Questioni Pompeiane/L'Ambulatio e i Programmi popolari in Pompei

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L'Ambulatio e i Programmi popolari in Pompei
Programmi gladiatorii L'Anfiteatro, quando costruito
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L’Ambulatio e i Programmi popolari in Pompei.


Nell’aringa di Cicerone in difesa di P. Silla è un luogo salito in celebrità presso gli scrittori delle cose pompeiane, e presso gl’interpreti. Vi fu, dice, tra i Pompeiani, e i novellamente dedotti in quella città un dissidio, e questo durò molti anni. Essi non si accordavano intorno all’Ambulazione ed ai loro suffragi. Pompeianorum colonorumque dissensio quum iam inveterasset, ac multos annos esset exagitata... Pompeiani, qui de ambulatione et de suffragiis suis cum colonis dissenserunt, (p. Sylla, c. 21). Qualche critico contro alla costante lezione dei codici manoscritti pose ambitione per ambulatione, che il Grutero, il Grevio, ed il Garaton difendono come vera, seguiti dal Lemaire e dall’Orelli nelle recenti loro edizioni. Intorno all’Ambulatio il Lambino dice non saper, che sia, quid sibi velit, nescio; ma il Grutero col Guglielmo la interpretano Portico, e questo senso ritengono il Rosini, (Diss. Isag. p. 51. n. 20), il Lemaire (ad. 4. L.). Lo Zumpt. (Comm. Epigr. p. 468), dice in generale: Discordare coepisse veteres et novos Pompeianos de publico aliquo aedificio. Io giudicar non saprei con loro, che qui sia lite e dissenso di un edifizio publico, di un portico, del quale si disputasse vuoi la proprietà vuoi l’uso fra i vecchi e novelli abitatori di Pompei. La proprietà non poteva disputarsi tra i vincitori e i vinti, e l’uso nemmeno; perocchè elevati presto i Pompeiani a condizione uguale di cittadinanza, [p. 32 modifica]in Pompei non erano più due popoli, ma un solo. Di poi chi spiegherebbe questo singolar caso, che la quistione intorno all’Ambulatio fosse nata insieme con quella de suffragiis suis, e perdurata con essa multos annos, e poi finita col finir la controversia dei suffragi, senza che fra l’una e l’altra fosse alcun rapporto.

Or se la questione dei suffragii richiamava quella dell’Ambulazione, dovrà questa aver un significato relativo a quello dei suffragii; e da questo lato la cosa par così ragionevole, che io son certo non sia per incontrare difficoltà veruna. Qualche opposizione che potrebbe farsi da taluno per la novità del senso, non parmi insuperabile a coloro, che sanno non ancora essere ben intesi tutti i luoghi di Cicerone, nè degli altri latini scrittori anche i più triti e volgari. Al qual proposito per addurne un esempio io ricorderò che in Cicerone stesso ignorossi il vero significato del discus (de Orat. II, 5), fino a tanto che non venne un passo di M. Aurelio ad insegnarlo (ad Fronton. IV, 6). Non mi rimarrò dunque per questo dal proporre qual interpretazione io stimi conveniente alla piana e ragionevole intelligenza di quel luogo.

Imperocchè io dico che essendo ivi discorso di suffragi, de suffragiis suis, l’Ambulatio può aver benissimo il senso forense del Περίπατος dei Greci. Ed è veramente così trasportato in latino l’Ambulatio anche in Filosseno, che ha scritto Περίπατος, Ambulatio. Ma io passo più oltre a stimare che per la ragione medesima, onde i Greci, segnatamente di Taranto, diedero nome di Περίπατος a quei luoghi di riunione, [p. 33 modifica]ove il popolo soleva trovarsi e passeggiando discorrere degli affari politici, e brigare e conferire sulle elezioni dei Magistrali (Plut. in Pyrrho, Müller, Dor. II, pag. 398 seg., Lorentz, de Civit. Tarentin. pag. 44, 4): non sarebbe strana cosa che i Pompeiani trasportando in latino il greco Περίπατος avessero propriamente detto Ambulatio luoghi somiglianti di riunione politica, che anzi il broglio medesimo, ossia le particolari assemblee, ove si formavano i partiti pei candidati. Lo che se si ammette, le due quistioni de ambulatione, e de suffragiis, si corrisponderanno assai bene, risultando che i dissensi tra i vecchi e i novelli abitatori di Pompei erano intorno ai brogli, ed ai voti di quelli, perchè senza dubbio cercavano i coloni di prevalere.

