Trattato di architettura civile e militare III/Indice delle tavole
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INDICE ANALITICO
DELLE TAVOLE.
TAV. I. Fig. 1, 2, 3 (lib. II, 3) Camere termali a Perugia, Baia e Civitavecchia, tolte dall’autore per camini antichi. Le piante sono tratte dal codice Senese.
Fig. 6 (lib. II, 8) ridotta ai 2/3. Fondo di casa di mercanti.
Fig. 7, 8, 9, 10 (lib. II, 8) ridotte ai 2/3. Fondi di case di nobili e signori.
Fig. 11, 12, 13 (lib. II, 9) ridotte a 1/2, e la 13 ai 2/5. Differenti maniere di avere un modulo generale per un edificio.
Fig. 14 (lib. II, 11) Tromba acustica imitata dall’orecchio di Dionisio.
TAV. II. Fig. 1 (lib. II, 10) ridotta ai 2/3. Fondo di casa o palazzo di repubblica.
Fig. 3 (lib. III, 4) Capitello ionico ragguagliato alle proporzioni del capo umano.
Fig. 4 (lib. III, 5) Proporzioni del fusto (supposto alto piedi 12) con il capitello e la base. Regola per la diminuzione.
Fig. 5 (lib. III, 6) Base aittica o corintia.
Fig. 6 (lib. III, 6) Base attica o corintia sopra il dado e lo zoccolo.
Fig. 7 (lib. III, 7) Cornicione.
Fig. 8 (lib. III, 7) Trabeazione.
Fig. 9 (lib. III, 7) (dal f.o 21 recto del codice membranaceo Saluzziano I). Trabeazione ragguagliata alle proporzioni del capo, collo e petto umano.
TAV. III. Fig. 1, 2, 3, 4 (lib. IV, 2) ridotte ai 2/3. Dimostrazione delle proporzioni di altezza e larghezza nella navate di un tempio.
Fig. 6, 7, 8, 9, 5 (lib. IV, 3) ridotte a 1/2. Maniere di ottenere il modulo delle proporzioni di un tempio.
Fig. 10 (lib. IV, 4) ridotta ai 3/5. Proporzioni del corpo umano ragguagliate a quelle della pianta di una chiesa a croce latina.
Fig. 11, 12, 14 (lib. III, 2) ridotte ai 2/3. Piante di città di varia forma.
Fig. 15, 16 (lib. IV, 6) Finestre simili ad alcune nel palazzo di Urbino.
Fig. 17 (lib. IV, 6) Finestra dello stile del Brunellesco.
TAV. IV. Fig. 1 (lib. V, 1) Passavolante. Vedi Memoria II, art. VI.
Fig. 3 (lib. V, 1) Cortana. Ivi art. V.
Fig. 4 (lib. V, 1) Bombarda. Ivi art. II.
Fig. 5 (lib. V, 1) Mortaro. Ivi art. III.
Fig. 6 (lib. V, 1) Archibuso. Ivi art. X.
Fig. 7, 8 (lib. V, 1) Schioppi. Nell’originale sono disegnati a rovescio cioè colla canna sotto la cassa, e così furono ritratti in queste figure. Notisi la stessa cosa per l’archibuso. Ivi art. XI.
Fig. 9 (lib. V, 1) Basilisco. Ivi art. VII.
Fig. 10 (lib. V, 1) Cerbottana. Ivi art. VIII.
Fig. 11 (lib. V, 1) Spingarda. Ivi art. IX.
Fig. 12 (lib. V, 5) ridotta ai 2/3. Modo tratto dall’antico, di fondare con archi di pien circolo.
TAV. V. Fig. 1 (lib. V, 6) Capannato di pianta pentagona.
Fig. 4, 5, 7 (lib, V, 6) Torroni di varia forma, con capannati e senza.
Fig. 6 (lib. V, 7) Rivellino detto allora inginocchiato, ossia con un’ala di muro per l’ingresso e trapasso.
Fig. 8 (lib. V, 6) Torrone munito di capannati, barbacane, fosso, dentrofosso, strada del ciglio (strada coperta) e spalto.
TAV. VI. Fig. 1, 2, 5, 4 (lib. V, 9) Capannati da farsi a piedi ai torroni. Vedi Memoria III, art. V.
Fig. 6 (lib. V, 9) Torrone con capannato e spalto.
Fig. 7, 8, 10, 11 (lib. V, 9) Torri coperte o munite di capannati di varia forma ed in differenti condizioni, e di cordoni sporgenti contro la scalata. Vedi Memoria III, art. IX.
