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576 Chi l'ha detto? [1720-1724]

veramente aurea e che si applica anche alla virtù, come giustamente osservava un pensatore francese più volte citato in queste pagine:

1720.   Ce n’est pas assez d’avoir de grandes qualités, il en faut avoir l’économie.1

(Maximes de La Rouchefoucauld, § CLIX).

Del resto le parole di Talleyrand, citate di sopra, hanno riscontro in quelle di Scipione Africano ricordate da Cicerone (De oratore, lib. II, § 67):

1721.   Non amo nimium diligentes.2

Ma egli le disse per ironia a un centurione da lui retrocesso per non aver preso parte a un combattimento e che si scusava dicendo di essere rimasto nell’accampamento per custodirlo.

A chi vuole praticare la virtù della moderazione, conviene saper porre un freno ai desideri, alle passioni, cosa tutt’altro che facile, poichè:

1722.   Imperare sibi maximum imperium est.3

(Seneca il filosofo, Epistolae, 113, § 24).
e il trattatello De moribus (82) di cui dissi al n. 1104: Se vincere ipsum longe est dijfficillimum, e finalmente Publilio Siro nei Mimi, 64: Bis vincit qui se vincit in victoria.

Anche Cicerone riteneva necessario che ù:

1723.   Appetitus rationi obœdiant.4

(De officiis, lib. I, § 29).

Discreta ne’ suoi desideri era certamente la Gilda del Rigoletto (parole di F. M. Piave, musica di Verdi, a. I, sc. 12) che così canta:

1724.   Signor né principe, io lo vorrei,
Sento che povero, più l'amerei.

  1. 1720.   Non basta avere delle grandi qualità, bisogna sapere spenderle bene.
  2. 1721.   Non amo le persone troppo zelanti.
  3. 1722.   Il comandare più difficile è il comandare a sè stesso.
  4. 1723.   I desideri devono obbedire alla ragione.