Applicando ora questa interpretazione della voce Ambulatio, così ben difesa dall’analogia del senso, e dalla ragionevolezza del costume, a quella parte di Pompei finora disotterrata parrà evidente, che in luogo di portici, e di pubblici edifizii, le ambulazionì venivano pratticate sulle maggiori strade. Qui veniva il Colono, ed il Pompeiano, qui maneggiava il candidato, qui il capo di partito per disporre in favore del tale o tal altro gli animi degli elettori. A tal uopo, e secondo la ragione dei tempi, gli aderenti proccuravano insinuare l’opinion loro, e i desiderii, scrivendo sulle pareti i nomi di coloro che essi cercavano alle magistrature. Queste dimostrazioni a cui prendon parte anche le donne, e coloro che non hanno verun dritto di votare, sono sì antiche in Pompei, [p. 34 modifica] elle facilmente precedono i tempi della colonia introdotta ivi da Silla. Dico facilmente perchè i privati, che ne sono autori, hanno potuto usare in quei primi tempi anche la lingua naturale del paese; e però ancor che sia certo che la lingua osca cessò, ciò non impediva, che se ne facesse uso tra i Pompeiani, anzi che vi dominasse, prima che la lingua dei coloni non vi fosse abbastanza diffusa. Per lo che parmi ancor probabile, che alcuni programmi oschi siano contemporanei a certi latini primitivi, non solo perchè scritti sullo stesso tufo e con carattere di ben remota antichità, quanto perchè riferiscono i nomi del medesimo candidato. Addurrò per esempio questo singolarissimo da un pilastro a sinistra della via che dai teatri svolta verso il foro; il latino dice:


MA • HEREN • I
SERICVS VOS


accanto al quale in un pilastro seguente dopo si legge in osco (altrimenti il Mommsen, U. D. taf. XI ):



Che il candidato qui proposto sia di nazione Pompeiano me lo persuade il suo prenome Maio, e forse il programma latino deve essere stato scritto da alcun Osco. Sarebbe pressocchè temerario voler indovinare la formola usata dagli Osci, alla quale parmi si riferisca il [p. 35 modifica] programma recato qui sopra. Solo può stimarsi a ragione che non dovesse gran fatto discostarsi dalla maniera latina, se la sigla numerica IIII della linea seconda vale Quatuorviro.

La formola latina quando è completa propone il nome del candidato, poi la magistratura a cui è cercato, indi la persona che lo dimanda, e ciò colla frase ordinaria Oro Vos Faciatis, che spessissimo dissimulata nelle tre sigle OVF, o sciolte, od unite in monogramma diedero luogo sino ad ora ad interpretazioni diverse. Tra queste la più falsa, proposta già nel Wiener Jahrbücher (XX, 14), e poscia dall’Orelli, leggeva: Omni Voluntate Faciatis (Orelli, Coll. ampl. Inscr. Latin. n. 3700). I nostri letterati si discostarono assai meno dal vero, siccome ho dimostrato in altro articolo (v. Bull. p. 4, segg.), nel quale produssi il primo la piena interpretazione di dette sigle. I nomi degli aspiranti leggonsi commendati da frasi onorevoli, tra le quali primeggia sì, che se ne può dire ordinario l’uso, la lode di probità, di verecondia, di merito verso la patria.

