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Più tardi, il Generale Roselli spedì domanda al Generale Oudinot d’un armistizio di quindici giorni fondato sulla utilità comune ai due eserciti, d’impedire, come per noi si sarebbe liberi una volta d’operare le nostre forze, l’innoltrarsi agli Austriaci. Il Generale Oudinot mandò a questo pure un rifiuto, e dichiarò che non solamente considerava rotta ogni tregua e libero il corso alle ostilità, ma che avrebbe assalito la città, non però prima di lunedì.

A questo punto stanno le cose nostre. Pieni di fiducia nella giustizia della nostra causa, nel diritto incancellabile dei popoli, in Dio che lo assecura, nell’energia nostra e dei nostri fratelli, noi respingeremo la forza colla forza, e trionferemo. Le bajonette e i cannoni francesi non rappresentano, parte indegna della Nazione, che una forza brutale: le nostre bajonette, i nostri cannoni rappresentano un’idea, un santo principio: ogni uomo tra noi difende la propria il proprio onore, la propria Patria, l’eterna casa, Roma. Resistenza e fede! Il popolo di Francia, se conserva senso d’onore e culto di libertà, compirà la nostra vittoria.

Roma 2 Giugno 1849.

I Triumviri