Bollettino delle leggi e disposizioni della Repubblica Romana/Bollettino N. 45
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REPUBBLICA ROMANA
BOLLETTINO DELLE LEGGI
N. 45.
EDIZIONE OFFICIALE
429 Circolare del Ministro dei lavori pubblici in cui si ordina che nessun ingegnere collaudatore si allontani dalla provincia ove ha visitato i lavori se non dopo fatti i processi verbali e riportate le accettazioni degli appaltatori - pag. 99.
430 Proclama del Triumvirato in cui facendo note le lettere del generale in capo e del Ministro della Repubblica Francese invita il popolo alla resistenza - pag. 100.
431 Ordinanza del Ministro delle Finanze perchè il pagamento de' censi e canoni solito a farsi nella vigilia e festa de' SS. Apostoli Pietro e Paolo sia eseguito nel mese di giugno nella depositeria generale - pag. 103.
432 Ordinanza del Triumvirato affinchè la Commissione delle barricate ripigli le sue funzioni - pag. 101.
433 Decreto dell'Assemblea Costituente con cui si dichiara in permanenza - ivi.
434 Proclama del Triumvirato ai Romani perchè sorgano in armi — pag. 105.
435 Decreto del Triumvirato affinchè le botteghe de ' commestibili e le farmacie siano aperte, ed affinchè le campane tacciano - pag. 106.
436 Circolare del Ministero dell'Interno perchè le campane non suonino, e solo il facciano quando quelle del Campidoglio abbia dato il segnale dall’arme: allora in ogni parrocchia, patriarcale o capitolo, ne' conventi e monasteri sarà esposto il Santissimo - ivi.
457 Idem ai Presidi delle Province in cui si fanno noti i valorosi combattimenti del 3 giugno - pag. 107.
438 Proclama della Commissione delle barricate al Popolo perchè accorra alle barricate - pag. 108.
439 Ordinanza della Direzione di pubblica sicurezza perchè gli abitanli gettino avanti le loro case terra o pozzolana per agevolare senza pericolo il corso della cavalleria, ed inaffino la strada due volte al giorno - pag. 109.
440 Invito della Commissione delle barricale ai cittadini perchè portino sacchetti vuoti alla Commissione stessa - pag. 110.
441 Proclama del Triumvirato ai Romani per aver sostenuto l'onore di Roma e d'Italia con un combattimento di 14 ore - pag. 111.
442 Idem sui morti e feriti nella giornata del 3 giugno - pag. 112.
Roma 1849.- Tipografia Nazionale.
(429)
REPUBBLICA ROMANA
MINISTERO DE' LAVORI PUBBLICI
CIRCOLARE
Dopochè per circostanze particolari si è adottato il metodo di destinare ai collaudi de’ pubblici lavori d’acque e strade gl’ingegneri residenti nelle diverse Province dello Stato, mi sono avveduto che taluni dopo aver compite le visite e le verificazioni locali, si allontanano dalla Provincia nella quale debbono eseguire le collaudazioni, e si riservano di stendere i processi verbali di laudo ritornati che siano nelle ordinarie loro residenze, e lontani dagli Ingegneri che hannno diretto i lavori, e dagli appaltatori che li eseguirono.
Siffatta pratica non è consentanea alla regolarità e può dar luogo a ritardi, imbarazzi ed inconvenienti di vario genere.
Nell’interesse pertanto di far cessare questo abuso credo opportuno di ordinare che nessun Ingegnere collaudatore si allontani dalla Provincia di cui ha visitato i lavori, se prima presso l’Officio dell’Ingegnere locale non abbia estesi i processi verbali di laudo e riportate le accettazioni degli appaltatori, dando così pieno compimento alla ricevuta commissione.
Sia perciò cura di tutti gl’Ingegneri collaudatori che per l’avvenire si nomineranno di attenersi esattamente a questa disposizione, e i Presidi delle Province ne sorveglino l’osservanza.
Roma 2 Giugno 1849.
Pel Ministro P. Provinciali Sost. |
(430)
REPUBBLICA ROMANA
CITTADINI!
Ecco la lettera colla quale il Generale Oudinot manifestava il rifiuto di aderire alla convenzione pubblicata jeri.
Corpo della Spedizione del Mediterraneo:
il Generale in capo.
Quartier Generale in Villa Santucci Il 31 Maggio 1819. |
- Signori Triumviri:
Ho avuto l’onore di farvi sapere questa mattina che in quanto a me accetterei l’ultimatum, che vi è stato trasmesso il 29 di questo mese dal signore de Lesseps.
Con mia grande sorpresa, il signor de Lesseps mi porta, al suo ritorno da Roma, una specic di convenzione che è in una piena opposizione collo spirito e colle basi dell'ultimatum.
