Chi l'ha detto?/Parte prima/73
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§ 73.
Tavola, cucina, vini, altre bevande
1695. Sine Cerere et Libero (non Baccho) friget Venus.1
Nel poema dantesco possiamo trovare diverse frasi nelle quali ricorrono le idee di mangiare e di cibo, e quindi possono citarsi in occasioni buccoliche; ecco per esempio le seguenti:
1696. ....Dopo il pasto ha più fame che pria.
1697
. La bocca sollevò dal fiero pasto
Quel peccator....
1698. Poscia, più che il dolor, potè il digiuno.
Ma questi pasti danteschi (un pasto di belva feroce, uno o due da antropofaghi) sono cose poco appetitose, e se vogliamo qualcosa che accomodi meglio lo stomaco, bisogna rivolgersi altrove, per esempio (nè saprei di meglio) al gran pontefice della gastronomia, il celebre Anthelme de Brillât-Savarin (1755-1826), autore della Physiologie du goût, donde traggo due aforismi, il IV e il XV:
1699. Dis-moi ce que tu manges; je te dirai ce que tu es.2
1700. On devient cuisinier, mais on naît rôtisseur.3
Al primo dei due aforismi si ispirò Lodovico Feuerbach, quando, nella prefazione alla Lehre der Nahrungsmittel für das Volk (Erlangen, 1850) del Moleschott, scrisse:
Der Mensch ist was er isst.
Pure notissimo fra gli aforismi di Brillat-Savarin (i quali precedono l’opera citata) è il XX:
1701. Convier quelqu’un, c’est se charger de son bonheur pendant tout le temps qu’il est sous notre toit.4
Ma non basta mangiare, poichè il misero mortale non soffre soltanto la fame, ma anche la sete, e
1702. L’appétit vient en mangeant, disoyt Angest on Mans; la soif s’en va en beuvant.5
zione critica delle Opere a cura di A. Lefranc,
to. I, Paris. Champion, 1912, pag. 62).
Bibite, fratres, bibite, ne diabolus vos otiosos inveniat.
1703. E bevendo, e ribevendo
I pensier mandiamo in bando.
Quanto errando, oh quanto va
Nel cercar la verità
Chi dal vin lungi si sta!
quelli nei quali impreca al caffè,
Beverei prima il veleno,
Che un bicchier, che fosse pieno
Dell’amaro e rio caffè.
o dice male della birra o del sidro,
Chi la squallida cervogia
Alle labbra sue congiugne
Presto muore, o rado giugne
All’età vecchia e barbogia:
Beva il sidro d’Inghilterra
Chi vuol gir presto sotterra;
Chi vuol gir presto alla morte
Le bevande usi del Norte.
e le più nere invettive ai bevitori d’acqua:
Chi l’acqua beve
Mai non riceve
Grazie da me.
E quegli altri poco più oltre, che calzano a cappello anch'oggi per le esagerazioni di certi idroterapici:
Vadan pur, vadano a svellere
La cicoria e raperonzoli
Certi magri mediconzoli,
Che coll’acqua ogni mal pensan di espellere.
Le antipatie contro l’acqua sono vecchie: anche una canzone del conte di Ségur sostiene che
1704. Tous les méchants sont buveurs d'eau;
C’est bien prouvé par le déluge.6
1705. Vinum lætificat cor hominis.7
Fra i versi del Redi che ho citato poco innanzi, alcuni parafrasano, come ho già accennato, il classico:
1706. In vino veritas.8
Il caffè, così sprezzato dal Redi, ha nondimeno molti fervidi adoratori, e uno di costoro era il Talleyrand che vuolsi abbia detto che
1707. Le café doit être chaud comme l’enfer, noir comme le diable, pur comme un ange, et doux comme l'amour.9
Altre frasi relative al bere in genere, e che non di rado si citano, sono le seguenti:
1708. Lo dolce ber che mai non m'avria sazio.
1709. Bevendo in fresco, e bestemmiando Cristo.
1710. Ma fu l’ultimo il birbone.
Quanti fiaschi n'hai vuotati?
e lui:
Non saprei.... non li ho contati
Ma fu l'ultimo il birbone
Che mi fa ballar la polka,
La furlana, il minuè.
Poco dicemmo del mangiare: nondimeno ecco un epigramma elogiativo di un grande poeta latino che di buona tavola e di lieto vivere s’intendeva:
1711. Inter aves turdus, si quis me judice certet;
Inter quadrupedes mattya [ovvero gloria] prima lepus.
10
E finalmente non potremo lasciare quest’argomento del mangiare e del bere, senza registrare un notissimo versetto biblico, celebre perchè i protestanti ne hanno fatto l’applicazione ai digiuni:
1712. Non quod intrat in os, coinquinat hominem: sed quod procedit ex ore, hoc coinquinat hominem.11
Note
- ↑ 1695. Senza Cerere e Bacco, Venere è gelata.
- ↑ 1699. Dimmi quel che mangi e ti dirò chi sei.
- ↑ 1700. Cuoco si diventa ma rosticciere si nasce.
- ↑ 1701. Invitare qualcuno a pranzo, vuol dire incaricarsi della felicità di lui durante le ore ch’egli passa sotto il vostro tetto.
- ↑ 1702. L’appetito viene mangiando, diceva Angest del Mans; la sete se ne va bevendo.
- ↑ 1704. Tutti i malvagi sono bevitori d’acqua come è dimostrato dal diluvio.
- ↑ 1705. Il vino rallegra il cuore dell'uomo.
- ↑ 1706. Nel vino sta la verità.
- ↑ 1707. Il caffè deve essere caldo come l’inferno, nero come il diavolo, puro come un angelo, e dolce come l’amore.
- ↑ 1711. Se nella questione alcuno chiami me a giudice, dirò che il più prelibato fra gli uccelli è il tordo, fra i quadrupedi la lepre.
- ↑ 1712. Non quello che entra per la bocca, imbratta l’uomo; ma quello che esce dalla bocca (cioè le cattive parole), questo è che rende l’uomo immondo.