Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Fronda - Foglia

Fronda - Foglia

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FRONDA - FOGLIA.


Uno scrittor toscano1 ha rimproverato non ha guari ad un altro illustre scrittore non toscamo d’aver adoperato, contro la proprietà del vocabolo, fronda per foglia, scrivendo una fronda d’insalata; e soggiunge scherzosamente, che lo scrittor non toscano non isfuggirebbe la sorte di Teofrasto, se col suo libro alla mano si avvisasse di domandare all’erbajola di mercato vecchio poche fronde in vece di poche foglie d’insalata.

L’osservazione è vera ed acuta: nè occorre scusare l’errore, perchè chi scrisse fronda d’insalata è il maggior poeta d’Italia, e son tante le fronde d’alloro, che gli cingono le tempia, che non è maraviglia se gliene cadde alcuna ai piedi, mentr’egli camminava per le umili vie della prosa.

Ma non v’ha egli altra migliore autorità sopra questa distinzione, che quella dell’uso, del quale sono al certo legislatori e maestri i Fiorentini? E quest'uso non va egli soggetto ad [p. 57 modifica]alcuna norma, la quale benchè ignota al volgo possa servir di guida più nobile agli scrittori? Non mi par degno di chi ha fior di ragionamento l’accettar dalla plebe i significati d’una voce, senza indagarne il valore e l'essenza: esaminiamo adunque in qual modo procedeva qui l’uso, e vedremo che esso non è così cieco, come altri potrebbe credere.

Ambe le voci son dal lauino, una da frons, l’altra da folium: dissimile era presso i romani il loro significato, poichè frons era propriamente un ramuscello, od un virgulto colle foglie, e folium era la foglia sola senza ramo2. Con questa differenza esse ‘vennero introdotte da principio nella lingua italiana, come appare da que’ versi di Dante, ove dice:

» ........ O anime che giunte
» Siete a veder lo strazio disonesto
» Ch’ha le mie fronde sì da me disgiunte.»

perchè in questo luogo il poeta parla delle rotture sanguinenti fatte dalle cagne dell’inferno. negli animati virgulti di un cespuglio. Più manifestamente ancora adoperò il Boccaccio la voce [p. 58 modifica]fronda per ramuscello ricco di foglie, là ove canta:

» L’altra che stava in pie’ colse duo frondi
» E d’esse una ghirlanda si faceva.»3

Ed il Petrarca scrivendo:

» O fronde, onor delle famose fronti,
» O sola insegna al gemino valore.»

intese di virgulto, di ramo fronzuto, poichè non si potrebbe in questi versi por foglia in luogo di fronde. Ma questi stessi poeti ed i loro seguaci adoperarono eziandio fronda per foglia astretti dalla necessità della rima o d’altro; quindi venne pure ad affievolirsi la distinzione sovraccennata, senza spegnersi affatto, poichè fronda quando vien presa per foglia s’intende sempre d’albero, o di virgulto, o di pianta che abbia rami, non mai d’erbe o di fiori, a cagione della sua prima origine; mentre foglia può indistintamente adoperarsi nell'una e nell’altra specie: epperò l’uso procede rettamente quando dice la foglia o la fronda della quercia, e quando taccia d’errore chi dice una fronda di lattuga, una fronda [p. 59 modifica]di salvia, una fronda di malva, poichè le lattughe, la salvia, e la malva non hanno rami, ma foglie.

Note

  1. *Il prof. Rosini. Risp. ad una lett. del cav. Monti. Pisa 1819.
  2. *Forcellini ad voc.
  3. Bocce. Ninf. fiesol.