Fra questi appellativi, il V. B., ossia Virum Bonum vi è solenne, siccome frase cred’io solita adoperarsi a determinarne la condizione. Così almeno in Roma si costumò, onde Seneca, Omnes candidatos Bonos Viros dicimus (Epist. 3). Diconsi inoltre Dignissimi, Probissimi, Verecundissimi, Digni Reipublicae1; altri [p. 36 modifica]è lodato Iuvenis Integer2, Innocuus3, Frugi4, Egregius. Adulescens5, altri Omni bono meritus6, altri Civis bonus7. Tra i nomi di coloro che si sottoscrivono leggonsi ancora quelli di alcuni corpi, di collegii, o sodalizii, de’ quali sappiamo, che molti ne erano in Pompei (Tacit. Ann. XIV, 17). A fraglie di artisti credo, a classi di braccianti, e di gente di mestiere appartengono gli Offectores8, il Perfusor9, i [p. 37 modifica]Pistores10, gli Aurifices11, i Pomarii12 , i Chiparii (o Caeparii)13, i Lignarii Plostrarii14, i Salinienses15, i Piscicapi16, gli Agricolae17, i [p. 38 modifica]Muliones18, i Culinarii19, i Saccarii20, i Fullones21, i Pilicrepi22, i Gladiatores23; ai Collegii i Venerii24, gl’Isiaci25. Inoltre dimandano alla magistratura gli Studiosi26, e i Pueri27, e i [p. 39 modifica] Discendentes28, coi maestri loro, e finalmente i Clientes29. È dubbio qual senso si abbiano i Dormientes30, e gli Emptores31. In tutto questo novero non ho dato luogo [p. 40 modifica]al Furnacator, il qual vocabolo l’ha pur trovato nei Lessici. Ma non deve recar maraviglia, quando si avverte, che la iscrizione non dà verun sostegno alla lezione del Rosini, e che invece di FVRNACATOR io vi leggo altrimenti.

Gli scrittori dei programmi appongono i nomi loro, e talvolta vi figura ancora chi ha preparata la parete, imbiancandone quella parte, ove occorreva scrivere i nuovi nomi dei candidati. Tutte le formole che ho potuto raccogliere finora dalle pareti, e dalle pubblicazioni anteriori sono ORO VOS FACIATIS (v. la p. 5 del nostro Bull.), ORO VOS, ORO, ROGAT, ROGANT, ROGAMVS, FACIT, FACIVNT, FACITE, FECIT, FECERVNT, FAC FACIAS, FAC, ROGAT ET FACIT, PETVNT, CVPIO, CVPIT, CVPIVNT, CVPIENS FECIT, CVPIDISsime (O)VF, MVLTVM ROGANT, e finalmente EX SENTENTIA, e IVDICIS. AVG.

