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Ecco apparir lo smisurato mostro
mezzo ascoso ne l'onda e mezzo sorto.
Come sospinto suol da borea o d'ostro
venir lungo navilio a pigliar porto,
così ne viene al cibo che l'è mostro
la bestia orrenda; e l'intervallo è corto.
La donna è mezza morta di paura;
né per conforto altrui si rassicura.
Tenea Ruggier la lancia non in resta,
ma sopra mano, e percoteva l'orca.
Altro non so che s'assimigli a questa,
ch'una gran massa che s'aggiri e torca;
né forma ha d'animal, se non la testa,
c'ha gli occhi e i denti fuor, come di porca.
Ruggier in fronte la ferìa tra gli occhi;
ma par che un ferro o un duro sasso tocchi.
Nel 1878 la società per lo studio delle lingue romanze di Montpellier promosse un concorso di poesia a cui Vasile Alexandri partecipò con i 32 versi del Cântecul gintei latine, pubblicato a Roma e provvisto di autotraduzione francese e italiana. In esso il Felibrismo di matrice provenzale si unisce all'orgoglio patriottico dell'autore.
Latina gintă e regină
Între-ale lumii ginte mari;
Ea poartă-n frunte-o stea divină
Lucind prin timpii seculari.
Menirea ei tot înainte
Măreț îndreaptă pașii săi.
Ea merge-n capul altor ginte
Vărsând lumină-n urma ei.
Latina gintă e vergină,
Cu farmec dulce, răpitor;
Străinu-n cale-i se înclină
Și pe genunchi cade cu dor.
Frumoasă, vie, zâmbitoare,
Sub cer senin, în aer cald,
Ea se mirează-n splendid soare,
Se scaldă-n mare de smarald.
Latina gintă are parte
De-ale pământului comori
Și mult voios ea le împarte
Cu celelalte-a ei surori.
Dar e teribilă-n mânie
Când brațul ei liberator
Lovește-n cruda tiranie
Și luptă pentru-al său onor.
În ziua cea de judecată,
Când față-n cer cu Domnul sfânt
Latina gintă-a fi-ntrebată
Ce a făcut pe-acest pământ?
Ea va răspunde sus și tare:
„O! Doamne,-n lume cât am stat,
În ochii săi plini de-admirare
Pe tine te-am reprezentat!
La latina stirpe è regina
Intra le grandi stirpi del mondo.
Essa porta in fronte una stella divina
Rilucendo tra i tempi secolari.
Il destino sempre innanzi
Magnificamente dirige i passi di lei.
Essa marcia in capo ad altre stirpi
Versando luce nelle proprie orme (dietro di sè.)
La latina stirpe è una vergine
Dallo incanto dolce, rapitore.
Lo straniero in faccia a lei s'inchina
Ed a ginocchi cade adorando.
Bella, vivace, sorridente,
Sotto cielo sereno, nell'aere caldo,
Essa si specchia allo splendido sole,
Si bagna in mare di smeraldo.
La latina stirpe ha (buona) parte
Dei tesori della terra,
E molto volentieri essa li divide
Colle altre (di lei) sorelle.
Ma è terribile nell'ira
Quando il suo braccio liberatore
Colpisce la cruda tirannide
E lotta pel proprio onore.
Nel giorno di quel giudizio
Quando nel cielo, in faccia al Signor santo,
La latina stirpe fia interrogata:
«Che ha fatto sopra questa terra?»
Essa rispondera alto e fermo:
«Oh! Signore, al mondo quanto vi sono stata,
Ai suoi occhi pieni di ammirazione
(Li è) te (che) ho rappresentato!»