Trattato completo di agricoltura/Volume I/Dei cereali/2

Varietà del frumento

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varietà del frumento.

§ 638. Molte sono le varietà del frumento, ma le varietà coltivate, che meglio conservano i loro caratteri e che sono di maggior utile nei nostri climi, sono le seguenti:

Il frumento d’inverno, od invernengo (triticum hibernum) (fig. 167), è quello che più comunemente coltivasi fra di noi ed in tutta l’Italia settentrionale perchè meglio d’ogni altro resiste al freddo. Questa specie presenta alcune varietà più o meno apprezzate, che scompajono e ricompajono a seconda del terreno, delle annate e della coltura. Il frumento invernengo è quello che meglio riesce per far pane, siccome il più ricco in glutine. La forma della spiga è quella che vi si [p. 642 modifica]presenta nella figura 167, lo stelo è debole, per cui facilmente cede alle piogge ed al vento, tanto più se vien coltivato in terreni contenenti poca silice.

Il frumento tosello, senza barbe (triticum siligineum), è una varietà del precedente, ed è affatto simile nel modo di vegetazione, fuorchè la sua spiga è priva di barbe (fig. 168). Resiste un poco più al freddo, e non cede nè versa così facilmente per le piogge o pel vento, perchè il suo culmo è un poco più grosso e consistente. Facilmente però degenera e mette anch’esso le barbe; matura dopo l’invernengo. Si usa al colle ed al monte ove non è possibile una seconda coltivazione.

Il frumento marzuolo (triticum æstivum), è pure una varietà del primo, che per qualche anno siasi abituato ad essere seminato in primavera. Per le ragioni che già vi dissi poco sopra questa varietà è poco coltivata perchè rende assai poco, non avendo tempo nè di formar ceppo, nè di fare una robusta spiga; matura tardi, e se poco dopo la semina sopravviene la siccità, va perduto in gran parte, ed è una bella cosa se compensa la semente e la spesa di coltivazione.

Il frumento o grano duro (triticum turgidum), detto grano duro di Sicilia, o d’Alessandria (fig. 169). Questa specie differisce perchè la sua parte erbacea è più vegeta, le foglie più larghe e persistenti anche dopo la maturanza, il che non avviene specialmente nell’invernengo; il culmo è robusto, la spiga ha una forma quadrata, barbe lunghe quasi dentate, e [p. 643 modifica]contiene un maggior numero di grani. Una delle principali varietà di questa specie è il frumento detto ceruleo (triticum cœruleum), perchè tanto la spiga quanto le foglie hanno un color verde cinereo tendente al bleu; rende molto, ma è poco adatto alla panizzazione; matura otto o dieci giorni dopo l’invernengo, e stanca di troppo il terreno colla lussureggiante sua vegetazione erbacea.

Il frumento mazzocchio, detto frumento d’abbondanza, o del miracolo (triticum compositum) (fig. 170). Questa varietà soffre il freddo, tallisce molto, esige terreno ben concimato. Ha foglie lunghe e persistenti, culmo forte, e la spiga ramosa, come lo dimostra la figura 170. Rende più d’ogni altro; il grano è ottimo per far pane, ma facilmente degenera perdendo le spighe subalterne, ed allora non è più conveniente.

Queste sono le specie che più [p. 644 modifica]comunemente vengono coltivate, distinte da alcuni pratici in grani teneri od in grani duri. Ai grani duri appartengono il frumento turgido o duro con tutte le sue varietà; ai grani teneri l’invernengo, il tosello, il marzuolo ed il mazzocchio.