L’uso di scrivere sulle pareti i programmi non deve confondersi col dritto del suffragio, proprio dei soli cittadini. Essendo il suffragio riservato ai comizii, e l’uso di scrivere pratticato a crescere i partiti, ogni persona, senza aver voce attiva poteva dimostrare il suo desiderio. Laonde finchè la elezione alle magistrature municipali fu in mano al popolo, lo scopo dei programmi era di manifestare quali nazioni di persone cercassero il tal candidato. Ma quando dai comizii passò ai decurioni il dritto di nominare alle magistrature, questo popolo di Ceriti ai decurioni rivolse le sue preghiere, e i voti. Nei quali due casi adoperandosi [p. 41 modifica] indifferentemente da cittadini, e da gente di condizion servile, o libertina il vocabolo ROGAT, io ne deduco, che l’Orelli (n. 370) mal si appose trasportandolo, ei suffragium fert, se intendeva come altri dopo di lui, che avesse un significato strettamente forense. Non lo ha certo in Fabio Euporo il quale rogat alla carica di Edile M. Cerrinio Vatia (Diss. Isag. T. XI); poichè in altro programma, ove nomina alla medesima magistratura Cuspio Pausa, si dichiara Princeps Libertinorum (ib. T. XII). Tra un sessanta nomi di coloro, che rogant, pochissimi appellansi col nome di famiglia, come p. e. Terentius Neo, Calepius Secario, Helvius Vestalis, Clodius Nymphodotus, Verrius Secundus, Licinius Romanus, Numisius Iucundus, Iulius Polybius: tra questi con cognomi grecanici Neo, Nymphodotus, Polybius, Euporus, gli altri col solo cognome, greco anch’esso non di rado, Tyrrannus, Philippus, Astylus, Canthus, Minca, Thalamus, Phoebus, Pothinus, Posido, Pelorus, Hermias, Nymphius, Erastus, Sema, Epagatus, Gylo. Tenendo dietro a questa osservazione, io intendo come fra i nomi di coloro, che desiderano il tale o il tal altro alla magistratura leggansi sul serio anche quelli di donne, e dei fanciulli: Suilimea rog, Iunia rog, Pollia rogat, Caprasia rogat, Hilario cum sua rogat, Iphigenia facit, Animula facit, Fortunata cupit, Sema cum pueris, Verna cum discentibus rogat; mi spiego altresì lo scambio del rogat, coll’orat, e col cupit, del faciatis col FAVeatis (Rosini Tab. XI, Diss. Isag. cf. LVCI FAVE, Bull. Nap. T. I, 10), vocaboli non forensi, siccome non lo sarebbe in questo caso legittimamente il rogat.

[p. 42 modifica]Talvolta ai programmi leggonsi aggiunte delle apostrofi, come p. e. Luci Fave, Uboni Vigula, Novice, Caulo Fac; io le stimo indirizzate a coloro, che brogliavano pei candidati, chiedendone ora il favore, or la vigilanza. Inoltre parmi il Panem bonum fert, ed il Fer tunnum (così, credo per Fert Thynnum), essere ragioni che si pongono sotto occhio agli elettori, perchè a riguardo di questi servigi prestati sin a quel tempo al pubblico vogliano conferire a tale aspirante la Edilità.

Insuperabili difficoltà per lo contrario incontrerei a stimar tutti questi programmi provenire da capi di partito, da elettori, che procaccino anche per questa via il maggior favore che possono a’ loro candidati: che alla idea di un tal uso non rispondono affatto le condizioni delle leggende notate qui avanti. Non i nomi di donne, non i grecanici, non i servili, nè finalmente i Culinarii, i Gladiatores, per esempio, i quali nel caso opposto avrebbero dovuto essere esclusi legalmente. A che poi avrebbe dovuto giovare tanto affanno di scritture per cittadini, che erano ivi in istrada a contendere a viva voce, a proporre, a persuadere a subornare? In fine la singolar formola EX SENTENTIA SVEDI CLEMENTIS ne insegna, come T. Suedio Clemente Tribuno incaricato straordinario di Vespasiano alla verifica dei beni che appartenevano alla colonia, e di quelli che spettavano ai privati (I.N. n. 2314), essendosi limitato a far conoscere il suo parere per programma, non aveva alcun dritto alla elezione, e però che non era decurione in Pompei.

[p. 43 modifica]Così interpretata la voce Ambulatio meglio potremo apprezzare il valore della correzione ambitio, alla quale inclinava eziandio l’Orelli, scrivendo: Quod neutiquam aspernandum; mira enim est coniunctio nescio cuius ambulationis et suffragiorum. Contra ex inscriptionibus nuper Pompeiis effossis docemur etiam paulo ante oppidi ruinam fatalem maximam de duumviratu, de aedilitate fuisse inter miseros illos concertationem seu ambitionem (Orelli I. c. orat. pro. Sylla). Avendo spiegata la vera natura dei programmi popolari, e data delle lor formole piena contezza, e quella interpretazione, che mi era possibile, resterebbe dar qui un Catalogo di tutti i programmi scoperti finora sulle pareti pompeiane, con brevi dilucidazioni, lo che ho fatto qui in parte citandone gli esempii opportuni; il farlo di tutti è lavoro di altra mole, e però conviene rimetterlo ad una collezione epigrafica, che intendo dare alla luce quanto prima, nella quale avranno luogo le numerose iscrizioni graffite, tanto desiderate dai dotti, e ragionevolmente, come vedrassi a suo tempo.

