Casa mia (Pierre Charbonnier)

occitano

Pierre Charbonnier 1911 1911 Emanuele Portal Indice:Antologia provenzale, Hoepli, 1911.djvu poesie Casa mia (Pierre Charbonnier) Intestazione 10 giugno 2024 25% Da definire

L'amica mia Innanzi al curato
Questo testo fa parte della raccolta Antologia provenzale


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CASA MIA.

Accanto alla costa che s’inclina fra i giunchi e le ginestre dorate, là ove germogliano fiorenti il digitale e il caprifoglio, Ove in ogni angolo una piccola sorgente canta il suo ritornello e si fa bella ai raggi della luna e del sole, che riflettono l’argento nell’occhio, La nostra casa era adagiata accanto alla ferriera di mio padre, e i colpi di martello rispondevano ai giri del mulino di mia madre.


L’amica mia s’addormentò nell’ora più calda ed il suo respiro avea più profumo dei fiori. L’amica mia la incontro che fila in riva al ruscello, e la sua dolce favella conquista il mio cuore. La sorpresi con Giovanni, l’amica mia, il mio tesoro, e tanto nera che sia la notte, ella ha il cuore più nero! [p. 545 modifica] Del mio villaggio amo ricordare le abitudini dei miei primi anni, la nostra fede e la santa fiducia che ne faceva vivere felici. Come un buon tiglio ho conservato fedelmente i presagi e i detti dei miei parenti, e mormoro spesso le loro arie. I matrimoni rivivono in me, e nel nostro secolo che si dà un’aria affettata, non ci son più cerimonie, né feste, né passatempi si ben fatti. Senza preoccupazioni ci si divertiva, passeggiando a coppie, quando la cornamusa modulava le sue arie pure e si dolci. 35 [p. 546 modifica] La foglia scossa da un lieve zefiro salutava passando, e il merlo fischiava, la rondine alla finestra facea splendere la sua ala dorata, bisbigliando e volando, portando la gioia alla casa, ed il grillo ripeteva il suo fri-cri. Quando l’Aurence mormorava il suo riri, carezzando leggermente le rive, inargentava la cascata e la cima fiorita del prato tortuoso. Venuta la sera, un grido di gioia, innalzato dai giovani, facea risonare l’aria, e l’eco lo portava sino al limite delle terre coltivate. [p. 547 modifica] Vecchi, vecchie e giovani nella casa si svegliavano lieti, dimenticando le loro noie ed i loro mali L’usignolo presso la sua nidiata modulava ’la sua canzone, mentre da lungi i cani lanciavano il loro latrato in cadenza. E tosto l’alba si parava come un fiore dei suoi belli e freschi ornamenti, e il gallo spassandosi, svegliava tutti i dintorni. Ma la casa ov’io sognavo è deserta, essa non accoglie pm i miei parenti, il suo ricordo nel mio cuore richiama la melodia delle canzoni d’un tempo.


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Pierre Charbonnier

MEIJOU.

Tra lo pelencho que dovalo
Di lou brujau, lo pelino d’or,
Ente maio lo digitalo,
Que la brouto-chabri s’entor.
Di chaque couen no fountanello
A lo luno mai o soulei
Chanto soun refren e s’eibello
En vou raian l’argen di l’ei.
Notro Meijou erio sicliado
De tra lo forjo de moun pai
Cadengan a chaque bourado
Lou viei mouli de cha ino mai.

A\a mia s’endourmit al fort de la chalour.
Mais de perfum avia soun ale que la fìour!
Ma mia, la rescountre al bort d’un riu que fiala,
E soun dous paraulis pren muun cor dins sa tiala!
leu l’assuderi am Jan, ma mia, moun tesori
Tan negra sia la nueg, a pus negre lou cor!
(S.’ D." d’Argentat).(op. separalo).

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Aim’a garda de moun villaje
Lo modo de moun jone ten,
Notro fe nimai lu miraje
Que me fojan viere counten.
Ai counserva per lou presaje,
Per lou ditun de mou pareti,
Lo fidelità d’un’ fi sage
Marmuze suven lur refren.
La noga viven dì mo teito
Di notre siecl’enmousurna
Nio pu de bravia, de feito
Ni d’ebatouei tobe mena.
Sei maniera l’un s’amuzavo,
En se permenan dou a dou,
Quan lo chabreto lirounavo
Sou refren si pur e si dou.

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Lo feill’en possan soludavo,
Secoududo per un dou ven,
E di l’or lou merle sublavo
Lo fier’ozel’o countreven,
De soun alo d’or luquetavo,
Gazouillavo se virounan,
Lo bounur o foujer pourtavo
Ra do gri-gri do greu greutan;
Quante l’Auranfo rirlnavo
Caressant doufomen soun bor,
Sur lo cascado l’argentavo
Lou cimau fluri do pra tor.
Lou sei vengu un’eluiado,
Uchado per lou galurau,
Fojo tundi touto l’eirado,
E per l’eolio juquant’o brau.

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De bounur di lo meijounado
Viei e vieilla coumo jonei
Se reveillovan a l’obado
Obludan dou mau lou einei.
Lou roussignó tra so nichado
Revirounavo sou refren
Tan que lou chei de lur jopado
Boliavan lur nota de louen.
E biento l’aubo se maiavo
De sou beu e freichei atour.
En s ebatan lou jau chantavo,
Reveillavo lou alentour.
Ma lo meijou ente reibavo,
Dezerto, n’o pu mou poren;
Soun suveni di moun coeur chavo
Lou ninomen de sou refren.
(S." D. [parlato] dell’Alto Limosino).(op. separato).