Sono convinto che sottoscrivendola, il signor de Lesseps ha oltrepassato i suoi poteri. Le istruzioni che ho ricevute dal mio Governo mi vietano formalmente d’associarmi a quest’ultimo atto. Lo considero come non avvenuto, ed è del mio dovere di dichiararvelo senza tardare.
Il Generale Comandante in Capo l’armata di spedizione del Mediterraneo OUDINOT DE REGGIO |
A questa lettera il Triumvirato rispose affrettatamente «veder con sorpresa e con dolore il dissenso tra il Generale e il Ministro Pienipotenziario: quel dissenso essere strano; più strano poi quando riguardava una convenzione il cui spirito cra conforme al voto dell’Assemblea Francese, e alle simpatie novellamente espresse dalla sua Nazione: delle conseguenze gravi che potevano escirne non esser noi responsabili: sperare che il dissenso cesserebbe presto.»
Il sig. de Lesseps, al quale fu comunicata la lettera del Generale Oudinot, rispose col documento seguente:
Missione Straordinaria della Repubblica Francese
a Roma.
Roma il 1. Giugno 1849.
LIBERTERTA’, EGUAGLIANZA, FRATELLANZA
Signori:
In risposta alla comunicazione che voi mi avete indirizzata questa mattina, contenente una lettera del Generale in capo dell’armata francese e la vostra risposta, ho l’onore di dichiararvi che mantengo l’accomodamento soltoscritto jeri, e che parto per Parigi onde farlo ratificare. Questo accomodamento è stato conchiuso in virtù delle mie istruzioni che ini autorizzavano a consacrarmi «esclusivamente alle negoziazioni ed ai rapporti da stabilirsi fra le autorità e le popolazioni romane.»
Vogliate aggradire, Signori, le assicurazioni dell’alta mia considerazione.
L’Inviato Straordinario e Ministro Plenipotenziario
della Repubblica Francese in missione a Roma
Più tardi, il Generale Roselli spedì domanda al Generale Oudinot d’un armistizio di quindici giorni fondato sulla utilità comune ai due eserciti, d’impedire, come per noi si sarebbe liberi una volta d’operare le nostre forze, l’innoltrarsi agli Austriaci. Il Generale Oudinot mandò a questo pure un rifiuto, e dichiarò che non solamente considerava rotta ogni tregua e libero il corso alle ostilità, ma che avrebbe assalito la città, non però prima di lunedì.
A questo punto stanno le cose nostre. Pieni di fiducia nella giustizia della nostra causa, nel diritto incancellabile dei popoli, in Dio che lo assecura, nell’energia nostra e dei nostri fratelli, noi respingeremo la forza colla forza, e trionferemo. Le bajonette e i cannoni francesi non rappresentano, parte indegna della Nazione, che una forza brutale: le nostre bajonette, i nostri cannoni rappresentano un’idea, un santo principio: ogni uomo tra noi difende la propria il proprio onore, la propria Patria, l’eterna casa, Roma. Resistenza e fede! Il popolo di Francia, se conserva senso d’onore e culto di libertà, compirà la nostra vittoria.
Roma 2 Giugno 1849.
I Triumviri
(431)
REPUBBLICA ROMANA
IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
- Il Ministro delle Finanze.
Ordina:
Art. 1. Il pagamento di Censi e Canoni, solito a farsi fin qui nella vigilia e festà de’Ss. Apostoli Pietro e Paolo nella Camera de Tributi, sarà eseguito dentro il corrente mese di Giugno in Roma nella Depositeria Generale; e nelle Province per coloro i quali vi sono autorizzati per concessione, od abilitazione presso le Casse Nazionali.
Art. 2. Nelle Province occupate è vietato agli Enfiteuti ed Investiti di pagare nelle Casse locali. Essi devono versare nella Depositeria Generale di Roma indeclinabilmente.
Art. 3. Decorso il termine prescritto, si procederà contro i morosi a termini di legge.
Art. 4. Rimangono fermi i diritti del Governo per le devoluzioni già verificatesi e per qualunque altro titolo, non che tutte le obbligazioni assunte dagli Enfiteuti, ed Investiti sunnominati.
Dal Ministero delle Finanze li 2 Giugno 1849.
La Commissione
E. Brambilla
(432)
REPUBBLICA ROMANA
IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
La Commissione delle Barricate composta dei cittadini Rappresentanti Cernuschi, Cattabeni, e in assenza dei cittadino Caldesi, Dott. Andreini, ripiglia le sue funzioni.
Roma 2 Giugno 1849.
I Triumviri
(453)
REPUBBLICA ROMANA
IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
L’Assemblea Costituente si è dichiarata in pemanenza.