Note

  1. e. g. M • HOLCONIVM • PRISCVM
    VERECVNDISSIMVM . D • R • P • O • V • F • DIGNISSIMVM
    cioè Dignum. Rei. Publicae. Oro. Vos. Faciatis. Dignissimum.

    PAQVIVM • ET • CAPRASIVM
    PROBISSIMOS • D • V • I • D • O • V • F

    cioè Duum Viros. Iure. Dicundo. Oro. Vos. Faciatis.

  2. RVFVM • II • VIRVM
    IVVENEM INTEGRVM

  3. L • POPIDIVM • SECVNDVM
    AED IVVENEM INNOCVM sic AETATIS D • R • P
    CERDO FACIT

  4. PRISCVM D • R • P • IIv
    IVVENEM FRVGi

  5. POPIDIVM SECVN///
    EGREGIVM ADVLESCENTEM OVF

  6. CN • HELVIVM SABINVM AEd
    OMNI BONO MERITVM IVVENEM AE
    D • R • P • O • V • F

    Questo programma   è pubblicato nel R. Museo Borbonico T. I. p. 4. tutti gli altri che non hanno indicazione di altri editori, sono copiati da me, e si pubblicano qui la prima volta.

  7. MILIVM MAIVM D • V • I • D
    AVRELIVS CIVEM BONVM FAC

    R. Mus. Borbon. T. I. 22: leggi; ALLEIVM MAIVM etc.

  8. POSTVMIVM • PROCVLVM AED
    OFFECTORES • ROG

    Bull. Arch. Napol. T. II. 6; letto anche da me.

  9. ///II • VIR OVF mon.

    EVHODE PERFVSOR • CVMTICVS///
    OVF mon

    Secondo mia lettura, ma altrimenti nel Bull. Arch. Nap. T. II, 3. leggo cum Ticus...

  10. C • IVLIVM POLYBIVM • IIVIR • OVF mon
    MVLTVM • PISTORES • ROGANT

    Bull. Arch. Nap. T. III, 2; letto anche da me.

  11. C • CVSPIVM PANSAM ÆD
    AVRIFICES VNIVERSI
    ROG

    Real Museo Borbonico T. I, 4; Wien. Jahrb. XX, 12, Orelli I. S. 3700, rimane ancora, e vi si legge chiaro l’Aurifices.

  12. M • HOLCONIVM
    PRISCVM • II • VIR • I • D • POMARI VNIVERSI
    CVM HELVIO VESTALE ROG

    R. M. Borb. T. III, 8; l’ho letto ancor io.

  13. C • IVLIVM • POLYBIVM • II • VIR
    CHIPARI • ROG

    Guarini, Fasti Duumv. pag. 135. pare molto probabile la correzione di CHIPARI in CAEPARI.

  14. MARCELLVM • AED • LIGNARI
    PLOSTRARI • ROG • LASSI
    CVM FABIO • ET • CRINIO • ET • CALVISIO
    INFANTIONE • VBIQVE

    Guarini, Fasti Duum. p. 150 forse CRINIO deve correggersi in LICINIO, CerRINIO.

  15. M • CERRINIVM
    AED • SALINIENSES
    ROG

    Diss. Isagog. Tav. VII.

