Chi l'ha detto?/Parte prima/74
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§ 74.
Temperanza, moderazione
1713. In medio stat virtus.1
In forma più semplice e accessibile alle comuni intelligenze era stata raccomandata da Orazio la moderazione:
1714. Est modus in rebus: sunt certi denique fines,
Quos ultra citraque nequit consistere rectum.2
1715. Modus omnibus in rebus... optumum’st habitu.3
1716. Medio tutissimus ibis.4
1717. Juste milieu.5
1718. Surtout pas de zèle.6
1719. Ne quid nimis.7
che era scolpita nel tempio di Delfo, e la si attribuiva ad Apollo, a Omero, a Chilone, a Pittaco, a Solone, e anche ad altri, e si trova pure nell’Andria di Terenzio, a. I, sc. 1, v. 34, sentenza veramente aurea e che si applica anche alla virtù, come giustamente osservava un pensatore francese più volte citato in queste pagine:
1720. Ce n’est pas assez d’avoir de grandes qualités, il en faut avoir l’économie.8
Del resto le parole di Talleyrand, citate di sopra, hanno riscontro in quelle di Scipione Africano ricordate da Cicerone (De oratore, lib. II, § 67):
1721. Non amo nimium diligentes.9
A chi vuole praticare la virtù della moderazione, conviene saper porre un freno ai desideri, alle passioni, cosa tutt’altro che facile, poichè:
1722. Imperare sibi maximum imperium est.10
Anche Cicerone riteneva necessario che ù:
1723. Appetitus rationi obœdiant.11
Discreta ne’ suoi desideri era certamente la Gilda del Rigoletto (parole di F. M. Piave, musica di Verdi, a. I, sc. 12) che così canta:
1724. Signor né principe, io lo vorrei,
Sento che povero, più l'amerei.
Una forma di moderazione è la temperanza, di cui dice Cicerone nei Paradossi (IV, 3, 49):
1725. Magnum vectigal.... parsimonia.12
Tale la esercitavano a tavola i pastori, uno dei quali diceva ad Erminia:
1726. ....Questa greggia e l’orticel dispensa
Cibi non compri alla mia parca mensa.
1727. Non avea catenella, non corona,
Non donne contigiate, non cintura
Che fosse a veder più che la persona.
In argomento di moderazione può citarsi anche quel passo dell’Evangelo:
1728. Porro unum est necessarium.13
1729. Non bramo altr'esca.
leggera variante di un emistichio petrarchesco. II verso intiero (Son. in vita di M. Laura, num. CXIV secondo il Marsand, CXXXII dell'ediz. Mestica, com.: Come ’l candido piè per l’erba fresca) dice:
Ch’i’ non curo altro ben né bramo altr’esca. |
Note
- ↑ 1713. La virtù sta nel mezzo.
- ↑ 1714. C’è una misura nelle cose; ci sono determinati confini, e non è retto di oltrepassarli, né di rimanere indietro.
- ↑ 1715. In ogni cosa la sua misura, questa è ottima abitudine.
- ↑ 1716. Andrai sicurissimo nel mezzo.
- ↑ 1717. Giusto mezzo.
- ↑ 1718. Soprattutto, niente zelo.
- ↑ 1719. In nulla il troppo.
- ↑ 1720. Non basta avere delle grandi qualità, bisogna sapere spenderle bene.
- ↑ 1721. Non amo le persone troppo zelanti.
- ↑ 1722. Il comandare più difficile è il comandare a sè stesso.
- ↑ 1723. I desideri devono obbedire alla ragione.
- ↑ 1725. La parsimonia è un gran capitale.
- ↑ 1728. Almeno una cosa è necessaria.