Fig. 9 (lib. V, 8) Torroni muniti di tetraedri di pietra contro la scalata ed i colpi delle artiglierie.
TAV. VII. Fig. 1, 2 (lib. V, 11) Ponti corritoi. Vedi Memoria III, art. VII.
Fig. 8, 9, 10 (lib. V, 10) Piante di andari complicati e tortuosi per rendere difficile e sicura l’entrata delle fortezze. Art. citato. In questa, come nelle seguenti piante, fu esattamente seguìto il metodo dell’autore di segnare con tinta i vani delle porte e finestre, lasciando in bianco i muri. Così praticavano non di rado gli architetti quattrocentisti, all’opposto di quanto usa ora.
TAV. VIII. Fig. 1 (lib. V, es. 1) Fortezza in convalle.
TAV. IX. Fig. 1 (lib. V, es. 2) Fortezza in convalle alla marina.
TAV. X. Fig. 1 (lib. V, es. 8) Rocca quadrata in piano.
TAV. XI. Fig. 1 (lib. V, es. 7) Rocca in terreno piano, montuoso o misto.
TAV. XII. Fig. 1 (lib. V, es. 11) ridotta ai 2/3. Rocca di pianta quadrata con difese saglienti sulle diagonali.
TAV. XIII. Fig. 1 (lib. V, es.14) Rocca di pianta optagona regolare.
TAV. XIV. Fig. 1 (lib. V, es. 17) Rocca pentagona con torroni con ale.
TAV. XV. Fig. 1 (lib. V, es. 20) Rocca in Città di doppio recinto ottagono senza torri.
TAV. XVI. Fig. 1 (lib. V, es. 22) Recinto fortissimo.
TAV. XVII. Fig. 1 (lib. V, es. 25) Rocca di Cagli.
TAV. XVIII. Fig. 1 (lib. V, es. 29) ridotta ai 2/3. Rocca di Mondavio.
TAV. XIX. Fig. 1 (lib. V, es. 28) ridotta ai 2/3 Rocca della Serra di S. Abondio.
TAV. XX. Fig. 1 ( lib. V, es. 31 ) ridotta ai 2/3. Rocca con due torri maestre. Vedi Memoria IV, art. VII.
Fig. 3 (lib. V, es. 33) ridotta ai 2/3. Rocca con due maschi.
TAV. XXI. Fig. 1 (lib. V, cs. 36) Rocca con due maschi ed una entrata sola.
TAV. XXII. Fig. 1 (lib. V, es. 39) Ricinto di rocca senza torri.
TAV. XXIII. Fig. 1 (lib. V, es. 43) Rocca in altopiano avente un accesso solo.
TAV. XXIV. Fig. 1 (lib. V, es. 44) Rocca in sporgenza continuata di un altopiano.
TAV. XXV. Fig. 1 (lib. V, es. 45) Rocca in altopiano scosceso, offendibile da una parte sola.
TAV. XXVI. Fig. 1 (lib. V, es. 50) Rocca esagona in pianura.
TAV. XXVII. Fig. 1 (lib. V, es. 55) ridotta ai 3/4. Rocca triangolare applicabile ad ogni luogo.
TAV. XXVIII. Fig. 1 (Le seguenti figure, eccettuate quelle delle quali sarà notata la derivazione differente, sono lucidate dal codice Magliabechiano de’ disegni) ridotta a 1/2. Parapetto merlato ad uso degli archibusieri, colle aperte eguali a 2/5 della fronte del merlo.
Fig. 3 ridotta a 1/2. Rivellino in forma di opera ai corona e con orecchioni: la sua linea posteriore dista dalla cortina della piazza per lunghezza eguale a quella d’una mezza cortina del rivellino.
Fig. 4. Fortezza esagona con merloni nel parapetto e cannoniere già migliori delle antiche: il torrone è munito contro i proietti de’ mortai da un tetto posante sul parapetto: sta nel dentrofosso una casamatta antica, di pianta stellata, alla quale si perviene per una caponiera coperta. Per questa, come per le altre caponiere, vedasi la Memoria III, art. V, pag. 230.
TAV XXIX. Fig. 1. Porzione centrale di un fronte di fortificazione: dal mezzo della cortina parte una caponiera coperta che guida ad una casamatta antica, di pianta quadrata, posta in un dentrofosso che, ricavato nella contrascarpa di lieve pendìo, circonda semicircolarmente la casamatta: la caponiera può essere considerata come triplice, una coperta e due simili alle spaldate.
