dosi indifferentemente da cittadini, e da gente di condizion servile, o libertina il vocabolo ROGAT, io ne deduco, che l’Orelli (n. 370) mal si appose trasportandolo, ei suffragium fert, se intendeva come altri dopo di lui, che avesse un significato strettamente forense. Non lo ha certo in Fabio Euporo il quale rogat alla carica di Edile M. Cerrinio Vatia (Diss. Isag. T. XI); poichè in altro programma, ove nomina alla medesima magistratura Cuspio Pausa, si dichiara Princeps Libertinorum (ib. T. XII). Tra un sessanta nomi di coloro, che rogant, pochissimi appellansi col nome di famiglia, come p. e. Terentius Neo, Calepius Secario, Helvius Vestalis, Clodius Nymphodotus, Verrius Secundus, Licinius Romanus, Numisius Iucundus, Iulius Polybius: tra questi con cognomi grecanici Neo, Nymphodotus, Polybius, Euporus, gli altri col solo cognome, greco anch’esso non di rado, Tyrrannus, Philippus, Astylus, Canthus, Minca, Thalamus, Phoebus, Pothinus, Posido, Pelorus, Hermias, Nymphius, Erastus, Sema, Epagatus, Gylo. Tenendo dietro a questa osservazione, io intendo come fra i nomi di coloro, che desiderano il tale o il tal altro alla magistratura leggansi sul serio anche quelli di donne, e dei fanciulli: Suilimea rog, Iunia rog, Pollia rogat, Caprasia rogat, Hilario cum sua rogat, Iphigenia facit, Animula facit, Fortunata cupit, Sema cum pueris, Verna cum discentibus rogat; mi spiego altresì lo scambio del rogat, coll’orat, e col cupit, del faciatis col FAVeatis (Rosini Tab. XI, Diss. Isag. cf. LVCI FAVE, Bull. Nap. T. I, 10), vocaboli non forensi, siccome non lo sarebbe in questo caso legittimamente il rogat.