli spettatori favorevoli, mentre tutti, quasi atterriti dal suo furore e dal suo aspetto, tacciono sospesi). Lei dice che è lecito far questo? Prendere me, vivo, e portarmi sulla scena? Farmi vedere là, col mio strazio vivo, davanti a tutti, a dir parole che non ho mai dette? a compir atti che non ho mai pensato di compiere?
Dal fondo, davanti alla porticina del palcoscenico, nel silenzio sopravvenuto, spiccheranno come in risposta le parole che or ora dirà il Capocomico alla Moreno, trascinata via, piangente, in disordine e quasi svenuta, dai suoi tre accompagnatori. Subito, alle prime parole, tutti si volteranno verso il fondo,facendo largo, e il Nuti lascerà lo spettatore investito, voltandosi anche lui e domandando: — «Che cos’è?» —
Il capocomico. Ma lei ha potuto veder bene che né l’Autore né l’attrice l’hanno mai conosciuta!
La Moreno. La mia stessa voce! I miei gesti! tutti i miei gesti! Mi sono vista! mi sono vista là!
Il capocomico. Ma perché ha voluto riconoscersi!
La Moreno. No! no! non è vero! Perché è stato anzi l’orrore, l’orrore di vedermi rappresentata lí in quell’atto! Ma come? io, io abbracciare quell’uomo?
Scorgerà il Nuti all’improvviso quasi davanti a sé e getterà un grido levando le braccia per nascondere la faccia:
Il barone Nuti. Amelia, Amelia...
Commovimento generale degli spettatori che quasi non crederanno ai loro occhi nel ritrovarsi davanti, vivi, gli stessi personaggi e la stessa scena, veduti alla fine del secondo atto, e lo significheranno, oltre che con l’espressione del volto, con brevi, sommessi commenti, e qualche esclamazione.
Voci degli spettatori. — Oh guarda! — Eccoli lí! — Oh! oh! — Tutti e due! — Rifanno la scena! — Guarda! guarda! —
La Moreno (smaniando ai suoi accompagnatori). Levatemelo davanti! Levatemelo davanti!
Gli accompagnatori. Sí, andiamo! andiamo!
Il barone Nuti (lanciandosi su lei). No, no! tu devi venire con me! con me!
La Moreno (divincolandosi). No! Lasciami! lasciami! Assassino!
Il barone Nuti. Non ripetere quello che t’hanno fatto dire lassú!
La Moreno. Lasciami! Non ho paura di te!
Il barone Nuti. Ma è vero, è vero che dobbiamo punirci insieme! Non hai sentito? Ormai lo sanno tutti! Vieni via! vieni!
La Moreno. No, lasciami! Maledetto! Ti odio!
Il barone Nuti. Siamo affogati, affogati veramente nello stesso sangue! Vieni! vieni!
E la trascinerà via, scomparendo da sinistra, seguito da gran parte degli spettatori, tra rumorosi commenti: «Oh oh! — Non parvero! È incredibile! — Spaventoso! — Maguardali lí! — Delia Morello e Michele Rocca!» — Gli altri spettatori, rimasti nel corridojo in buon numero, li seguiranno con gli occhi, facendo su per giú gli stessi commenti.
Uno spettatore sciocco. E dire che si sono ribellati! Ribellati; e poi hanno fatto come nella commedia!
Il capocomico. Già! Ha avuto il coraggio di venirmi ad aggredire la prima attrice in palcoscenico! — «Io, abbracciare quell’uomo?»
Molti. È incredibile! È incredibile!
Uno spettatore intelligente. Ma no, signori: naturalissimo! Si sono visti come in uno specchio e si sono ribellati, soprattutto a quel loro ultimo gesto!
Il capocomico. Ma se hanno ripetuto appunto quel gesto!
Lo spettatore intelligente. Appunto! Giustissimo! Hanno fatto per forza sotto i nostri occhi, senza volerlo, quello che l’arte aveva preveduto!
Gli spettatori approveranno, qualcuno applaudirà, altri rideranno.
L’attore brillante (che sarà venuto avanti dalla porticina del palcoscenico). Non ci creda, signore. Quei due là? Guardi: sono l’attore brillante che ha rappresentato, convintissimo, la parte di Diego Cinci nella commedia. Appena usciti dalla porta, quei due là... — Lor signori non hanno veduto il terzo atto.
Gli spettatori. - Ah, già! - Il terzo atto! — Che avveniva nel terzo atto? - Ci dica! Ci dica!
L’attore brillante. Eh, cose, cose, signori... E dopo... - dopo il terzo atto... cose! cose!
E cosí dicendo, andrà via.
Il direttore del teatro. Ma, signor Direttore, scusi, le pare che si possa tenere qua il pubblico a comizio?
Il capocomico. E che vuole da me? Faccia sgombrare!
L’amministratore. Tanto, lo spettacolo non può piú seguitare: gli attori se ne sono andati.
Il capocomico. E dunque, si rivolge a me? Faccia mettere un avviso: e mandi via la gente.
Il direttore del teatro. Ma sarà rimasto pubblico in teatro!
Il capocomico. E va bene! Per il pubblico rimasto in teatro, m’affaccerò io adesso dal sipario a licenziarlo con due parole!
Il direttore del teatro. Sí, sí, vada, vada allora, signor Direttore!
E mentre il Capocomico s’avvierà verso la porticina del palcoscenico:
spettacolo è terminato.
Cala la tela e, appena calata, il Capocomico ne scosterà una banda per presentarsi alla ribalta.
Il capocomico. Sono dolente d’annunziare al pubblico che per gli spiacevoli incidenti accaduti alla fine del secondo atto, la rappresentazione del terzo non potrà piú aver luogo.
FINE