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FRONDA - FOGLIA.


Uno scrittor toscano1 ha rimproverato non ha guari ad un altro illustre scrittore non toscamo d’aver adoperato, contro la proprietà del vocabolo, fronda per foglia, scrivendo una fronda d’insalata; e soggiunge scherzosamente, che lo scrittor non toscano non isfuggirebbe la sorte di Teofrasto, se col suo libro alla mano si avvisasse di domandare all’erbajola di mercato vecchio poche fronde in vece di poche foglie d’insalata.

L’osservazione è vera ed acuta: nè occorre scusare l’errore, perchè chi scrisse fronda d’insalata è il maggior poeta d’Italia, e son tante le fronde d’alloro, che gli cingono le tempia, che non è maraviglia se gliene cadde alcuna ai piedi, mentr’egli camminava per le umili vie della prosa.

Ma non v’ha egli altra migliore autorità sopra questa distinzione, che quella dell’uso, del quale sono al certo legislatori e maestri i Fiorentini? E quest'uso non va egli soggetto ad


  1. *Il prof. Rosini. Risp. ad una lett. del cav. Monti. Pisa 1819.