Amori (Savioli)/XX - Al Sonno
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Ben sotto al carro i vigili
Corsieri atri affatica
Del regnator silenzio
4La tenebrosa amica:
Ben cielo, e terra e oceano
Tutto è tranquillo, e tace;
Ma non però la tenera
8Fanciulla nostra ha pace.
Essa d’Amor, che l’agita,
Ferita il lato manco
Stanca le piume incomode
12Col giovinetto fianco.
E già del fosco Memnone
La sconsolata madre
Sorse tre volte a togliere
16L’ombre agghiacciate ed adre;
E le pupille cerule
Anco trovò tre volte
Stanche, e per veglia languide,
20Ma a veglia ancor non tolte.
Deh ai bruni luoghi, ov’abiti,
Se prece, o Sonno, arriva;
Se ardesti mai, posandoti
24Sugli occhi a qualche Diva;
Vieni: il Leteo papavero
Scuotan le tempie ingombre,
E le grand’ali fendano
28Le pigre, e rigid’ombre.
Racchiusi usci non vietino
A te che non t’innoltri,
E inosservato, e placido
32Giugni alle fide coltri.
Più cure aspre e sollecite
Lor troverai d’intorno,
Ferme di non rimoversi
36Indi neppur col giorno.
Ma inaspettato, e carico
D’obblío liquor le asperga,
O lor toccando dissipi
40La taciturna verga.
Se sulla sponda assidesi
Amor si corchi, e taccia,
O altrove il volo movere,
44Finchè tu stai, gli piaccia.
Non manca ov’ei rivolgasi
Sull’instancabil’ali,
Se al regno tuo soggiacciono
48Gli Dii, non che i mortali.
Che più? se al chiesto uffizio
Altro s’oppon, si toglia;
E a te fedel silenzio
52Guardi la muta soglia.
Col dito al labbro ei rigido
Il passo a ciascun vieti;
Solo l’entrar sia libero
56A miti sogni e lieti.
Figli di te vestendosi
Di cento ombre leggiadre,
Escan dall’uscio eburneo
60Accompagnando il padre;
Escano, e me presentino
Alla fanciulla mia:
Oggetto indarno cercano,
64Che caro a lei più sia.
Seco fra sogni ell’abbiami,
Poich’altro a lei non lice;
E i sogni almen le fingano
68Il nostro amor felice.
Ma deh però che fervidi
Non sian nell’opra assai;
Deh che la gioja insolita
72Non la svegliasse mai.
Sovente ancor Penelope
Sognò del Greco amato,
E nel sognar destandosi
76Credette averlo a lato:
Poi fra le piume vedove
Stesa l’incerta mano,
Dell’error lassa avvidesi,
80E pianse a lungo invano.