TAV. XXX. Fig. 1. La linea di sezione fu aggiunta da me e ad essa io richiamo (in carattere maiuscolo) le note spiegative delle singole parti nel disegno originale. (g f) CIGLIO (spalto). (f e) FOSSO, (e d) (o meglio e b nella fig. 2.a) FOSSO PIU’ PROFONDO, (d c) BOMBARDIERE NELLA GROSSEZZA DEL FOSSO DI SOTTO, PER ANDATA DENTRO (cioè dall’ingresso all’interno della fortezza), (c b) FOSSO, (b a) MURO DELLA TERRA, (h) FUMANTE .
TAV. XXXI. Abbozzo di ricinto per una terra o fortezza quadrilunga. L’angolo del fianco nei bastioni è acuto, come nel sistema di Errard di Bar-le-Duc. L’edifizio della porta è imitato dalle rocchette antiche, alle quali succederono i maschi nelle fortezze del XVI secolo: l’avvertenza seguìta nel torrone a destra lo rende assai meglio capace di difendere l’ingresso. Il rivellino consta originalmente di due faccie, nella sinistra delle quali sono ricavate due rette per l’ingresso e per la difesa di fianco.
TAV. XXXII. Fig. 1 ridotta a 1/2. Fronte di fortiticazione con cortina concava e torri bastionate.
Fig. 3. Forte esagono a stella, ossia a puntoni. Lo sfondo procurato dopo il rivellino onde difendere il ponte lateralmente, produce una breve cortina con due fianchi: negli angoli rientranti sono ricavati i diamanti, ossiano buche di lupo: dai saglienti scendono scale alle casematte nel fosso, che comunicano tra sè per mezzo di una caponiera continua, parallela (come pure la contrascarpa) ai lati del recinto.
TAV. XXXIII. Fronte di fortificazione. ln questa figura è perfettamente rappresentato il sistema dei bastioni moderni, e solo è a desiderare che l’autore vi avesse aggiunte le relative misure che qui sarebbero importantissime: un modulo si potrebbe avere dai merli qualora fossero distribuiti in scala e non solamente in modo dimostrativo, come qui fu praticato: io pertanto suppongo che sia modulo la caponiera, e che abbia, compresi i muri, larghezza di metri 4, la quale non è certamente esagerata. Sarebbe perciò la cortina lunga metri 60: il fianco ritirato, metri 10 (nel baluardo a sinistra): lo stesso colla sua prolungazione, o corda dell’orecchione, m. 23: la faccia, sino al nascimento dell’orecchione, m. 32: la linea di difesa, m. 90: l’angolo fiancheggiato di 143°, e quello del fianco di 110°. Le altre parti della difesa sono abbastanza spiegate dal disegno stesso: dirò solo dei diamanti, o buche di lupo, posti a difesa dell’orecchione e del fianco ritirato, come nelle fortezze moderne.
TAV. XXXIV. Fortezza di pianta triangolare, nella quale il fronte bastionato, con tutte le altre difese, è affatto simile a quello disegnato nella figura antecedente. Il rivellino, formato qual è di tre torri bastionate, deve essere in una ragguardevole scala, ed attenendosi a supporre soli 10 metri di larghezza a ciascuna torre, compreso il parapetto, ne risulterebbe la linea di difesa lunga circa m. 125. Ma qui pure debbo ripetere non essere questi disegni che dimostrativi, e quindi esservi inesattissimamente conservati i rapporti delle parti. La forma data alla casamatta nel dentrofosso la rende meglio capace di venir difesa dalla strada coperta, e di difenderla vicendevolmente dal suo terrazzo.
TAV. XXXV. Fig. 1. Fortezza di pianta triangolare. Ha una porta sola, posta in un fianco ritirato, ed alla quale un diamante serve di fosso. Supponendo la caponiera larga, compresi i muri, metri 5 (onde la casamatta riesca di sufficienti dimensioni), ne risulta la cortina lunga m. 72. Il modo di difendere i fianchi con poca spesa, risaltandovi un solo dente protetto da un orecchione, trovasi in qualche fortezza del XVI secolo: per figura, nella terra di Radicofani in Toscana. Per le altre parti vedansi le dichiarazioni precedenti; solo si osservi che, oltre il parapetto, è anche segnata la banchina, e per conseguenza il forte è tutto terrapienato.
Fig. 3 ridotta a 1/2 Porzione di un fronte sopra una retta di lunghezza indefinita. Vi si notino le cortine rientranti coperte da rivellini con semigole saglienti, fianchi ed orecchioni, come quelli proposti mezzo secolo dopo nel sistema dell’Alghisi.