Roma 3 Giugno 1849.
Il Presidente C. L. Bonaparte
Il Segretarj
Fabretti — Pennacchi — Cocchi — Zambianchi.
(434)
REPUBBLICA ROMANA
IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
ROMANI!
Alla colpa d’assalire, con truppe guidate da una bandiera repubblicana, una Repubblica amica, il Generale Oudinot aggiunge l’infamia del tradimento, Egli viola la promessa scritta ch’è in nostre mani di non assalire prima di lunedì.
Su, ROMANI! alle mura, alle porte, alle barricate! Proviamo al semico che neppure col tradimento si vince Roma.
La Città Eterna si levi tutla nell’energia d’un pensiero! Ogni uomo combatta! Ogni uomo abbia fede nella vittoria! Ogni uomo ricordi i nostri padri e sia grande!
Trionfi il diritto, e vergogna perenne all’alleato dell’Austria!
VIVA LA REPUBBLICA!
Roma dalla residenza del Triumvirato 3 Giugno 1849.
I Triumviri
(433)
REPUBBLICA ROMANA
IN NOME DI DIO E DEL POPOLO
Il Triumvirato della Repubblica
Decreta:
Art. 1. Le botteghe, specialmente quelle di commestibili e le farmacie, devono, come nella giornata del 30, rimanere aperte.
Art. 2. Tutte le campane taceranno. Le campane non devono suonare oggi che per la battaglia e per la vittoria. Riman fermo che, ove occorra, la campana del Campidoglio darà segnale al popolo d’accorrere in massa alle barricate: tutte l’altre campane dovranno immediatamente seguirlo.
Roma 3 Giugno 1849.
I Triumviri
(436)
MINISTERO DELL’INTERNO
CIRCOLARE
Oggi tutte le campane della Città saranno mute.
Al primo rintuono della Campana del pidoglio tutte le altre risponderanno a stormo. Sarà segno che l’inimico ci attacca vivamente da vicino.
Allora in ogni parrocchia, in ogni patriarcale, o capitolo qualunque, nei Conventi, e Monasteri sarà esposto il Santissimo.
Dal Redentore dell’umanità s’implori ajuto alla più santa delle cause, a quella che Egli stesso benedisse, e si preghi che illumini coloro i quali a nome Suo spargono la discordia, e fanno versare il sangue dci fratelli.
Roma 3 Giugno 1849.
Il Ministro - C. Mayr.
REPUBBLICA ROMANA
MINISTERO DELL'INTERNO
Circolare
AI PRESIDI DELLE PROVINCE
Le truppe della Repubblica francese difenditrici del dispotismo e della tirannia ne han seguito i costumi; e mentre avean promesso solennemente di non attaccare prima di lunedì, questa mane avvicinatesi all’avamposto di Villa Pamfili risposero col saluto di pace, e quindi fattesi addosso ad un picchetto lo disarmarono e lo rese ro prigioniero.
Incominciò alle quattro antimeridiane un fuoco vivissimo di moschetteria e cannoni — Dura sino alle ore che vi scrivo che sono le 3 e mezza pomeridiane. Non vi dico il valore dei nostri; è quello che si conviene agl’Italiani convinti di combattere per una causa sostenuta dal buon diritto, e santificala dell’unanime volere.
I bravi di Garibaldi ripresero alla bajonetta la posizione di Villa Pamfili sebbene a forza disuguale — I Carabinieri impedirono che gl’inimici gittassero un ponte sul Tevere vicino a porta del Popolo — fecero ad essi patire gravissima perdita, e s’impossessarono della barca, e di molti Stutzen ch’eran dentro. Speriamo che il destino abbia segnata la nostra sorte propizia, e che da Roma libera si propaghi a tutta Italia libertà ed incivilimento.
Queste notizie siano a vostra cura comunicate alle popolazioni, onde conoscano che il valore Italiano risorge gigante appena scosso il dispotismo che l’opprimeva.
Vivete sano
Roma li 3 Giugno 1849.
Il Ministro - C. Mayr.
(438)
COMMISSIONE DELLE BARRICATE
POPOLO!
Un giorno di guadagnato. Hanno mancato di parola. Ma noi terremo la nostra di resistere, di aver coraggio, di respingere un’altra volta lo strano nemico.
Ci eravamo intesi col Ministro Lesseps, or c’intenderemo col Generale Oudinot. Per lui conviene il linguaggio del 30 aprile, linguaggio chiaro, e concorde perchè tra noi non è l’anarchia, e la discordia che regna nel campo Francese tra gli Ambasciatori, e i Generali.
