Timeo/Capitolo XXXIX

Capitolo XXXIX

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XXXIX.

Di che si facciano i morbi, egli è chiaro a ogni uomo; imperocchè essendo quattro i generi de’ quali è organato il corpo, cioè terra, fuoco, acqua e aria, il soperchio loro contro a natura o il difetto, e la tramutazion di luogo, cioè dal loro proprio in uno straneo; e ancora, da poi che il fuoco e gli altri elementi hanno più specie, il pigliare parti ciascun di essi, che non gli convengano1; queste cagioni e le altre simiglianti fanno ribellioni e morbi.

Imperocchè contro a natura generandosi i detti corpi e mutando loro luogo, fassi caldo ciò che prima era freddo, e il secco umido, e il leggiero grave, e il grave leggiero; ricevendo quelli per siffatto modo mutamenti di ogni maniera. Imperocchè, così noi diciamo, solamente se il medesimo viene al medesimo e se ne [p. 110 modifica]diparte secondo medesima forma e con proporzione medesima, il corpo, non alterandosi, si rimarrà sano e salvo; ma se falla contro alcuna di queste leggi ciò che si diparte o viene, sì recherà ogni ragione di turbamenti e morbi e corruzioni senza fine.

Ma da poi che c’è seconde composizioni naturali2, è da considerare, chi ne abbia voglia, una seconda specie di morbi.

Dacchè midolla e osso e carne e nervi sono fatti di fuoco, acqua, aria e terra; ed eziandio il sangue fatto è così, sebbene in diversa forma; segue che in essi la più parte de’ morbi avvenga per le cagioni dette innanzi: ma si fanno in questo modo i più crudi e gravi. Quando procede perversamente la generazione di quelle composizioni seconde, elle si corrompono. Secondo natura poi carni e nervi3 si generano di sangue: i nervi, delle fibre del sangue, per la parentela che hanno con esse; e le carni, della presa del sangue, il quale, disfibrandosi, rappiglia. E il vischio o grasso che fiorisce dai nervi, parte appicca la carne all’osso, e nutrisce l’osso ch’è attorno alla midolla e l’accresce; e parte, quella che ha mondissimi triangoli e politissimi e molto nitidi, insinuandosi per la spessezza dell’ossa e gemendo e stillando, bagna la midolla. Or se si genera così cia[p. 111 modifica]scuna delle dette sostanze, per lo più è sanità; se contrariamente, morbi. Imperocchè, quando la carne dissolvendosi avventa la dissoluzione sua per entro alle vene, allora, in esse vene insieme ad aria scorrendo molto sangue e diverso, e svariato di colori e amarezze e anco di sapori acidi e salsi, ella genera bile e sieri e flemme di ogni specie. Perocchè perversamente generati tutti codesti umori, e corrotti, in prima essi corrompono il sangue medesimo; e ancora, non porgendo essi nutrimento niuno al corpo, si rigirano per le vene non serbando l’ordine delle naturali circulazioni, inimici fra lor medesimi, non si prestando servigio che sia uno all’altro, e infesti alle parti del corpo sode e tuttavia perseveranti nel loro luogo, guastandole e infracidandole. E se la infracidata carne è vecchissima, perocchè è scocevole4 per la vecchia arsione, fassi nera; e, perocchè tutta mangiata5 essendo amara, fastidiosa è a ogni parte del corpo non per anco corrotta. E talfiata ha sapore acido quel color nero, in cambio dell’amarezza6; e, assottigliandosi più l’amaro7, a volte l’amarezza si tinge di sangue, e però ha colore un po’ rosso; e, mescendovisi il nero, ha color del verde. Si mischia anco[p. 112 modifica]ra con l’amarezza il color giallo, quando sia strutta dalla fiamma del fuoco giovine carne8. E fu posto il comune nome di bile a tutti cotesti umori o da alcuni medici, o da persona possente di riguardare a molte cose dissimili e scorgere in quelle un genere solo medesimo, degno che dia il nome suo a tutti: la ragione degli altri speciali nomi di bile, è nel colore. Il licore, quello del sangue, è siero dolce; ma quello della nera bile acida, è brusco quando si mischia per calore a salsa sostanza, e s’addimanda flemma acida.

Quando gentil carne giovine strutta sia per cagione d’aria che entri dentro, ed essa aria gonfii, e sia chiusa da umore sì che si levino bolle, le quali a una a una non si veggono dalla piccolezza, ma bene appariscono tutte insieme, e hanno colore per la surgente spuma bianco a vedere; allora tutto cotesto struggimento di tenera carne intramista d’aria, diciamo flemma bianca. Sono siero di flemma fresca il sudore e le lacrime, e gli altri simili umori che il corpo da sè cola tuttodì a fine di purgarsi. E sono tutti questi umori strumenti di morbi, allorachè il sangue non si riempe di cibi e bevande conformemente a natura, ma sì prende sua sostanza da contrarie cose, contro a natura. Adunque, se la carne si disfogli per morbi e tuttavia le rimangano le radici, è mezza la possanza del male, perocchè elle tosto rimettono. Ma quando infermi quel che [p. 113 modifica]appicca la carne alle ossa, e quel che si secerne dalle fibre9 e da nervi10 più non è nutrimento all’ossa, nè vincolo fra la carne e l’ossa, ma da grasso, liscio, vischioso, fassi aspro, salso, squalente per laido vitto; allora quel cotal succhio, così cangiato, da sè tutto si sbriciola sotto alla carne e i nervi, dispiccandosi dalle ossa, e le carni, cascando infino dalle radici11, lasciano i nervi ignudi e pieni d’umor salso, ed esse rituffandosi dentro il rivo del sangue, moltiplicano i morbi mentovati. Cotesti accidenti del corpo, sì, son gravi; ma son bene più gravi quelli che vanno innanzi. Quando l’osso per foltezza di carne non riflata sufficientemente, e dalla carie incalorito e mangiato non riceve nutrimento, anzi, per lo contrario, tritato si mescola in esso nutrimento, e questo torna nella carne, e la stemperata carne torna nel sangue; allora tutt’i morbi più si fanno maligni, che non quelli nominati.

Il peggio è quando inferma la midolla o per difetto suo o per alcuno soperchio, perocchè ella fa i più fieri morbi che siano al mondo, mortali, iscorrendo allora tutta la natura del corpo necessariamente a ritroso.

Note

  1. Perchè di specie diversa, sebbene d'un genere medesimo.
  2. Le composizioni prime sono la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco.
  3. Cioè tendini, legamente e aponevrosi.
  4. Cioè non facile a intenerire.
  5. Per effetto dell’affiammamento.
  6. Di cotesta carne vecchissima, pigliata da dissoluzione.
  7. Cioè le parti amare di cotesta vecchia carne dissolventesi.
  8. Cioè, strutta da infiammazione.
  9. Della carne.
  10. Cioè il vischio o grasso mentovato di sopra.
  11. La radice o principio loro è nel succhio viscoso.