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544 | antologia poetica provenzale |
Pierre Charbonnier
MEIJOU.
Tra lo pelencho que dovalo
Di lou brujau, lo pelino d’or,
Ente maio lo digitalo,
Que la brouto-chabri s’entor.
Di chaque couen no fountanello
A lo luno mai o soulei
Chanto soun refren e s’eibello
En vou raian l’argen di l’ei.
Notro Meijou erio sicliado
De tra lo forjo de moun pai
Cadengan a chaque bourado
Lou viei mouli de cha ino mai.
CASA MIA.
Accanto alla costa che s’inclina fra i giunchi e le ginestre dorate, là ove germogliano fiorenti il digitale e il caprifoglio, Ove in ogni angolo una piccola sorgente canta il suo ritornello e si fa bella ai raggi della luna e del sole, che riflettono l’argento nell’occhio, La nostra casa era adagiata accanto alla ferriera di mio padre, e i colpi di martello rispondevano ai giri del mulino di mia madre.
A\a mia s’endourmit al fort de la chalour.
Mais de perfum avia soun ale que la fìour!
Ma mia, la rescountre al bort d’un riu que fiala,
E soun dous paraulis pren muun cor dins sa tiala!
leu l’assuderi am Jan, ma mia, moun tesori
Tan negra sia la nueg, a pus negre lou cor!
(S.’ D." d’Argentat).(op. separalo).
L’amica mia s’addormentò nell’ora più calda ed il suo respiro avea più profumo dei fiori. L’amica mia la incontro che fila in riva al ruscello, e la sua dolce favella conquista il mio cuore. La sorpresi con Giovanni, l’amica mia, il mio tesoro, e tanto nera che sia la notte, ella ha il cuore più nero!