  16. POPIDIVM RVFVM AED
    PISCICAPI FAC/ / /

    Giorn. degli scavi, 1813. Wien. Jahr. XX, 12 indi l’Orelli, Inscr. Sel. 3700. Il Guarini Fasti Duum. p. 132 discorda dagli antecedenti.

  17.  

    M • CASELLIVM • MARCELLVM
    AED • AGRICOLAE • ROG

    Guarini, Fasti Duum. p. 150.

  18. C • CVSPIVM PANSAM
    AED MVLIONES VNIVERSI
    AGATIIO • VAIO

    Diss. Isagog. Tav. VII.

  19. L • PLOTIVM • ET • SVELLIVM
    IIVIR • D • R • P • OVF CVLINARI • ROGANT

  20. A • VETTIVM aed
    saccari rog

    R. M. Borb. T. I. 22.

  21. L • POPIDIVM AED
    FVLLO ROG

    Copiata dal sig. Minervini, e riveduta da me. Stimo, che il Fullo qui, come il Gladiator, lo Studiosus ed il Pistor abbiano il senso collettivo, di Fullones Universi, Studiosi et Pistores Universi rogant.

  22. A • VETTIVM FIRMVM
    AED O • V • F • D • R • P • O • V • F • PILICREPI FACITE

    Diss. Isag. Tav. X: l’ho riletta nel R. Museo Borb.

  23. P VEPINIVm
    CVSA gLAD
    II • V • I • d

  24. PAQVIVM • D • I • D
    VENERI • ROGANT

    Diss. Isag. Tav. X. Quivi si legge ROG • VT • F, ma erroneamente, come ho avvertito nel Bull. Arch. Nap. nuova serie, I, p. 5.

  25. CN • HELVIVM
    SABINVM • AED mon ISIACI
    VNIVERSI • ROG

    Diss. Isag. Tav. VII, riletta da me.

  26. C • IVLIVM POLYBIVM II VIR STVDIOSVS ET PISTOR

    Bull. Arch. Nap. T. II. p. 86, riletta da me.

  27.  

    IVNIVM SIMPLICEM
    AED • V • A • S • P • P • V • B • D • R • P • O • V • F • SEMA
    CVM PVERIS ROG

    Lo ha pubblicato l’Avellino, Opusc. T. II, p. 224, e più intero la gazzetta di Vienna W. J. XX, 12, donde l’Orelli, 3700. La seconda linea s’interpreta: Aedilem. Votis. Augusti. Susceptis, o come altri, Solemnibus. Publice. Procurandis. Virum. Bonum. Dignum. Rei. Publicae. Oro. Vos. Faciatis. Sema. Cum. Pueris. Rogat.

  28. SABINVM ET • RVFVM ÆD • RP valentinus
    cvm discendentes
    svos rog

    R. M. Borb. T. I, 4. Leggo ÆD mon, poi D • R • P: cf. SABINVM AD DISCENTES ROGANT, CAPELLAM • D • V • I • D • O • F VERNA CVM DISCENTI: il primo riferito nel rapporto del giornale degli scavi 1813, il secondo nel W. Jahr. e presso l’Orelli 3700. Fa duopo leggere nel primo AeD.

  29. M CVSPIVM PANSAM
    POLYBIVS NATALIS CLIENS ROG

    ed altrove

    P PAQVIVM PROCVLVM
    II IVR I • D • THALAMVS CLIENS

  30.  VATIAM • AED • ROGANT
    MACERIO • DORMIENTES
    VNIVERSI • CVM
    L • MArio ROGANT

    Bull. Arch. Nap. T. IV, 4: l’ho riletto, e vi ho aggiunto anche la quarta linea.

  31. M • HOLCONIVM • PRISCVM
    C • GAVIVM • RVFVM II VIR
    PHOEBVS • CVM • EMPTORIBVS
    SVIS • ROGAT

    Diss. Isag. XIII, W. Iarhr. XX, 12. Orelli n. 3700, rivista da me nel R. M. Borb.