Popolo! ritorniamo alle barricate. Rammentiamoci che ostinandosi le artiglierie nemiche devono aprire nelle mura una breccia, e che appunto per questo dietro alle mura elevammo le nostre barricate. Allora, allora comincierà la vera lotta del popolo. Lolla implacabile perchè col fratello che ci scanna la madre, la ferocia è diritto, è dovere di natura.
Nè dieci, nè venti mille cannonate, o bombe bastano a incenerire Roma, e seppellire la libertà.
Roma la mattina del 3 Giugno.
I Rappresentanti del Popolo
Vincenzo Andreini
(439)
REPUBBLICA ROMANA
ROMANI!
A prevenire le disgrazie alla Cavalleria che in questi giorni dovrà percorrere la Città, siete invitati a spargere innanzi le vostre case la pozzolana, o terra, per agevolare senza pericolo il rapido corso della medesima. Inoltre inaffierete due volte il giorno la parte della strada che vi spetta per impedire la polvere.
Si risparmieranno da questa disposizione gli abitanti delle strade meno frequentate.
Si raccomanda l’esatta osservanza di quanto venne ordinato dalla Commissione Municipale, dalla quale s’inibiva spargere sulle vie altre materie fuori delle prescritte, onde evitare i danni che ne conseguirebbero alla pubblica incolumità.
Romani! Il pronto eseguimento di quest’ordine provi al mondo che nelle cose ancora meno interessanti, sapete mostrarvi degni del vostro nome, che risorto a grandi destini, risuona ora nuovamente glorioso per l’intera Europa.
Dall’Ufficio di Sicurezza pubblica civile e militare. Roma la mattina del 3 Giugno 1849.
Il Direttore Civile |
Il Capo Militare d'Ufficio | |
O Meloni | Calvagni Maggiore |
COMMISSIONE DELLE BARRICATE
Invitiamo i Cittadini che possiedono sacchetti di terra a portarli vuoti presso questa Commissione al Palazzo Borromeo con ogni sollecitudine.
Roma 3 Giugno, sera.
I Rappresentanti
(441)
REPUBBLICA ROMANA
ROMANI:
Voi avete sostenuto oggi l’onore di Roma e l’onore d’Italia. Avete combattuto per oltre a quattordici ore come vecchi soldati. Avete, sorpresi, colti all’impensata dal tradimento, da una violazione di promessa formale e segnala, conteso palmo a palmo il terreno, riconquistato posizioni per un’istante perdute, respinto le più valorose milizie d’Europa, salutato la morte con un sorriso. Dio vi benedica, custodi delle glorie paterne, come noi, orgogliosi d’avere indovinato ciò che era in voi, vi benediciamo in nome d’Italia.
Romani! Questa è una giornata d’eroi; una pagina storica.
Noi vi dicemmo ieri: Siate grandi. Oggi, voi siete grandi. Durate tali. Siate costanti. Al Popolo di Roma possono domandarsi prodigii. Al Popolo di Roma, alla Guardia Nazionale Romana, alla gioventù d’ogni classe, noi diciamo con piena fiducia: «Roma è inviolabile: custoditene questa notte le mura; dentro le vostre mura stà raccolto l’avvenire della Nazione. Vegliate, mentre i combattenti di quattordici ore riposeranno alle porte, alle barricate. Veglia con voi l’Angelo della Patria. E l’Angelo della Patria è fratello dell’Angelo della Vittoria,
Viva la Repubblica!
Roma 3 Giugno 1849.
I Triumviri
(442)
REPUBBLICA ROMANA
ROMANI!
A rassicurarvi e proteggervi da congetture esagerate sulle nostre perdile nella giornata di ieri; pubblichiamo oggi le cifre come abbiamo potuto accertarle, e senza aspettare il ragguaglio minuto officiale, gli elementi del quale si stanno raccogliendo.
I feriti accolti alla Trinità dei Pellegrini sono cento trentasei: gli Ospedali secondari ne contengono fra tutti un numero minore di cento.
L’Ospedale superiore ha tre morti; gli altri nessuno.
I minacciati di morte non oltrepassano, per quanto può calcolarsi, i dodici.
Pochissimi sono i morti sul campo; e speriamo darne la cifra esatta domani. Tra questi dobbiamo deplorare parecchi uffiziali.
Cittadini, non diffidate mai quanto, alla schiettezza della parola e alla purità delle intenzioni, dei vostri Triumviri. Non interpretate mai sinistramente il nostro silenzio. Voi siete tali da intendere ogni verità, e noi siamo tali da dirvela. Tra voi e noi vive un patto d’amore e di fiducia senza confini. Serbate questa fiducia. È il pegno migliore della Vittoria nella battaglia che ultima ci rimane forse ancor da combattere.
Roma 4 Giugno 1849.
I Triumviri