Amori (Savioli)/XIX - Alla Nudrice
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E tu pur giaci immobile,
Tu a’ voti miei nemica
Sovra le piume tacite
4Posi la guancia antica.
Sorgi, che stai? me misero
Tien la notturna soglia;
Essa ai miei prieghi cedere
8Non può, se tu nol voglia.
Forse all’amata giovane
Bellezza il ciel concesse,
Ond’anni freddi in carcere
12Senza amator traesse?
Sorgi: disdice a tenera
Fanciulla aspra nudrice:
Sì rigida custodia
16E ad essa, e a te disdice.
Di tua durezza in premio
Che, dimmi, a te procuri?
Lamenti amari, ingiurie,
20Odio, e funesti auguri.
Quante evitar poteano
Fanciulle ingiusta morte,
Se lor pietosa davano
24Nudrice i fati in sorte?
Non pel fedel silenzio
D’infausta notte oscura
Tisbe soverchio intrepida
28Fuggía le patrie mura.
Né dell’estinto Piramo
Sulla trafitta salma
Il vergin seno aprendosi
32Lui raggiungea nud’alma.
Ma deh! l’avversa istoria
Tua pace a te non tolga.
Apri: me l’ultim’atrio,
36Se non la stanza accolga.
Te testimon, te giudice
I nostri detti avranno,
I baci, ove t’offendano;
40Vuoi più? negletti andranno.
Poche ascoltar concedasi,
Poche donar parole.
Colla fanciulla al sorgere
44Non troverammi il Sole.
Ecco di te dolendosi
Ella al balcon s’affaccia,
Ella si strugge in lagrime,
48E tende a me le braccia:
Nè la sgomenta l’impeto
Di freddo vento, o pioggia,
E sulla pietra rigida
52Il nudo seno appoggia.
Taccio di me, che assedia
L’acqua più densa e greve,
E i piè mal fermi agghiacciano
56Per sottoposta neve.
Apri, se a te più debole
Non renda etate il fianco,
Se avversa man non scemiti
60Il crin canuto e bianco.
Apri: ove nulla a moverti
Pianto o pregar non giova,
Mi giovi Amor medesimo,
64Amor ch’è Dio ti mova.
Ch’egli mi guida, ed ospite
Mi vuol, conosci assai:
Quel ch’egli unir compiacesi
68Tu dipartir vorrai?
Ch’altri a sue voglie oppongasi
Soffrir non ha costume.
Trema per te; la vindice
72Paventa ira del Nume.
Arse del figlio Ippolito
Fedra a Teseo rubella:
Mirra com’arse, al Ciprio
76Adon, madre, e sorella?
Vinta infiammò Pasifae
Per le bovine forme;
La prole empia non tacquesi,
80Che in luce uscì biforme.
Con peggior pena ei cerchiti
Amor, se ’l prendi a gioco,
Le antiche membra: ei t’agiti
84Con scellerato foco.
Nè l’onda tutta estinguere
Dell’oceano il possa:
Ardi nud’ombra, ed ardano
88Il cener freddo, e l’ossa.