TAV. XXXVI. Fig. 1 (dal f.o 55 verso del codice membranaceo Saluzziano I, di Francesco di Giorgio). Nella camera della mina sta scritto CHAUA, ed al funicello a capo alla galleria FUNICHOLO. Il testo unito a questo disegno è riportato nell’articolo I della Memoria V, dove ne va pure unita la spiegazione.
Fig. 3 (dal f.o 66 verso dell’Opusculum de Archtectura Francisci Georgii Senensis: codice della biblioteca del Re in Torino). Non porta testo alcuno: solo allo strumento che sta innanzi alla camera della mina è scritto BOSOLA. Le linee che contornano la figura vi stanno per dimostrare abbondantemente le operazioni da seguirsi per indirizzare la mina e ricavarne la camera perpendicolarmente sotto un dato punto. Vedasi l’articolo I della Memoria V.
Fig. 5 ridotta a 1/2. Camera a puntelli sotto un fronte qualunque di fortificazione. Vedasi la Memoria V, art. III.
TAV. XXXVII. Fig. 1 (dal f.o 64 recto del codice membranaceo Saluzziano I). Rappresenta uno di quei ripari, dei quali è così frequente menzione presso gli storici del XV secolo, che dopo la rovina del muro facevansi dietro la breccia. Ha le seguenti indicazioni: (a) RIPARO, (b) ANGHOLO E BASTIONE, (c) BOMBARDIERA. Unisco il testo corrispondente: «E quando la terra assediata, per via delle bombarde, dubitasse non essere presa per la debilità d’alcuna faccia di muro, che, dopo la ruina d’esso, la intrata a fare s’avesse, in questo modo è da riparare: faccisi dal canto di dentro ripari in questa forma. Poniamo che la lunghezza del muro che può essere dalle bombarde ruinato sia piè 200: debbi fare prima uno riparo distante da esso muro piè 20 o più, e a diritta linea (ovvero con alquanta curvità o angolo ottuso) quanto sia la lunghezza del detto muro. E da ogni testa del riparo uno bastione a forma d’angolo, o a guisa di torrone, e che infra il riparo e l’angolo siano le bombardiere, acciocchè tutto il riparo guardare e difendere possano. Imperochè sopra ai ripari a difesa stare non si può. Ma stando in negli angoli o bastioni, sicuri da le nimiche macchine si renderanno. E i dicti ripari in questo modo da comporre sono. ln prima di diritti ed obbliquati legni a uso d’armati cavalli, e di poi con fascine e terra, strato sopra strato: e questo per 4 piè dal canto di fuore, e per spatio di piè 10 di pura e ben battuta terra, continuo bagnando e battendo, acciocchè più fisa e me’ serrata sia; e così resisterà potentemente. E i ripari distante da le mura da fare sono, e per cagione che ruinando quelle, scala a chi offendere vuole essere potrebbe. De’ quali qui di sotto alcuni figurati saranno». Ne è però questo il solo disegno.
Fig. 4 ridotta a 1/2. Questa figura colla 5.a, 6.a, e 7.a sono tolte dal codice Magliabechiano dei disegni, e le loro spiegazioni stanno nell’art. III della Memoria V. Fosso minato.
Fig. 5 ridotta a 1/2. Preparazione del falso piano di un fosso, sostenuto da travicelli minati, ossiano petardi verticali.
Fig. 6 ridotta ad 1/3. Applicazione del sistema predetto ai puntelli che sostengono il muro di una fortezza. Lo strumento disegnato a basso parmi debba essere spiegato nel seguente modo: dal bariglione locato nel centro, e rappresentante la carica intiera, partono come altrettanti raggi, le miccie dirette a ciascuno de’ puntelli, e siccome l’accensione deve dappertutto aver luogo nello stesso istante, così sta sul cilindro avvolta in elice una miccia il di cui sviluppo eguagli la lunghezza d’un raggio: onde non ne escan faville, è rinserrata in un tubo il quale è poi bucherato per lasciar libera l’aria: il posto suo è sul bariglione. Da ciò ne segue che la rocca, alla quale venisse applicato codesto sistema, dovrebbe necessariamente essere di pianta circolare.
Fig. 7 ridotta a 1/2. Se ne veda la spiegazione nell’articolo III della Memoria V.
TAV. XXXVIII. Tutte le figure comprese in questa tavola sono lucidate sui disegni di Leonardo da Vinci nel codice atlantico Ambrosiano: se ne vedano i testi originali colle dichiarazioni corrispondenti nell’articolo I della Memoria V.